Da quando sono tornata
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Da quando sono tornata

  1. 216 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Da quando sono tornata

Informazioni su questo libro

Quando Brunisa, la ragazza ebrea di Una valle piena di stelle, ritorna a casa, la città è in rovine, ma la gente è fiduciosa e cerca in ogni modo di ricominciare. L'aspettano nuove amicizie, vecchi pregiudizi, la ricerca dell'amato Claudio e, soprattutto, un mistero che tinge di giallo la sua vita...
Un vivacissimo ritratto dell'Italia del dopoguerra con le speranze e le illusioni che l'accompagnano alla democrazia.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804599029
eBook ISBN
9788852011245

Libro undicesimo

Februarius/Martius mensis
Febbraio è qui, ma non ho tempo di parlare di cose pubbliche. Almeno per ora. Sento che devo arrivare di corsa alle mie tumultuose vicende personali, riprendendo il filo da quel giorno sconquassato in cui mi scoprii estasiata e quasi dimentica del mondo fra le braccia di Duccio Pastore.
Io! Brunisa, la ragazza che si è ripromessa un legame eterno con un ragazzo di nome Claudio!
Dora Terreri la mattina dopo sapeva già tutto. Io non capisco come fa Dora. Lei non partecipa ma "sa".
- Parliamo all'uscita - mi aveva sussurrato perentoria ma con gli occhi luccicanti, dando per scontato che io avessi una voglia pazza di confidarmi con lei. Invece chissà. Ero cosí confusa! Magari prima di raccontare avevo bisogno di fare chiarezza dentro di me. Ma vallo a dire a Dora!
Intanto per esempio ora parlavo, sí, con Dora, ma contemporaneamente seguivo con occhio quasi terrorizzato Duccio Pastore che si stava facendo strada verso di me scansando tutti quelli che gli si erano appiccicati addosso (lui è il piú bravo e tutti hanno sempre da chiedergli qualcosa).
"Se arriva da me che gli dico?" pensavo affannata "gliela butto lí subito, io sono già fidanzata, gli dico...". Già, magari lui vuole parlarmi di tutt'altro e faccio una figura ridicola.
Infatti Duccio mi disse solo: - Ciao - anche se con una certa voce... e poi mi parlò di scuola.
Discutemmo un po', io subito rinfrancata, sulla dimostrazione di geometria, finché, con mio ulteriore sollievo, entrò tutta garrula la professoressa di matematica.
Simpatica davvero la Serani! E poi dicono che per fare matematica bisogna per forza essere arcigni! Da noi è tutto il contrario. La Pellegrini, di lettere, con la sua smania del "programma", sembra un manico di scopa, e la Serani, grassotta, rotonda anche di occhi e persino di naso, e in piú con un campionario di quattro figli piccoli, è il ritratto della paciosità. Farla ridere è la cosa piú facile di questo mondo.
Ma non divaghiamo. All'uscita Dora mi aspettava con impazienza e, saltando ogni preambolo: - Dimmi - m'ingiunse imperiosa.
Finii con l'obbedire e raccontare tutto, anche se, come si può capire, in modo un po' confuso.
Aggiunsi, appena finita la parte cronachistica, che era tutto un equivoco, dato che, come lei sapeva meglio di me, io ero già legata a doppio filo con Claudio.
Dora fece una smorfia.
- Duccio Pastore è molto meglio di Claudio - sentenziò, facendomi salire dentro un'ondata di rabbia. Eccola lí di nuovo, Dora Terreri, eccola lí a sputare giudizi anche su persone mai viste e conosciute.
- Ma tu Claudio non lo conosci! - le urlai furiosa.
- Lo conosco, lo conosco... - mi rispose placida Dora, per nulla toccata dall'insolito tono della mia voce. - Claudio è un egocentrico, ti ama perché lo ascolti e perciò ti può parlare di sé... insomma, tu sei il suo specchio... "Faccio questo, penso quello", e chi se ne importa di quello che fa o pensa Claudio?
- Ci raccontiamo ogni cosa... anch'io a lui... - balbettai sconcertata. Mi era caduta la rabbia, ma anche la sicurezza di prima, perché mi ero ricordata che una volta avevo fatto leggere a Dora Terreri una lettera di Claudio. D'accordo, era una lettera superprivata, ma Dora è la mia amica. E cosí malgrado tutto qualcosa ora Dora sapeva...
All'improvviso la mia amica cambiò registro e cominciò a ripetermi che Duccio Pastore era comunque molto meglio (di nuovo: come lo sapeva lei?) e si era innamorato di me fin dalla prima volta che mi aveva visto (io non me n'ero proprio accorta, e allora perché non mi aveva mai rivolto la parola quando tutti mi scansavano?), ed era sempre attento a quello che mi succedeva, pronto a venirmi in aiuto se mi vedeva in difficoltà (questo era vero), e poi cosí serio...
Di famiglia povera era... lo facevano studiare con sacrifici perché era troppo bravo, per lui lo studio non era neanche un impegno, gli veniva naturale. Era superiore e basta. Lo si poteva già vedere professore all'università o ministro... Insomma, nel caso non lo avessi capito, si trattava di un ragazzo eccezionale.
Anche Claudio lo era, almeno lo era stato quando l'avevo conosciuto io.
- Perché ce l'hai con Claudio? - domandai piano a Dora dopo essermi macerata un po' in silenzio.
- Non ce l'ho con lui, non lo conosco.
Ah, finalmente si degnava di ammettere questa elementare verità.
- Però... - Eccoci di nuovo. - Però... - Ora il tono di Dora era diventato insolitamente serio. - È la storia che non mi convince, perché è una storia inventata, irreale, fuori dalla tua vita... Sí, d'accordo, Claudio esiste, ma ora è solo un tuo pretesto per fuggirtene lontano e non affrontare le cose che hai sotto gli occhi...
Fuggire lontano... non affrontare la realtà... Ma guarda questa Dora... ma guarda come tornano le cose... Le stesse parole me le ero sentite dire da mio padre appena due anni fa, quando mi trovavo cosí a disagio insieme a ragazzi rifugiati in Svizzera come me...
- Non è vero, tu non sai come è la mia storia con Claudio... - mormorai, ma con cosí scarsa convinzione che Dora pensò prudentemente di cambiare argomento.
Ora andare ogni mattina a scuola mi era diventato un tormento.
Un tormento? Non è mica vero... sto scrivendo una bugia e questo non va bene per via degli Annali.
Diciamo che andare a scuola mi dava agitazione. E a questa agitazione mettiamoci dentro anche non pochi brividi, malgrado tutto non proprio spiacevoli. Anzi.
Comunque, questo sí, cercavo di non restare sola con Duccio Pastore.
Ma una volta la mia ineffabile amica, la signorina Dora Terreri, pensò bene di non presentarsi a scuola, come al solito senza nemmeno preavvisarmi.
All'uscita quel giorno Duccio Pastore era lí ad aspettarmi, fermo sul "marciapiede di Dora", dalla parte del fiume. Non potevo non attraversare. Lo feci e m'incamminai con lui.
Quando tornai a casa erano quasi le due (pardon, negli Annali bisogna essere precisi, è chiaro che per "due" intendo le "quattordici").
Mia madre quando è arrabbiata, per farlo capire sceglie, a seconda dei casi, due diverse forme. La prima è urlarti in faccia la sua ira e far finire tutto lí, la seconda un mutismo ostile che le tiene compagnia per l'intera giornata e oltre.
Va da sé che io preferisco la prima e va da sé che mia madre quel giorno scelse la seconda.
Per molte ore in casa regnò un assoluto silenzio e io mi ci rigirai dentro come al solito, sí, con disagio.
Però questa volta ne colsi anche qualche lato vantaggioso. Ebbi cioè modo di concentrarmi e analizzare con calma quello che era successo. E non era poco.
Con Duccio Pastore, devo ammetterlo, ma tanto lo si è capito dal mio orario di rientro, eravamo stati molto bene.
Sembrava che Pastore, in tutti questi mesi, a partire dal momento in cui avevo messo piede in classe, avesse accumulato tanta curiosità su di me che non fu piú possibile contenerla una volta saltato il tappo.
Dico curiosità per modestia. Duccio Pastore sembrava veramente ansioso dal profondo di conoscermi, ma di conoscere me come persona e dunque non solo i fatti della mia vita. Tanto ansioso che non la smetteva mai di interrogare.
Mentre gli parlavo e spiegavo, mi guardava intento, come per essere sicuro di aver capito bene quello che gli andavo dicendo. Ma piú che altro sembrava interessargli quello che c'era dietro a quanto della mia vita andavo dipanando per lui.
Insomma, finii per raccontargli un mucchio di cose, anzi, di piú, in una specie di confessione, anche se, come ebrea, non ne avevo molta pratica, ma insomma, per sentito dire.
A pensarci dopo, nelle mie lunghe ore di casa silenziosa, mi resi conto che io avevo parlato molto, lui aveva continuato a incalzarmi, ma di sé non mi aveva raccontato assolutamente nulla. Ero stata io il "personaggio" del nostro primo incontro, e in questo ruolo mi ero adagiata, lo confesso, con molta disponibilità.
Alla fine, tanto per non creare equivoci, gli avevo spiattellato la mia storia con Claudio. Me l'ero tenuta per ultima, senza seguire il "cronologico", perché volevo che servisse come chiarimento definitivo fra noi. Insomma, si poteva parlare fra noi eccetera, ma io ero già impegnata altrove.
Duccio Pastore ci era rimasto male, ma non tanto quanto mi ero immaginata. Forse la zia Ortensia aveva ragione. Dire che hai un ragazzo dall'altra parte dell'oceano non è la stessa cosa che buttare lí a qualcuno un "no, tu non m'interessi affatto".
Pastore se n'era rimasto un po' meditabondo, poi aveva mormorato senza troppo scomporsi: - Sai, con la lontananza questo tipo di storia svanisce... Magari tu credi di provare ancora dei sentimenti, invece quello che resta è come una impuntatura... un modo per rimanere fermi sullo stesso segmento di vita...
Su per giú quello che mi aveva detto Dora. Lei con piú brutalità, s'intende.
Questa volta non mi offesi e restai a meditarci su per un bel pezzo. Tutto sommato mi sentivo tranquilla. E risultava chiaro, assolutamente chiaro che avremmo potuto benissimo continuare a incontrarci, anche se soltanto come buoni amici.
- Per ora - aveva detto. E a quel "per ora", infilato in fretta da Duccio nel discorso, avevo fatto finta di non farci caso.
Dopo aver finito i compiti passai quella prima serata a scrivere una lettera a Claudio, raccontandogli tutte le novità, Duccio Pastore escluso.
Febbraio correva rapido, come se, conscio di essere il mese piú corto, avesse la smania di togliersi di torno il piú presto possibile. Solo che quest'anno, essendo bisestile, ebbe bisogno di un giorno in piú.
In questo periodo (siamo finalmente ad una nota per gli Annali), è stata approvata la legge elettorale. È una legge nuova nuova, dato che prima, con il fascismo, non si votava affatto. Votare ora sarà invece obbligatorio.
Per questa prima volta, oltre alle normali elezioni politiche dove si confronteranno svariati partiti, è stato deciso che si terrà anche un grande referendum popolare. E questo significa che con un "sí" o con un "no" il popolo sceglierà se vuole che governi ancora il re, cioè la monarchia, o il presidente e cioè la repubblica.
Noi a casa ovviamente siamo per la repubblica (anche se naturalmente vota solo mia madre, dato che papà è inglese), perché il re con la guerra si è comportato assai male, prima scegliendo la parte sbagliata, e finendo poi col fuggire al momento del pericolo, e anche perché è stato lui, nel 1938, a firmare quelle leggi contro gli ebrei.
Anche Dora Terreri è per la repubblica, ma non so se lo fa solo per avere un'occasione in piú per litigare con i suoi zii. Gli zii avevano a suo tempo aderito a Salò, che era pur sempre una repubblica, fascista ma repubblica, ma dovendo scegliere ora preferiscono tornare all'antico loro alleato, e cioè la monarchia.
A proposito di fascismo, all'Università gli studenti hanno fatto una manifestazione per far rimettere in cattedra il professor Nicola Pende, sí, proprio quello che nel 1938 era stato il primo a firmare il Manifesto della Razza, in cui si negava che gli ebrei fossero italiani.
Come dire che molte cose, specie fra gli studenti, sono rimaste come prima. Il figlio di Pende, figuriamoci, è persino ricercato dalla polizia per collaborazionismo.
Quando parlo con Dora della caccia ai criminali fascisti o ai collaborazionisti, tipo il figlio di Pende e molti altri, Dora tira fuori una faccia chiusa, assorta e quasi ostile. Sono sicura che non è perché abbia quelle idee politiche, al contrario, è sempre pronta ad azzannare i suoi zii. E allora? Sento che mi nasconde qualcosa, ma quale cosa non so davvero.
Ma torniamo a me e Dora fuori dalle questioni pubbliche.
Un giorno in cui vado come al solito a studiare da lei, chi mi fa trovare, accomodato al tavolo con i libri sparsi, come se fosse la cosa piú naturale del mondo? Sí, lui, Duccio Pastore.
Certo, ho spalancato gli occhi dalla meraviglia, anzi, una parte di me era addirittura un po' seccata perché non ho bisogno di nessun aiuto se voglio vedere qualcuno, ma dopo ho fatto finta di niente.
A un certo punto Dora mi ha chiamato in un'altra stanza e ha tenuto ad assicurarmi che la sua iniziativa non aveva nessun secondo fine. È che, ha detto, Duccio Pastore è bravissimo in tutte le materie e noi in alcune, come per esempio storia, siamo deboline.
Ho detto: - Ti credo, ti credo - cercando di mettere nella mia voce piú ironia possibile, ma Dora non deve essersene accorta. Comunque abbiamo studiato tutti e tre, studiato e basta. E anche quando inevitabilmente Duccio mi ha accompagnata a casa, abbiamo continuato a parlare solo di scuola. E, sí, abbiamo anche riso un po', perché nel pomeriggio io avevo tirato fuori il mio pezzo forte, e cioè "la pace di Lodi".
- La pace di Lodi? Cosa c'entra? Perché mai ti viene in mente? - mi avevano chiesto quasi in coro Dora e Duccio Pastore.
Non so... il fatto è che mi erano rimasti sempre impressi quei numeri simmetrici: 4-5-4, vale a dire 1454. Altro sulla pace di Lodi non so davvero, ma è quasi l'unica data di storia che conosco. Però questa "pace di Lodi" è diventata il nostro scherzo a tre. Il gioco è di buttarla in mezzo al discorso quando non c'entra niente. Perché quando si studia bisogna anche divertirsi un po', e piú le cose sono sceme, piú ci si diverte.
Abbiamo anche altre "assurdità", che logicamente non hanno il minimo senso. Ne scrivo solo una per fare un esempio: - Ce l'avrebbe un golfetto rosso per il mio povero pollo morto? - E non provate a capire cosa significa. Niente significa. Questo è il suo bello.
Per il mio compleanno il 10 di marzo non abbiamo fatto una festa da ballo come Roberta Angeloni. Troppo piccola la casa, troppo pochi i soldi disponibili, assenza assoluta di grammofono anche in prestito.
Questi i motivi. E in piú non ero cosí tanto in amicizia con Cecilia Martinelli da poterle chiedere l'uso del suo appartamento, come aveva fatto a suo tempo Roberta.
La mamma comunque mi ha concesso di invitare qualche compagno di scuola, non troppi però, per mangiare insieme una torta di compleanno di due sole uova, accompagnata dal castagnaccio, che è una delle nostre specialità del tempo di guerra, ma forse non solo nostra.
Ho scelto Roberta Angeloni con Cecilia Martinelli, Dora Terreri (cosí per la prima volta Dora ha messo piede in casa mia) e, dopo averci ben pensato, anche Duccio Pastore. Poi, perché non fosse il solo maschio, ho chiamato anche Luigi Colabianchi, che nella sua qualità di "spiritoso" ha pur sempre una funzione per legare i gruppi.
art
Puntualmente Colabianchi ha riscosso immediato successo presso Ortensia, che si era affacciata "solo per salutare" cosí ha tenuto a sottolineare.
- Com'è carino e simpatico! - ha esclamato subito la zia Ortensia, e si è voltata dalla mia parte per spiarmi, cercando di capire se fosse lui il ragazzo che m'interessava. - Se inviti due maschi, uno dei due ti deve piacere - ha sentenziato Ortensia, senza neanche prendere in considerazione Duccio Pastore che se ne stava abbastanza silenzioso in un angolo.
Da lí ha preso il via un bizzarro gioco degli intrecci. Ortensia a sua volta è piaciuta da morire a Roberta Angeloni (- È bellissima tua zia! -), che se ne è letteralmente innamorata.
Roberta Angeloni è piaciuta a mia madre (- Ha proprio l'aria di una ragazza senza grilli per la testa -), Duccio Pastore ha colpito mio padre che, arrivato in un secondo tempo, ha recuperato mettendosi a discutere fittamente con lui (- Ma come, papà! Ti piaceva tanto Claudio! Allora voi genitori siete piú volubili di noi! -), e Dora Terreri non è piaciuta a nessuno (- Si vede che è una bambina abituata alla solitudine... è cosí cupa - ha sentenziato mia mamma che si ostina ad appioppare il termine "bambina" alla sola Dora Terreri, forse perché è orfana. Ma: - Diamine mamma, in classe stiamo tutti compiendo, chi prima chi dopo, i 16 anni! -).
Insomma, piú che altro questa festa è servita per rompere il ghiaccio fra i miei compagni di scuola e casa mia.
Dora Terreri non è mai piú venuta, ma in compenso nei momenti in c...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Introduzione
  5. Libro primo
  6. Libro secondo
  7. Libro terzo
  8. Libro quarto
  9. Libro quinto
  10. Libro sesto
  11. Libro settimo
  12. Libro ottavo
  13. Libro nono
  14. Libro decimo
  15. Libro undicesimo
  16. Libro dodicesimo
  17. Libro tredicesimo
  18. Libro quattordicesimo
  19. Libro quindicesimo
  20. Indice