
eBook - ePub
Se li ami non muoiono mai
Come ho affrontato e superato il dolore del lutto
- 132 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro
La tecnica per far rivivere i morti è conosciuta da secoli. Si chiama realtà virtuale. Una volta era il teatro, la letteratura. Oggi è il cinema, la televisione, Internet. La grande scoperta della psicologia moderna è che il nostro cervello non fa alcuna differenza fra realtà virtuale e realtà reale. E poi quale è la realtà reale? L'universo è una nostra rappresentazione. Lo ha dimostrato la scienza. Noi dunque possiamo vivere in un universo dove i nostri cari continuano a essere vivi. Certo, il confine con la pazzia è sottile. Ma se manteniamo la consapevolezza che la nostra rappresentazione della realtà è un espediente per vivere meglio, allora non c'è pazzia. E poi, che importa, essere pazzi o no? L'importante è essere felici.
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Informazioni
Dedica
A mio figlio Yuri.
Che ti sapeva ascoltare con pazienza anche quando quello che dicevi non gli interessava per niente.
Che ti stringeva la mano senza parlare e in questo modo ti faceva capire meglio che con qualsiasi discorso che lui ti amava sempre anche se ti comportavi male.
Che sopportava senza mai lamentarsi qualsiasi fastidio e qualsiasi tua angheria.
Che non alzava mai la voce e non si adirava mai.
Che era sempre disponibile e costituiva un riferimento sicuro per tutti quelli che lo conoscevano.
Che parlava soltanto quando era importante e necessario.
Che non ricercava né lussi né ricchezza né gloria né fama né potere, ma era felice di una cameretta modesta, di un padre e di una madre litigiosi, di una sorella ribelle e di una fidanzata innamorata.
Mio figlio Yuri era un buddha.
E non se n’è mai vantato con nessuno.
È un giovane uomo.
I suoi capelli, riflettendo i raggi del sole, divengono di un oro brillante che si staglia contro l’azzurro.
Nei suoi occhi si rispecchia tutta la luminosità e la profondità del cielo.
Ha un sorriso appena accennato, che gli allarga le labbra in una curva che tutto accoglie con pace, gioia, armonia, accettazione, comprensione, amore.
È come se con i suoi occhi, con il suo sorriso, abbracciasse quel piccolo angolo di mondo e lo accarezzasse con tenerezza e dolcezza infinite.
Il tempo scorre nel suo alveo profondo ma quel giovane uomo è in ogni punto delle sue sponde, in ogni dirupo, in ogni spiaggia, in ogni sasso, in ogni cespuglio.
Egli è in ogni punto del fiume della vita e dell’universo.
Quel piccolo angolo di mondo diviene allora il mondo intero, raccoglie l’intero universo.
Le barche, le reti, i vecchi, le donne, i bambini, i gatti, i gabbiani, divengono tutti gli esseri viventi, gli uomini, le donne, gli animali, le piante, e tutte le cose, i sassi, le nuvole, le stelle, che l’universo ha riversato nel fiume del tempo, che ha sommerso nelle sue acque prima calde e spumeggianti e poi fredde e immobili.
Il giovane uomo guarda e sorride.
Il suo sguardo, come il suo sorriso, è antico più delle barche, delle reti, dei vecchi, delle donne, dei bambini, dei gatti, dei gabbiani.
Nel suo sguardo e nel suo sorriso c’è il silenzio della pace, della gioia, dell’armonia, dell’accettazione, della comprensione e dell’amore universale.
Quel giovane uomo è mio figlio.
Yuri.
Si è iscritto a un corso di regia e sta girando un video, che presenterà come saggio all’esame finale.
Ci siamo io, sua sorella Dafne e la sua fidanzata Patrizia.
Il suo staff.
Io ho una particina come attore.
Devo inoltrarmi nella piccola spiaggia, passare fra le barche sdraiate al sole e guardare lontano nel mare.
Yuri sistema il cavalletto della telecamera e fa alcune riprese.
Le barche, piccole e tozze, sono allineate sulla battigia e si fanno accarezzare le larghe pance colorate dall’onda pigra del mare.
I vecchi trascinano le reti gonfie e palpitanti di pesci e scambiano di tanto in tanto qualche parola fra loro.
Parlano di cose che soltanto loro sanno, di pesci, di mare, di barche, di tempi lontani.
Le donne muovono le dita esperte e veloci tra i fuselli dei pizzi e parlano fittamente, a volte con voci alte e concitate, a volte in tono sommesso come raccolte in segreto, a volte esplodendo tutte insieme in fragorose risate, che si alzano nell’aria come scoppi di mortaretti.
I bambini corrono fra le barche incitandosi con piccole grida.
Alcuni sono nudi.
I gatti, sdraiati sugli scogli, socchiudono gli occhi al riverbero del sole ma non distolgono lo sguardo dalle reti, ricolme di pesci.
I gabbiani volteggiano sopra la spiaggia ispezionando le barche con i loro occhi acuti e avidi, riempiendo dei loro stridii l’aria tersa e luminosa del mattino.
Yuri morirà fra dieci giorni.
Adesso lo sa, come lo so anch’io.
Ma né sua sorella Dafne né la sua fidanzata Patrizia lo sanno.
Non sanno che questa è una giornata speciale.
È l’ultima giornata che trascorriamo insieme.
Che Yuri trascorre con noi.
È per questo, che io e Yuri ritorniamo spesso in questa spiaggetta di Boccadasse.
Per riviverne ogni attimo, ogni colore, ogni suono, ogni odore di questo giorno speciale.
E ogni volta scopriamo qualcosa di nuovo di cui non ci eravamo avveduti prima.
Ogni volta c’è un nuovo gabbiano che spia invidioso le reti ricolme di pesci e getta sulla spiaggia il suo grido acuto e irato a reclamare la sua parte del bottino.
Ogni volta c’è un nuovo gatto che guarda sornione dagli scogli e si lecca le labbra pensando al pesce che potrà rubare.
Ogni volta c’è un nuovo bambino che corre fra le barche percuotendo con i suoi piccoli piedi nudi i sassolini multicolori.
Io ripeto mille volte la mia piccola passeggiata dalle case al mare e rimango a fissare l’orizzonte lasciando che Yuri mi riprenda da tutte le angolazioni.
So che le riprese si devono ripetere molte volte, prima di raggiungere la perfezione.
La perfezione.
«La perfezione è già qui» mi dice Yuri.
«Non occorre cercarla. È già qui.»
Questo piccolo angolo di mondo raccoglie in sé l’intero universo, e le barche, le reti, i vecchi, le donne, i bambini, i gatti, i gabbiani, hanno in sé tutti gli esseri viventi, gli uomini, le donne, gli animali, le piante, e tutte le cose, i sassi, le nuvole, le stelle.
Qui, in questa piccola spiaggia, vi è tutto l’universo.
E noi quattro siamo qui insieme, con il nostro amore, la nostra gioia, la nostra speranza, la nostra fiducia nel futuro, in questo giorno speciale, fuori dall’illusione del tempo e dello spazio, in un’eternità senza fine, in uno spazio senza confini.
Yuri è morto il 19 febbraio 1995.
Il giorno del compleanno di sua sorella Dafne.
Pochi giorni dopo il suo stesso compleanno.
Era nato il 14 febbraio 1968.
Aveva ventisette anni.
Cinque giorni prima della sua morte aveva festeggiato con noi il suo compleanno.
In un piccolo ristorante cinese.
Due giorni dopo andò a fare un esame all’università.
Aveva la febbre.
Un’influenza.
Dopo l’esame si mise a letto.
Venerdì 17 lo ricoverammo d’urgenza in ospedale.
Non riusciva più a respirare.
Venne collegato al respiratore artificiale.
Sabato 18 gli si bloccarono i reni.
Venne messo in dialisi.
Non c’erano più speranze.
Ottenni di vederlo.
Era sdraiato su u...
Indice dei contenuti
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- Dedica
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