Il viaggio della Jerle Shannara - 3. L'ultima magia
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Il viaggio della Jerle Shannara - 3. L'ultima magia

  1. 392 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il viaggio della Jerle Shannara - 3. L'ultima magia

Informazioni su questo libro

La Jerle Shannara solca ancora i cieli. Sopravvissuta agli agguati della Strega di Ilse e agli attacchi di Antrax, la nave volante prosegue la sua missione in cerca dei preziosi volumi nascosti nel labirinto di Castledown, gli unici rimasti in grado di rievocare una magia dimenticata. Alla guida della spedizione, però, non vi è più il druido Walker che, ferito mortalmente da Antrax, ha speso le sue ultime energie per sconfiggere la Strega di Ilse.
Ora la strega vaga senza coscienza, mentre suo fratello Bek e l'essere magico che lo protegge, il mutaforma Truls, cercano di condurre la nave alla salvezza. Saranno loro a doversi confrontare con l'ultimo e più spietato nemico: il Morgawr, un mago la cui origine è avvolta nella leggenda. E per la Jerle Shannara, è giunto il momento dell'ultima battaglia...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
Print ISBN
9788804523956
eBook ISBN
9788852044342

1

La figura uscì dall’ombra dell’alcova con una tale rapidità che Sen Dunsidan le fu quasi addosso prima di accorgersi della sua presenza. Il corridoio che portava alla camera da letto era buio e le poche lucerne appese alle pareti proiettavano solo incerti aloni di luce giallastra. Il chiarore delle fiammelle non gli fu di alcun aiuto e il ministro della Difesa non ebbe la possibilità né di fuggire né di difendersi.
«Una parola, per cortesia, ministro.»
L’intruso era nascosto dal mantello, la testa coperta dal cappuccio. A Sen Dunsidan fece venire in mente la Strega di Ilse, ma fu subito certo che non si trattava di lei. Era un uomo, non una donna: la sua altezza e la sua mole non gli permettevano di essere altro, e il tono della voce era aspro e mascolino.
La minuta e flessuosa Strega dalla voce calma e musicale era lontana. Si era presentata a lui la settimana precedente, prima di partire sulla Black Moclips per seguire il druido Walker e i suoi compagni fino a una misteriosa destinazione. Tuttavia l’intruso, ammantato e incappucciato nella stessa maniera, era comparso proprio come lei, di notte e senza farsi annunciare. Il ministro si chiese subito che legame ci fosse tra i due.
Nascondendo la sorpresa e la paura che gli opprimeva il petto, Sen Dunsidan annuì. «Dove preferisci condividere con me quella parola?» chiese.
«La tua camera andrà bene.»
Il ministro della Difesa era un uomo robusto, di alta statura e nel pieno della virilità, ciò nonostante si sentiva in condizioni di inferiorità rispetto al nuovo venuto. Non si trattava solo dell’altezza: il suo disagio era anche dovuto alla sensazione di potere che si irradiava da quell’uomo. L’intruso trasudava una forza e una sicurezza che di solito non si incontravano nei comuni mortali. Sen Dunsidan non gli chiese come fosse riuscito a superare il muro di cinta attentamente pattugliato. Non gli chiese come fosse riuscito a salire senza problemi fino all’ultimo piano del suo alloggio. Erano domande oziose. Si limitò ad accettare il fatto che l’intruso era capace di questo e probabilmente di molto altro, e fece quello che gli veniva suggerito. Passò davanti a lui con una sorta di inchino rispettoso, aprì la porta della stanza e fece segno all’uomo di entrare.
Anche all’interno ardevano alcune lucerne, ma l’illuminazione era poco più forte che nel corridoio, e l’uomo si portò subito in una zona d’ombra.
«Siedi, ministro, e ti dirò cosa voglio.»
Sen Dunsidan si accomodò su una sedia dall’alto schienale e accavallò le gambe con tranquillità. Aveva superato la paura e la sorpresa del primo momento. Se l’altro avesse voluto fargli del male, non si sarebbe preoccupato di presentarsi al suo cospetto. Voleva qualcosa dal ministro della Difesa della Federazione, perciò non aveva motivo di preoccuparsi. Almeno per ora. Le cose potevano cambiare se non avesse fornito le risposte cercate dal misterioso visitatore. Ma Sen Dunsidan era un maestro nell’arte di dire agli altri quello che si aspettavano di sentire.
«Una birra fresca?» chiese all’uomo.
«Prendila tu» rispose la figura incappucciata.
Sen Dunsidan ebbe un attimo di esitazione, sorpreso dall’insistenza nella voce dell’altro. Poi si alzò e raggiunse il tavolino accanto al letto dov’erano posati il secchiello del ghiaccio contenente la brocca della birra e alcuni boccali. Mentre versava la birra, tenne gli occhi fissi sul recipiente. I lunghi capelli chiari, che portava sciolti sulle spalle tranne sopra l’orecchio, dove erano acconciati in treccioline come voleva la moda del momento, gli nascondevano il viso. Non gli piaceva quello che stava succedendo. Aveva appena ripreso fiducia in sé, ma già subentravano i dubbi. Meglio fare attenzione con quell’uomo, usare la mano leggera, si disse.
Tornò alla sedia e si accomodò di nuovo, sorseggiando la birra. Si voltò nella direzione in cui aveva visto nascondersi l’altro, una presenza pressoché indistinguibile nella penombra.
«Ho un favore da chiederti» disse a bassa voce l’intruso.
Sen Dunsidan annuì e sollevò la mano per invitarlo a parlare.
L’uomo si avvicinò un poco. «Ti avverto, ministro. Non pensare di tenermi buono con qualche promessa che non intendi mantenere. Non sono venuto fin qui per perdere tempo con gli sciocchi che pensano di potermi accontentare con vuote parole. Se mi accorgerò che mi inganni, ti ucciderò e la cosa finirà lì. È chiaro?»
Sen Dunsidan fece un profondo respiro per tranquillizzarsi. «Chiaro.»
Per qualche istante, l’intruso non disse altro, poi si portò nella zona illuminata. «Io sono il Morgawr. Sono il maestro della Strega di Ilse.»
«Ah.» Il ministro della Difesa annuì. Non si era sbagliato quando gli era parso che il loro modo di comparire fosse identico.
La figura incappucciata si avvicinò ancora un po’. «Tu e io stiamo per diventare soci, ministro. Un nuovo accordo, per sostituire quello che hai stretto con la mia allieva. Lei non avrà più bisogno di te. Non verrà più a farti visita. Ma ci verrò io. Spesso.»
«Lei lo sa?» chiese Sen Dunsidan, a bassa voce.
«Lei sa molto meno di quello che crede» rispose il Morgawr, con voce cupa. «Ha deciso di tradirmi, e sarà punita per la sua infedeltà. Le infliggerò il castigo che merita quando la troverò. La cosa non ti riguarda, a parte il fatto di sapere che non la rivedrai mai più. Per tutti questi anni sono stato io la forza dietro di lei. Ero io a darle il potere di stringere alleanze come quella che condivideva con te. Ma lei ha abusato della mia fiducia e ha così perso la mia protezione. Non ha più alcuna utilità per me.»
Sen Dunsidan bevve un lungo sorso di birra e posò il boccale. «Mi perdonerai se rimango scettico. Non conosco te, ma conosco lei. So cosa è capace di fare. So cosa succede a coloro che la tradiscono, e non voglio diventare uno di loro.»
«Forse faresti meglio ad avere paura di me» rispose il Morgawr. «Ci sono io adesso davanti a te.»
«Può darsi. Ma la Signora Nera ha la capacità di saltare fuori quando meno te l’aspetti. Portami la sua testa, e sarò più che lieto di stringere un nuovo accordo con te.»
La figura ammantata rise piano. «Ben detto, ministro. Hai dato una risposta diplomatica a una domanda difficile. Ma ritengo che tu debba riflettere meglio. Guardami.»
Spostò il cappuccio per rivelare la propria faccia. Era il viso della Strega di Ilse, giovane, liscio e minaccioso. Sen Dunsidan trasalì a dispetto di se stesso. Poi la faccia della giovane cambiò, luccicando come se fosse un miraggio, e divenne quella dello stesso Sen Dunsidan, spigolosa e dura, con occhi azzurri penetranti, lunghi capelli chiari e un sorriso che pareva pronto a promettere qualunque cosa.
«Noi due ci assomigliamo molto, ministro» commentò il Morgawr.
La faccia cambiò di nuovo. Un’altra prese il suo posto. Era di un uomo più giovane, ma Sen Dunsidan non l’aveva mai vista. Una faccia indefinibile, anonima, facile da dimenticare, priva di connotati particolari o interessanti.
«È la mia vera faccia, ministro? Adesso mi sono davvero rivelato a te?» Il Morgawr fece una pausa. «O sono così?»
La faccia tremolò e cambiò fino a divenire qualcosa di mostruoso, un muso di rettile con il naso piatto e due fessure per occhi. Una faccia segnata dal tempo, coperta di scaglie grigie e ruvide, la bocca larga e senza labbra che si apriva per mostrare file di denti appuntiti. Gli occhi velenosi, pieni di odio, brillavano di un fuoco verde.
L’intruso sollevò di nuovo il cappuccio e la sua faccia scomparve nell’ombra. Sen Dunsidan sedeva immobile. Aveva perfettamente capito il messaggio. Quell’uomo possedeva una magia potentissima. Come minimo, poteva cambiare forma, ma di sicuro era capace di fare molto di più. Era un uomo che amava dare prova del proprio potere, come anche Sen Dunsidan, e certamente avrebbe usato quel potere nel modo che gli fosse parso più utile.
«Ho detto che ci assomigliamo» sussurrò l’intruso. «Entrambi sembriamo una cosa mentre in realtà siamo tutt’altro. Io ti conosco. Conosco te come conosco me stesso. Faresti qualsiasi cosa per accrescere il tuo potere nella gerarchia della Federazione. Tu ti concedi piaceri proibiti agli altri uomini. Desideri quello che non puoi avere e trami per procurartelo. Sorridi e fingi amicizia quando in realtà sei il serpente temuto dai tuoi avversari.»
Sen Dunsidan continuò a sorridere, da politico consumato. Cosa voleva da lui quella creatura?
«Ti dico questo non per farti montare in collera, ministro, ma per evitare che tu ti sbagli sulle mie intenzioni. Sono qui per aiutarti a realizzare le tue ambizioni, in cambio dell’aiuto che puoi dare a me. Desidero seguire la Strega di Ilse nel suo viaggio. Desidero essere presente quando lotterà contro il druido, come di sicuro succederà. Desidero trovarla quando si sarà impadronita della magia che cerca, perché intendo portargliela via, e poi toglierle la vita. Ma per ottenere tutto questo, mi occorrono una flotta di navi volanti e gli uomini per equipaggiarla.»
Sen Dunsidan lo guardò incredulo. «Quello che mi chiedi è impossibile.»
«Niente è impossibile, ministro.» Le vesti nere frusciarono debolmente mentre l’intruso attraversava la stanza. «Quello che voglio io è forse più impossibile di quello che vuoi tu?»
Il ministro della Difesa ebbe un attimo di esitazione. «E cosa sarebbe?»
«La carica di primo ministro. Prendere il comando della Federazione una volta per tutte. Dominare la Federazione e di conseguenza le Quattro Terre.»
Molti pensieri si rincorrevano nella mente di Sen Dunsidan, ma tutti si riducevano a uno solo: l’intruso aveva ragione. Sen Dunsidan avrebbe fatto qualunque cosa per diventare primo ministro e comandare il Consiglio della Federazione. Perfino la Strega di Ilse aveva saputo di questa sua ambizione, anche se non l’aveva mai detto in quel modo, con parole che suggerivano come la meta potesse essere vicina.
«Anche questo mi sembra impossibile» rispose con prudenza.
«Non capisci bene quello che ti dico» replicò l’intruso. «Ti sto spiegando perché risulterò un alleato migliore della piccola Strega. Chi c’è fra te e la tua meta? Il primo ministro, che gode di ottima salute. Occuperà quella carica per anni, prima di ritirarsi. E poi c’è il suo successore designato, il ministro del Tesoro Jaren Arken. È più giovane di te e altrettanto forte e spietato. Aspira a essere ministro della Difesa, no? Vorrebbe avere la tua posizione nel Consiglio.»
Nell’udire quelle parole, Sen Dunsidan si sentì prendere da una gelida collera. Erano vere, naturalmente, dalla prima all’ultima. Arken era il suo peggior nemico, un uomo infido e sfuggente come un serpente, un rettile a sangue freddo, dalla testa ai piedi. Sen Dunsidan avrebbe voluto vederlo morto, ma non aveva ancora trovato il modo di eliminarlo. Aveva chiesto aiuto alla Strega di Ilse, ma anche se aveva accettato di fargli in cambio altri favori, lei si era sempre rifiutata di uccidere per lui.
«Qual è la tua offerta, Morgawr?» chiese il ministro, senza mezzi termini, stanco di quel gioco.
«Solo questo. Prima di domani notte, gli uomini che ti intralciano il cammino saranno morti. Né colpa né sospetto cadranno su di te. La posizione che desideri sarà tua. Nessuno ti ostacolerà. Nessuno metterà in dubbio il tuo diritto di essere a capo della Federazione. Ecco cosa posso fare per te. In cambio devi fare quello che ti ho chiesto: darmi le navi e gli equipaggi. Un ministro della Difesa può farlo, soprattutto se sta per diventare primo ministro.» La voce del Morgawr si ridusse a un bisbiglio. «Accetta l’accordo che ti offro, così potremo aiutarci a vicenda non solo ora, ma anche in futuro, se sarà necessario.»
Sen Dunsidan rifletté a lungo sulla richiesta. Bramava essere primo ministro. Era disposto a tutto per quella carica. Ma non si fidava del Morgawr, una creatura non del tutto umana, in possesso di una magia in grado di uccidere un uomo prima ancora che capisse cosa stava succedendo. Non era convinto fino in fondo che fosse saggio accettare la richiesta del Morgawr. Aveva paura della Strega di Ilse: poteva confessarlo a se stesso, anche se non l’avrebbe mai ammesso con altri. Se l’avesse ostacolata e lei se ne fosse accorta, gli avrebbe dato la caccia fino a ucciderlo. D’altro canto, se il Morgawr intendeva distruggerla come aveva detto, allora Sen Dunsidan avrebbe fatto bene a rivedere le sue posizioni.
L’uovo oggi, come si era soliti dire, era meglio della gallina domani. Se gli era possibile aprirsi la strada per la carica di primo ministro, la cosa valeva qualsiasi rischio.
«Che tipo di navi ti occorre?» chiese con calma. «E quante?»
«Accetti l’accordo, ministro? Sì o no. Niente ambiguità, niente condizioni. O sì, o no.»
Sen Dunsidan aveva ancora qualche remora, ma non poteva rinunciare a una simile occasione di fare carriera. Tuttavia, q...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. L’Ultima Magia
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Capitolo 7
  11. Capitolo 8
  12. Capitolo 9
  13. Capitolo 10
  14. Capitolo 11
  15. Capitolo 12
  16. Capitolo 13
  17. Capitolo 14
  18. Capitolo 15
  19. Capitolo 16
  20. Capitolo 17
  21. Capitolo 18
  22. Capitolo 19
  23. Capitolo 20
  24. Capitolo 21
  25. Capitolo 22
  26. Capitolo 23
  27. Capitolo 24
  28. Capitolo 25
  29. Capitolo 26
  30. Capitolo 27
  31. Capitolo 28
  32. Capitolo 29
  33. Capitolo 30
  34. Capitolo 31
  35. Capitolo 32
  36. Capitolo 33
  37. Copyright