Ama e non pensare
eBook - ePub

Ama e non pensare

  1. 126 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Ama e non pensare

Informazioni su questo libro

Quando l'amore arriva, non c'è da fare altro che lasciarsi travolgere dalla sua straordinaria energia, farsi guidare ciecamente verso i benefici che solo lui sa donarci. Eppure insistiamo a imbrigliarlo, giudicarlo, volerlo spiegare. Senza sapere che il peggior nemico dell'amore è proprio la presunta saggezza della ragione. L'amore viene per stupirci, vuole trovarci pronti alla sorpresa come i bambini, "con gli occhi innocenti, liberi, senza aspettative". Solo così sapremo godere di tutta la sua magia, della sua forza "terapeutica come nessun altro farmaco".
Come e perché ci si innamora, come curare i mali d'amore, come far convivere il fuoco della passione con il tepore del focolare: Ama e non pensare, scritto con l'immediatezza e l'intensità tipiche di Morelli, offre un punto di vista nuovo e illuminante, una ricetta semplice ed efficace per vivere al meglio tutti gli aspetti della propria vita amorosa.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804589273
eBook ISBN
9788852012266
1

Ama e non pensare

Se non ti ami, come puoi amare gli altri?
Fra i tanti luoghi comuni, questo è forse quello che detesto di più. Così, quando inizio un gruppo e chiedo a tutti: “Qual è la via del benessere?”, la stragrande maggioranza risponde: “Amare se stessi…”.
Penso che poche cose ci rendono veramente artificiali come fare lo sforzo di volerci bene. Perché dovrei volermi bene? Chi ce lo ha chiesto di volerci bene? Forse nella nostra idea di amore c’è qualcosa di perverso, di malato, qualcosa che ci prepara guai peggiori di quelli che già ci arrivano dalle vicissitudini della vita.
Com’è amare se stessi? Com’è volersi bene? Quasi tutti in realtà scambiano l’amarsi con il piacersi. Cosa significa piacersi? Avere in mente una figura ideale e cercare di assomigliarle, di diventare simile a lei. Quando sarò dimagrito, potrò finalmente stare bene, dicono alcuni; altri pensano che dimagriranno quando si detesteranno di meno, quando si piaceranno o si ameranno di più.
Sono serpenti che si mangiano la coda. Per prima cosa dobbiamo sapere che quello che chiamano “amare noi stessi” è semplicemente il tentativo di dirci che andiamo bene così, che non proviamo un sentimento ostile verso noi stessi, come spesso accade.
Insomma, abbiamo in mente un modello e cerchiamo di amare quel personaggio in cui ci siamo identificati. Nonostante a volte proviamo odio e ribrezzo, malumore e tristezza verso noi stessi, ci sforziamo di scacciare questi sentimenti e magari andiamo in psicoterapia per accettarci come siamo e… amarci.
Ci dimentichiamo che l’anima è continuamente in trasformazione: niente è perenne dentro di lei, niente dura, niente è per sempre.
Se provo fastidio di me stesso, se non mi piaccio, se non mi amo, per dirla come direbbero i più, devo sapere che quel sentimento non è eterno, non dura, non è fatto per durare. Per questo bisogna soltanto percepirlo quando arriva e non ragionarci su…
Certo, se non mi piaccio perché non rispondo a quel personaggio che ho in mente, il problema non è il disamore, ma l’ideale che cerco di raggiungere. Noi amiamo noi stessi e gli altri solo dentro le identificazioni, insomma dentro l’idea che ci siamo fatti e che ci facciamo dell’amore. In questo modo quello che chiamiamo amore è solo attaccamento a un’illusione.
Amare senza alcuna identità, senza sapere chi siamo, sconosciuti a noi stessi: questo è il progetto di questo libro e questo è il compito sublime che Eros, il dio dei primordi, ci chiede.
Eros esisteva prima delle cose del mondo, prima della nascita degli dèi immortali, prima del mondo umano. È da lui che nascono tutti gli esseri: vegetali, minerali e animali; ma la sua influenza per gli antichi Greci si estendeva, si diffondeva su tutto ciò che esiste, anche sulle acque, sulle maree: insomma, Eros è quella legge universale che attrae e unisce le cose, le congiunge in una magia senza tempo.
Eros va inteso come la forza perenne che vivifica, che trasmuta l’essere animale che siamo, come quella scintilla che riempie di luce il cervello, che fa fiorire quella pianta unica e irripetibile che è ciascuno di noi.
Per questo il mito di Amore e Psiche raccontato da Apuleio si basa sull’oscurità che avvolge il volto del dio. Psiche, la più bella delle donne, può conoscere il piacere sublime, l’estasi, la sostanza infinita dell’amore, a patto di non vedere mai il volto del dio, che più di tutto ama il buio. Psiche vive lunghe notti di passione con Amore, ma non deve mai vederlo in volto. Violare il patto, come farà, significa andare incontro a disfatte e peripezie: e così succederà anche a Psiche.
L’unico compito che abbiamo nella vita è andare incontro all’Amore, a Eros, senza identità, senza sapere nulla, senza dirci nulla e soprattutto senza pensieri.
Cosa difficile per noi, gente di oggi, prigioniera come non mai dei pensieri, che vuole prima di tutto capire, spiegare, progettare, che non si fida delle forze primordiali, e men che meno di Eros e delle sue frecce.
Quante volte sento dire “ma lui con me vuole solo il sesso, è soltanto una storia erotica”. Nessuna epoca si è mai sognata di definire la differenza tra sesso e amore, valutando il primo come merce scadente e non come la sostanza più cara all’anima.
Qualche giorno fa sentivo una trasmissione alla radio, in cui una sessuologa spiegava che la libertà sessuale delle donne, conquistata negli anni, è utile solo se non passano da un letto all’altro, perché dopo il sesso, se manca l’affetto, si precipita nella solitudine.
Questo libro sostiene esattamente il contrario: che di fronte a Eros ci tocca essere soli. Noi crediamo di incontrare amanti, in realtà stiamo facendo l’amore con il dio stesso. È lui che per questa notte ha scelto questa persona. È lui che esce dal senza tempo, dall’eterno, per riempire di fiori l’anima, che è tutto ciò che abbiamo. Che ne sarebbe di una pianta che non fiorisce, che ne sarebbe di noi se Eros non ci regalasse quella scintilla, che da sola è capace di trasformare i mondi e di rigenerare cervello e tessuti?
Questo è il segreto: andare incontro all’amore senza alcuna identità, senza volto, nel buio, sconosciuti a noi stessi… Non sono io che amo, non sono io che provo piacere, non sono io il protagonista. Tu non ti stai innamorando di una persona, ma dell’essere interiore che lui o lei incarnano, di un’energia sconosciuta, senza volto.
Queste sono le parole che Eros vuole sentirsi dire, e allora potrà scendere in campo lui, il figlio di Venere e di Ermes, il dio dell’attrazione universale e dell’intelligenza scaltra, libera, sempre giovane dell’anima.
Sta arrivando Eros e mi faccio da parte. Come? Regalando al dio l’assenza di pensieri, di programmi, di passato, di progetti.

Perché condannarci all’infelicità?

Giuliana ha scritto in un’e-mail alla community di “Riza”:
Prendo spunto da un editoriale di Raffaele Morelli sul farsi prendere da Eros. Io sono sposata in un deludente matrimonio che voglio finire. In questa situazione ho incontrato un uomo eccezionale che mi fa letteralmente volare e con cui passo momenti di autentica estasi sia nel cuore che nel corpo. Il fatto è che lui è impegnato con una donna che non ha mai amato e con la quale sta solo per via di una bambina “imprevista”… Tuttavia non credo che sceglierà mai di stare con me, mentre io ho un intimo desiderio di trovare un’unione stabile.
Il tutto quindi pare destinato a mutarsi in un dolore lancinante e senza speranza. Tuttavia io non riesco a sottrarmi a questo rapporto perché sento delle energie stupende sprigionarsi da tutto questo. La pagherò cara?
Chissà perché, ogni volta che parliamo di noi, ogni volta che ci raccontiamo, non siamo capaci di guardare davvero le cose dell’anima.
Cosa significa guardare davvero? Significa osservare con gli occhi della prima volta, con lo sguardo libero da ogni credenza, da ogni teoria, da ogni progetto e da ogni riferimento al passato.
Guardare se stessi significa prima di tutto percepire, cioè fare attenzione a cosa capita dentro di me. Quando fare attenzione?
Adesso, mentre guardo! Adesso cosa vedo? Cosa percepisco? Guardare adesso significa, prima di tutto, percepire e non fare teorie, congetture.
Giuliana si accorge che ha incontrato un “uomo eccezionale” che la fa “letteralmente volare” e che le regala “momenti di autentica estasi sia nel cuore che nel corpo”. Chissà perché la sua e-mail non è iniziata con parole del tipo: “Pensi, Morelli, sono sbalordita: Eros è venuto a trovarmi sotto forma di un uomo che mi regala un piacere mai provato, un piacere così grande che mi fa volare”. Lo sguardo di Giuliana parte da una premessa: “Io sono sposata in un deludente matrimonio che voglio finire”. Chissà quante volte si sarà detta, come fanno in molti, che il suo matrimonio non funziona, che suo marito non le piace, o non la attrae più… Chissà quante volte ha fantasticato di andare via, di lasciarlo. Chissà da quanti anni durano questi pensieri ingombranti, da cui non è mai sortito nessun effetto.
Sono pensieri velleitari quelli che ci fanno dire: “Appena avrò i soldi o quando i figli saranno più grandi, me ne andrò”. Spesso diventano alibi, ne parliamo, sbagliando, con gli amici più cari, ci lamentiamo e tutto resta così com’è…
Se solo sapessimo e capissimo che il pensiero blocca l’azione! Ragionare sui problemi, fantasticare un ipotetico futuro, vivere un tempo che non c’è… Questo ci proietta nell’illusione.
Quasi sempre i figli piccoli, i soldi, il lavoro sono alibi che mettiamo avanti per mentirci, per dirci: vorrei andare via, ma non posso; insomma, per lasciare tutto com’è. L’Io ci inganna: vive di riflessioni, come lo specchio. Ma riflettere è il contrario di essere, come il pensiero cinese ha mirabilmente mostrato.
A noi piace condannarci all’infelicità… Alcuni giorni fa ho ripreso una giovane psicologa della scuola di psicoterapia di “Riza” perché, mentre eravamo a un gruppo, le ho chiesto banalmente: «Stai bene?». Mi ha risposto: «Bene è una parola grossa». Questo è un luogo comune che acceca i nostri occhi. Ci si sente più speciali a essere tormentati, a dire che in noi c’è sempre la sofferenza. La mia giovane collega aveva dimenticato che ogni nostra convinzione si deposita nel cervello e costruisce un personaggio finto, artificiale, non autentico.
Chi fa un lavoro come il mio deve imparare a produrre dentro di sé la gioia di vivere, il che non significa che nella vita i dolori non ci verranno a trovare, ma piuttosto che saremo pronti ad accoglierli, a guardarli, a non farne alibi per recitare il personaggio tormentato da presentare a noi stessi e agli altri. Mai nessuno sta male sempre! Per questo occorre percepire il disagio, quando arriva, per guardarlo, per accorgermi che è con me adesso e non sempre. Se lo guardo senza pensieri, se mi arrendo, se ne va.
Uno psicoterapeuta che si lamenta e che è sempre scontento ha fallito il suo compito, per sé e per i suoi pazienti.
Bisogna chiedersi: “Io cosa sto facendo per produrre in me malessere, scontentezza, per farmi dire che ‘bene è una parola grossa’? Quanto mi sto allontanando dalla mia vera natura?”.
Chi vive nel pensiero vive inesorabilmente nel passato, nell’idea che si è fatto di sé e che continua a perpetuare. Jiddu Krishnamurti afferma: “La vita comincia dove il pensiero finisce”.1 È il pensiero che ci sembra sempre uguale, è l’ideale che abbiamo di noi, che rendiamo perenne, e finiamo per recitare un personaggio e non vediamo che ogni dolore arriva adesso, per essere percepito adesso.
È solo lo sguardo libero dal pensiero che può distruggere le identificazioni, cioè quello che crediamo di essere.

L’amore viene per stupire gli occhi

Giuliana non si accorge che l’estasi, il sogno di tutta la mistica, è entrata prepotentemente nella sua vita… O meglio, se ne accorge, ma riempie di ragionamenti, di riflessioni, di pensieri questa “energia” che la viene a trovare.
È fondamentalmente un problema di occhi e di sguardo. Ci vogliono occhi non offuscati dal pensiero quando arriva Amore, per cogliere i frutti che sta portando. Ci vogliono occhi pieni di stupore, gli stessi occhi che hanno i bambini, per conoscere se stessi e per scrutare le cose dell’anima.
Eros viene a trovare Giuliana per portare stupore, sorpresa, per farle sperimentare stati che la vita ordinaria dei ragionamenti, delle riflessioni non conosce.
Noi non proviamo piacere per concepire bambini, come sostengono alcuni teorici, molto banali, dell’evoluzione della specie e neppure per passare una bella serata o per godere. Invece, Eros porta con sé un’energia che, da sola, è la soluzione di tutti i problemi. Quando arriva l’orgasmo o l’estasi il cervello entra in un’altra dimensione, la stessa in cui si crea incessantemente il mondo, qualcosa che non è fatto per essere collocato nel tempo e quindi nel reale. No, l’amore viene per stupire gli occhi, per iniettarvi una sostanza che ha gli stessi poteri che portano una cellula fecondata a diventare un embrione, un feto, un essere umano. Senza nulla sapere, senza cultura, senza pensare…
Mi piacerebbe dire a Giuliana che quello che lei chiama un dramma annunciato e che il suo Io si sforza in ogni modo di far accadere è in realtà il volto misterioso di Eros, qualcosa che sta portando dentro di lei una potenza numinosa e luminosa che richiede un occhio pronto a coglierla. Ci vuole quell’occhio capace di sorprendersi, di percepire che sta arrivando un evento incommensurabile, che mai può essere programmato, analizzato, studiato con le regole conosciute.
Quello che possiamo fare è lasciarci sorprendere, stupire. Un’energia sconosciuta entra in campo e sta riempiendo la nostra anima della sostanza della vita, del balsamo, dell’elisir che porta a compimento la mia natura, la pianta che sono.
La vita cambia per davvero solo quando questa energia misteriosa scende in campo, non quando la mente, non quando l’Io vuole decidere che cosa fare di noi, dove andare, che cosa è giusto e sbagliato secondo la morale e il costume del tempo, quasi sempre imprigionati dai luoghi comuni.
Occorre quello stato interiore di stupore, come quando ci innamoriamo, quell’essere sorpresi che secondo Zani è la base stessa della filosofia: “C’è qualcosa di molto forte nella mente del filosofo che lo aggancia al mondo: la sua curiosità e il diletto che l’accompagna. Il solo guardare il mondo, ricorda Aristotele (Etica Nicomachea, 10, 4, 1174 b, 20-21), è fonte di piacere per l’uomo. Ma per il filosofo la curiosità aggiunge qualcosa a questo osservare, genera meraviglia. Anzi, la stessa filosofia nasce dallo stupore. Lo stupore è il suo alimento, il suo motore, la sua spinta profonda”.2
Lo stupore cambia la nostra visione d...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Ama e non pensare
  4. Introduzione
  5. 1. Ama e non pensare
  6. 2. Fatti sorprendere dall’amore
  7. 3. Serve un pizzico di follia
  8. 4. Il fuoco e il focolare
  9. 5. Guarda il mondo con occhi diversi
  10. 6. Impara dai bambini
  11. 7. Accogli i tuoi peccati
  12. 8. Guarisci il male d’amore
  13. Conclusioni
  14. Copyright