I Malavoglia
eBook - ePub

I Malavoglia

  1. 336 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

I Malavoglia

Informazioni su questo libro

I Malavoglia furono accolti al loro apparire, nel 1881, dall'indifferenza del pubblico e, salvo rare eccezioni, dall'ottusa diffidenza della critica. Negli anni seguenti, tuttavia, il romanzo si andò gradualmente affermando come uno dei capolavori della nostra letteratura e il suo autore come uno scrittore di prima grandezza. Nel 1920, poi, il volume di Luigi Russo dedicato a Verga poneva l'opera del siciliano accanto a quella del Manzoni, mentre si affermava sempre di più la convinzione che I Malavoglia costituissero, insieme con I Promessi Sposi, il maggiore contributo italiano alla grande stagione del romanzo europeo. Oggi si afferma l'immagine di un Verga creatore di miti, o meglio di anti-miti: perché nella storia della famiglia Toscano, detta dei Malavoglia, è analizzata acutamente la fine di una civiltà che si fondava sulla figura del patriarca e trovava il proprio simbolo in poche cose semplici.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a I Malavoglia di Giovanni Verga in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804525196
eBook ISBN
9788852011092

X

’Ntoni andava a spasso sul mare tutti i santi giorni, e gli toccava camminare coi remi, logorandosi la schiena. Però quando il mare era cattivo, e voleva inghiottirseli in un boccone, loro, la Provvidenza e ogni cosa, quel ragazzo aveva il cuore più grande del mare.
Il sangue dei Malavoglia! diceva il nonno; e bisognava vederlo alla manovra, coi capelli che gli fischiavano al vento, mentre la barca saltava sui marosi come un cefalo in amore.
La Provvidenza si avventurava spesso al largo, così vecchia e rattoppata com’era, per amore di quel po’ di pesca, ora che nel paese c’erano tante barche che spazzavano il mare colla scopa. Anche in quei giorni in cui le nuvole erano basse, verso Agnone, e l’orizzonte tutto irto di punte nere al levante, si vedeva sempre la vela della Provvidenza come un fazzoletto da naso, lontano lontano nel mare color di piombo, e ognuno diceva che quelli di padron ’Ntoni andavano a cercarsi i guai col candeliere.
Padron ’Ntoni rispondeva che andava a cercarsi il pane, e quando i sugheri scomparivano ad uno ad uno, nel mare largo che era verde come l’erba, e le casucce di Trezza sembravano una macchia bianca, tanto erano lontane, e intorno a loro non c’era che acqua, si metteva a chiacchierare coi nipoti dalla contentezza, che poi alla sera la Longa e tutti gli altri li avrebbero aspettati sulla riva, quando vedevano la vela far capolino tra i fariglioni, e sarebbero stati a guardare anche loro la pesca che saltellava nelle nasse e riempiva il fondo della barca come fosse d’argento; e padron ’Ntoni soleva rispondere prima che nessuno avesse aperto bocca – Un quintale, o un quintale e venticinque – che non si sarebbe sbagliato di un rotolo; e poi se ne parlava tutta la sera, mentre le donne pestavano il sale fra i ciottoli, e quando contavano i barilotti ad uno ad uno, e lo zio Crocifisso veniva a vedere quel che avevano fatto, per gettare la sua offerta a occhi chiusi, e Piedipapera gridava e bestemmiava per dire il prezzo giusto, ché allora facevano piacere le grida di Piedipapera, già a questo mondo non bisogna restare in collera colla gente, e la Longa poi si contava a soldo a soldo davanti al suocero i denari che portava Piedipapera nel fazzoletto, e diceva: – Questi sono per la casa! Questi altri sono per la spesa. La Mena aiutava anch’essa a pestare il sale, e a mettere in ordine i barilotti, e ci aveva un’altra volta la veste turchina e la collana di corallo che avevano dovuto dare in pegno allo zio Crocifisso; ora le donne potevano tornare ad andare alla messa del paese, ché se qualche giovinotto gettava gli occhi sulla Mena, gliela stavano facendo, la sua dote.
– Per me, diceva ’Ntoni menando il remo adagio adagio perché la corrente non li facesse derivare dal cerchio delle reti, mentre il nonno pensava a tutte quelle cose: – per me desidero questo soltanto, che quella carogna della Barbara s’abbia a mangiare i gomiti quando ci avremo il fatto nostro anche noi, e s’abbia a pentire d’avermi chiusa la porta in faccia.
– «Il buon pilota si conosce alle burrasche»; rispondeva il vecchio. Quando saremo un’altra volta quel che siamo sempre stati, ognuno ci farà buon viso, e torneranno ad aprirci la porta.
– Chi non ce l’ha chiusa in faccia, aggiunse Alessi, è stata la Nunziata, e anche la cugina Anna.
– «Carcere, malattie e necessità, si conosce l’amistà». Per questo il Signore le aiuta, costoro, con tutte quelle bocche che hanno in casa.
– Quando la Nunziata va a far legna nella sciara, o il fagotto della tela è troppo pesante per lei, l’aiuto anch’io, poveretta, disse Alessi.
– Adesso aiuta a tirare da questa parte, ché San Francesco stavolta ha mandata la grazia di Dio! Il ragazzo tirava e puntava i piedi, e sbuffava che pareva facesse tutto lui. Intanto ’Ntoni cantava, sdraiato sulla pedagna e colle braccia sotto il capo, a veder volare i gabbiani bianchi sul cielo turchino che non finiva mai, e la Provvidenza si dondolava sulle onde verdi, che venivano da lontano lontano fin dove arrivava la vista.
– Che vuole dire che il mare ora è verde, ed ora è turchino, e un’altra volta è bianco, e poi nero come la sciara, e non è sempre di un colore come dell’acqua che è? chiese Alessi.
– È la volontà di Dio, rispose il nonno, così il marinaro sa quando può mettersi in mare senza timore, e quando è meglio non andarci.
– Quei gabbiani hanno una bella sorte, che volano sempre in alto, e non hanno paura delle ondate, se il mare è in tempesta.
– Allora non hanno da mangiare nemmeno loro, povere bestiole.
– Dunque tutti hanno bisogno del bel tempo, tale e quale come la Nunziata che non può andare alla fontana se piove, conchiuse Alessi.
– «Buon tempo e mal tempo non dura tutto il tempo», osservò il vecchio.
Ma quando era mal tempo, o che soffiava il maestrale, e i sugheri ballavano sull’acqua tutto il giorno, come se ci fosse chi suonava il violino, o il mare era bianco al pari del latte, o crespo che sembrava che bollisse, e la pioggia si rovesciava sino a sera sulle loro spalle che non ci erano cappotti che bastassero, e il mare friggeva tutto intorno come il pesce nella padella, allora era un altro par di maniche, e ’Ntoni non aveva voglia di cantare, col cappuccio sul naso, e gli toccava vuotare dall’acqua la Provvidenza che non si finiva più, e il nonno badava a ripetere «Mare bianco, scirocco in campo» o «mare crespo, vento fresco» come se fossero là per imparare i proverbi; e con quei benedetti proverbi, mentre la sera stava a guardare il tempo dalla finestra col naso in aria, diceva pure «Quando la luna è rossa fa vento, quando è chiara vuol dir sereno, quando è pallida, pioverà».
– Se lo sapete che pioverà perché torniamo ad andare in mare oggi? gli diceva ’Ntoni. Non era meglio restarci in letto un altro par d’ore?
– «Acqua di cielo, e sardelle alle reti!» rispondeva il vecchio.
’Ntoni si dava l’anima al diavolo, coll’acqua a mezza gamba.
– Stasera, gli diceva il nonno, la Maruzza ci farà trovare una bella fiammata e ci asciugheremo tutti.
E la sera, sull’imbrunire, come la Provvidenza, colla pancia piena di grazia di Dio, tornava a casa, che la vela si gonfiava come la gonnella di donna Rosolina, e i lumi delle case ammiccavano ad uno ad uno dietro i fariglioni neri, e pareva che si chiamassero l’un l’altro, padron ’Ntoni mostrava ai suoi ragazzi il bel fuoco che fiammeggiava nella cucina della Longa, in fondo al cortiletto della straduccia del Nero, che c’era il muro basso e dal mare si vedeva tutta la casa, colle quattro tegole sotto cui si appollaiavano le galline, e il forno dall’altro lato della porta. – Lo vedete che la Longa ce l’ha fatta trovare la fiammata! – diceva tutto giulivo; e la Longa li aspettava sulla riva colle ceste pronte, che quando dovevano riportarsele indietro vuote non avevano voglia di ciarlare, ma invece se le ceste non bastavano, e Alessi doveva correre a casa a prenderne delle altre, il nonno si metteva le mani alla bocca per chiamare – Mena! oh Mena! – E Mena sapeva cosa voleva dire, e venivano tutti in processione, lei, la Lia, ed anche la Nunziata, con tutti i suoi pulcini dietro; allora era una festa, né si badava più al freddo, o alla pioggia, e davanti alla fiammata stavano a chiacchierare sino a tardi della grazia di Dio che aveva mandato San Francesco, e quel che si sarebbe fatto dei denari.
Ma a quel giuoco da disperati si arrischiava la vita per qualche rotolo di pesce, e una volta i Malavoglia furono a un pelo di rimettercela tutti la pelle, per amor del guadagno, come Bastianazzo, mentre erano all’altezza dell’Agnone, verso sera, e il cielo era tanto fosco che non si vedeva più neppure l’Etna, e il vento soffiava a ondate che pareva avesse la parola.
– Brutto tempo! diceva padron ’Ntoni. Il vento oggi gira peggio della testa di una fraschetta, e il mare ha la faccia come quella di Piedipapera quando vuol farvi qualche brutto tiro.
Il mare era del color della sciara, sebbene il sole non fosse ancora tramontato, e di tratto in tratto bolliva tutt’intorno come una pentola.
– Adesso i gabbiani devono essere tutti a dormire; osservò Alessi.
– A quest’ora avrebbero dovuto accendere il faro di Catania, disse ’Ntoni, ma non si vede niente.
– Tieni sempre la sbarra a greco, Alessi, ordinò il nonno, fra mezz’ora non ci si vedrà più peggio di essere in un forno.
– Con questa brutta sera e’ sarebbe meglio trovarsi all’osteria della Santuzza.
– O coricato nel tuo letto a dormire, non è vero? rispose il nonno; allora dovevi fare il segretario, come don Silvestro.
Il povero vecchio aveva abbaiato tutto il giorno pei suoi dolori. – È il tempo che muta! diceva lui, lo sento nelle ossa io.
Tutt’a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare. Soltanto le onde, quando passavano vicino alla Provvidenza, luccicavano come avessero gli occhi e volessero mangiarsela; e nessuno osava dire più una parola, in mezzo al mare che muggiva fin dove c’era acqua.
– Ho in testa, disse a un tratto ’Ntoni, che stasera dovremo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta.
– Taci! gli disse il nonno, e la sua voce in quel buio li fece diventare tutti piccini piccini sul banco dov’erano.
Si udiva il vento sibilare nella vela della Provvidenza e la fune che suonava come una corda di chitarra. All’improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco del monte, sopra Trezza, e arrivò un’ondata che non si era vista da dove fosse venuta, la quale fece scricchiolare la Provvidenza come un sacco di noci, e la buttò in aria.
– Giù la vela! giù la vela! gridò padron ’Ntoni. Taglia! taglia subito!
’Ntoni, col coltello fra i denti, s’era abbrancato come un gatto all’antenna, e ritto sulla sponda per far di contrappeso, si lasciò spenzolare sul mare che gli urlava sotto e se lo voleva mangiare.
– Tienti forte! tienti forte! gli gridava il nonno in quel fracasso delle onde che lo volevano strappare di là, e buttavano in aria la Provvidenza e ogni cosa, e facevano piegare la barca tutta di un lato, che dentro ci avevano l’acqua sino ai ginocchi. – Taglia! taglia! ripeteva il nonno.
– Sacramento! esclamò ’Ntoni. Se taglio, come faremo poi quando avremo bisogno della vela?
– Non dire sacramento! che ora siamo nelle mani di Dio!
Alessi s’era aggrappato al timone, e all’udire quelle parole del nonno cominciò a strillare – Mamma! mamma mia!
– Taci! gli gridò il fratello col coltello fra i denti. Taci o ti assesto una pedata!
– Fatti la croce, e taci! ripeté il nonno. Sicché il ragazzo non osò fiatare più.
Ad un tratto la vela cadde tutta di un pezzo, tanto era tesa, e ’Ntoni la raccolse in un lampo e l’ammainò stretta.
– Il mestiere lo sai come tuo padre, gli disse il nonno, e sei Malavoglia anche tu.
La barca si raddrizzò e fece prima un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde.
– Dà qua il timone; ora ci vuole la mano ferma! disse padron ’Ntoni; e malgrado che il ragazzo ci si fosse aggrappato come un gatto anche lui, arrivavano certe ondate che facevano sbattere il petto contro la manovella a tutt’e due.
– Il remo! gridò ’Ntoni, forza nel tuo remo, Alessi! che a mangiare sei buono anche tu. Adesso i remi valgono meglio del timone.
La barca scricchiolava sotto lo sforzo poderoso di quel paio di braccia. E Alessi ritto contro la pedagna, ci dava l’anima sui remi come poteva anche lui.
– Tienti fermo! gli gridò il nonno che appena si sentiva da un capo all’altro della barca, nel fischiare del vento – Tienti fermo Alessi!
– Sì! nonno sì! rispose il ragazzo.
– Che hai paura? gli disse ’Ntoni.
– No, rispose il nonno per lui. Soltanto raccomandiamoci a Dio.
– Santo diavolone! esclamò ’Ntoni col petto ansante, qui ci vorrebbero le braccia di ferro come la macchina del vapore. Il mare ci vince.
Il nonno si tacque e stettero ad ascoltare la burrasca.
– La mamma adesso dev’essere sulla riva a vedere se torniamo; disse poi Alessi.
– Ora lascia stare la mamma, aggiunse il nonno, è meglio non ci pensare.
– Adesso dove siamo? domandò ’Ntoni dopo un altro bel pezzo, col fiato ai denti dalla stanchezza.
– Nelle mani di Dio, rispose il nonno.
– Allora lasciatemi piangere, esclamò Alessi che non ne poteva più. E si mise a strillare e a chiamare la mamma ad alta voce, in mezzo al rumore del vento e del mare; né alcuno osò sgridarlo più.
– Hai un bel cantare, ma nessuno ti sente, ed è meglio starti cheto, gli disse infine il fratello con la voce mutata che non si conosceva più nemmen lui. Sta zitto che adesso non è bene far così, né per te, né per gli altri.
– La vela! ordinò padron ’Ntoni; il timone al vento verso greco, e poi alla volontà di Dio.
Il vento contrastava forte la manovra, ma in cinque minuti la vela fu spiegata, e la Provvidenza cominciò a balzare sulla cima delle onde, piegata da un lato come un uccello ferito. I Malavoglia si tenevano tutti da un lato, afferrati alla sponda; in quel momento nessuno fiatava, perché quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprir bocca.
Padron ’Ntoni disse soltanto: – A quest’ora laggiù dicono il rosario per noi.
E non aggiunsero altro, correndo col vento e colle onde, nella notte che era venuta tutt’a un tratto nera come la pece.
– Il fanale del molo, – gridò ’Ntoni, – lo vedete?
– A dritta! gridò padron ’Ntoni, a dritta! Non è il fanale del molo. Andiamo sugli scogli. Serra! serra!
– Non posso serrare! rispose ’Ntoni colla voce soffocata dalla tempesta e dallo sforzo, la scotta è bagnata. Il coltello, Alessi, il coltello.
– Taglia, taglia, presto.
In questo momento s’udì uno schianto; la Provvidenza, che prima si era curvata su di un fianco, si rilevò come una molla, e per poco non sbalzò tutti in mare; l’antenna insieme alla vela cadde sulla barca, rotta come un filo di paglia. Allora si udì una voce che gridava: – Ahi! come di uno che stesse per morire.
– Chi è? chi è che grida? domandava ’Ntoni, aiutandosi coi denti e col coltello a tagliare le rilinghe della vela, la quale era caduta coll’antenna sulla barca e copriva ogni cosa. Ad un tratto un colpo di vento la strappò netta e se la portò via sibilando. Allora i due fratelli poterono sbrogliare del tutto il troncone dell’antenna e buttarlo in mare. La barca si raddrizzò, ma padron ’Ntoni non si raddrizzò, lui, e non rispondeva più a ’Ntoni che lo chiamava. Ora, quando il mare e il vento gridano insieme, non c’è cosa che faccia più paura del non udirsi rispondere alla voce che chiama. – Nonno, nonno! gridava anche Alessi, e al non udir più nulla, i capelli si rizzarono in capo, come fossero vivi, ai due fratelli. La notte era così nera che non si vedeva da un capo all’altro della Provvidenza, tanto che Alessi non piangeva più dal terrore. Il nonno era disteso in fondo alla barca, colla testa rotta. ’Ntoni finalmente lo trovò tastoni e gli parve che fosse ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione. di Carla Riccardi
  4. Da Nedda ai Malavoglia: storia del romanzo
  5. Cronologia
  6. Bibliografia
  7. Nota al testo
  8. I MALAVOGLIA
  9. I
  10. II
  11. III
  12. IV
  13. V
  14. VI
  15. VII
  16. VIII
  17. IX
  18. X
  19. XI
  20. XII
  21. XIII
  22. XIV
  23. XV
  24. Postfazione. di Vincenzo Consolo
  25. La Trezza
  26. Copyright