
- 296 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Ragazze dell'Olimpo - 1. Lacrime di cristallo
Informazioni su questo libro
Sid, Luce e Hoon frequentano il primo anno delle superiori. Sid è una campionessa di scherma, Luce sa come conquistare un ragazzo, e Hoon è semplicemente un genio. Hanno poco in comune, se non una coincidenza curiosa: la stessa data di nascita. Ma una nemica improvvisa e spietata, strani poteri che si ridestano lacrime prodigiose che si trasformano in cristalli e un messaggero da un mondo lontano non possono essere solo coincidenze. Sid, Luce e Hoon capiscono di essere legate tra loro da un destino inesorabile che le sta chiamando a combattere. Per salvare il mondo dove hanno sempre vissuto. E quello da cui provengono.
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Informazioni
Print ISBN
9788804603504eBook ISBN
9788852022890Ricerca
Il giorno dell’appuntamento con Sid, Hoon vide una ragazza che distribuiva volantini fuori dalla scuola. Era bellissima. Fin troppo, visto che era circondata da un nugolo di ragazzi che pendevano dalle sue labbra. Tra loro c’era anche Alex, il Carino della Terza Fila che Luce aveva adocchiato durante il corso della Johnson.
«E quella chi è?» chiese, notando che la ragazza la stava guardando.
«Concorrenza, direi. E concorrenza sleale, visto che è più grande di noi» sbottò Luce.
Hoon scorse uno dei volantini che navigava in una pozzanghera fangosa imbarcando acqua. Riuscì a leggerlo prima che affondasse.
«Quella tipa offre lavoro agli studenti! Andiamoci anche noi.»
Luce non ne sembrò entusiasta, ma Hoon insistette.
«Ti prego! Se riesco a trovare abbastanza soldi, saldo il debito con mamma e mi risparmio l’inventario!» disse prendendo per un braccio l’amica e trascinandola con sé. «E poi potremmo fare una cassa comune per organizzare la nostra festa di compleanno!»
«Un modo per spendere si trova sempre, ma ricordati che mi devi un favore» scherzò Luce.
Quando si furono avvicinate, Luce puntò il Carino della Terza Fila e Hoon si fiondò dalla ragazza dei volantini. Notò qualcosa che non le piaceva nel suo sguardo. Era totalmente inespressivo. In confronto i manichini del Dream’s Emporium erano esempi perfetti di vitale umanità. Hoon ebbe un brivido di fastidio quando la tizia la scrutò da cima a fondo come se volesse valutarla.
«Ciao, io sono Megan. Se ti interessa un lavoro part-time, compila questo modulo e riconsegnamelo. Quando capiterà qualcosa di adatto, ti contatterò» recitò con tono meccanico, come se avesse ripetuto quella frase centinaia di volte.
Nonostante l’antipatia epidermica che Megan le aveva suscitato, Hoon compilò un modulo per sé e uno per Luce. Dichiarò la loro disponibilità per distribuire volantini e vendere biglietti per le feste in discoteca. Sul modulo c’erano un sacco di domande a cui rispondere, e Hoon si chiese cosa c’entrassero con i lavori proposti le sezioni che richiedevano dettagli sulle loro abitudini, gusti e sensazioni. Dopo aver riconsegnato i fogli, raggiunse Luce che non era affatto di buon umore.
«Se ti piace tanto, perché perdi tempo a parlare con me? Vai e baciala!» Luce stava parlando a bassa voce. Hoon notò che sbatteva le ciglia in modo strano e che teneva gli occhi puntati sul Carino della Terza Fila, che doveva aver detto o fatto qualcosa di terribilmente sbagliato.
Il ragazzo fece proprio quello che Luce gli aveva detto. Si avvicinò a Megan con aria sognante e tentò di baciarla, ma lei reagì con uno spintone tale che lo spedì a gambe all’aria.
La scenetta scatenò risate e prese in giro a non finire. Il poverino se la diede a gambe con l’espressione di chi sta per morire d’imbarazzo. Hoon non sapeva se essere più allibita o divertita.
«Accidenti! Se riesci a farti ubbidire così, avresti dovuto ordinargli di uscire con te» scherzò.
«Neanche per idea!» sibilò Luce. «Visto da vicino non è affatto carino. È orrendo, e quando apre bocca è pure peggio.»
«Stiamo parlando del Carino della Terza Fila? Quello che definivi “uno spettacolo”?»
«Non ricordarmelo. E comunque d’ora in poi sarà il Mostro della Terza Fila!»
Hoon sorrise e capì che era ora di cambiare discorso. Ormai sapeva che Luce ignorava completamente le mezze misure. Per lei esistevano solo amori incondizionati e odi viscerali. E non era poi così difficile far passare qualcuno da una categoria all’altra.
In fondo le piaceva anche per questo.
Le due amiche si erano ormai allontanate dal gruppetto che circondava Megan, quando Hoon ebbe un brivido. Si voltò indietro e vide che la ragazza dei volantini la stava fissando.
***
Alle quattro e mezzo Luce aprì la porta della sua mansarda per dare un allegro benvenuto a Hoon.
«Vieni, ho preparato una supermerenda!» esclamò indicando un cesto pieno di snack.
«Nemmeno all’ipermercato c’è tanta roba» disse Hoon avventandosi su una barretta al triplo cioccolato.
Avevano deciso di incontrarsi prima dell’arrivo di Lunastorta per decidere tra loro un piano di lavoro. Che poi le avrebbero inflitto. Invece cominciarono a chiacchierare. Parlarono del Mostro della Terza Fila, parlarono di film e musica, e parlarono della loro festa di compleanno, che era uno degli argomenti centrali di ogni loro conversazione.
«Ecco cosa dovevo dirti!» urlò Luce. «Mio padre ha promesso che affitterà il Punching Star per la nostra festa!»
Il locale era la passione di tutti i ragazzi di Rainbow Hill e la notizia mandò Hoon su di giri.
Alle cinque in punto, quando sentì bussare alla porta, Luce si rese conto che non avevano speso una parola in merito alla ricerca.
***
Sid entrò nella mansarda e accennò un saluto.
«Tua madre mi ha detto di salire» borbottò.
«Non le piace fare la scala a chiocciola che porta qui» rispose Luce mentre le indicava il tavolo. «Per cui ce ne staremo tranquille, a meno che mio fratello Gingi non tenti qualche incursione.»
Sid era colpita. Nella mansarda c’era tutto quello che una ragazza potesse desiderare. C’erano uno stereo, una postazione computer, poster a volontà e, meraviglia delle meraviglie, uno stepper e un tapis roulant davanti a una parete a specchio. Il tutto era reso ancor più piacevole dal leggero profumo di vaniglia che aleggiava in sottofondo.
Mentre si sedeva, Sid vide che Luce rovesciava un cesto di snack sul tavolo e pensò che forse il pomeriggio non sarebbe stato pesante come aveva immaginato. Ma quando incrociò lo sguardo gelido della ragazza capì che probabilmente sarebbe stato anche peggio.
E per evitare di passare troppo tempo nella mansarda, si rivolse a Hoon, che era seduta accanto a lei.
«Si sa quando dobbiamo consegnare il lavoro?»
«Ho guardato oggi il foglio di programmazione della Johnson. Noi dobbiamo esporre il 21.»
«Per fortuna è prima della nostra festa di compleanno!» commentò Luce.
Sid sospirò. L’esposizione della ricerca era solo nove giorni dopo il torneo contro quelle di Majong Town. Fino a quel momento non avrebbe avuto molte occasioni per studiare. Non poteva perdere un solo allenamento. Era la favorita della gara e la cosa non la tranquillizzava affatto. Anzi. La metteva ancora più in tensione. Perdere da favorita era il peggio che potesse capitare.
«Non abbiamo molto tempo» grugnì, notando che Luce non si era ancora seduta e continuava a trafficare nervosamente in giro per la stanza.
«Vi va un po’ di musica?» chiese accendendo lo stereo.
Sid la ignorò e cercò di fare il punto della situazione.
«Io farei un’introduzione generale e poi ciascuna di noi si occupa di una divinità.»
Hoon annuì e cominciò a scartabellare una serie di fogli.
«Il materiale per l’introduzione ce l’ho io. Ho fatto una lista per organizzarmi meglio. Comunque comincerei con l’origine del mito.»
Sid sgranò gli occhi.
«Cioè?» chiese in modo ancora più scorbutico del solito. Era infastidita dal fatto che Luce non le raggiungesse. Dopo aver messo il CD aveva cominciato a spostare dei libri su uno scaffale come se cercasse qualcosa.
Hoon continuò: «Mi spiego. Qualcuno crede che tutte le leggende derivino da antichi testi sacri scomparsi. Secondo un’altra teoria i personaggi della mitologia sono ispirati a persone realmente esistite. Pare che Eolo, dio dei venti, fosse il signore di certe isole del Mar Tirreno. Altri pensano che nell’antichit… Luce, ma perché non ti siedi?».
«Sid s’è seduta al mio posto. E se io non mi metto lì, la ricerca andrà malissimo.»
Sid trattenne un moto di stizza. Luce era più superstiziosa di quelli che in passato credevano che ci fossero davvero gli dei sulla vetta dell’Olimpo.
«Potevi dirlo prima» grugnì cambiando seggiola.
«L’ospitalità impone dei doveri» sentenziò Luce prendendo finalmente posto.
Sid aveva voglia di ribattere, ma Hoon aveva già ricominciato a parlare.
«Se ho capito bene certe teorie moderne, ci sono parecchi punti di contatto fra le tradizioni mitologiche di varie parti del mondo.»
In quel momento Luce si animò.
«Questo confermerebbe quello che ho trovato su Afrodite, che era la dea della bellezza e dell’amore. Un sacco di popoli avevano dee simili: i Sumeri avevano Inanna, i Babilonesi Ishtar, gli Egizi Hathor. Poi gli Etruschi avevano Turan e i Romani Venere.»
«Artemide nella mitologia romana era Diana, e in quella etrusca Artume» aggiunse Sid.
«Dicono che Atena assomigli all’egizia Neith. Ma la cosa che mi piace di più è che la chiamavano glaucopide!» si entusiasmò Hoon.
«Glau-che?» domandò Luce.
«Glaucopide. Vuol dire qualcosa come “con lo sguardo scintillante” o “dagli occhi lampeggianti”.»
Sid era sicura che le due non sarebbero mai diventate sue amiche, ma come compagne di ricerca potevano andare. Hoon le dava l’impressione di sapere quello che diceva.
«Mi pare un buon inizio. Adesso possiamo scambiarci il materiale, dividerci i compiti e decidere come esporre. Chi si occupa di Ares?» chiese.
«Io so solo che ha parecchi corrispettivi. Per esempio gli Aztechi adoravano un dio della guerra e delle tempeste che si chiamava Mextli e che era nato con un’armatura da guerriero. Ma non ho la benché minima intenzione di occuparmene» aggiunse prontamente Luce.
Come si era già notato la prima volta che ne avevano parlato, il dio della guerra non riscuoteva grande successo. Sid si era offerta di portare del materiale a riguardo, ma alla fine si era concentrata su Artemide, la dea della caccia e dei boschi, che la ispirava di più.
«Certo che la Johnson poteva affibbiarci un dio un po’ più simpatico…» mormorò Hoon.
«Se l’avesse fatto non sarebbe la Johnson. E poi chi sarebbe un dio più simpatico?» intervenne Luce.
«Morfeo, per esempio. Era il dio dei sogni» rispose Hoon. Sid si accorse che stava arrossendo.
«Ma non era uno degli dei superiori» le fece notare, sforzandosi di essere gentile.
«Già, sì. Non so perché l’ho detto» bisbigliò Hoon con la voce che si spegneva in un sussurro.
Dopo due ore, al termine di un infinito tira e molla, Sid aveva deciso di occuparsi personalmente di Ares e Artemide, mentre Hoon avrebbe lavorato su Atena e sull’introduzione, e Luce si sarebbe concentrata su Afrodite e sulla conclusione. Concordarono che ciascuna avrebbe esposto a voce la sua parte e si sarebbero scambiate il materiale a mano a mano che lo trovavano.
Dopodiché Sid si alzò. Luce l’accompag...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Ragazze dell’Olimpo. Lacrime di cristallo
- L’ombra
- Pessimo inizio
- Solo un clic
- Buon compleanno
- Furto di torta
- Muggiti e ronzii
- Non c’è limite al peggio
- La lunga notte
- Il Dodekatheon
- Ricerca
- Cena in famiglia
- Inversione
- L’ultima goccia
- En gare
- Basta parlarne
- La caccia
- Forza, Daimon!
- L’attesa
- Non sbattere le ciglia
- Da lontano
- Lacrime di cristallo
- Gioielli
- Illice lungo
- Preparativi
- Sul Ponte Taruk
- L’Olimpo
- La Sparti
- Il nome dimenticato
- La maschera d’oro
- Terremoto
- L’Antro Imogeo
- Lo Specchio di Afrodite
- Statue di pietra
- Il fulmine globulare
- La festa tanto attesa
- A casa
- Sulle ali di un sogno
- Le avventure di Sid, Luce e Hoon continuano con... RAGAZZE DELL’OLIMPO. Il Potere dei Sogni
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