Jolanda la figlia del Corsaro Nero
eBook - ePub

Jolanda la figlia del Corsaro Nero

  1. 504 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Jolanda la figlia del Corsaro Nero

Informazioni su questo libro

Ha il coraggio del padre e la bellezza della madre. Userà il primo per riprendersi l'eredità, la seconda per conquistare l'amore di Morgan, amico fedele del Corsaro Nero.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Jolanda la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
BUR
Anno
2011
Print ISBN
9788817052047
eBook ISBN
9788858619346

Il notaio di Maracaybo

Non era ancora trascorsa mezz’ora, quando Carmaux, l’amburghese e don Raffaele scendevano la scala di tribordo, sotto cui ondeggiava una svelta baleniera fornita di due piccole vele latine e d’un flocco.
Morgan li aspettava sulla piccola piattaforma inferiore, per dare loro le ultime istruzioni.
I due filibustieri e lo spagnolo indossavano dei vestiti da pescatore, di grosso panno azzurro, con larga fascia di lana rossa e berretto di tela cerata. Per di più don Raffaele, onde rendersi meno riconoscibile, si era tagliato i baffi e le lunghe basette.
– Ricordatevi del segnale e usate le maggiori cautele – disse loro Morgan. – Io incrocerò solo di notte, cominciando da domani sera e di giorno mi celerò in fondo al golfo di Cariaco, che è lungo e sicurissimo. Avete tre razzi di diverso colore e voi sapete che cosa significano.
– Il verde, pericolo, il rosso di accostarvi, l’azzurro di fuggire – rispose Carmaux. – Addio, signor Morgan, e se gli spagnoli ci appiccano vi auguro fortuna a Panama.
– Siete troppo prudenti e troppo astuti per lasciarvi prendere – rispose il filibustiere.
Strinse loro la mano e risalì in coperta, mentre Carmaux prendeva la barra del timone e l’amburghese e lo spagnolo si collocavano a prora.
– Lascia – disse il francese.
L’amburghese sciolse la corda e la baleniera prese il largo, filando rapidamente verso oriente.
La nave di Morgan era rimasta all’ancoraggio, non avendo premura di mostrarsi nelle acque di Cumana, che potevano esser battute da navi da guerra, avendone gli spagnoli in quasi tutti i porti, specialmente nei principali.
– Andiamo a meraviglia – disse l’amburghese fregandosi le mani. – Mare calmo e vento in poppa. Quando potremo giungere, don Raffaele?
– Non prima di domani sera – rispose il piantatore.
– Così lontani siamo dunque da quel porto? – chiese Carmaux.
– Lo suppongo, e poi è meglio per voi e anche per me giungervi a notte inoltrata.
– Siete già stato a Cumana?
– Conosco tutte le città del Venezuela – rispose il piantatore.
– Voi siete un uomo veramente prezioso, è quello che ci occorreva – disse Carmaux.
Don Raffaele rispose con una smorfia ed un’alzata di spalle.
– E chi è quel vostro amico, di cui mi ha parlato il capitano? – riprese Carmaux.
– Un notaio, che un tempo abitava a Maracaybo.
I due filibustieri si guardarono, facendo un gesto di sorpresa.
– Aspettate, don Raffaele – disse l’amburghese. – Quel vostro amico, diciott’anni or sono, esercitava a Maracaybo?
– Sì.
– Un giorno la sua casa fu distrutta dal fuoco, è vero?
Don Raffaele lanciò uno sguardo interrogativo sui due filibustieri, i quali risposero con una risata clamorosa.
– Lo conoscete forse? – chiese il piantatore, con inquietudine.
– Per Bacco!… È un nostro carissimo amico!… – rispose Carmaux, che schiattava dalle risa. – Che bottiglie deliziose aveva quel briccone!… Ah!… Ah!… Il notaio di Maracaybo!…
Il piantatore si era fatto oscuro in viso, mentre i due filibustieri non cessavano di ridere.
– Don Raffaele, – disse finalmente Carmaux – vi ricorderete forse di quel tragico e comico episodio che ha privato quel povero notaio della sua casa. I vostri compatrioti ci avevano assediati in quella bicocca assieme al Corsaro Nero.
– Che aveva fatti prigionieri il notaio ed anche un certo conte di Lerma, un valoroso e cavalleresco gentiluomo – aggiunse l’amburghese.
– Sì, me lo ricordo – disse don Raffaele. – Voi eravate fuggiti sul tetto dopo aver fatta saltare la casa di quel povero uomo.
– Per scendere poi nel giardino d’un conte o marchese Morales, scappando così ai vostri compatrioti – disse Carmaux.
– Eravate voi quei demoni che per ventiquattro o trenta ore teneste testa ad una o due compagnie di archibugieri?
– Sì, don Raffaele.
– Eccomi in un bell’imbarazzo. Se il notaio vi riconoscesse?
– Sono passati diciott’anni, non sarà quindi facile che ricordi ancora i nostri volti – disse l’amburghese.
– Non commettete imprudenze, almeno.
– Saremo tranquilli come due agnellini – disse Carmaux. – Raccomandate solo al vostro amico, che metta a nostra disposizione la sua cantina. Quella che aveva a Maracaybo, in quel tempo, vi assicuro che era ben fornita e che conteneva delle bottiglie così squisite che le ricordo ancora.
– Non rifiuterà di offrirvi da bere. È mio parente, quindi farà buona accoglienza anche a voi.
– E se non lo farà, gli bruceremo nuovamente la casa – disse Carmaux.
Una viva ondulazione, che fece rollare la baleniera, li avvertì che si trovavano presso delle scogliere.
– Sono le isole di Pirita – disse don Raffaele, prevedendo la domanda che stava per rivolgergli Carmaux. – Stringete verso la costa.
Carmaux vedendo delinearsi verso il settentrione delle isole, spinse la scialuppa verso la costa, dove il mare appariva sgombro di scogliere.
All’alba avvistarono una grossa borgata annidata in fondo ad una vasta insenatura e dove si scorgevano le alberature di non poche navi.
– Barcellona – disse il piantatore. – Siamo già a buon punto e giungeremo a Cumana prima che il sole tramonti. D’ora innanzi non parlate che lo spagnolo e se qualche nave ci accosta, lasciate che risponda io.
– Vi avverto però, don Raffaele, che noi vi sorveglieremo rigorosamente e che al primo segno sospetto, noi non esiteremo a squarciarvi il ventre. Se voi sarete leale, vi prometto di liberarvi del capitano.
– Vi ho dato prove sufficienti della mia lealtà, signor Carmaux – rispose il piantatore.
– Allora facciamo colazione – disse Wan Stiller. – Il capitano non ha dimenticato di provvederci di viveri e di armi.
Verso le sei della sera la baleniera, che aveva avuto quasi sempre il vento favorevole, si trovava dinanzi a Cumana, che in quel tempo era una delle città più ricche e più popolose del Venezuela e che era anche ben difesa, trovandosi a non molte centinaia di miglia dalla Tortue.
Appunto in quel momento entravano in rada parecchie barche di pescatori, montate per la maggior parte da indiani.
Carmaux vi spinse dietro la scialuppa, onde passare inosservato.
Gli spagnoli d’altronde, sicuri di non venire assaliti, non si curarono di chiedere ai filibustieri chi fossero, né da dove venissero, quantunque tenessero due grosse caravelle presso l’entrata della rada.
– Non credevo di passarla liscia – disse Carmaux, dirigendo la scialuppa verso la gettata più prossima.
– Non montate già un galeone, né un treponti – disse don Raffaele. – E poi non siete che in due.
– Capaci di dare fuoco alla città – rispose Wan Stiller.
– Voi non lo farete.
– No se ci lasciano tranquilli. Dove abita il notaio?
– Non siamo lontani; aspettate che il sole sia tramontato. Sta già per scomparire.
Carmaux fece calare le vele latine e servendosi solamente del flocco, approdò dinanzi ad un vecchio fortino caduto in rovina.
– Ecco un bel luogo per fare il segnale a Morgan – disse, guardando le muraglie che ancora rimanevano in piedi.
Fece legare la scialuppa, misero in ordine le reti, arrotolarono le vele, poi si nascosero sotto le fasce di lana un paio di pistole ognuno ed una di quelle navajas che, aperte, diventano lunghe come spade.
– Possiamo andare – disse Carmaux a don Raffaele. – Non ci si vede più.
– Mi promettete di non commettere violenze? – chiese il piantatore.
– Non siamo così sciocchi – rispose l’amburghese. – Non abbiamo alcun desiderio di farci prendere ed appiccare.
– No, di certo – disse Carmaux.
– Allora seguitemi.
– Adagio, don Raffaele. Sarà ancora vivo il notaio?
– Sei mesi fa non era ancora morto.
– Deve essere assai vecchio.
– Sessant’anni.
– È il suo eccellente vino che lo tiene in vita – disse l’amburghese. – Quel briccone deve conoscere i migliori produttori della Spagna.
– Andiamo – comandò don Raffaele, impazientito.
Si orientò per qualche istante, si diresse verso una viuzza che passava in mezzo a dei giardini tenuti con gran cura, poi imboccò una larga strada fiancheggiata da belle case a due piani, tutte in pietra ed illuminata da qualche lampada fumosa.
Dopo un centinaio di metri, s’arrestò dinanzi ad una abitazione piuttosto vecchia, un po’ più alta delle altre, e sormontata da una terrazza coperta di piante.
– Aspettatemi qui – disse. – Vado ad annunciare la vostra visita.
– Non approfitterete per scapparci? – gli chiese Carmaux.
– Ormai non dovreste più diffidare di me.
– Vi sorveglieremo.
– Fate pure – rispose il piantatore.
Lasciò cadere il pesante martello di ferro sospeso alla porta e, appena questa s’aprì, entrò in un andito buio, scomparendo agli sguardi dei due filibustieri.
– Sei tranquillo? – chiese Carmaux all’amburghese.
– Non diffido di quel brav’uomo. Sa che noi siamo capaci di fargli passare un brutto quarto d’ora.
– Non è di don Raffaele che io ho qualche timore – rispose Carmaux. – È invece del notaio. Se ci riconoscesse?
– Non so che cosa potrebbe fare a nostro danno.
– Denunciarci – rispose Carmaux.
– Se gliene lasceremo il tempo. Lo legheremo con quattro o cinque metri di buona corda e lo metteremo a letto o meglio lo nasconderemo nella sua cantina. Non preoccuparti di quel povero uomo, compare Carmaux.
– E se ci tradisse don Raffaele?
– Lui!…
– Eh!… Chi lo sa!…
– Non oserebbe. Sa bene che noi siamo lesti di mano e che Morgan vale meglio del capitano Valera. No, ho fiducia assoluta in quel brav’uomo. Ah!… Eccolo!…
Il piantatore era comparso sulla soglia del portone e pareva che non fosse di cattivo umore.
– Possiamo dunque entrare? – chiese Carmaux.
– Sì – rispose il piantatore. – Il notaio vi accorda ospitalità e vi offre anche una cena.
– Quello è la perla dei notai!… – esclamò l’amburghese. – Lo dicevo io che era un uomo eccellente.
– Sì, allo spiedo – disse Carmaux, ridendo. – Bada che non diventi un cappone pericoloso.
– Seguitemi – disse don Raffaele.
I due filibustieri e...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. BUR Ragazzi Rizzoli
  3. Frontespizio
  4. La taverna "El Toro"
  5. Il rapimento del piantatore
  6. La flotta dei filibustieri
  7. Morgan
  8. La presa di Maracaybo
  9. Don Raffaele
  10. Il monastero dei Carmelitani
  11. Un duello terribile
  12. Jolanda di Ventimiglia
  13. Il sacco di Gibraltar
  14. Fra il Forte e la squadra spagnola
  15. «All'abbordaggio, figli del mare!»
  16. Fra il fuoco e le onde
  17. Il razzo di mare
  18. Una sorpresa in alto mare
  19. Il governatore di Maracaybo
  20. Due rivali formidabili
  21. Il tradimento
  22. I naufraghi
  23. L'assalto degli Oyaculè
  24. Il ferito
  25. Il giaguaro
  26. Un'altra notte terribile
  27. L'isola galleggiante
  28. La marcia notturna
  29. Don Raffaele ricompare
  30. Il rapimento di Jolanda
  31. La corvetta spagnola
  32. Un'impresa pericolosa
  33. Il notaio di Maracaybo
  34. Nell'America centrale
  35. Il tradimento
  36. Fra il piombo e il fuoco
  37. L'assalto di Panama
  38. La morte del conte di Medina
  39. Postfazione