AVVERTENZA ALLA QUATTORDICESIMA EDIZIONE
I librai hanno ritenuto necessario rendere noto al Pubblico che le numerose modifiche presenti in questa edizione sono state apportate dall’Autore, e da lui trasmesse per la pubblicazione.
Non ha importanza enunciare qui le ragioni per cui l’opera non è comparsa prima in questa forma modificata e migliorata.
Ma può essere opportuno, per soddisfazione del Pubblico, far cenno del fatto che la copia su cui si basa la presente edizione è stata gentilmente fornita dall’unica figlia ancora vivente dell’Autore, la signora Anne Richardson.
30 marzo 1801
PREFAZIONE DEL CURATORE
Se distrarre e intrattenere, e nello stesso tempo istruire e migliorare, gli animi della GIOVENTÙ di entrambi i sessi;
Se inculcare la religione e la morale in modo così naturale e piacevole da renderle in ugual misura utili e attraenti;
Se mostrare sotto la luce più esemplare i doveri dei genitori, i doveri filiali e sociali;
Se rappresentare il VIZIO nei suoi veri colori, per renderlo meritatamente odioso, e collocare la VIRTÙ nella sua luce gradevole per farla apparire attraente;
Se tratteggiare dei personaggi con precisione, e metterli in rilievo;
Se suscitare dispiacere per cause naturali e compassione per cause giuste;
Se insegnare a chi possiede un patrimonio a usarlo; a chi è agitato dalle passioni a dominarle; a chi trama e complotta a correggersi con grazia e con onore;
Se fornire esempi pratici, degni di essere seguiti nei casi più difficili e toccanti, dalla vergine, dalla sposa e dalla moglie;
Se raggiungere tutti questi scopi positivi in modo così accettabile, così naturale e così vivace da coinvolgere i sentimenti di ogni lettore ragionevole e attrarre il suo interesse per la storia;
E tutto questo senza suscitare un solo pensiero in tutto il libro che possa urtare la più assoluta purezza, anche in quei casi più intensi dove la Purezza potrebbe aver più da temere;
Se queste raccomandazioni sono lodevoli e degne, il curatore delle seguenti lettere, che hanno come fondamento tanto la Verità quanto la Natura, si arrischia ad affermare che tutti questi scopi sono stati qui raggiunti.
Confidando perciò nell’accoglienza favorevole che egli osa pronosticare per questa piccola opera, ritiene superfluo giustificarsi, e questo per due ragioni: in primo luogo, perché può fare appello con le proprie passioni (che sono state agitate in modo straordinario durante la lettura) alle passioni di qualsiasi lettore attento, e in secondo luogo, perché un curatore è in grado di giudicare con l’imparzialità che è raro trovare in un autore.
INDICE
I. Ai suoi genitori. Riferisce la morte della sua signora. La gentilezza dimostratale dal padrone. Manda loro del denaro.
II. Dai suoi genitori. Sono molto preoccupati per la morte della sua signora: la mettono in guardia contro l’eccessiva riconoscenza per la benevolenza dimostratale dal padrone. Altri avvertimenti e istruzioni.
III. Al padre. Decide di anteporre la Virtù alla vita stessa. Non teme per il momento pericoli dalla benevolenza del padrone.
IV. Alla madre. Lady Davers loda la sua bellezza e le consiglia di tenere alla larga gli uomini. Ha intenzione di prenderla come sua cameriera personale.
V. Ai genitori. Degna condotta della governante signora Jervis nella casa, e sua amicizia per lei. Non teme alcun pericolo, e perché.
VI. Agli stessi. Ulteriori esempi della bontà del padrone per lei. Sua lieta gratitudine. Il padrone elogia il suo aspetto con la signora Jervis.
VII. Al padre. Enumera altri particolari della generosità del padrone per lei. Qualche timore, ma spera infondato.
VIII. Dal padre. Ribadisce precedenti ammonimenti e istruzioni. Lo tranquillizza il sapere che essa ha la signora Jervis per consigliarla.
IX. Ai genitori. Il padrone rifiuta di lasciarla andare da Lady Davers. La ragione che adduce per tale rifiuto. A quanto pare Lady Davers teme per lei. Spera ancora per il meglio, e farà loro sapere tutto ciò che accade.
X. Alla madre. Le comunica che ormai si sono rivelate le intenzioni del padrone ai suoi danni. Dice di aver già riferito tutti i particolari, ma qualcuno ha rubato la sua lettera. Alla prima occasione ne scriverà un’altra e racconterà ogni cosa: ma è tenuta d’occhio e rimproverata dal padrone perché spreca tanto tempo a scrivere.
XI. Alla madre. Non riesce a trovare la sua lettera, perciò racconta il comportamento troppo confidenziale assunto dal padrone con lei nel padiglione in giardino. Suo virtuoso risentimento. Rifiuto delle offerte di denaro. Lui le ingiunge di mantenere il segreto, sostenendo di aver voluto solo metterla alla prova.
XII. Alla madre. Chiede alla signora Jervis di permetterle di dormire con lei, e le racconta tutto l’accaduto. Buon consiglio della signora Jervis. Atteggiamento irato del padrone verso di lei. Vorrebbe non essere mai stata tratta dalla sua umile condizione.
XIII. Dai genitori. Loro preoccupazioni e timori per lei. Pensano sia meglio che torni da loro; ma sono più tranquilli perché dorme con la signora Jervis.
XIV. Al padre. Riferisce una conversazione tra il padrone e la signora Jervis, di cui è stata l’oggetto. Lui sostiene che è una ragazza scaltra e calcolatrice. Ordina alla signora Jervis di metterla in guardia a proposito di quanto comunica all’esterno degli affari della sua casa.
XV. Alla madre. Il padrone la rimprovera per aver rivelato alla signora Jervis ciò che lui le aveva ordinato di tenere segreto, e cerca di intimorirla. Commovente protesta di lei. Lui cerca di prendersi delle libertà . Per sfuggirgli lei corre in un’altra stanza e sviene. La signora Jervis intercede per lei. Lui ordina che il giorno dopo lei e la signora Jervis si rechino da lui.
XVI. Ai genitori. I modi imperiosi di lui intimoriscono la signora Jervis. Coraggio di Pamela. Lui minaccia di farla tornare nell’umile condizione d’origine. Comportamento commovente di Pamela in questa occasione.
XVII. Dai genitori. Le dicono quanto saranno felici del suo ritorno, dato che verrà innocente e onesta.
XVIII. Ai genitori. La signora Jervis le dice che secondo lei il padrone non attenterà mai più alla sua virtù; e che potrà rimanere se lo chiederà come un favore.
XIX. Agli stessi. La signora Jervis la consiglia di nuovo di chiedere di restare. Le ragioni di Pamela per una decisione contraria. Come l’affetto dei domestici suoi compagni la commuova. La bontà che le dimostra l’amministratore signor Longman.
XX. Agli stessi. Si rifornisce di indumenti semplici, di stoffa fatta in casa, in modo da non apparire di una condizione superiore alla sua quando tornerà dai genitori.
XXI. Agli stessi. La signora Jervis le dice quanto sia importante per il padrone, e riferisce le espressioni benevole di lui nei suoi riguardi.
XXII. Agli stessi. Il maggiordomo sorprende il padrone a interpellarla in modo sgarbato. I domestici sono preoccupati che Pamela debba andarsene. Bontà del maggiordomo signor Jonathan, e sua preoccupazione per le parole del padrone da lui sorprese. Esempio della benevolenza del signor Longman verso di lei.
XXIII. Agli stessi. Descrizione e caratteristiche di parecchie signore del vicinato che canzonano il padrone a causa di lei. Pamela spera di partire da lì a pochi giorni.
XXIV. Agli stessi. Indossa il suo vestito di stoffa tessuta in casa. Ciò che succede in quella occasione tra la signora Jervis, il padrone e lei. Un biglietto del signor Jonathan che l’avverte del pericolo.
XXV. Agli stessi. Il padrone si nasconde nel suo studiolo, e sorprende un discorso contro di lui tra la signora Jervis e Pamela, mentre questa si sta spogliando per coricarsi. Vistosi scoperto, esce in fretta dalla stanza. Terrore di lei. Svenimento.
XXVI. Agli stessi. La signora Jervis si licenzia. Egli acconsente che vadano via tutte e due insieme.
XXVII. Agli stessi. Pamela rimarrà una settimana di più in modo che la signora Jervis vada via con lei. Il padrone le chiede un giudizio su un vestito nuovo che indosserà a corte per un compleanno reale. Ammette con la signora Jervis di aver messo gli occhi su Pamela quando sua madre era ancora in vita. Sorpresa di lei per la perversità di lui e di parecchi signori del vicinato.
XXVIII. Agli stessi. Alla signora Jervis viene concesso di rimanere. Il signor Longman intercede per Pamela, e le consiglia di umiliarsi. Commovente comportamento di lei.
XIX. Agli stessi. Gentile offerta di denaro da parte della signora Jervis, che lei declina, e motivo di questo rifiuto. Si lamenta però, dato il modo in cui sono andate le cose, di aver ricevuto un’educazione sbagliata dalla sua signora, ma spera di adattare l’animo alle proprie condizioni. Divide i suoi panni in tre fagotti e chiede alla signora Jervis di ispezionarli. Suo commovente comportamento e ragionamenti in questa occasione. Con sua grande sorpresa, scopre che il padrone ha saputo tutto ciò che ha detto: sgrida per questo la signora Jervis e ripete il suo desiderio di trovarsi al sicuro dai suoi genitori.
XXX. Agli stessi. Il padrone la tratta gentilmente. Le chiede di aver fiducia in lui. Confessa il proprio amore. Assicura che renderà felice tutta la famiglia di lei. Nega di avere intenzioni disonorevoli, e le dice che se rimarrà altri quindici giorni, ne avrà il suo tornaconto. Lei è dibattuta da sentimenti diversi.
XXXI. Agli stessi. Gli dice chiaramente che è decisa ad andarsene. Lui le offre una somma di denaro per il padre e le comunica che le troverà un marito che farà di lei una signora. Lei gli scrive significandogli ancora la decisione di tornare dai suoi genitori. Trovandola risoluta, lui le concede la propria carrozza da viaggio, con il cocchiere del Lincolnshire per accompagnarla, e le manda cinque ghinee. Versi di lei per la partenza.
Qui il curatore fornisce un resoconto del viaggio di Pamela verso l’altra residenza del padrone, nel Lincolnshire, anziché verso la casa di suo padre. Dell’ignobile tradimento di John per quanto riguarda le lettere da lei scritte. Copia di una lettera del signor B. al padre di lei, con le ragioni da lui addotte per averle negato il permesso di tornare da loro. Del dolore dei genitori. Della visita del padre al signor B., e di quanto avviene tra la signora Jervis, il signor B. e il vecchio in quell’occasione. Copia di una lettera scritta da Pamela alla signora Jervis ma seguendo un modello che le è stato imposto.
XXXII. Da Pamela ai genitori. Si lamenta della sua sventurata situazione, e deplora l’ignobile trucco attuato contro di lei. Racconta di essere stata portata a casa di un fattore, durante il viaggio per il Lincolnshire, e riferisce la conversazione avuta con il fattore, sua moglie e sua figlia. Una lettera del padrone per lei. Copia di un’altra lettera dello stesso padrone al fattore. Lei cerca di ottenere l’aiuto del fattore, ma inutilmente. Decide, se possibile, di trovare alleati lungo la strada, o nella successiva locanda dove il cocchiere si ferma; ma qui le è venuta incontro la signora Jewkes. Questa rimprovera il cocchiere. Pamela cerca di trattare con la signora Jewkes, ma inutilmente.
IL DIARIO
Iniziato come passatempo e nella speranza di trovare l’occasione di mandarlo a loro. Spera di commuovere il signor Williams, cappellano del suo padrone, in...