Solstizio
eBook - ePub

Solstizio

  1. 176 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Solstizio

Informazioni su questo libro

Nella pacata ed elegante compostezza della sua dizione, nella chiarezza della sua pronuncia, Roberto Deidier riesce a dare un'espressione e una ben compiuta forma a quel groviglio di sottilissime inquietudini e tensioni che è verosimilmente all'origine di questi testi, di questo compatto organismo-libro. Figura emblematica in Solstizio è forse allora un personaggio felicemente centrale ispirato a un racconto di Kafka, cioè il trapezista, l'acrobata, sempre pericolosamente in bilico sul vuoto, sempre impegnato in un arduo eppure splendido e spettacolare gioco con gli attrezzi del suo esercizio, attrezzi che sono in fondo come gli strumenti stessi del vivere, nelle normali, quotidiane contraddizioni dell'esistere, dove tra luce di vita e buio di morte lo scarto sembra a volte essere minimo o addirittura irrisorio o fortuito. Ecco allora che il poeta esprime il senso del proprio smarrimento di un rapporto semplice e naturale con l'esserci e le cose, in un presente, da vivere intensamente, ma che sembra ogni volta già dissolversi verso un futuro insidioso. E per trovare il valore di un'origine solida e attendibile, Deidier compie, in una sezione importante di Solstizio, un suo viaggio poetico alla ricerca delle proprie fonti anche nei padri e nelle madri di un occidente biblico. Come si può intuire, dunque, questo libro – che segna la piena maturità di un poeta e il punto più alto della sua ricerca – è un'opera al tempo stesso coerente e composita, che passa da brevi testi lirici ad altri di più ampia articolazione poematica, che attraversa i temi dell'amore e del dolore, che osserva con sguardo acuto la realtà circostante, i luoghi e le città, leggendo il senso della vita come nelle declinazioni opposte del solstizio, e dunque nell'aprirsi dello splendore estivo e poi nel ritorno dell'oscurità invernale.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
Print ISBN
9788804642077
eBook ISBN
9788852051678
Argomento
Letteratura
Categoria
Poesia

AMATO SULLA TERRA

E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra.
RAYMOND CARVER

Dove vanno nel sonno le città,
Gli invisibili interstizi del cielo
Che catturano stormi e orizzonti,
E i popoli dell’acqua, come cessano
Le semplici funzioni della vita
E del suo rumore resta appena
Il lento roteare del pianeta...
Apri gli occhi,
Tenuti spenti lungo tutto il giorno,
Occupa il buio che non hai saputo accendere,
Per ogni immagine perduta
Una verità in quel buio si fa strada.

I

Dissidio tra due equinozi

Ogni volta che prendo l’ascensore
E salgo da terra a un piano alto
Mi trovo nella galleria di fuga
Di una centrale atomica in panne
E non riesco a comporre l’equazione
Tra distanza, velocità e salvezza.
Ogni volta che pedalo per i campi
Sono la staffetta più veloce,
La lunga teoria nemica appena mossa
Dal paese, dopo il rastrellamento.
Quanta fatica a nascondere i fatti
Che fino a notte tarda ci frugano
Lì dove restiamo spogli più che un pioppo
A dicembre, sotto un cielo in frantumi.
Le vite affannate non riscattano
Pazienze, saluti, messe a fuoco
Dolorose a ogni cambio di stagione.

Panormos

Non vedo nella luce verde dell’alba
I traghetti che attraccano: assisto
Alle partenze, quando il cielo è scuro.
Oltrepassano la diga foranea
Incalzando le eliche e una spuma
Spessa insegue i loro nomi
E i colori delle bandiere a poppa.
Dove sono diretti, verso quale largo
E le stelle che inseguono o accompagnano
Ho creduto di conoscere
Come parole in viaggio sopra un mare bianco.

Un paradiso di latta, dove il sole
Regala miraggi a basso costo.
La morte è una restituzione,
Ma a chi? hanno ancora parole,
I morti? Un fatto annotato
Sul registro di bordo. E si ritorna
A casa. Non la tua, non quella
Che hai costruito o ti sei guadagnato,
Quella che ti ha scelto.

Il ragno e la luna

su un collage di Anna Esposito
La casa è in ombra, nell’ora azzurra
Che sta tra il giorno e il primo imbrunire.
Le sta addossato un piccolo patio
Come un grumo di nuvole s’addossa
A un cielo che non vuole piovere.
Si scorgono, infatti, nuvole in agguato.
Pioverà questa sera? Dal ramo più alto
Intanto il ragno se ne scende filando
E prima che precipiti sul tetto
Afferra la luna tra le zampe.

Alba

Non dorme, si rigira, le serrande
Filtrano il latte oscuro dei lampioni,
Prematerico silenzio uniforme.
Non dorme, si rigira, passa l’alba,
Ridisegna le stanze dove scorre
E il mondo fuori, la buia cornice,
Ora al centro ha di nuovo l’araucaria.
Io sono stato il primo che ha cantato
Può dire dio o chi per lui spezzava
Quel silenzio musicando le forme.
Nel pulviscolo di questa penombra
Sale un fruscìo di ruote dalla strada.
Sono i ciclisti ad annunciare il giorno,
Un cane abbaia verso la statale.

Quando il futuro insiste

Diamo a dio un po’ di memoria
Un computer per il giudizio universale,
Un file excel per ogni peccato.
Al successo degli altri rovesciamo
Il cannocchiale, perché non c’è storia,
Qui, e neppure natura
E i bambini cantano come gli uccelli
E gli uccelli restano per sempre bambini.
E il destino è un lamento lontano.
La bilancia pende dove vuole il vento
Quando giunge sul piatto un granello
Della sabbia alzata nel deserto.

Incontro in differita

Nessuno di noi ha rotto il silenzio.
I segreti, scambiati già da un pezzo.
E una voragine di secoli arrabbiati
Finiti sotto un suolo straniero.
Non ci viene in soccorso alcun versetto.
Abbiamo scordato i ritornelli
Dei nostri inni chiusi in un juke-box.
Non so in che lingua mi vorrai parlare,
Se lo farai. E soprattutto non so
Se vivi ancora nella stessa casa
O sei venuto dall’altra parte della gabbia.

Ogni volta che Antigone parla
Una freccia precisa mi apre
Un meridiano nel cuore, lo spartisce
Tra obbedienza e libertà.
Non so più chi accompagnare.
La parte di me che resta
O quella sul punto di andare.
Così sospesi, come in un giorno
Di vacanza, in attesa del dolore
Che svuota la testa,
La calma finta dopo una tempesta.

Mantegna

Lo spazio è tutto e un muro non separa
L’io dal suo doppio infernale.
Ogni mattone è sudore e specchio
E il metro traccia il solco dei cadaveri.
Un cerchio, poi un quadrato, l’esatta
Umanità di quale idea
Gettata al cielo delle stelle fisse.
Architetto, se ogni punto è un centro
Che impreciso zenit sorprende ogni tuo passo...

Heisenberg

Si erano seduti distanti, sullo schermo
Il proiettore mandava fotogrammi
Di corpi piegati a un desiderio finto.
A tratti si voltavano, sperando
Che l’altro non facesse lo stesso.
Sapevano perché erano lì,
Immaginavano il viso del ragazzo
Da entrambi un tempo amato.
Accadeva nella tarda serata
Di un inverno senza freddo, senza pioggia.
All’uscita un rapido cenno,
Si perdevano in fretta
Tra i fanali delle auto e i lampioni.

Medusa

... Non si può allungare la mano
Esitante, fino a sfiorare le scaglie
Che riflettono una luce irreale,
E le lingue divise, rischiando i morsi
Comunque fatali e la repulsione
Ai lenti rituali della morte,
Scendere le sue ampie scale
Con la solennità degli addii,
A occhi chiusi, perché aprendo un istante
Lo sguardo su quel volto inaccostabile
Non troveremmo
Che le pietre dei nostri occhi...

Mantova

Come un miraggio nel primo tramonto
In un libro di storie orientali
Si ripete nella sua lontananza
E lo sguardo che l’immagina
Correndo sale gli argini,
Attraversa una piazza deserta.
Al mattino incrocia angeli indiscreti
Da un vecchio soffitto, poi s’accorge
Che non c’è ombra a terra,
Solo un riflesso d’acqua dai vetri
Ai muri, ma dicono che è un sogno.

Variazioni su Atropo

Per nulla innocenti, quelle due –
L’una che troppo sottilmente va filando,
L’altra che prende misure
Improbabili. Ma è con la mia forbice
Che infine ognuno se la prende.
Non si sale alle madri, si discende
Per balze o gradini, l’esperi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Solstizio
  3. LA STATUA DI SALE
  4. UN POSTO CHE NON È NOSTRO
  5. IL SECONDO TRAPEZIO
  6. DIECI POESIE VISSUTE A PALERMO
  7. DERIVE DI UN TEMPO ORDINARIO
  8. LA FOSSA DEI LEONI
  9. AMATO SULLA TERRA
  10. MUSA
  11. NOTA
  12. Copyright