La felicità
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La felicità

Meditazioni sull'arte di gioire

  1. 112 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La felicità

Meditazioni sull'arte di gioire

Informazioni su questo libro

Un volume che raccoglie prose e poesie, articoli e lettere, in cui Hesse va alla ricerca del suono della felicità nel profondo della propria anima: una passeggiata nel bosco, una gita sul lago, l'arrivo di un temporale, i ricordi d'infanzia... Momenti diversi, ma accomunati da una semplicità che rivela il dono di saper vivere l'attimo.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804505341
eBook ISBN
9788852016622

Pensieri sulla felicità
in lettere e scritti di Hermann Hesse

La felicità è un come, non un cosa, un talento, non un oggetto.
(da Gesammelte Briefe, vol. I, p. 84)
La felicità, amico mio, è dappertutto, sul monte e nella valle, nel fiore e nel cristallo.
(da Die Märchen, p. 207)
La bellezza non rende felice chi la possiede, ma chi è capace di amarla e adorarla.
(da Kleine Freuden, p. 132)
Mi sembrò che per moltissime persone seriamente malate nell’anima la perdita improvvisa del loro patrimonio e la scossa radicale della loro fede nella sacralità del denaro avessero significato non l’infelicità, ma piuttosto la più sicura, anzi l’unica salvezza possibile, e altrettanto mi appare una cosa del tutto desiderabile nella nostra vita attuale, di contro all’esclusivo culto del lavoro e del denaro, il senso del gioco del momento, l’essere aperti a ciò che accade, di cui tutti patiamo fortemente la mancanza.
(da Kurgast, GW 7, p. 83)
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Alla mancanza del nostro senso di redditività e di voglia di iniziativa corrisponde ai nostri antipodi – gli imprenditori e le persone dedite al guadagno – la mancanza di una dimensione dell’anima. Il nostro infantilismo poetico-romantico non è più infantile della fiducia puerilmente orgogliosa dell’ingegnere conquistatore del mondo, che crede nei propri calcoli come noi nel nostro Dio, e che è colto da rabbia o paura se l’assolutezza delle sue regole del mondo viene sconvolta da Einstein. Noi romantici e sentimentali, come per lo più siamo dileggiati dalla letteratura metropolitana, non siamo affatto tutti e nient’altro che sciocchi fanatici, che per un vecchio muro destinato a crollare disturbano la gente e mobilitano la guardia civica, alcuni di noi sono quasi altrettanto intelligenti di alcuni del partito della redditività, e forse in cuor loro sono più fiduciosi e più aperti al futuro di molti devoti del progresso.
(da Bilderbuch, GW 6, p. 328)
C’è felicità solo se non ci attendiamo niente dal domani e grati accogliamo dall’oggi ciò che porta con sé: l’ora magica ritorna sempre.
(da una lettera inedita, 1922).
La cosa magnifica di ogni gioia è che arriva senza merito e mai si può comprare.
(da Bilderbuch, GW 6, p. 194)
Col pensiero angoscioso di cosa potrebbe accaderci domani perdiamo l’oggi, il presente e con esso la realtà. Renda giustizia all’oggi, a questo giorno, a questa ora, a questo istante!
(da una lettera inedita degli anni Trenta)
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Il kairós è l’ora propizia, il tempo giusto, l’attimo felice. Perché nasca un’opera, anche una piccola opera, è necessario il kairós, non l’intenzione, e ancor meno una commissione esterna.
(da Gesammelte Briefe, vol. 4, p. 188)
La mia felicità possedeva lo stesso mistero della felicità dei sogni, era nella libertà di vivere contemporaneamente tutto il pensabile, scambiare per gioco il fuori e il dentro, far scorrere tempo e spazio come quinte teatrali.
(da Die Morgenlandfahrt, GW 8, p. 338)
Nella meditazione profonda c’è la possibilità di annullare il tempo, di vedere come simultanea ogni vita che è stata, che è e sarà, e tutto questo è buono, è perfetto, è Brahman. Per questo ogni cosa che è mi appare buona; la morte mi appare come la vita, il peccato come la santità, la saggezza come la stoltezza, tutto deve essere così, tutto ha bisogno solo della mia accettazione, solo della mia docilità, del mio amorevole consenso, così per me è buono e non mi può nuocere. Ho sperimentato su me stesso, corpo e anima, che ho avuto molto bisogno del peccato, ho avuto bisogno della voluttà, dell’aspirazione ai beni materiali, della vanità e ho avuto bisogno della disperazione più umiliante, per imparare ad abbandonare la resistenza, per imparare ad amare il mondo, per non confrontarlo più con un qualche mondo che io desideravo, che io mi ero figurato, con un mio tipo immaginato di perfezione, ma a lasciarlo com’è, e amarlo e appartenervi di buon grado.
(da Siddhartha, GW 5, p. 4)
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La parte più profonda di noi desidera la felicità, desidera una consonanza piacevole con tutto ciò che sta fuori di noi. Questo suono è disturbato appena la nostra relazione con una cosa è altro dall’amore. Non c’è alcun obbligo ad amare, c’è solo l’obbligo di essere felici. Solo per questo siamo al mondo. E con tutti gli obblighi e le morali e tutti gli ordini, raramente ci si rende l’un l’altro felici, perché con essi non si rende felici se stessi. Se l’uomo può essere «buono», può esserlo soltanto se è felice, se ha armonia dentro di sé. Cioè se ama.
(da Kleine Freuden, p. 133)
Felicità è amore, nient’altro. Chi sa amare è felice.
(da Kleine Freuden, p. 132)
Che io abbia le cose per me importanti continuamente nel campo visivo della mia coscienza non è decisivo per il valore e la crescita del mio io, ma lo è solo il fatto che tra la sfera della coscienza e quella del subconscio io nutra relazioni buone, agevoli, fluide. Non siamo macchine per pensare, ma organismi.
(da Kleine Freuden, p. 141)
Quando si prova gioia in un lavoro produttivo si vive pienamente, anche se per il resto le cose vanno così così.
(da una lettera inedita del 10.1.1929)
La bellezza trae una parte del proprio incanto dalla fugacità.
(da Musik, p. 108)
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Il paradiso si cura di farsi riconoscere come paradiso solo quando ne siamo stati cacciati.
(da Gedenkblätter, GW 10, p. 153)
Quando da un cielo coperto cade un raggio di sole in un vicolo scuro, qualsiasi cosa incontri è lo stesso: un coccio di bottiglia per terra, un manifesto lacerato alla parete o il biondo stoppa della testa di un bambino: esso porta luce, porta incanto, trasforma e trasfigura.
(da Schriften zur Literatur, GW 12, p. 505)
La credenza che non ci capiti nessuna fortuna o sfortuna, cui non siamo in grado di dare senso e valore, ce l’ho anche oggi come sempre, e non ci rinuncio né per me né per gli altri.
(da una lettera inedita del 21.2.1930)
L’infelicità si trasforma in felicità se le diciamo sì.
(da Schriften zur Literatur, GW 12, p. 342)
La forza del godere e quella del ricordare sono interdipendenti. Godere è spremere un frutto in tutta la dolcezza del suo succo, senza residui. E ricordo è l’arte non soltanto di trattenere ciò che un tempo si è goduto, ma di dare forma a piaceri sempre più puri.
(da Bilderbuch, GW 6, p. 185)
La bellezza è una delle forme della verità.
(da Ausgewählte Briefe, p. 363)
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La felicità si può avere solo finché non la si vede.
(da Gedenkblätter, GW 10, p. 206)
La nostra vita è un intreccio ininterrotto di su e giù, decadenza e ricostruzione, declino e risurrezione, e così, a fronte di tutti i segni miseri e opprimenti di una distruzione della nostra cultura, stanno altri chiari segni che fanno cenno a un nuovo risveglio del bisogno metafisico, alla formazione di una nuova spiritualità, alla tensione appassionata verso un nuovo significato della nostra vita.
(da Kleine Freuden, p. 183)
Provate la felicità del darsi, la felicità dell’essere senza esigenze, la felicità della collaborazione servizievole! Nessun’altra via vi conduce con uguale velocità e certezza alla conoscenza dell’unità e sacralità della vita! Nessun’altra via vi conduce con tale certezza allo scopo di ogni arte del vivere, al gioioso superamento dell’egoismo – non attraverso la rinuncia alla personalità, ma attraverso il suo più alto sviluppo.
(da Politik des Gewissens, p. 409)
La fantasia è la madre della contentezza, del buon umore, dell’arte di vivere. La fantasia cresce solo sul terreno di un intimo accordo tra l’uomo e il suo ambiente concreto. Questo ambiente non ha bisogno di esser bello, né singolare, né eccitante. Abbiamo solo bisogno di tempo per crescervi insieme, e questo oggi manca dovunque.
(da Lektüre für Minuten, p. 112)
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La brama di «felicità» dei rozzi e degli sciocchi forse non è affatto un segno degli eletti. Forse ogni uomo, anche se non tutti con la stessa consapevolezza, ha in sé invidia per la «felicità» di colui che vede un gradino sotto o sopra di sé. Forse ogni vita invidia l’altra, e a ogni vita il proprio destino sembra più pesante di ogni altro.
(da Ausgewählte Briefe, p. 86)
Quando un uomo cerca, accade facilmente che il suo occhio veda soltanto la cosa che cerca, che egli non sia capace di trovare niente, di lasciare entrare niente in sé, perché pensa solo e sempre a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dallo scopo. Cercare significa: avere uno scopo. Trovare invece vuol dire: essere liberi, restare aperti, non avere alcuno scopo.
(da Siddhartha, GW 5, pp. 460 sg.)
Ai bisogni più semplici, sui quali però non si riflette mai, perché non si trasformano mai in fame, appartiene anche la patria. Con questa parola non intendo il paese natale – che fa già parte dei doni e dei più alti bisogni spirituali. Intendo le immagini che ognuno di noi ha conservato dall’infanzia come il bene migliore della memoria. Non sono così belle perché la patria fosse la più bella del mondo; sono così belle solo perché le abbiamo viste all’inizio, con la prima gratitudine e la freschezza dei nostri giovani occhi di bambini.
Questo non è sentimentalismo. La cosa più sicura che abbiamo, se non abbiamo raggiunto i gradini più alti dello spirito, è la patria. Per patria si possono intendere diverse cose. La patria può essere un paesaggio, un giardino, un’officina, o anche un suono di campane, un odore. Questo, di qualsiasi cosa si tratti, è il ricordo del tempo della crescita, delle prime, più forti, più sacre impressioni della nostra vita…
Si v...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Felicità
  5. È una tale bellezza nel mondo
  6. Canzone di viaggio
  7. Incontro all’estate
  8. Bellezza dell’Oggi
  9. Piena estate
  10. Africa
  11. [Viaggiare]
  12. Scritto sulla sabbia
  13. Fattoria
  14. La casa del parroco
  15. Libri
  16. Un giorno d’estate nel Sud
  17. Sera d’estate nel Ticino
  18. Magia dei colori
  19. Tra estate e autunno
  20. Primavera
  21. Maggio nel bosco di castagni
  22. Linguaggi
  23. [Manoscritti illustrati]
  24. Incantesimo
  25. Pensieri sulla felicità in lettere e scritti di Hermann Hesse