Rose e diamanti
eBook - ePub

Rose e diamanti

  1. 40 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Rose e diamanti

Informazioni su questo libro

L'investigatrice assicurativa Anastasia Miller è stata incaricata di recuperare un diadema preziosissimo e raro, chiamato "Corona di Rose" per la particolare sfumatura dei suoi diamanti. Per farlo dovrà, però, lavorare a fianco dell'agente Jake Monroe, la sua ex fiamma, l'uomo che dieci anni prima ha lasciato senza una spiegazione...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
eBook ISBN
9788852050923

1

«Jennifer mi ha promesso ogni sorta di favori sessuali se le compro una di quelle.» Chad Ward puntò il pollice verso la vetrina del diner, indicando un’elegante Jaguar decappottabile che si stava fermando sul lato opposto della strada. «Si è dimostrata parecchio fantasiosa con le sue proposte. Ho pensato di fare una ricerca in rete.»
Mentre osservava l’auto sportiva rossa fiammante, Jake socchiuse gli occhi e avvertì un brivido lungo la schiena.
«Per averne una così bisogna ordinarla espressamente al costruttore» proseguì Chad, tornando a concentrarsi sul caffè che stava versando nella tazza di Jake. «Se potessi, per Jenn lo farei. Ma il diner non rende così tanto. Chi diavolo spende centocinquantamila dollari per una macchina?»
«Uomini ricchi, grassi e calvi che sperano di portarsi a letto ragazze abbastanza giovani da essere loro figlie.» Jake conosceva una persona disposta a spendere quella cifra. La conosceva come un uomo conosce la propria donna. Per questo era sicuro che lei non sarebbe tornata a Whisper Creek dopo tutti quegli anni senza portare guai.
Lo sguardo di Jake rimase inchiodato sulla Jaguar mentre la portiera dalla parte del guidatore si spalancava. La capote, chiusa, impediva di vedere l’occupante, ma lui sapeva già chi sarebbe sceso. Lo aveva capito dal calore che gli aveva irradiato la pelle. «O qualcuno come lei
Una gamba lunga, fasciata nei pantaloni neri, si protese sull’asfalto, poi la persona al volante scese con un movimento flessuoso. Anche la camicetta era nera, in acceso contrasto con i riccioli rossi e selvaggi gettati indietro sulle spalle. La donna aveva un atteggiamento freddo e controllato, ma Jake sapeva che sotto quell’apparenza lei era tutto fuorché controllata. Il suo corpo si tese e si irrigidì per un richiamo primordiale, il suo respiro si fece più profondo e più rapido.
«Guarda, guarda» mormorò Chad, raddrizzandosi. «Impossibile non riconoscere quei capelli, vero? E poi ha parcheggiato davanti al negozio di Tilly. Non vedo Ana da... Merda, quanto tempo è passato?»
«Quasi dieci anni» rispose Jake. Nove anni, cinque mesi e due settimane. Lo faceva incazzare il fatto di stare ancora contando i giorni da quando Anastasia Miller era uscita dalla sua vita senza voltarsi indietro.
«Mmh.» Chad scosse la testa. «Chissà se ha trovato quello che cercava.»
Lo aveva trovato? Era possibile che avesse trovato quello che cercava in un altro uomo, in un altro posto? «Bella domanda.»
Ana prese una valigetta da dietro il sedile del guidatore e chiuse la portiera del suo costoso giocattolo. Poi si bloccò e girò la testa come se avesse avvertito su di sé lo sguardo di Jake. Portava grandi occhiali da sole scuri che le nascondevano gli occhi.
Le sue labbra erano proprio come lui le ricordava. Piene e rosate, capaci di fargli perdere la testa. Aveva sentito quelle labbra su ogni parte del suo corpo, e certe notti le sentiva ancora, sdraiato a letto, eccitato per il desiderio di lei, un desiderio quasi doloroso.
Spingendo le spalle all’indietro, Ana si avviò verso l’ingresso del Tilly Yarn Shop con una falcata veloce e determinata. Scomparve all’interno, e neppure cinque minuti dopo le signore che si erano riunite lì per il tè e qualche pettegolezzo si affrettarono a uscire con le loro borse del lavoro. Il cartello sulla porta con la scritta APERTO venne girato sul lato SIAMO CHIUSI, TORNATE A TROVARCI e la veneziana si abbassò di colpo.
Jake sollevò la tazza, riflettendo. «Fammi il conto, Chad.»
«Anastasia! Mio Dio, bambina mia, non avevo idea che saresti tornata a casa!»
Ana fissò la madre, confutando in silenzio quella menzogna, ma Tilly finse di non accorgersi dell’espressione sospettosa della figlia.
«Fatti guardare.» Tilly andò verso di lei a braccia aperte e l’attirò a sé per abbracciarla. «Sembra che tu stia andando a un funerale.»
«Potrebbe anche essere» ribatté Ana, cupa.
«Stai parlando del tuo lavoro?»
«Sto parlando del tuo lavoro, mamma. La tua vita è un azzardo. Sono qui per rimediare ai tuoi casini.»
Tilly fece un passo indietro e si lisciò i capelli che un tempo erano stati dello stesso rosso acceso di quelli della figlia, ma che ora tendevano a un color fragola sbiadito spruzzato di bianco. A guardarla sembrava una bottegaia di una piccola cittadina di provincia. Soltanto un altro ladro, un truffatore di livello internazionale, l’avrebbe riconosciuta per ciò che era realmente.
«Ho fatto il tè poco prima che arrivassi. Perché non ti siedi e parliamo un po’? È passato così tanto tempo dall’ultima volta che sei stata qui.»
«Non c’è tempo per questi giochetti.» Ana incrociò le braccia, ribollendo di rabbia. «La vita di Frankie è in pericolo, mamma.»
Come i genitori, suo fratello Frank aveva bisogno di adrenalina e subiva il fascino di tutto ciò che era brillante, eccitante, illegale. Ana supponeva che ce l’avessero nel sangue, in famiglia. Inevitabile, considerato che lei portava il nome di una famosa ladra di identità e Frank di un famigerato truffatore.
«Davvero?»
Che razza di domanda. Sua madre era bravissima a fare la finta tonta. «So che lui ed Eric avrebbero voluto fare il colpo con armi caricate a salve, ma il loro complice ha insistito per usare proiettili veri» disse Ana, secca. «Chiunque sia, è una persona imprevedibile.»
«Tu sei speciale per drammatizzare le cose, cara.» Sua madre si lasciò cadere su una delle poltroncine spaiate disposte intorno a una stufa a legna spenta.
Ana dovette costringersi a rilassare la mascella per parlare. «Tu sai che non potrai mai piazzare quei diamanti. Lo sapevi quando hai organizzato tutto. La Corona è troppo particolare.»
Tilly servì il tè come se non avesse una sola preoccupazione al mondo. «La Corona di Rose» disse, con un sospiro. «È raro trovare anche solo un diamante con quella sfumatura rosa intenso, ma tanti da farne un diadema? È stata rubata?»
«Piantala con queste stronzate, mamma. Pensi che abbia dimenticato di come parlavi del colpo al Carlton, in Francia, nel ’94? Questo furto a Manhattan era un colpo da manuale in perfetto stile Tilly Miller... finché non hanno sparato alla guardia.»
Ana frugò nella valigetta, tirò fuori un tablet e lo gettò su una poltroncina vuota accanto a quella della madre. «L’ho comprato per te. Guarda le app dei giornali e leggi i resoconti. Lo sapevi che la gioielleria è di proprietà della Cross Industries? Gideon Cross ha offerto duecentocinquantamila dollari di ricompensa a chi fornirà informazioni utili all’arresto dei ladri. Mi hanno detto che la cifra salirà a mezzo milione se la guardia dovesse morire.»
Tilly impallidì. «È conciato così male?»
«Aveva un giubbotto antiproiettile, ma è stato colpito alla spalla e alla coscia. Il secondo proiettile gli ha reciso l’arteria femorale.»
«Buon Dio...» Sua madre fece un sospiro. «Tu sai che Frankie non avrebbe mai accettato, a queste condizioni. La guardia... era Terence Parker?»
«Sì.» Ana strinse con forza lo schienale di una vecchia poltroncina di vimini. «Avevo già capito che Terence era il vostro basista. Ed è evidente che chi gli ha sparato voleva toglierlo di mezzo. Dividere in tre è molto più redditizio. Perché non in due? O, ancora meglio, prendersi tutto. Frank, Eric, Terence e qualcun altro. Chi è l’altro uomo, mamma?»
«Non lo so.»
«Non ti credo. Avrai organizzato tutto nei minimi dettagli.» Tilly e Bill Miller erano famosi per impiegare anni a pianificare una rapina che sarebbe du...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Rose e diamanti
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Gli altri titoli in ebook di Sylvia Day
  11. Copyright