L’amore è una fiamma che illumina il buio della notte. Una scintilla che si accende nell’oscurità dell’anima, nell’abisso della nostra interiorità. Bisogna capire che quando vogliamo definire l’amore e lo sommergiamo di parole, spiegazioni e commenti rischiamo di non cogliere quella scintilla; ancor di più quando la vogliamo separare dall’eros, dal piacere, dal desiderio. Per essere riconosciuta la scintilla ha bisogno del buio e quindi ha bisogno che ci facciamo da parte, che non facciamo progetti, che dimentichiamo la nostra storia, che non la paragoniamo alle relazioni che abbiamo avuto in passato.
Per comprendere l’amore dobbiamo riflettere molto profondamente sulla vera grande favola dell’Occidente: quella di Eros e Psiche. La più bella di tutte le donne – Psiche – conosce i momenti più esaltanti del desiderio, del piacere, dell’orgasmo nelle notti in cui incontra Eros, il figlio di Venere. Ma il dio dell’amore la vincola a un patto: quello di non vedere mai il suo volto. Sono notti magiche quelle tra Eros e Psiche, sono le notti dell’estasi… Ma la meschinità, nutrita di luoghi comuni, è sempre in agguato per distruggere le esperienze sublimi: l’invidia delle sorelle mette in crisi Psiche. Le dicono che si accoppia con un mostro, con un vampiro… e un serpente che avrebbe finito per divorarla. Il dubbio si insinua in Psiche che, una notte, si avvicina allo sposo per pugnalarlo. Quando la lucerna illumina il volto di Eros, che dorme spossato dall’amore, la donna si ritrova a contemplare un viso di bellezza incomparabile, magica, unica, soprannaturale. Ma in quel mentre una goccia d’olio della lampada cade sul volto del dio e lo ferisce. Eros si sveglia e l’incanto svanisce. Psiche dovrà vivere sofferenze di ogni tipo per aver violato il patto. In questa favola, così magistralmente raccontata da Apuleio nell’Asino d’oro, c’è un insegnamento che non dobbiamo mai dimenticare: in amore non siamo noi i protagonisti delle nostre notti, ma Eros in persona. Sì, perché non vi è una forza più misteriosa di quella erotica, che ci fa sentire desiderio, attrazione, passione ma che non sottostà alle regole della ragione. Come scriveva il grande filosofo ed evoluzionista francese Pierre Teilhard de Chardin:
L’Amore è la più universale, la più formidabile e la più misteriosa delle energie cosmiche.1
Quindi la domanda più sbagliata che possiamo fare a noi stessi è: “Perché mi sono innamorato proprio di lui o di lei?”. Nelle cose dell’amore i ragionamenti, le domande naufragano sempre. L’Eros vive agli antipodi dei pensieri, non sa che farsene del nostro Io che invece vuole guidare la danza.
L’amore arriva per farci perdere la nostra identità
Non dobbiamo dare un volto all’amore, dobbiamo solo vedere dove ci porta e vivere ogni tappa senza preoccuparci di progettare la successiva. Allora la nostra vita acquisisce una funzione fondamentale: non quella di avere un buon lavoro, educare bene i figli, andare d’accordo con qualcuno, essere dei bravi cittadini, ma covare questa scintilla. Gurdjieff, il grande saggio, sosteneva che chi si abbandona all’amore viene trasformato alle radici, diventa un nuovo individuo, realizza finalmente il progetto per cui l’evoluzione l’ha costruito e cioè un uomo o una donna. L’eros e l’amore non servono per fare i bambini, ma per portare il cervello a liberare l’energia eterna che lo abita. Dobbiamo accostarci all’amore senza identità: così non avremo passato, non avremo futuro, non avremo progetti.
In secondo luogo non dimentichiamo che Psiche non si è fidata e ha parlato con qualcuno: mai parlare dei nostri amori, mai confidarsi! Confidarsi vuol dire tradurre i sentimenti in parole. Il vero tradimento è parlare del tuo amore. Quando ti innamori e lo dici a qualcuno commetti un errore grandissimo, con le parole tutto si disperde. Quando racconti un segreto, non è più tuo. Così svanisce l’essenza dell’amore. I grandi amori sono sempre segreti, una sfumatura, uno sguardo, lei che lava i piatti in un certo modo, lui che ti sussurra qualcosa, lui che guarda la televisione e ti attrae… Nella banalità dei gesti di tutti i giorni è racchiuso l’immenso. L’amore erotizza anche il gesto più semplice come bere un bicchiere di vino o indossare un vestito. Per chi ti vesti se non per lei? Per chi ti vesti se non per lui? Cosa ti vesti a fare, se non per sentire quelle parole? Proprio quelle parole. Non vedi l’ora che arrivi l’oscurità. L’amore non si fa alla luce, si fa nella penombra, al buio. I romani consideravano un grande peccato fare l’amore in piena luce, lo ritenevano un tradimento dell’amore. Quindi, la regola fondamentale di un matrimonio è mantenere e alimentare quel buio misterioso. Ci sposiamo per assecondare l’eros, allontanandoci dalle nostre abitudini: tu e io, due esseri misteriosi che si addentrano sempre più nel mistero. Da cosa si capisce se il nostro è un buon matrimonio, un buon amore? Dal fatto che, senza accorgerti, lavori meglio, arrivano nuove occasioni professionali, la tua vita procede più fluidamente, con facilità. Sei felice e non sai perché. Questo è un buon amore. Se un amore è tormentato, se sei in lotta, se ti senti accusare, se cala l’autostima… è un pessimo amore. E non sarà certo sposandoti che migliorerà. Anzi, dopo, dell’amore si conoscono i danni…
Quand’è che l’amore fa danni? Quand’è che ci fa soffrire? Quando ci si dimentica che è lui il protagonista. Come accade a Siria:
Da un po’ di tempo ciò che mi assilla e che condiziona tutto è un uomo. Ci frequentiamo da circa tre anni e nell’ultimo siamo diventati inseparabili: parliamo, passiamo delle giornate bellissime insieme e delle serate ancora migliori, ridiamo, abbiamo gli stessi interessi, facciamo l’amore intensamente. Però viviamo il nostro rapporto a due, solo a due, non usciamo con gli amici perché lui non vuole, anche se tutti sanno che stiamo insieme, frequento abitualmente casa sua e lui la mia, i nostri genitori sanno. Lui però sostiene di non amarmi! Ma io non ci credo. Ora lui ha deciso che è meglio allontanarci perché io possa conoscere un’altra persona e farmi una famiglia. Però non riusciamo a stare lontani e, appena possibile, cerchiamo una scusa per rivederci. Non ce la faccio più: lo amo da morire, ma mi sembra di impazzire. Cosa devo fare? Sto male e anche lui sostiene di soffrire molto, ma dice di non riuscire ad amare.
Siria
Cara Siria, tu descrivi, nelle prime righe della tua lettera, il rapporto con quest’uomo come qualcosa di stupendo. Ma quando dici: “Viviamo il nostro rapporto a due, solo a due…”, tu stai giudicando le caratteristiche di questa vostra passione. Così facendo cerchi di indirizzare l’amore, di renderlo uguale a quello di tutti gli altri e questo è il male peggiore che ti può capitare. Pensa: lui, che non può fare a meno di te, è arrivato persino a sostenere di non amarti e che sarebbe meglio che voi vi allontanaste in modo che tu possa avere un amore “pubblico”. Ma gli amori, i grandi amori, non sono mai pubblici, sono solo privati. Il mito di Amore e Psiche mostra chiaramente come certe relazioni hanno la loro naturale tendenza a rifuggire la luce e a rimanere nel buio. Ci innamoriamo di qualcuno perché la potenza erotica che ci unisce svolge una funzione importante: fa evolvere e maturare la nostra vera natura. Ci innamoriamo di qualcuno non perché ci piace, ma perché accende ed esalta la nostra Immagine nascosta. Insomma, l’amore stimola come nessun’altra sostanza dell’universo la nostra essenza a fiorire e condurci verso il nostro destino. E non gli importa nulla di diventare pubblico. L’amore viene per fare di noi individui unici ed è agli antipodi del pensiero convenzionale.
Marie-Louise von Franz, citando Jung, scrive:
L’identità di gruppo e l’individualizzazione sono incompatibili: non si può avere entrambi. Differenziarsi dagli altri e reggersi sulle proprie gambe è un compito individuale.2
Dobbiamo ricordarcene quando ci innamoriamo. Mai come in questo frangente vanno banditi i luoghi comuni…
Gli amori detestano i ragionamenti e i grandi amori detestano ancora di più le decisioni. Cara Siria, smettetela di dirvi che vi lasciate per poi richiamarvi il giorno successivo. E tu accetta la contraddizione di un amore che funziona in ambito privato e non in quello pubblico. Se questa è la caratteristica del vostro amore, goditelo così com’è… e basta. Pensa se questo amore stesse preparando il tuo sviluppo futuro e tu lo eliminassi dalla tua vita! L’amore crea le sostanze vitali, il liquido amniotico per lo sviluppo del nostro “feto interiore”: se non lo capiamo, rischiamo di far abortire la relazione e, soprattutto, di non veder fiorire la nostra unicità. Bisogna smetterla di preoccuparsi di “cosa penseranno gli altri”. Ogni amore è unico ed è fatto per far produrre a ciascuno di noi il suo destino…
L’amore mette in discussione le nostre certezze
Bisogna accettarlo: le regole dell’amore sono le regole della discontinuità, non della continuità. Questo vuol dire che attraverso l’innamoramento io conosco di me cose che prima non conoscevo, passioni e impulsi nuovi. Sento il desiderio di fare l’amore, provo delle emozioni, qualcosa “rompe” la continuità del mio Io. Proprio così, l’amore interrompe le certezze: i miei progetti e le mie giornate cambiano, sembrano guidate da qualche cosa non controllabile né definibile. Quando, invece, cominciamo a pensare a una relazione strutturata, a un matrimonio, dobbiamo sapere che stiamo costringendo tutta questa energia in uno schema rigido, stiamo cercando di darle una regola. Non siamo mai veramente così liberi come quando siamo innamorati, anche se pensiamo il contrario. Siamo liberi perché facciamo cose che non ci aspetteremmo, siamo pronti a spiccare il volo, a fare viaggi, a rimettere in discussione le amicizie, a incontrare cose nuove, a dormire anche in un angolo del letto diverso dal solito, siamo disponibili a cambiare atteggiamento, pettinatura, vestiti… Le donne lo sanno bene. Ci sembra di esistere per il piacere che l’altro prova nel vederci, nello svestirci… Ci sembra che la nostra vita trabocchi di un’energia che non possiamo controllare.
Quando invece pensiamo di sposarci, capovolgiamo tutto ed è come se dicessimo: “Tutto questo è bello, ma mi fa troppa paura”… e allora decidiamo di “metterci in regola”, che è più rassicurante: ed ecco il matrimonio. Ma un buon amore deve essere più forte delle regole. Non dobbiamo dimenticarci che se ci sposiamo lo facciamo per diventare amanti migliori, e che tutta la partita si baserà sul fatto che diventeremo amanti sempre più appassionati, sempre più intimi, sempre più segreti. Arriveranno i figli e disturberanno tutto questo, ma se c’è un’intesa forte, se continueremo a essere buoni amanti sarà un grande matrimonio. Non nel senso della durata, ma grande nel senso che ci saremo scambiati qualcosa di unico. La durata va messa in secondo piano, un matrimonio non è il Giro d’Italia. C’è chi dice: “Siamo stati insieme 25 anni, 50 anni…” quasi stesse vantandosi di avere fatto Torino-Milano-Roma in bicicletta. Più tempo sei stato insieme meglio è? No, assolutamente. Un buon matrimonio si basa sulla qualità dell’amore, e se è forte, travolgente, la nostra unione durerà negli anni. Ma se nella mente di entrambi c’è l’ossessione che debba durare, prima o poi finirà, è scritto. Anche l’idea di organizzare l’amore lo farà svanire, ma se invece, in un angolo di noi stessi, si nasconde una scintilla… Magari stai lavorando e ti vengono in mente parole che lei, solo lei, ti dice a letto e senti una certa eccitazione, la colleghi al suo volto, ti ricordi il suo corpo svestito… Ecco, se tutto questo c’è, ogni dibattito sulla durata di una relazione non ha alcun valore. Quando si cerca di far durare l’amore o ci si preoccupa troppo che finisca, è perché sappiamo molto tempo prima che finirà… E finirà. L’anima, a volte, comunica qualcosa attraverso un’intuizione, ma comunque vada, questo è sempre un buon motivo per godersi ancora di più l’amore senza farsi domande. Farsi domande sulle cose dell’amore è l’errore più grande che si possa commettere.
L’altro ingrediente necessario all’amore è il mistero, la segretezza. I due amanti quando si incontrano sono l’uno per l’altra degli sconosciuti e tali devono restare: come le radici di una pianta stanno nascoste nel buio e cercano sempre il buio, gli amanti cercano un’intimità misteriosa da non condividere con nessuno, quell’intimità è la “partita”… Gli amori sono sempre molto segreti. Come segreto è il cosmo intero e l’amore è una voce cosmica che penetra l’inconscio di ogni innamorato. Solo il nostro lato cosmico è magico, il nostro Io invece crea conflitti, vuole realizzare progetti, cerca stabilità laddove invece l’Infinito vuole regalarci incertezza, vuole farci perdere nel Nulla Eterno che è la casa del divino. Platone ha scritto:
Quel piccolo frammento che tu rappresenti, o uomo … ha sempre il suo intimo rapporto con il cosmo. Non per te infatti questa vita si svolge, ma tu piuttosto vieni generato per il cosmo.3
L’eros non vuol costruire nulla
Se c’è un concetto che dobbiamo eliminare dalla nostra mente è che “l’amore va costruito giorno dopo giorno”: è un’idea malsana che ci porta fuori strada. Cosa vuole l’anima da noi, quando ci fa perdere la testa e ardere di passione?
Punta al matrimonio o è interessata a farci evolvere? Ha degli obiettivi da raggiungere, vuole costruire qualcosa, ha delle finalità? O viene per accenderci, per far venire alla luce il nostro talento, la nostra vocazione?
Mai cadere nell’equivoco che l’artefice di tutto ciò sia il partner con cui stiamo condividendo la passione. In realtà il nostro vero amante… siamo noi stessi. E l’eros è la sostanza che rende l’anima capace di realizzarsi.
Nello stato erotico, quando la mente si svuota dei pensieri, noi “germogliamo”, né più né meno di una pianta, e andiamo verso il nostro destino. Non realizziamo i sogni o i progetti che ci siamo messi in testa, ma invece le nostre vere tendenze, ciò per cui siamo davvero portati. Così hanno sempre detto i saggi.
Quindi, ogni volta che ci costringiamo a comportarci in un certo modo, per esempio sforzandoci di essere comprensivi, di portar pazienza, nella convinzione che ciò faccia bene al rapporto che stiamo vivendo, automaticamente cominciamo a diventare finti.
Già quando inizio a interrogarmi su cosa fare per tenermi stretto il mio amore sto falsando il rapporto con la mia interiorità. Invece di percepire cosa l’amore sta tirando fuori da me, metto in atto comportamenti “costruiti” che hanno il fine di catturare il partner: devo puntare sulla simpatia o sulla s...