Il quadro mai dipinto
eBook - ePub

Il quadro mai dipinto

  1. 228 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il quadro mai dipinto

Informazioni su questo libro

Patrick è un insegnante e un pittore con l'ossessione per la perfezione. In una mattina di giugno entra per l'ultima lezione nella sua aula dell'Accademia di Belle Arti. È pronto a lasciare Roma per ripartire da zero a Venezia, città fatta d'acqua e d'incanto. Si congeda dai suoi allievi, lasciando loro un messaggio d'addio che è anche un testamento spirituale: «Credete sempre nelle emozioni, credete nell'amore, senza avere paura di sbagliare perché a volte sono proprio gli errori a portarci alla felicità». Torna a casa e prima di partire decide di andare una volta ancora in soffitta per dare un ultimo sguardo al quadro che ritrae la donna che ha molto amato, la donna il cui ricordo porta sempre con sé. Ma, quando scopre la tela, la vede vuota: la donna sembra avere abbandonato il quadro. Sgomento, Patrick copre nuovamente il dipinto. In fretta e furia abbandona la soffitta e Roma, e corre all'aeroporto. Durante il volo, però, batte la testa e all'arrivo si ritrova confuso, non riesce a ricordare bene il motivo per cui è partito. Ma in tasca ha un biglietto con un indirizzo e un nome: "Residenza Punto Feliz". Si recherà là e troverà una nuova e strana famiglia pronta ad accoglierlo. Miguel, il proprietario della pensione, uno spagnolo saggio cui è facile affidarsi; Vince, gondoliere con il cuore spezzato da un amore andato male; e il piccolo Enrique, curioso ed entusiasta come solo i bambini sanno essere. La nuova vita di Patrick scorre tra amnesie e scoperte, finché a una festa incontra Raquel e non ha dubbi: è lei, la donna che è fuggita dal suo quadro. Dopo il clamoroso successo del suo romanzo d'esordio, La luna blu, Massimo Bisotti torna a emozionare i lettori con la sua prosa magica che sembra poesia, fatta di sentimenti e illuminazioni improvvise sull'animo umano. Un libro indimenticabile, sul perdersi e il ritrovarsi, sulla memoria e l'accettazione di se stessi, sull'importanza di restare fedeli al precetto più vero e necessario: "mai controcuore".

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il quadro mai dipinto di Massimo Bisotti in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
Print ISBN
9788804641063
eBook ISBN
9788852050329

1

EREDITÀ

“Gli amori più belli, ogni tanto, vengono fuori dalla piega segreta di ciò che in apparenza può sembrarci uno sbaglio.”
Patrick indicò la frase che lui stesso aveva finito di scrivere sulla lavagna in quella strana mattina che profumava di cambiamento.
«Questo è il tema del vostro disegno di oggi. Ciò che vi lascio, prima di andare via, più che un compito è una piccola eredità. Provate a disegnare l’amore, disegnatelo come volete. Ogni tanto per capire come andranno le cose con una persona basta immaginarsi all’interno di un quadro, affidando il pennello alla nostra sincerità, l’estrema sincerità che spesso non vogliamo interpellare. Mi sono sempre chiesto, ogni volta che iniziavo a dipingere un quadro, quale potesse essere la sua scena successiva, il dettaglio migliorabile. Ho sempre avuto l’ossessione della perfezione. Eppure oggi so che arriva un momento in cui abbiamo bisogno solamente di respirare la pace, nell’arte e nella vita. È il momento perfetto, il momento in cui capiamo che non possiamo fare meglio di così. È questo momento che vi auguro di riconoscere ogni volta. Il momento in cui nulla appare sfocato, dove c’è anima nei colori. Il momento in cui fermare la mano, finalmente.»
Patrick fu interrotto da una voce.
«Professore, ma con quale tecnica?»
«Non importa la tecnica. È l’ultimo lavoro che vi assegno e lo faccio anche se non avrò il tempo di vederlo, sono le nostre ultime ore insieme. Come sapete ho chiesto il trasferimento, quindi il prossimo anno non ci sarò. Ma voi ogni giorno dovrete allenarvi a dipingere la scena successiva a quella rappresentata nel quadro che avete appena finito di realizzare. Ogni volta come fosse l’ultima, senza lasciare nulla al caso, accettando che alcune situazioni assolutamente casuali abbiano un significato profondo che siamo noi a dare. Diamo un senso a quel che ci colpisce perché ci graffia l’anima con un guizzo improvviso, molte altre cose accadono nel medesimo modo ma non le cogliamo perché non ne abbiamo voglia né interesse.»
«È vero, professore, siamo noi a dare valore agli eventi scegliendo di valorizzarli o voltando loro le spalle. Anche quando ci innamoriamo di qualcuno attribuiamo un destino a quell’incontro e non facciamo altro che ripetere a noi stessi: doveva succedere.»
«Ragazzi, alcuni rapporti sono destinati a essere, altri destinati a finire. Spesso ci piace dipingerci nell’idea di un disegno sempre più grande, quello che abbiamo accanto non ci basta mai e passiamo oltre.»
La voce di un suo allievo lo interruppe: «Io non credo sia così, è che ad alcuni legami diamo la possibilità di essere, ad altri inesorabilmente tagliamo la testa».
Ma dalla prima fila una studentessa esclamò: «Io invece ci credo al destino, professore, se una persona se ne va si vede che non era per noi».
«Io no, professore, credo che decidiamo di cambiare strada perché abbiamo bisogno di scoprire spazi nuovi e per riempirli, per avere tanto da offrire, bisogna lasciar andare qualcosa, inevitabilmente» disse invece un ragazzo in ultima fila.
«Sono d’accordo» riprese Patrick. «Posso dirvi con certezza che, fin quando in un rapporto saremo accecati dal bagliore dell’istinto e della passione che lo hanno acceso, la nostra mente trasformerà un incontro casuale in qualcosa che era destinato ad accadere e, fino a quando non prevarrà la ragione, difenderemo la nostra storia a ogni costo.
In fondo tutto è più o meno casuale, anche nei nostri incontri più belli e importanti, quelli che ci sembrano un dono divino, c’è questa casualità. Siamo noi che diamo loro la valenza della coincidenza perfetta. Alla fine non importa cosa ci sia dietro, alcuni incontri diventano strabilianti per il nostro coraggio. A quel punto quello è destino. Il destino arriva dopo, non prima, arriva dalle mani che scavano nel fango, non da quelle celesti del cielo. E poi chissà, forse il destino ha i passi casuali di due fatalità che si stavano cercando. Per ogni cosa di cui scopriamo il senso, di cui troviamo un equilibrio, dobbiamo gratitudine proprio allo squilibrio. Ci sono sentimenti sensati o insensati, e quelli insensati forse hanno un senso più profondo. Parliamo di sentimenti che non sciolgono o stringono nodi ma intrecciano fili per congiungerne sempre nuovi all’anima.
È di sicuro necessario accettare che qualcosa esca dalla nostra vita per lasciare che qualcosa di nuovo entri. Spesso però quel che entra non lo si lascia entrare mai del tutto. Temiamo i legami a volte perché, per una manciata di istanti, l’amore ci dona la sensazione d’immortalità, anche se sappiamo di non esserlo, immortali. Scegliere di vivere in attesa o nel rimpianto è un alibi per non affrontare la paura più grande che abbiamo: perdere, dunque soffrire. Invece è vero, un rapporto può finire ma quel dolore significa che siamo stati felici e quindi che potremo esserlo di nuovo. La ricerca smisurata di emozioni indefinite è un po’ come vivere al limite senza oltrepassarlo mai. Senza rischio non c’è felicità, e la sola assenza di dolore non è condizione sufficiente a farci stare davvero bene.
Voglio dirvi un’ultima cosa, spero possa essere preziosa e non perché sono io a dirla ma perché la sentite già dentro di voi. Non mollate la vita che avete scelto soltanto perché la giudica chi sta subendo la sua senza esporsi mai. Non abbandonate le vostre scelte per la meschinità di chi si siede lontano dal mare e ride del vostro coraggio di nuotare, di cercare una terra serena in mezzo a rifiuti e buste di plastica. Buttatevi a capofitto nei vostri progetti, senza perderli mai di vista. Lasciate che siano sempre spinti dal vento leggero dell’ammirazione, mai dalle tempeste distruttive dell’invidia. Ci sono persone che vi criticheranno senza sosta semplicemente perché non avranno avuto il vostro coraggio. Non screditate i successi degli altri, concentratevi sui vostri. L’emblema di un fallimento personale è proprio questo: preoccuparsi di demolire gli altri piuttosto che occuparsi di costruire se stessi.
Cercate di trovare il vostro posto. Il posto dove essere felici è strettamente personale e non cedibile. Chi non trova il suo posto non sta bene da nessuna parte.
Lasciatevi torturare dalle emozioni, lasciate pure che nascano parole o dipinti dalle vostre cicatrici, ma sperate che non vi abbandonino mai. Lasciatevi sedurre, sbranare, divorare. Meglio un animale affamato nel cuore che un immenso spazio vuoto di neve sciolta.
Primo proposito, rinnovabile 365 giorni all’anno: commettere errori di felicità!
Con questo augurio vi saluto. Buona fortuna, ragazzi.»
Patrick, pervaso da un vento di cambiamento e di malinconia, si avviò verso il corridoio, diede un’occhiata furtiva agli spazi a lui più cari e si soffermò per qualche istante a guardare l’edificio da fuori.

2

IL QUADRO MAI DIPINTO

Patrick, tornando a casa, si sentì un po’ spaesato al pensiero di lasciare la sua città, le sue cose, ma ormai era tutto deciso. Aveva pensato a lungo a quel trasferimento. Insegnava Pittura da un po’ di anni e dipingere era la massima espressione del suo animo. Amava il suo lavoro, i suoi ragazzi. Amava persino la strada che ogni giorno percorreva a piedi per raggiungere l’Accademia di Belle Arti, nel centro storico romano. Ma alla fine era giunto alla conclusione che cambiare era l’unica soluzione.
Quella notte non riuscì a dormire. Tenne stretto con la mano il lenzuolo, come quando da piccolo aveva paura dei draghi, dei fantasmi, di tutte le presenze oscure che avrebbero potuto tormentarlo nella notte. Con le prime luci dell’alba telefonò a Luca, il suo amico d’infanzia, svegliandolo per definire gli ultimi particolari del trasloco. Era tutto pronto, e ormai gli mancavano davvero solo pochi dettagli da sistemare.
Scese a fare colazione nel solito bar mentre il sole metteva fuori la testa con decisione, al di là di qualche sporadica nuvoletta solitaria in giro per il cielo. Poi tornò a casa per chiudere le sue valigie e andare nella vecchia soffitta per prendere il quadro in cui era ritratta la donna che più aveva amato. Era un quadro a cui teneva molto ma, per non soffrire, lo aveva nascosto dai pensieri in rotoli di plastica da imballaggio. Non poteva lasciarlo. Salì le scale in fretta, in mano una piccola chiave arrugginita, custodita in un piccolo cassetto dove aveva riposto una parte di sé.
Aprì la porta e, fra una rete, un materasso e uno scatolone pieno di vecchie musicassette, scorse la plastica piena di polvere.
Toccò il cellophane e fissò il quadro. Vide la tela vuota, l’immagine di lei non c’era più, era sparita. Solo una poltrona, solo i fiori e sullo sfondo la finestra. Sul dorso era incollato, appoggiato alla plastica, un foglio di carta denso d’umidità.
Non si era mai accorto di quel biglietto d’amore nascosto dietro il suo quadro.
Patrick, pervaso dallo sgomento, diventò improvvisamente pallido. La tela gli scivolò dalle mani. Prese con sé solo il foglio, richiuse la porta di fretta, sentì freddo come lo avesse raggiunto l’inverno e si precipitò subito in casa:
Se anche non avrai più notizie di me per molto tempo, non preoccuparti. Il tempo scorre nel concatenarsi di eventi differenti che muovono il corpo. Ci riconducono nel punto da cui siamo partiti e forse ci insegnano che tutto è utile ma quasi nulla poi davvero necessario.
Le notizie essenziali invece giungono dall’anima, e non sono solo indispensabili ma eterne, perché lì stanno, lì si nutrono e una volta che le sai non te ne scordi più, loro non cambiano mai e non ti dimenticano.
Saprai sempre chi sono e non è una promessa, è una cruda, dilaniante verità, come il volo di un bacio che mi è rimasto all’interno. Ti basta liberarlo per toccarmi.
Tu dentro la mia anima sei libero, puoi essere te stesso fino in fondo.
Una rivelazione avviene d’improvviso, così, mentre si pensa ad altro, quasi sottovoce, nel momento in cui non te l’aspetti. Le storie più irragionevoli hanno sempre più ragione di esistere, sono quelle che arrivano quando va tutto bene, non quando ti manca tutto. Di ciò che è estremamente necessario ti accorgi proprio quando hai già tutto il superfluo.
Patrick sentì che in quel biglietto c’erano le notizie di sé che stava aspettando da tanto tempo. E pensò:
Lasciarsi e poi dimenticarsi, lasciarsi e ricordarsi sempre. La sostanziale differenza fra il superfluo e l’essenziale è che il superfluo passa e si cancella, mentre l’essenziale rimane e si ripresenta davanti anche le volte che proviamo a lasciarlo indietro. Perché che il meglio debba sempre arrivare ce lo raccontiamo per evitare la brutta sorpresa di comprendere che il meglio, a volte, semplicemente, ce lo siamo lasciato scappare, senza mai capire davvero perché.
Ancora turbato, chiamò un taxi e continuò a rimuginare sull’accaduto.
Non l’aveva mai dipinta? Poteva essersi immaginato una cosa che ricordava così chiaramente?
Il taxi arrivò in pochi minuti.
«Buongiorno!»
«Buongiorno, devo andare in aeroporto: Fiumicino. Grazie.»
«Perfetto, oggi non c’è traffico, non dovremmo metterci troppo tempo.»
«Bene.»
Patrick era visibilmente agitato, e il tassista se ne accorse.
«Mi perdoni se mi permetto, mi sembra particolarmente preoccupato, o sbaglio? Sa, ormai sono allenato nel riconoscere gli stati d’animo dei miei passeggeri!»
«Mi trasferisco. Lascio Roma, per sempre.»
«Be’, ora capisco. Dev’essere dura cambiare abitudini di colpo. Anche a me Roma sta stretta a volte, ma non credo che ce la farei. E per quale motivo lo fa? Se vuole dirmelo... Per lavoro? Per amore?»
«Forse per entrambi i motivi.»
«Proprio ieri ho portato una giornalista, e si parlava di queste cose. Mi ha detto che cerchiamo l’amore lontano, lo cerchiamo dove non c’è. Troppo spesso è a due passi da noi, però lì non ci guardiamo mai. Dobbiamo masticare incomprensioni e delusioni, prima di capire cosa vogliamo.»
«È vero, ci convinciamo di poter avere tutto. Vogliamo tutto e non sappiamo mai davvero cosa scegliere. Abbiamo bisogno d’aria e partiamo, per dove poi non si sa, basta allontanarci sempre più da noi stessi. Basta andare, andare lontano, non pensare, senza più poesie e parole per nessuno, per nessuno che abbia voglia di ascoltare davvero chi siamo. È solo quando sai quello che vuoi che non prendi tutto quello che passa. Ci ho messo un bel po’ per capirlo.»
«Questa me la scrivo, me la rivendo alla prossima corsa.»
Mentre alla radio passava Please, Please, Please, Let Me Get What I Want degli Smiths, Patrick sorrise e pensò fra sé e sé:
È stupefacente come la gioia di amare ci tolga il fiato e come io mi sia sentito aria perché tu potessi respirare e non solo respirarmi. Io ero fuoco in previsione dell’inverno, ero acqua perché non ti prosciugassi d’estate.
«Siamo arrivati!»
«Ah, sì. Tenga. Grazie per la chiacchierata, buona giornata.»
«A lei, buon viaggio.»
Si mise nella tasca della giacca il biglietto dell’aereo e scendendo dal taxi si girò a guardare i dettagli di un palazzo a vetri in cui si vedeva riflesso il cielo. Rimase incantato per un istante, immaginò di dipingerlo su tela in quell’istante. Guardò l’orologio e si accorse di essere in netto ritardo, per cui senza pensare ad altro raggiunse il desk e si mise in fila per il check in. Un po’ più avanti incrociò il viso di una donna per un attimo, un viso rigato dal pianto. Cominciò a ridere, quasi senza riguardo per quelle lacrime. Era questo il suo modo di gestire il dolore. Aveva sempre pensato che le lacrime facessero marcire l’anima, quasi fossero una specie di condensa inutile con il solo fine di far scaturire una colpa. Così, in momenti di estrema difficoltà, rideva sempre, in modo compulsivo, tanto da mettere a disagio chiunque. In fondo anche dentro il riso e il pianto è nascosto un piccolissimo modo di provare a gestire le certezze.
«Si vergogni» esclamò una vecchia signora in fila alla sua destra, «lei è proprio un uomo senza cuore!»
Un uomo senza cuore, già... un ritornello già sentito milioni di volte al quale alla fine si era abituato perché in fondo ci si abitua a tutto, persino alle verità scomode. Ma quand’è che s’impara poi davvero a gestire il dolore? Perché è vero o no che dopotutto siamo soli? Dovremmo far caso sempre al dolore di tutti, ma chi è che fa caso...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Il quadro mai dipinto
  3. 1. Eredità
  4. 2. Il quadro mai dipinto
  5. 3. Traiettorie
  6. 4. Punto Feliz
  7. 5. La Grotta di sale
  8. 6. Sinergie
  9. 7. Sesto senso
  10. 8. Fragranza condivisa
  11. 9. Dentro le immagini
  12. 10. Sorprese di memoria
  13. 11. Rinascita
  14. 12. Rivelazioni
  15. 13. Radici
  16. 14. Consapevolezza
  17. 15. Saudade
  18. 16. Leggende veneziane
  19. 17. Appuntamento con il futuro
  20. 18. Legami di sangue
  21. 19. Condividere i sogni
  22. 20. Notte di pace immensa
  23. 21. Una bollicina d’acqua
  24. 22. La cassetta delle lettere
  25. 23. Partenze
  26. 24. Incontri e distanze
  27. 25. I luoghi dei ricordi
  28. 26. Scontare la meraviglia
  29. 27. Fotografia di noi
  30. 28. Due
  31. 29. Senza trappole
  32. 30. Nuovi spazi
  33. Ringraziamenti
  34. Copyright