Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 2. Il Mare dei Mostri
eBook - ePub

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 2. Il Mare dei Mostri

  1. 336 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 2. Il Mare dei Mostri

Informazioni su questo libro

La vita di un semidio a New York non è sempre facile, e quella di Percy Jackson è diventata una vera impresa da quando ha scoperto di essere figlio di Poseidone e deve trascorrere tutte le estati al Campo Mezzosangue, insieme ai suoi simili. Ma ora il campo è in grave pericolo: l'albero magico che lo protegge è stato avvelenato e non riesce più a difenderlo dalle invasioni dei mostri. Solo il Vello d'Oro può salvarlo! Ma è custodito su un'isola da Polifemo, nelle acque tumultuose del Mare dei Mostri. La missione è affidata alla figlia di Ares, ma Percy non può certo restarsene con le mani in mano... anche perché il suo satiro custode Grover è nelle grinfie di Polifemo! Accompagnato dalla fedele Annabeth e dal nuovo amico ciclope Tyson, Percy dovrà intraprendere un viaggio per mare e affrontare le mille insidie che nasconde, dalla maga Circe al canto delle sirene. E come se non bastasse, la profezia dell'Oracolo si complicherà.. Chi sarà, tra i figli dei tre Grandi, a tradire gli dei dell'Olimpo?

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 2. Il Mare dei Mostri di Rick Riordan, Loredana Baldinucci in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804603566
eBook ISBN
9788852017339
UNO

IL MIO MIGLIORE AMICO VA A COMPRARSI UN ABITO DA SPOSA

L’incubo cominciava così.
Mi trovavo nella strada deserta di una piccola città di mare. Era notte fonda e infuriava la tempesta. Il vento e la pioggia sferzavano le palme lungo il marciapiede. Edifici intonacati di giallo e rosa costeggiavano la strada, le finestre sbarrate con delle assi. A un isolato di distanza, dopo una linea di cespugli di ibisco, l’oceano era in tumulto.
“Florida” pensai, anche se non avrei saputo dire perché. Non ero mai stato in Florida.
Poi sentii uno scalpiccio di zoccoli sul selciato. Mi voltai e vidi il mio amico Grover che correva a rotta di collo.
Sì, ho proprio detto zoccoli.
Grover è un satiro. Dalla vita in su, è il tipico teenager allampanato con un principio di barbetta sul mento e un serio problema di acne. Cammina zoppicando in modo strano, ma a meno che non vi capiti di beccarlo senza pantaloni (cosa che non vi auguro), non direste mai che ci sia qualcosa di non umano in lui. Jeans larghi e piedi finti nascondono il fatto che ha gli zoccoli e il posteriore coperto di pelliccia.
Grover era il mio migliore amico dalla prima media. Si era imbarcato in questa avventura con me e una ragazza di nome Annabeth per salvare il mondo, ma non lo vedevo da luglio, da quando era partito per un’impresa pericolosa – un’impresa da cui nessun satiro aveva mai fatto ritorno.
Comunque, nel mio sogno Grover agitava il suo posteriore caprino e teneva le scarpe in mano, come fa di solito quando è proprio costretto a correre. Galoppava a perdifiato davanti ai negozietti di souvenir e ai noleggi di tavole da surf, mentre il vento piegava le palme fin quasi a terra.
Grover era terrorizzato da qualcosa alle sue spalle. Probabilmente veniva dalla spiaggia, perché aveva la pelliccia imbrattata di sabbia umida. Stava cercando di scappare da… qualcosa.
Un ringhio da far tremare le ossa squarciò la tempesta. Alle spalle di Grover, in fondo all’isolato, si stagliò una figura indistinta. Abbatté un lampione, che esplose in una pioggia di scintille.
Grover inciampò, piagnucolando dalla paura. «Devo scappare, devo avvertirli!» mugolò fra sé.
Non riuscivo a vedere cosa lo stava inseguendo, ma lo sentivo ringhiare e imprecare. Il terreno tremò mentre si avvicinava. Grover sfrecciò dietro un angolo e vacillò. Era finito in un cortile chiuso e pieno di negozi. Non c’era tempo per tornare indietro. La porta più vicina era stata sventrata dalla tempesta. Il cartello sopra la vetrina buia diceva: LA BOUTIQUE DELLA SPOSA DI ST. AUGUSTINE.
Grover si precipitò dentro e si tuffò dietro una fila di abiti da sposa.
L’ombra del mostro passò di fronte al negozio. Riuscivo a sentire l’odore di quella “cosa”, una combinazione nauseabonda di lana bagnata e carne putrefatta, con in più quel fetore corporeo acidulo e insolito che hanno soltanto i mostri, come di una puzzola che campa di cibo messicano.
Grover tremò dietro gli abiti da sposa. L’ombra del mostro proseguì per la sua strada.
Silenzio, tranne che per la pioggia. Grover tirò un respiro profondo. Forse la cosa se n’era andata.
Il lampo di un fulmine. L’intera facciata del negozio esplose e una voce mostruosa mugghiò: «MIOOOOO!».
Mi drizzai a sedere, rabbrividendo nel letto.
Non c’era nessuna tempesta. Nessun mostro.
La luce del mattino filtrava dalla finestra della mia camera.
Mi sembrò di vedere un’ombra guizzare sul vetro, una sagoma umana. Ma poi sentii bussare alla porta, e la mamma chiamò: «Percy, farai tardi» e l’ombra alla finestra scomparve.
Sarà stata l’immaginazione. La mia finestra è al quinto piano, con una vecchia scala antincendio sgangherata… non poteva esserci nessuno là fuori.
«Muoviti, caro» chiamò di nuovo mia madre. «È l’ultimo giorno di scuola. Dovresti essere contento! Ce l’hai quasi fatta!»
«Arrivo» riuscii a biascicare.
Tastai sotto il cuscino. Strinsi le dita attorno alla penna a sfera con cui dormivo sempre e mi rassicurai. La tirai fuori e studiai l’incisione in greco antico: ANAKLUSMOS. Vortice.
Stavo per togliere il cappuccio e trasformarla in una spada, ma qualcosa mi trattenne. Non usavo Vortice da così tanto tempo…
E poi, la mamma mi aveva fatto promettere di non usare più armi micidiali in casa dopo che avevo lanciato un giavellotto nella direzione sbagliata, facendo fuori una vetrinetta. Posai Anaklusmos sul comodino e mi trascinai giù dal letto.
Mi vestii più in fretta possibile. Cercai di non pensare al mio incubo, ai mostri o all’ombra alla finestra.
“Devo scappare, devo avvertirli!”
Cosa voleva dire Grover?
Mi portai tre dita ad artiglio sul petto e poi le spinsi verso l’esterno, un antico gesto di scongiuro che una volta mi aveva insegnato Grover.
Il sogno non poteva essere reale.
Era l’ultimo giorno di scuola. La mamma aveva ragione, avrei dovuto essere contento. Per la prima volta in vita mia, ero quasi riuscito a finire un intero anno senza farmi espellere. Non c’erano stati incidenti strani. Niente risse in classe. Nessun prof si era trasformato in un mostro e aveva cercato di uccidermi avvelenando il cibo della mensa o assegnandomi compiti letali. L’indomani sarei partito per il posto che preferisco di più al mondo: il Campo Mezzosangue.
Mancava soltanto un giorno. Nemmeno io potevo incasinare le cose, ormai.
Come al solito, mi sbagliavo.
La mamma preparò cialde azzurre e uova azzurre per colazione. È buffo, ma è fatta così: festeggia le occasioni speciali con il cibo azzurro. Penso che sia il suo modo per dire che tutto è possibile. Percy può passare la seconda media. Le cialde possono essere blu. Piccoli miracoli del genere.
Mangiai al tavolo della cucina mentre la mamma lavava i piatti. Era vestita con l’uniforme da lavoro: la gonna blu a stelle e la camicia a strisce rosse e bianche che indossava per vendere dolciumi al negozio Dolcezze d’America. Si era legata i lunghi capelli castani in una coda.
Le cialde erano fantastiche, ma evidentemente non mi stavo ingozzando come al solito. Così la mamma mi lanciò uno sguardo preoccupato e aggrottò la fronte. «Percy, tutto bene?»
«Sì… sto bene.»
Ma lei riusciva sempre a capire quando c’era qualcosa che mi preoccupava. Si asciugò le mani e si sedette di fronte a me. «È la scuola o…?»
Non c’era bisogno che finisse la domanda. Sapevo cosa mi stava chiedendo.
«Penso che Grover sia nei guai» dissi, e le raccontai il mio sogno.
Lei storse le labbra. Non parlavamo molto dell’altra parte della mia vita. Cercavamo di vivere nel modo più normale possibile, però la mamma sapeva tutto di Grover.
«Non mi preoccuperei troppo, caro» disse. «Grover è un satiro grande, ormai. Se ci fosse un problema, sono sicura che avremmo avuto notizie da… dal campo…» Irrigidì le spalle quando pronunciò la parola “campo”.
«Che c’è?» chiesi.
«Niente» rispose lei. «Senti che facciamo. Oggi pomeriggio festeggiamo la fine della scuola. Porterò te e Tyson al Rockefeller Center… in quel negozio di skateboard che ti piace.»
Cavolo, era una proposta allettante. Facevamo sempre fatica con i soldi. Fra i corsi serali della mamma e la retta della mia scuola, non potevamo mai permetterci cose speciali tipo andare a comprare uno skateboard. Ma qualcosa nella sua voce non mi convinse.
«Aspetta un minuto» dissi. «Pensavo che stasera mi avresti aiutato a fare i bagagli per il campo.»
Lei strizzò lo strofinaccio dei piatti. «Ah, caro, a proposito… ho ricevuto un messaggio di Chirone l’altra sera.»
Ebbi un tuffo al cuore. Chirone era il direttore delle attività del Campo Mezzosangue. Non ci contattava mai, a meno che non ci fosse qualcosa di grave. «Che ti ha detto?»
«Lui pensa… che il tuo ritorno al campo non sia ancora sicuro. Forse dobbiamo rimandarlo.»
«Rimandarlo? Mamma, come potrebbe non essere sicuro? Sono un mezzosangue! Il campo è l’unico posto sicuro sulla faccia della terra per quelli come me!»
«Di solito sì, caro. Ma con i problemi che stanno avendo…»
«Quali problemi?»
«Percy… mi dispiace davvero tanto. Speravo di parlartene questo pomeriggio. Non posso spiegarti ogni cosa ora. Non sono nemmeno sicura che possa farlo Chirone. È successo tutto così all’improvviso.»
Mi girava la testa. Come potevo non andare al campo? Avevo un milione di domande da fare, ma proprio in quell’istante l’orologio della cucina batté la mezz’ora.
La mamma sembrò quasi sollevata. «Le sette e mezzo, caro. Devi andare. Tyson ti starà aspettando.»
«Ma…»
«Percy, ne parleremo nel pomeriggio. Va’ a scuola.»
Era l’ultima cosa che volevo fare, ma la mamma aveva quell’espressione fragile negli occhi… una specie di allarme, tipo che se l’avessi incalzata troppo si sarebbe messa a piangere. E poi aveva ragione sul mio amico Tyson. Dovevo incontrarlo alla stazione della metro in orario o sarebbe entrato in agitazione. Aveva paura di viaggiare sottoterra da solo.
Presi la mia roba, ma mi fermai sulla soglia. «Mamma, questo problema al campo… ha… potrebbe avere qualcosa a che fare con il mio sogno su Grover?»
Lei non mi guardò negli occhi. «Ne parleremo nel pomeriggio, caro. Ti spiegherò… quello che posso.»
La salutai controvoglia. Scesi le scale e corsi a prendere il treno numero due.
Allora non lo sapevo, ma io e la mamma non saremmo mai riusciti a fare la nostra chiacchierata pomeridiana.
In effetti, non avrei più messo piede in casa per molto, molto tempo.
Quando uscii dal palazzo, lanciai un’occhiata all’edificio rossiccio dall’altra parte della strada. Solo per un secondo, vidi una forma scura nel sole del mattino, una sagoma uma...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il Mare dei Mostri
  4. 1. Il mio migliore amico va a comprarsi un abito da sposa
  5. 2. Gioco a palla prigioniera con i cannibali
  6. 3. Chiamiamo il taxi del tormento eterno
  7. 4. Tyson gioca con il fuoco
  8. 5. Ho un nuovo coinquilino
  9. 6. L’attacco dei piccioni demoniaci
  10. 7. Accetto regali da uno sconosciuto
  11. 8. Ci imbarchiamo sulla Principessa Andromeda
  12. 9. Ho la peggiore riunione di famiglia della storia
  13. 10. Scrocchiamo un passaggio ai sudisti zombie
  14. 11. Clarisse manda tutto all’aria
  15. 12. Facciamo un salto al centro benessere C.C.
  16. 13. Annabeth vuole tornare a casa a nuoto
  17. 14. Incontriamo le pecore della sventura
  18. 15. Nessuno si prende il Vello
  19. 16. Affondo con la nave
  20. 17. Riceviamo una sorpresa a Miami Beach
  21. 18. La carica dei party pony
  22. 19. La corsa delle bighe finisce col botto
  23. 20. La magia del Vello funziona troppo bene
  24. Ringraziamenti
  25. Copyright