
- 196 pagine
- Italian
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eBook - ePub
STARGIRL - Ballando con te
Informazioni su questo libro
Quando i TALENT SCOUT di Stardance, il programma televisivo di ballo più famoso del momento, approdano a scuola, la timida BEA chiede alla sua migliore amica di partecipare: insieme saranno imbattibili! KAT però si è già iscritta con PEARL, la ragazza più popolare dell'istituto. Non sarà semplice batterle, soprattutto perché il bellissimo OLLIE, il ragazzo di PEARL, si è messo in testa di gareggiare in coppia con BEA: è solo una strategia o si è preso una cotta per lei? In questa gara non esistono regole... proprio come in AMORE.
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Informazioni
Print ISBN
9788804640967eBook ISBN
97888520516611
DIECI ANNI, QUATTRO PRIMI
REGGISENI E UNA LITE FURIOSA
DOPO...
Una bambina nuda mi sta leccando. Non mi spavento, succede di continuo. Ora mi riempie la faccia di baci. Sento odore di marmellata e banana… Un momento, la bambina non è completamente nuda. Indossa degli stivali di gomma. Stivali di gomma? Questa è una novità, oltre che un’assurdità inconcepibile.
Allungo la mano in cerca del mio cellulare… Le 5.34 del mattino.
Le 5.34!
«Bea, buon compleanno!» strilla Emma.
«Vattene, non è il mio compleanno!» Cerco di spingerla via dal letto, ma lei fa resistenza e cominciamo ad azzuffarci. Errore! Anche se ha solo tre anni, mia sorella è piuttosto forte. Considero l’idea di comportarmi da adulta, ma ormai è tardi, e mi lascio coinvolgere in una vera e propria lotta.
«Ti ho portato un regalo!» La voce di Emma arriva attutita dal fondo del letto.
«Dopo, va bene?» Forse potrei riaddormentarmi, se rimane in fondo ai piedi. Non si sta poi così male, anzi, è piuttosto comodo…
«NO! ADESSO!» strilla Emma. Evidentemente è in uno dei suoi momenti di superagitazione. Non mi resta che dirle quello che le dico sempre quando voglio liberarmi di lei: «Hai sentito?».
«Cosa?»
«Ho sentito la voce di papà… È tornato! È tornato papà!» (Non è vero. È in Messico.)
«Papi!» Mia sorella balza fuori da sotto le coperte e si precipita giù per le scale. Mi rigiro nel letto e finisco con la faccia sopra qualcosa di umido e viscido. Forse un pezzetto di banana?
Lo annuso. No, non è un pezzo di banana…
Due ore dopo Emma mi segue sulla porta per salutarmi quando esco per andare a scuola. Mi dà una testata nello stomaco e mi grida: «Ti voglio bene, faccia da rana!».
«Ti voglio bene anche io, alito puzzolente!» le rispondo, spingendola dentro casa.
Alcuni uccelli si alzano in volo dal tetto dei vicini mentre mi avvio lungo il vialetto di casa. Ecco, questo è il momento in cui la timidezza s’impossessa di me. Lascio la Vera Bea a casa e porto Bea la Timida a scuola.
Mentre mi avvicino alla fermata del bus, Bea la Timida mi fa curvare la schiena e tenere gli occhi bassi. Più mi allontano da casa, con lo scivolo giallo di Emma sul prato spelacchiato del giardino e la porta d’ingresso rossa, più mi sento diversa.
«Pur se sia un po’ piccolina, pure è fiera» mormoro tra me mentre mi avvicino al gruppetto di ragazzi di quarta che ciondolano appoggiati al muro della Co-op. Mi siedo al mio solito posto sul muretto e prendo il cellulare. Un ragazzo mi tira addosso un M&M, che mi rimbalza sulla testa e mi cade sulle gambe. Il ragazzo scoppia a ridere e aspetta la mia reazione. Io fisso l’M&M. È blu.
“Pur se sia un po’ piccolina, pure è fiera” penso. “Mangialo, Bea! Avanti, mangialo!”
Alla fine mi passo la mano sulle gambe e l’M&M cade a terra. Davvero fiera!
Ora che arriva l’autobus sono riuscita a rendermi praticamente invisibile, e quando mi lascio cadere sul sedile di fianco a Kat lei non alza nemmeno lo sguardo. Ha gli occhi fissi sullo specchietto che si porta dietro dappertutto. All’inizio penso che stia solo controllando i suoi perfetti capelli biondissimi, ma poi all’improvviso mi afferra per un braccio e mi tira verso di sé, sibilando: «Guarda dietro!».
Lancio un’occhiata furtiva alle nostre spalle. «Cosa?»
«È lui! Ollie Matthews, quello dell’Abbraccio. Oddio! No, non guardare! Guarda! No, non guardare! Ok, adesso guarda. Che figo!!!» Do un’occhiata a Kat di sottecchi. Esattamente come pensavo: ha la bocca semiaperta e lo sguardo da cucciolo. Sta facendo la sua faccia sexy. A me ricorda Emma quando fa pupù nel vasino.
«Non guardare me, guarda lui!»
Alla fine azzardo un’occhiata. Per una volta capisco perfettamente cosa intende. Ollie Matthews ha due grandi occhi marroni, i capelli un po’ arruffati, delle spalle che assomigliano molto a quelle di un uomo, e le mani…
«Bibi, mi stai ascoltando?» chiede Kat, richiudendo di scatto lo specchietto. «Credo di dover essere più realista e scordarmi di quelli di quarta. Mi concentrerò su quelli di terza. E magari, chissà, lui è quello giusto. In fin dei conti c’è stato l’Abbraccio…»
«Ma ti ha detto che è stato un incidente.»
«Be’, a me non è sembrato affatto un incidente.»
«Ti ha scambiato per sua sorella. Avete lo stesso cappotto, quello con gli uccelli…»
«È troppo carino… Tu cosa ne pensi?» continua Kat, ignorando il mio tentativo di riportarla alla realtà.
Ollie l’Abbraccio sta ascoltando l’iPod e guarda fuori dal finestrino in quel modo, be’, figo, con gli occhi (sexy) quasi spalancati, guarda gli alberi (sexy anche quelli) coperti di foglie verdi (sì, anche quelle sono sexy). «Sì, Kat, Ollie sembra…»
«Avanti, dillo!». Kat gongola. «Avanti! Di’: Ollie Matthews è un figo!».
Chiudo la bocca.
«Avanti, dillo!»
«Ok. Capisco che dal tuo punto di vista possa essere definito… figo.»
«Sì! Assolutamente!» Kat mi afferra il braccio. «Adesso dimmi tutto quello che sai!»
Ho un’ottima memoria. «È in terza.»
«Questo lo so.»
«Lo scorso anno ha recitato nella commedia Bugsy Malone.»
«In che ruolo?»
«Bugsy, il protagonista.»
«Non male, vero?»
«Già.»
«Ancora» dice Kat avida.
«Squadra di rugby.»
«Mmmmmm.»
«Capitano della squadra.»
«MMMMM!»
«Ha cantato quella canzone con il suo gruppo alla festa della scuola.»
«Quale canzone?»
«Don’t you think I’m sexy» canticchio sottovoce.
«Bibi, smettila…»
«Ok, scusa.»
«Altro?»
Mi volto a guardare di nuovo Ollie Matthews. «Si tira su le maniche continuamente, e ha delle braccia…» Non finisco la frase. Non voglio dire che sono sexy.
Kat mi guarda aggrottando appena le sopracciglia. «Mi serve il tuo quaderno di matematica. Mi sono scordata di fare i compiti.» Si appoggia allo schienale sorridendo.
Kat “si scorda” continuamente di fare i compiti e devo sempre farle copiare i miei. Immagino che sia una di quelle cose da Migliori Amiche. Rovisto nello zaino, ma invece del quaderno di matematica tiro fuori un oggetto peloso, di plastica.
«E quello cos’è?» chiede Kat disgustata.
Oh! Quella che ho in mano è una Barbie nuda. Ho detto nuda, ma la sua “patatina” – come si ostina a chiamarla Emma – è stata colorata minuziosamente con un pennarello blu e abbellita con dei brillantini e… Cosa sono queste? Foglie di tè?
«È Ralph!» dico ridendo.
«Ralph?» Kat non sembra affatto divertita.
«La Barbie di Emma. Aveva detto che aveva un regalo per me, immagino sia questo. L’ha chiamata Ralph come il cane dei nostri vicini.»
«Non mi interessa come la chiama quella stramba di tua sorella, mettila via immediatamente.»
«Guarda» dico, mostrandole la parte decorata. Kat si tira indietro di scatto. «Che buffo! Penso che dovrebbe assomigliare alla mamma, non che la mamma abbia i brillantini sulla…»
In quel momento l’autobus fa una curva brusca imboccando la collina e Ralph mi sfugge di mano e rotola nel corridoio del bus.
«Bea, sei un’imbranata! Raccoglila!»
Mi metto a cercare tra i piedi e gli zaini.
«Bibi!» dice una voce dal fondo del bus. «Hai perso la tua Barbie?»
Oh no! Sono davvero nei guai. Pearl Harris ha trovato Ralph. Pearl è semisdraiata nell’ultima fila, da dove può controllare il suo impero. Le sue lunghe, lunghissime gambe sono appoggiate sulle ginocchia di un ragazzo. Ralph dondola tra due unghie con lo smalto blu, sul quale ora luccica qualche brillantino… e un paio di foglie di tè.
Vado verso di lei. E pensare che una volta io e questa tipa ci scambiavamo le mutandine (con i personaggi Disney, Ariel per la precisione… ai tempi delle Coccinelle).
«Bibi, perché ti porti a scuola le bambole?»
Tutti i ragazzi dell’ultima fila scoppiano a ridere a questa esilarante battuta. È stata Pearl la prima a chiamarmi Bibi, un diminutivo affettuoso che poi è diventato una crudele presa in giro quando lo ha trasformato in Babà, gridando: «È molliccia come un babà» durante la lezione di ginnastica. Davvero fastidioso. Tra l’altro i babà non sono affatto mollicci, anzi, sono piuttosto sodi.
«Ehi, è la tua amichetta?» continua Pearl, schioccando un bacio a Ralph e poi cercando di ficcarmi la bambola in bocca. Mi tiro indietro, traballando mentre il bus accelera.
«Oddio!» esclama Pearl, guardando con più attenzione il capolavoro di Emma. «Le hai fatto proprio delle belle mutandine… No, aspetta, queste non sono mutandine!»
Resisto alla tentazione di strapparle la bambola di mano e lei mi infila i piedi della Barbie nel naso. La sua gang ridacchia, poi ammutolisce nell’attesa di vedere come andrà a finire lo spettacolo. Non dico niente, me ne sto lì sperando che Pearl si stufi di questo giochetto. «Allora, la vuoi indietro?»
«È di mia sorella» rispondo.
Per un istante mi pare di sentire Pearl che pensa: “Hai una sorella? Da quando?”. Ma alla fine dice solo: «Sì, come no!». E i suoi scoppiano di nuovo a ridere.
«Ha dei capelli bellissimi» continua, accarezzando la chioma scompigliata della Barbie. «Proprio come i tuoi, Babà.»
All’improvviso si sporge da sopra il sedile davanti al suo, quello di Ollie, e fa penzolare la bambola fuori dal finestrino.
Ollie si gira per guardare cosa sta succedendo. Senza fretta, si sfila una cuffia dall’orecchio. Pearl fa dondolare la Barbie con un sorriso stupido stampato in faccia.
A questo punto devo dire qualcosa: Emma adora Ralph, quasi più di quanto adori me. Cerco di afferrare la Barbie. «Ridammela, Pearl! È la preferita di mia sorella!»
Ma Pearl spinge il braccio ancora più fuori dal finestrino. «Ah, è la tua bambolina preferita che porti con te nel lettino quando vai a nanna?»
Lentamente, perché lui fa tutto lentamente, Ollie allunga una mano, prende la bambola a Pearl e la lancia verso di me. Ovviamente non riesco ad afferrarla e devo cercarla di nuovo sul pavimento.
Quando mi rialzo, Ollie e Pearl stanno ascoltando insieme l’iPod. Le loro facce sono talmente vicine che si fa fatica a capire dove finisce l’orecchio di Ollie e cominciano le labbra di Pearl. Per fortuna si sono dimenticati di me.
«È stata la cosa più imbarazzante che abbia mai visto» commenta Kat quando torno a sedermi vicino a lei. «Tu sei imbarazzante, Bea.»
«Lo so, mi dispiace.» Infilo Ralph nello zaino e proseguiamo il viaggio in silenzio fino a scuola.
Quando arriviamo all’assemblea di inizio giornata, Kat mi ha perdonata al novantanove per cento, mi prende addirittura sottobraccio. La professoressa Pollard, la preside, comincia immediatamente a parlare dei bidoni per l’immondizia. Sono la sua ossessione. «Non solo infilarci dentro gli alunni delle medie non è igienico» dice. «È anche una cosa davvero cattiva!»
Si sistema davanti al PC, borbotta e preme una serie di tasti finché non compare sullo schermo gigante la foto di un bidone con una croce rossa sopra. Nel centro della croce c’è una faccina che rappresenta un alunno della Ashton Park. La bocca della preside si piega in un sorriso e lei conclude: «Quindi ricordate: non toccate i bidoni! Altri avvisi?».
«Solo uno» dice la professoressa Hewitt, la nostra insegnante di ballo, a voce alta. «Ho un annuncio per i ragazzi di seconda. Una grande notizia…» Fa una pausa a effetto, poi continua: «Potreste andare tutti in televisione!».
Si alza un mormorio interessato. «Sono stata informata che ci sarà un nuovo talent show intitolato Stardance. Sul genere di Britain’s got talent, ma per ragazzi. Ci sarà una categoria per i cantanti, una per gli attori, una per i comici… Insomma, avete capito. La buona notizia è che la prima categoria è dedicata al ballo! Urrà!»
La Hewitt accenna un balletto alla Michael Jackson. Dal pubblico arriva qualche grugnito, per lo più da parte dei maschi, ma anche molti strilli d...
Indice dei contenuti
- Copertina
- STARGIRL - Ballando con te
- SCUOLA MATERNA LE COCCINELLE
- 1. DIECI ANNI, QUATTRO PRIMI REGGISENI E UNA LITE FURIOSA DOPO...
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- Copyright