Casa Carlyle
eBook - ePub

Casa Carlyle

A cura di David Bradshaw. Prefazione di Doris Lessing

  1. 128 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Nel 2003 veniva pubblicato in Inghilterra un prezioso inedito di Virginia Woolf: un quadernetto di appunti scritto nel 1909 (un anno per lei molto difficile) e casualmente ritrovato. Conteneva alcuni "schizzi" scritti di getto e destinati alla successiva elaborazione in romanzi o racconti più ampi, che proprio per questo permettono di gettare uno sguardo nel "dietro le quinte" della Woolf e di esplorare il laboratorio creativo. I temi trattati dai sette testi prendono spunto dall'esperienza quotidiana dell'autrice e sono fortemente autobiografici: un tè a Cambridge, una serata da Lady Ottoline Morrell, una visita all'aula giudiziaria dei divorzi e una alla casa dello storico Thomas Carlyle. In tutti si ritrova lo stesso tono polemico e battagliero, tipico della produzione della Woolf di quel periodo.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
Print ISBN
9788804534747
eBook ISBN
9788852053757

Commento

Casa Carlyle

I lettori di questo primo scritto apprenderanno con sorpresa che la visita della Woolf a Casa Carlyle del 23 febbraio 1909 non fu affatto la prima. «Non so che cosa mi aspettassi di trovare – a ogni modo qualcosa di meno freddo e formale» scrive qui la Woolf, anche se in realtà doveva già avere un’idea abbastanza chiara di quello che avrebbe trovato, visto che vi si era già recata due volte, la prima con il padre, il 29 gennaio 1897,1 e la seconda con la sorella ed Hester Ritchie, il 29 marzo 1898.2 Certo, la Woolf voleva forse dire che non sapeva quali cambiamenti avrebbe trovato, ma la descrizione della casa ha tutta l’aria di essere un primo incontro. (Per inciso, la «signora con un forte accento scozzese», che fece da cicerone alla Woolf nel 1909, era la stessa donna che le aveva fatto da guida nel 1897 e nel 1898, ma è forse comprensibile l’apparente incapacità della Woolf di riconoscere Mrs Strong, la custode di Casa Carlyle.)
La terza visita della Woolf a Casa Carlyle ebbe luogo sei giorni dopo la proposta di matrimonio di Lytton Strachey e tre giorni dopo l’abbandono di tale idea. «Mi ha detto di non amarmi, e ho finito per dirle che non l’avrei sposata. Perciò le cose sono semplicemente tornate come prima» disse Strachey all’amico Leonard Woolf.3 Ma la cosa non era certo conclusa per Virginia Stephen. Di diventare la signora Strachey forse non se ne parlava più, «ma voleva sposarsi; aveva ventisette anni, era stanca di essere una zitella, era stufa di vivere con Adrian e voleva molto bene a Lytton. Aveva bisogno di un marito di cui potesse rispettare l’intelligenza; apprezzava lo spessore intellettuale più di ogni altra cosa, e da quel punto di vista Lytton non aveva avuto finora alcun rivale».4
La Woolf aveva cominciato il suo saggio del 1904 su Haworth, la casa delle sorelle Brontë, chiedendosi «se non si debbano condannare i pellegrinaggi ai luoghi sacri delle persone famose in quanto viaggi sentimentali. Meglio leggere Carlyle sulla poltrona del tuo studio che visitare una camera isolata acusticamente e meditare su dei manoscritti a Chelsea».5 Eppure il motivo principale della visita a Casa Carlyle nel febbraio del 1909 fu quasi certamente la volontà della scrittrice di riappropriarsi in tal modo dello spirito del luogo, mentre si accingeva a scrivere una recensione di The Love Letters of Thomas Carlyle and Jane Welsh per il «Times Literary Supplement». Ma è anche possibile che la sua terza visita a Cheyne Row costituisse una sorta di “viaggio sentimentale”. È stato suggerito che una delle ragioni principali alla base del desiderio della Woolf di sposare Strachey fosse la volontà di liberarsi dall’ombra di Leslie Stephen (anche se in tal modo la scelta sarebbe caduta sul pretendente che un giorno avrebbe assomigliato di più al padre – soprattutto dopo che Strachey coronò la sua figura slanciata con una solenne barba di stampo tardovittoriano nel 1911). Oppure la visita a Casa Carlyle rappresentava forse il tentativo della scrittrice di riavvicinarsi al padre – e alla madre – in un periodo di crisi emotiva. Visitando la casa di una delle coppie più illustri del diciannovesimo secolo – una coppia, tra l’altro, la cui ben documentata e turbolenta vita domestica somigliava in qualche modo al «rapporto cupo e distruttivo»6 dei genitori – la Woolf in un certo senso sentiva forse di avvicinarsi quanto più possibile alla casa che aveva perduto. Come ha osservato Andrew McNeillie «il matrimonio dei Carlyle era uno degli argomenti di conversazione più consueti della famiglia Stephen, e frasi come “Carlyle era peggiore di me, non è vero?” erano parte della retorica che scaturiva dalle labbra contrite di Leslie Stephen dopo la morte della moglie»7 nel 1895. Il giorno prima, il 22 febbraio 1909, era stato il quinto anniversario della morte del padre della Woolf.
Inoltre si può affermare che Casa Carlyle, in un senso piuttosto lato, fosse la casa di Leslie Stephen, poiché quest’ultimo era stato presidente del Comitato per l’acquisto di Casa Carlyle nel 1894-1895.8 Vagando per la casa, la Woolf avrà di certo ripensato alla prima visita insieme al padre, ricordato il suo ruolo determinante nell’acquisto di quella proprietà e visto la fotografia della festa per l’ottantesimo compleanno di Carlyle, firmata tra gli altri da George Eliot, Charles Darwin, Robert Browning, Tennyson e Leslie Stephen. Nonostante i sentimenti nei confronti del padre fossero profondamente ambivalenti e sarebbero rimasti tali per tutta la vita, nel 1909 la figura di Leslie Stephen la teneva ancora in soggezione.
Carlyle e Stephen erano stati amici, se pure non particolarmente stretti, e Stephen aveva scritto l’articolo sul “saggio di Chelsea” per il Dizionario biografico nazionale; Carlyle aveva però nutrito rapporti ben più saldi d’amicizia con lo zio paterno della Woolf, Sir James Fitzjames Stephen (1829-1894). Carlyle designò J.F. Stephen come suo esecutore testamentario e, alla sua morte nel 1881, lasciò all’amico uno degli oggetti più preziosi: lo scrittoio. Nel complesso erano diversi i legami tra le due famiglie, specialmente tra Leslie e Julia Stephen e Thomas e Jane Carlyle, ed è difficile evitare di pensare che molti di questi fossero vivi nella mente e agissero nel cuore della Woolf nel varcare la soglia di Casa Carlyle quel 23 febbraio. In tal senso è particolarmente sorprendente che la parola usata dalla Woolf per descrivere la pelle del volto di Jane Carlyle in Casa Carlyle sia granulata: «il resto non è altro che pelle granulata tesa su un teschio». Questo aggettivo insolito compare solo altre due volte nell’intera opera della Woolf; una di queste quando la Woolf descrive la pelle del volto della madre morta in Immagini del passato «Ogni volta che tocco un ferro gelido mi ritorna quella sensazione – la sensazione del volto di mia madre, gelido come il ferro e granulato».9
Tuttavia esiste un’altra spiegazione assai meno ipotetica per la visita della Woolf a Casa Carlyle. La Lee ha dimostrato, in maniera persuasiva, che la recensione della Woolf delle Lettere d’amore dei Carlyle «può essere interpretata in modo plausibile come una continuazione dei discorsi sul matrimonio [della Woolf e di Strachey]. Il rapporto intellettuale tra i Carlyle nel periodo del corteggiamento viene descritto con eloquenza: “Era il suo intelletto che lei ammirava, e voleva che lui la ammirasse per il proprio intelletto … Lui teneva in grande considerazione il talento di lei e fece del suo meglio per ideare un programma per coltivarlo”».10 È possibile inoltre estendere ancor più la convincente analogia della Lee. Per esempio, quando la Woolf, nella sua recensione riguardo a Carlyle e a Jane Welsh, scrive poco oltre: «Anche se non avrebbero mai parlato d’amore, si rendono conto di avere molti altri argomenti, e a poco a poco il loro vago entusiasmo cede il terreno a un rapporto più definito; scoprono di essere due persone speciali – “di sicuro due stravaganti … la Fortuna è stata gentile a farci incontrare; altrimenti avremmo potuto continuare da soli fino alla fine dei tempi”»,11 forse intravediamo ciò che la Woolf sperava che il futuro riserbasse per lei e Strachey. Se è così, le sue speranze furono in gran parte realizzate. E la Woolf stava forse lanciando un rapido sguardo mentale alla figura magra e allampanata di Strachey quando descrisse, nel brano del suo diario del 1909, «la figura alta e magra» di Carlyle, «curva o reclinata», la sera nella sua casa al numero 24 di Cheyne Row? L’«accento scozzese» e le «profonde risate sguaiate», naturalmente, non sono affatto tipiche di Lytton Strachey.

Miss Reeves

L’unica apparizione di Amber Reeves negli scritti della Woolf era stata finora una fugace menzione in una lettera a Lytton Strachey del 28 aprile 1908, in cui la Woolf rammentava di aver visto «Rupert Brooke … una volta, mentre si sporgeva da una tribuna a Newnham, fra la signorina Reeves e i fabiani».12
Nel 1909, la Reeves era già una fautrice assai energica del fabianesimo e una giovane carismatica molto discussa, piena di entusiasmo e di intelligenza.13 Nata a Christchurch, in Nuova Zelanda, il primo luglio 1887, entrò nel Newnham College di Cambridge nell’ottobre del 1905. Entrambi i genitori erano fabiani, il padre si trovava in Inghilterra dal 1896 come agente generale della Nuova Zelanda. La figlia aveva frequentato la scuola superiore femminile di Kensington e una scuola di buone maniere di Losanna.
La Reeves si fece subito notare a Cambridge: secondo una compagna di studi, era «l’intelligenza personificata».14 Ma acquistò anche un altro tipo di reputazione, tanto che finì per circolare la voce che fosse fuggita a Parigi per un fine settimana con H.G. Wells, lo scrittore, ricercatore poliedrico e amico di famiglia fabiano. «Le autorità di Cambridge erano molto preoccupate dal disprezzo mostrato da Amber nei confronti delle regole e delle convenzioni, le altre studentesse erano elettrizzate … Mentre i professori erano impegnati a insabbiare la vicenda, la sua figura cominciò a imporsi tra le studentesse. “Non conoscevamo nessuna ragazza più audace di lei” scrisse una di loro. “Pensavamo a lei con ammirazione.”»15 Wells descrisse la Amber Reeves di questo periodo come «una ragazza assai promettente e precoce. Aveva un viso affilato, intelligente, levantino, nascosto sotto una massa abbondante di capelli neri molto sottili, un corpo snello, agile e assai attivo, una mente avida e pronta. Diventò una mia seguace e una grande propagandista delle teorie wellsiane al Newnham College».16
Paul Delany, nel libro The Neo-pagans, descrive una ragazza appariscente e sessualmente precoce che si getta tra le braccia di Wells nella primavera del 1908 e si porta a letto il pezzo grosso fabiano di Newnham. In quell’occasione qualcosa ostacolò l’incontro amoroso, «in quanto Wells si era scordato di fermarsi in una farmacia», ma il loro rapporto si trasformò ben presto in una relazione appassionata.17
Nell’estate del 1908, quando la Reeves aveva ormai superato gli esami finali, la leader del movimento fabiano, Beatrice Webb, la descriveva come una giovane di talento, «che ha preso il massimo dei voti in scienze morali, una persona incredibilmente piena di vita e credo anche assai intelligente, ma una piccola e terribile miscredente – vanitosa, egoista e incurante della felicità altrui … Tra lei e H.G. Wells sta nascendo un’amicizia un po’ pericolosa … se Amber fosse mia figlia mi preoccuperei».18
I timori di Beatrice Webb si rivelarono fondati e Miss Reeves finì per restare incinta di Wells nella primavera del 1909. Partorì il 31 dicembre 1909, dopo aver sposato il 7 maggio Rivers Blanco White, che si era innamorato di lei a Cambridge. Amber Blanco White scrisse in seguito diversi romanzi e opere saggistiche, collaborò in maniera ampia e regolare a varie riviste e lavorò per il Movimento delle donne, per quello laburista e fabiano per quasi tutto il resto della vita (anche se votò per i conservatori alle elezioni generali del 1970). Per trentasette anni insegnò al Morley Coll...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Casa Carlyle
  3. Prefazione - di Doris Lessing
  4. Introduzione
  5. Nota al testo
  6. Ringraziamenti
  7. CASA CARLYLE
  8. Commento
  9. Copyright