
- 144 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
La bambina perduta
Informazioni su questo libro
"Uno stupro è per sempre. Ti lascia addosso tutto il male del mondo e tu diventi un'adulta condizionata dal terrore." Aveva undici anni, Paola, quando un amico della madre l'ha violentata. Ha sepolto quel trauma in profondità dentro di sé e non è mai riuscita a parlarne a nessuno, non alla madre, non al marito Michele. Ma quando un'altra donna minaccia di distruggere la sua vita e il suo matrimonio, Paola trova finalmente la capacità di reagire e riemergere dal pozzo profondo delle paure, delle finzioni e dei rancori in cui si è smarrita quando era solo una bambina.
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Informazioni
Print ISBN
9788817048750eBook ISBN
9788858627112Le statistiche
Il 55,2% delle italiane tra i 14 e i 59 anni (oltre la metà ) è stata oggetto almeno una volta nella vita di una molestia di natura sessuale (molestie fisiche, molestie verbali, esibizionismo, telefonate oscene, pedinamenti).
Sono oltre 500 mila (2,9%) le italiane vittime di una violenza o tentata violenza sessuale. Negli ultimi tre anni si sono accertati 18 mila episodi di stupro.
Solamente 1 donna su 10 sporge denuncia della violenza subita.
Gli stupri imputabili a persona "estranea" sono appena il 3,5%. Salgono al 23,8% quelli imputabili a persona famigliare e amica.
L’età più a rischio è quella compresa tra i 25 e i 44 anni. Gli abusi sessuali sono maggiormente diffusi al Nord e nelle grandi città .
(da una indagine Istat curata da Maria Giuseppina Martone e diffusa nel dicembre del 2004.)
I
IERI
Diffido delle infanzie aggiustate per giustificare l’adulto imperfetto o infelice che sei diventato: si selezionano i ricordi come tessere, eliminando quelli che non servono, allo scopo di ricostruire il puzzle dei Grandi Colpevoli.
È proprio la paura di questa manipolazione a rendermi tanto difficile voler bene alla bambina che fui e compiere un atto di fede nelle ringhiose certezze con cui, appena undicenne, entrai nella vita adulta.
Allora mi aiutò odiare Mamma Orca, accusare mio padre di non avermi dato altro che un cognome sull’atto di nascita, sentirmi un’emarginata nella nuova scuola (dove dal primo giorno mi avevano messa all’ultimo banco), convincermi che a nessuna delle mie compagne sarebbe potuto accadere quello che era accaduto a me perché ero io la diversa, la più sfortunata.
Oggi la mia razionalità di trentenne bene addestrata all’autoanalisi si rifiuta di accettare il puzzle costruito dalla bambina perduta. So che esistono molte tessere scartate e di tanto in tanto ne riemerge qualcuna... Ma la mia mente vi si sofferma con cautela: se ho paura di aggiustare i ricordi, altrettanta ne ho di riesumare quelli cancellati ed essere così costretta a ricomporre una nuova realtà .
Uno stupro è per sempre. Col tempo puoi rimuovere l’aggressione di un ladro, le percosse di un amante, il terribile impatto con un’auto pirata che ti investe, il proiettile di un bandito che ti si conficca nella carne: sono esperienze al di fuori della norma che rientrano nella sfera della criminalità e dell’odio e perciò la stessa quotidianità le esorcizza come disgraziate e irripetibili.
Lo stupro no. Lo stupro è il solo crimine che si consuma con gli identici gesti e gli identici rituali di un accoppiamento d’amore: la smania del possesso, la penetrazione, l’ansimare affannoso, gli spasmi dell’orgasmo esprimono sia l’esplodere della passione sia quello della violenza bestiale.
Ogni volta che il corpo di mio marito scivola sopra al mio, rivivo l’incubo dello stupro.
"Che bella signorinetta!" l’uomo disse.
"Ha solo undici anni. E l’ho avuta quando ero ancora una ragazzina" mia madre tenne a precisare con tono civettuolo.
"A vent’anni non eri più ragazzina" sottolineai acida. Detestavo che alla sua età , trentun anni, sembrasse ancora tanto giovane. Le madri non portano i calzettoni, le gonnelline scozzesi, i cappotti rossi, gli anellini d’argento comprati sulle bancarelle.
L’uomo scoppiò nella risata rauca dei grandi fumatori. "Siete due belle ragazze tutte e due, va bene così?"
dp n="11" folio="11" ? Si chiamava Guido, aveva quarantadue anni e lavorava come impiantista in una fabbrica milanese di caldaie.
Appresi questi e altri particolari orecchiando, come spesso facevo, le lunghe telefonate serali di mia madre all’ amica Lucia. Quelle telefonate mi permettevano di sapere tutto dei suoi umori, dei suoi problemi, delle sue decisioni, di quello che le succedeva in ufficio.
Guido non era mai stato sposato e aveva sempre vissuto con la madre in una frazione di Bolzano.
Dopo la morte di lei aveva deciso di trasferirsi a Milano. Il lavoro gli veniva pagato a fattura, per ogni caldaia che impiantava e collaudava, ma contava di essere assunto quanto prima con regolare contratto.
L’amica Lucia dovette esprimere qualche riserva su di lui, perché mia madre in tono veemente e quasi risentito si lanciò in una lunga difesa: lui non è come credi! È un uomo perbene e affidabile anche se non ha un posto fisso! Ha viaggiato molto, legge, conosce il mondo e non vede problemi ovunque... E mi sembra davvero interessato a me.
Mia madre fu costretta a portarmi da una psicologa quando compii quattordici anni, ma la bambina stuprata aveva avuto tre anni di tempo per inventarsi una infanzia desolata.
Fu un’autoterapia istintiva e sapiente: cancellando tutti i ricordi di felicità , spensieratezza e innocenza, la bambina riuscì a ridimensionare il Danno e a rendere più sopportabile l’atrocità di ciò che le era stato fatto. Dopo tutto, che cosa le aveva potuto togliere la Bestia che, prima di lui, non le avessero già tolto gli altri?
dp n="12" folio="12" ? Da un mese ho la certezza che mio marito ha una relazione con Sara. È una ragazza di venticinque anni, laureata in giurisprudenza con centodieci e lode, che sta facendo il praticantato nel suo studio.
Sara è di religione ebraica, molto osservante, e quando Michele la invitò a cena la prima volta per farmela conoscere mi pregò di non preparare piatti a base di carne (la nostra macellazione non è kosher), di pesce senza lische e di usare come condimento soltanto olio di oliva extravergine.
Sara portò il vino e Michele provvide ad acquistare personalmente del pane azzimo.
A una ebrea osservante non dovrebbe essere consentito unirsi a uomini di religione diversa, ma evidentemente le relazioni extraconiugali non sono assimilabili a una vera "unione": è stato il mio primo pensiero, non privo di una certa acidità , quando ho trovato in una tasca del cappotto di Michele un bigliettino di Sara: spiritoso e inequivocabilmente intimo.
È più facile rinunciare a un piatto di salumi che sottrarsi al richiamo della passione, è stato il mio secondo pensiero.
Ho rimesso il bigliettino nella tasca e mi sono vietata di fare dello stupido sarcasmo. Da almeno un paio di mesi avevo il fondato sospetto che tra Sara e mio marito fosse nato qualcosa: Michele aveva smesso di invitarla a cena a casa nostra, di elogiare le sue molte qualità e di dirmi con naturalezza tutte le volte che andava a pranzo o in tribunale con lei.
E da undici sabati non abbiamo più rapporti sessuali.
Il solo periodo di astinenza tanto lungo risale a oltre nove anni fa, quando ero incinta di Francesca ed entrai nell’ottavo mese di gravidanza.
dp n="13" folio="13" ? I rapporti ripresero un mese dopo la nascita della bambina. Quella sera, dopo che Michele si staccò da me, pensai che il nostro matrimonio sarebbe stato perfetto se un incidente o una malattia lo avessero reso impotente. Era un pensiero mostruoso che mi raggelò.
Guido convisse due settimane con mia madre, ma per vent’anni ho dimenticato la sua voce, il suo viso, i suoi gesti: nella mia mente sono rimasti impressi soltanto i lineamenti deformati e l’ansimare bestiale dello stupro.
Da quando mio marito ha smesso di cercarmi, quell’ incubo mi ha concesso una tregua e il passato comincia a ricomporsi. Voglio salvare il mio matrimonio, e il solo modo per farlo è ricordare, restituire memoria e verità alla bambina che si è rintanata in un angolo buio dentro di me.
"Lo so, devo usare molto tatto per dirlo a Paola" sentii mia madre sospirare al telefono. "Nessun uomo è mai vissuto in casa nostra..."
Era vero. Sicuramente mia madre ebbe degli incontri e delle storie dopo la breve relazione con l’uomo sposato che la mise incinta, ma Guido era l’unico che mi aveva presentato e l’unico con cui desiderasse convivere.
Ecco il primo tassello eliminato: il suo rispetto per me, la sua attenzione a non turbare la mia serenità e la mia innocenza.
Ci girò intorno tre giorni prima di chiedermi "se mi dispiaceva" che Guido si trasferisse a casa nostra "per qualche settimana", il tempo per trovare l’appartamento che stava cercando.
Risposi di no. E vent’anni dopo devo fare uno sforzo terribile per riconoscere che davvero non mi dispiaceva. Guido mi aveva regalato la Barbie infermiera, mi aveva insegnato a giocare a Mouse, si era complimentato per un mio tema in classe accusando l’insegnante di lettere di avermi dato un voto troppo basso...
Le bellezze della natura: quali emozioni, quali considerazioni ti ispirano? Era l’argomento da svolgere. Presi sei con due meno perché, mi spiegò la professoressa, avevo lavorato troppo di fantasia: invece di concentrarmi sulle bellezze che erano davanti ai miei occhi, avevo parlato delle Montagne Rocciose, dei Grandi Laghi, della civiltà Maya...
Alla profe replicai che avevo visto tre documentari e non mi sembrava di essere andata fuori tema se mi ero concentrata su quelle bellezze invece di descrivere gli alberelli e i fiori dei giardinetti sotto casa...
Per vent’anni ho rimosso anche il ricordo di quel tema perché mi costringeva a prendere atto dello spaventoso danno che mi fu fatto. Prima che Guido entrasse nella mia casa ero una bambina combattiva e fantasiosa.
Dopo di allora, la mia fantasia si è atrofizzata e sono diventata incapace di comportamenti reattivi.
Uno stupro ti lascia addosso tutto il male del mondo. Ma se lo subisci a undici anni, come successe a me, ti toglie anche il governo della tua vita. Mentre la Bestia schiaccia il tuo corpo con una montagna di carne e le sue zampe ti immobilizzano, il panico ti toglie il respiro. Capisci di non poter fare niente per fermare l’aggressione. E questa sensazione invade ogni cellula del tuo corpo, "fissata" per sempre dall’impatto violento col dolore fisico. L’eiaculazione della Bestia ti insemina l’impotenza: diventi un’adulta incapace di ribellarti e di reagire perché sei condizionata dal terrore che, facendolo, tu possa rivivere lo stesso panico e lo stesso devastante dolore fisico.
II
OGGI
Francesca ha compiuto nove anni tre mesi fa e sta vivendo quella brevissima età di grazia in cui sono finiti i capricci e i puntigliosi "no" della prima infanzia e non sono ancora cominciati i conflitti e le ribellioni dell’adolescenza.
In questa età di grazia c’è anche una tregua tra la vanità infantile e quella adolescenziale: adesso non occorrono più estenuanti patteggiamenti per farle indossare un vestito o un paio di scarpe: tutto le va bene perché attorno ai n...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- La bambina perduta