Il sesso è amore
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Il sesso è amore

Vivere l'eros senza sensi di colpa

  1. 132 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il sesso è amore

Vivere l'eros senza sensi di colpa

Informazioni su questo libro

Quante domande inutili ci facciamo quando parliamo d'amore: "È la persona giusta?", "Durerà?", "Sto amando in modo sbagliato?". E soprattutto: "Ma fra noi due è sesso o amore?". Il sesso è amore, il vero amore. Il resto sono sentimenti più superficiali, più ragionati, meno veri: l'amore è tutto nell'evento del sesso, non c'è nient'altro da cercare o da sapere. Raffaele Morelli torna ad affascinarci e provocarci con un libro intenso e rivoluzionario sul sesso. Prendendo di petto e in contropiede la nostra morale e il nostro pensare comune, lo psichiatra ci mette faccia a faccia con una verità potente e ineludibile: "Siamo davvero noi stessi soltanto quando facciamo l'amore". È attraverso il sesso, infatti, che si esprime la nostra anima più genuina, perché la forza divina dell'eros travolge tutte le impalcature razionali che tengono imbrigliata la nostra natura profonda. Dunque non dobbiamo fare altro che ascoltare il desiderio che ci nasce dentro e lasciarci guidare soltanto dal piacere. Sta arrivando per aiutarci a rinascere, per fare sbocciare di nuovo il fiore che è dentro di noi.

Domande frequenti

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804592730
eBook ISBN
9788852012389
1

Non pensare a come andrà a finire

Si deve partire dall’anima, cioè da quella capacità di tramutare il seme in pianta, in fiore, in frutto. Così in natura, così dentro di noi. L’anima è concreta, così concreta da essere stata capace e di essere capace di prendere quella cellula fecondata che eravamo in un utero e di portarci a essere ciò che siamo adesso… L’anima ci ha costruito e ci costruisce incessantemente le ossa, i reni, il cervello, il cuore, la pelle: questo corpo che vediamo allo specchio. “L’anima” scriveva il filosofo Étienne Gilson “non fa soltanto muovere il corpo; essa prima di tutto fa che un corpo sia.” Può forse esserci nemica quella forza misteriosa che crea l’essere che siamo? Oppure c’è un errore di percezione del nostro Io, come se passassimo il tempo a vedere ciò che non siamo, a cercare ciò che nel profondo non ci interessa, a perderci e a inseguire progetti che non riguardano la nostra essenza? Come fa l’anima a parlare a chi ha già in mente dove andare? I codici dell’anima non sono i codici del nostro Io: anzi, stanno agli antipodi. Noi viviamo nelle definizioni, l’anima non sa che farsene!
Qualche giorno fa a ognuno dei partecipanti al gruppo del giovedì ho chiesto di chiudere gli occhi. Ho fatto fare un esercizio semplice, che si può ripetere facilmente da soli. A ciascuno ho chiesto di concentrarsi su quella che era la causa dell’insoddisfazione, dell’infelicità della sua vita. Non ho domandato di raccontarla, ma semplicemente di vederla, di guardarla. In pochi secondi tutti avevano la risposta: vale a dire, ogni persona del gruppo sapeva che cosa non andava bene nella sua vita e quale era il motivo che scatenava la scontentezza. Tutti quelli che socchiudono gli occhi, in pochi istanti sanno sempre cosa non va bene, che cosa non funziona nella loro esistenza e da cosa è causato. Lo sanno o credono di saperlo? La differenza è sostanziale e decisiva ed è da qui che si forma il nostro destino.
Per Marcello la risposta è che la sua infelicità dipende da un matrimonio sbagliato, per Roberta dalle litigate incessanti con la figlia, per Alessia la sua sfortuna è dovuta a un figlio che si droga, mentre per Antonella la vita non sarà mai più quella di prima perché lui se ne è andato. Non è sbalorditivo che in un mondo pieno di incertezze, travolto dal traffico per cui ogni imbocco di autostrada può portarci a incidenti e a sventure, pieno di violenza, di aggressività che possiamo incontrare tornando a casa tutte le sere, la nostra attenzione, la nostra idea di infelicità siano centrate su un motivo, solo su un motivo di insoddisfazione? E in più, la stragrande maggioranza delle cause di infelicità che si scoprono chiudendo gli occhi, dipende dall’amore, dalla sensazione di non avere vicino la persona giusta, oppure dal rimpianto di chi non c’è più, o ancora da un abbandono o da una separazione. “Sto male perché Francesco mi ha lasciata tre anni fa, solo per questo” mi dice Annalisa in un colloquio. Chi l’avrebbe detto che basta chiudere gli occhi per un attimo per avere la risposta sulla causa del disagio di vivere che ci incalza?

Da dove arriva la sofferenza… non puoi capirlo

Negli anni ho imparato che la vera malattia del nostro secolo è la dispercezione: cioè tutti credono di vedere e di sapere quello che li rende non appagati, ma vedono male e si sbagliano sempre. Se credi che un amore finito sia la causa del tuo disagio, se credi che tutto il tuo essere sia e sarà turbato da un evento, significa che sei lontano, lontanissimo dai codici dell’anima… Siamo noi, è il nostro Io che identifica il problema. L’anima è disidentificata. L’anima non pensa… Tutti credono di sapere la causa, ci credono a tal punto che in pochi secondi a occhi chiusi la trovano subito, la identificano e in lei vedono la ragione del loro malessere, della loro insoddisfazione, della loro angoscia. Il mio lavoro di psicoterapeuta consiste nell’esatto contrario: nel non identificare la causa del malessere.
Se non sai la causa, c’è molto da fare: se la sai già non c’è speranza… Ritengo che questo sia il modo migliore per fare lavorare l’anima. Sì, perché la cosa peggiore che ciascuno di noi può fare, una volta individuata la causa del suo dolore, è quella di mettersi in moto, di reagire, di correggere il danno, l’errore. Vale a dire che se credo che la mia vita vada male a causa del mio brutto carattere, inizierò una lotta con me stesso per cercare di bloccarlo, di domarlo, di tenerlo a bada.
Quante serate ho passato a dirmi che non devo essere così civetta con gli uomini, perché finiscono puntualmente per trattarmi come quella dell’avventura di una notte. Quante serate ho provato a fare la donna da sposare, ma puntualmente ho fallito. E ora sono più sola di prima.
Nelle parole di Antonietta c’è la trama di un destino, che si può riassumere così: sono sola perché sono una civetta, una donna leggera, sbagliata e, come tale, nessuno potrà mai amarmi così o stare con me seriamente. Antonietta ha dato una definizione di sé: non si è chiesta se era giusta o sbagliata. L’ha semplicemente fatta sua, si è attenuta a questa idea di sé. Quando le ho fatto chiudere gli occhi e le ho chiesto che cosa non andava bene nella sua vita, la sola cosa che le è venuta in mente subito è stato il suo carattere civettuolo. Antonietta non ha pensato neppure per un attimo che potesse semplicemente essersi sbagliata, che lei forse era tante altre cose, che la sua essenza non sapeva che farsene delle sue definizioni sul carattere civettuolo.
Tutti hanno una definizione in mente per se stessi, tutti sanno chi sono e come sono e tutti naturalmente… non si vanno bene. “Se il mio carattere non va bene bisogna che lo corregga, altrimenti commetterò sempre gli stessi errori e per me non c’è speranza.” Queste sono più o meno le parole che tutti dicono a se stessi: non sanno che quelle parole che si dicono stancano l’anima, che le impediscono di fare il suo vero lavoro che è trasformare ciascuno di noi da seme in fiore…

Sono le illusioni il vero veleno

Naturalmente se nella mia vita c’è qualcosa che non va bene e so cos’è, mi immagino automaticamente che il benessere verrà solo quando “avrò rimesso le cose a posto”, come mi scrive Giuseppe. Poiché rimettere le cose a posto è la cosa più difficile del mondo, come far tornare un amore perduto è pressoché impossibile, e altrettanto impraticabile è trovare qualcuno che gli assomigli, ragionando così siamo destinati a uno stato di insoddisfazione permanente. Che è poi quello che capita alla stragrande maggioranza delle persone.
Ogni nostra credenza è un’identificazione e, come tale, un’illusione e l’illusione è il veleno più nocivo per l’anima. Così quando sento le star televisive che si definiscono solari, o gelose, o generose mi viene da sorridere… Non sanno che stanno parlando solo di una proiezione, di una illusione di sé che, prima o poi, compirà danni devastanti sul loro essere. Quello che credi di essere è il tuo più potente nemico, la tua tossina, che intossica l’essenza. Idem quello che credi che non vada bene nella tua vita.
Sforzarsi di diventare la persona giusta, quella che abbiamo in mente, oppure cercare di eliminare quelle che crediamo le cause del nostro malessere è forse l’illusione peggiore… Se infatti io non sto male per il motivo che mi sono messo in mente, sforzarsi di eliminarlo o di correggerlo è rispondere con un’illusione a un’illusione. Questo è un veleno mortale. Vi sono persone che passano anni, se non tutta la vita a cercare di rimediare a un’illusione. “Sono dieci anni che penso che se lui non mi avesse lasciata, avrei vissuto un’altra vita” mi scrive Daniela, 43 anni. Giuliana invece lotta “da tanti anni” col suo “carattere sbagliato, senza alcun risultato”, credendo che la sua ira, la sua permalosità abbiano rovinato il rapporto più bello che le sia mai capitato e, aggiunge, “che mai più potrà tornare”. Forse le sarebbe stato d’aiuto Schopenhauer che in età matura, dopo tanti anni e tante delusioni, ha compreso che il nostro carattere va accettato così com’è, perché è una voce forte, indelebile dell’anima. Solo accogliendolo e non contestandolo e smettendola di cercare di correggerlo può farci i regali dell’anima. In nessun altro modo! Sentite cosa dice Schopenhauer:
Appena superata la pubertà, avevo già capito quale fosse la mia posizione nel mondo e rispetto al mondo con sufficiente chiarezza per applicare alla mia condotta di vita il detto di Chamfort: “C’è una saggezza superiore a quella che di solito è chiamata con questo nome, essa consiste nell’assecondare arditamente il proprio carattere, accettando con coraggio gli svantaggi e gli inconvenienti che può provocare”.1
Il grande filosofo aveva compreso che noi non dobbiamo giudicare le nostre tendenze, ma accoglierle, accorgerci della loro presenza, senza commentare. L’anima vive nell’adesso, solo nell’adesso: questo è il suo codice più importante. Quando mi dico che nella mia vita c’è qualcosa che non va bene, io non sono nell’adesso, sto ragionando su qualcosa che è accaduto o sto identificando un problema come se fosse sempre presente, il che non è, e quindi non sto facendo lavorare l’anima… E se lei è la forza che trasforma il seme che sono nel mio fiore, ogni volta che le parlo di un’illusione, ogni volta che credo di individuare la causa del mio malessere, ogni volta che mi dico che non vado bene, l’anima si sente impotente, bloccata, frastornata, inaridita. Così facendo le togliamo la sua potenza terapeutica.

Non cercare di correggerti, crei solo disturbo

Per l’anima non esiste niente che perdura, niente che accade oggi che abbia la spiegazione nel giorno prima. Il filosofo francese Gilles Deleuze afferma: “Essere una persona è un processo che non ha fine. La persona è sempre in statu nascendi”.2 Anzi l’anima crea l’essere che sono senza ragionamenti, senza spiegazioni. Come non c’è mai una pianta uguale al giorno prima, così nessuno di noi assomiglia a quello di un’ora fa. Come è possibile allora che ognuno sappia che il malumore, il disagio deriva da qualcosa che è accaduto tempo prima?
Il nostro Io vive nel tempo, l’anima è senza tempo. Vivere nel tempo, nel passato e nel futuro, è la più grande illusione, seconda solo a quella di cercare le cause dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, delle nostre angosce. Quelle che noi chiamiamo le cause e che cerchiamo inevitabilmente di correggere, non sono le vere cause, ma quelle che il nostro Io ha identificato come tali.
Mentre credo di stare ancora male perché qualcuno mi ha lasciato, io sono già mutato tantissime volte, anche se non me ne accorgo. Quelle che chiamo cause sono solo le mie identificazioni, cioè illusioni che non esistono… E, siccome non esistono, facciamo ancora peggio a cercare di correggerle, a cercare di mettere le cose a posto. Il che vuole dire rispondere a un fantasma con un altro fantasma… Tutto ciò in cui mi identifico, non è la mia anima, non ha niente a che vedere con lei… e quindi con ciò che sono per davvero.
Quell’esercizio a occhi chiusi sulla ricerca delle cause di una vita non soddisfatta, rivela solo che siamo lontani dall’anima, che viviamo con il peggiore dei fantasmi che è il nostro Io, che crede di essere sempre uguale, perenne, che tutto sa, che tutto definisce, che tutto conosce, che parla di passato e di futuro, che dà un senso di permanenza a ciò che è mutabile come il vento: l’anima. Ci vogliono molti anni per comprendere che l’inquietudine e l’incertezza sono voci profonde dell’anima. Scriveva Eraclito:
Per quanto tu cammini e anche percorrendo ogni strada, non potrai mai raggiungere i confini dell’anima: tanto profonda è la sua vera essenza.3
I grandi Saggi sono così: non hanno il senso delle definizioni, sono come sono e basta!
Dobbiamo imparare da loro che sanno che la causa di un dolore dura solo se noi continuiamo a pensarla e a ripensarla, a crederle. Credere è il peggiore nemico dell’anima. Alle persone che chiudono gli occhi e che sanno cosa non va bene nella loro vita, io racconto tutto questo. In un attimo tutti comprendono che la causa dei loro mali se la sono messa in testa loro e, come tale, non esiste, ma poiché viene creata dal nostro Io, si insinua al nostro interno e ci fa credere di essere quello che non siamo.

Devi allenarti a percepire la vita

L’esercizio successivo è quello di guardare il senso di disagio, di inquietudine, di insoddisfazione. Percepirlo e basta, senza avere in mente nessuna causa. Percepirlo perdendosi dentro il disagio, facendosi travolgere e annientare. Ma senza alcun ragionamento. Questo è un modo per diventare impersonali, estranei… “L’unica cosa che non va bene nella mia vita è il mio lavoro, il resto funziona benissimo, amore compreso” (Barbara, 38 anni). Nessuno sa che quello che identifica come sbagliato, lo sta creando. Ogni volta che credo in qualcosa infatti la porto nell’anima, che così non ha più strumenti per intervenire. La sostanza che mi sta creando viene portata nell’illusione e si perde…
Le parole giuste da dirsi sono: “Adesso, alle 15.30, percepisco che il mio lavoro non mi piace. Anima mia, fai tu”. E poi non pensarci più. Se ci si vuole accostare all’anima, dobbiamo cambiare il modo di stare con noi stessi, dobbiamo imparare un altro modo di vivere. L’anima non vive nelle cause, non pensa, non ragiona: l’anima fa! Senza che io me ne accorga sta facendo l’essere che sono, sta realizzando la mia predisposizione, la mia vocazione innata, come avrebbe detto Schopenhauer. Il problema centrale è che l’unico che non se ne accorge sono io.
Nel tentativo di identificare il motivo del mio malessere, non mi accorgo che l’anima è impersonale, che vive un’altra dimensione del mio essere, dove non esiste il tempo, dove non c’è il prima e il dopo e dove soprattutto le cose non hanno spiegazioni. Spiegare, interpretare, capire, ragionare sulle emozioni, sui sentimenti, sugli affetti riempie la nostra essenza di tossine, che la avvelenano, la indeboliscono, non le permettono di fare quello che lei sa fare perfettamente e cioè realizzare la mia vera natura. Così, Adele è lontanissima dalla sua vera essenza, quando scrive:
Mi sono innamorata di un uomo al punto di voler vivere con lui, ma lui vuole rimanere con la sua famiglia e anche con me. Ho pianto per mesi, lui mi è stato accanto, ma per non disturbarmi si è comportato come un amico, dicendomi che è il mio amante, ma sta aspettando che ritrovi il mio equilibrio. Ora io mi sono rassegnata e ho capito che era semplicemente un campanello d’allarme che mi indicava di cambiare alcune cose della mia vita, ho ritrovato l’equilibrio, ma lui è diventato un sogno senza futuro. Una fo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il sesso è amore
  4. Introduzione
  5. 1. Non pensare a come andrà a finire
  6. 2. “Tra noi due è sesso o amore?”
  7. 3. Segui soltanto il desiderio
  8. 4. Il “per sempre” fa male all’amore
  9. 5. “Ho sposato l’uomo sbagliato”
  10. 6. Ama a modo tuo
  11. 7. Quante parole inutili…
  12. 8. Fare l’amore ti fa bene
  13. Conclusioni
  14. Copyright