
- 288 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Artemis Fowl - 1.
Informazioni su questo libro
Chi è Artemis Fowl? Un genio? Certo, visto che gioca con la tecnologia come altri giocherebbero con i soldatini. Un criminale? Indubbiamente: non a caso discende da un'antica e illustre stirpe di malfattori. Ma Artemis è soprattutto colui che ha ideato il colpo più audace e fantasioso del secolo: impadronirsi dell'oro che il Piccolo Popolo custodisce gelosamente da millenni. Questo è il racconto della sua guerra privata con fate, folletti, gnomi e troll, e soprattutto con la superpoliziotta elfica Spinella Tappo: una guerra che assomiglia a un frenetico videogame e che solo un ragazzo con i nervi saldi di un James Bond è in grado di combattere...
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Informazioni
Print ISBN
9788804530213eBook ISBN
97888520156321
IL LIBRO
D’estate, come tutti sanno, la città di Ho Chi Minh è orribilmente afosa. Inutile dire che Artemis Fowl si sarebbe risparmiato volentieri un simile fastidio se non ci fosse stato in gioco qualcosa di molto importante. Qualcosa di essenziale per i suoi piani.
Il sole non si addiceva ad Artemis e i suoi raggi non gli conferivano un bell’aspetto. Le lunghe ore passate al chiuso, davanti allo schermo del computer, avevano reso opaca la sua pelle. Alla luce del giorno era pallido come un vampiro, e quasi altrettanto irritabile.
«Spero che non sia un altro buco nell’acqua, Leale» mormorò in tono sommesso, ma secco. «Non dopo Il Cairo.»
Era un velato rimprovero. Si erano recati in Egitto inseguendo la traccia fasulla fornita da un informatore di Leale.
«No, signore. Stavolta sono sicuro. Nguyen è un tipo a posto.»
«Mmm» borbottò Artemis, poco convinto.
I passanti si sarebbero stupiti sentendo l’adulto massiccio rivolgersi al ragazzo chiamandolo “signore”. In fin dei conti, era l’alba del terzo millennio. Ma quello non era un rapporto normale e quei due non erano normali turisti.
Al momento erano seduti al tavolino di un caffè sulla piazza Dong Khai, e osservavano le evoluzioni in motorino dei ragazzotti locali.
Nguyen era in ritardo, e la striminzita chiazza d’ombra fornita dall’ombrellone non contribuiva a migliorare l’umore di Artemis. Comunque, al di là del suo abituale pessimismo brillava una scintilla di speranza. Che fosse questa la volta buona? Avrebbero finalmente trovato il Libro? Quasi non osava sperarlo.
Un cameriere si avvicinò al loro tavolo.
«Ancora tè, signori?» chiese, chinando rispettosamente la testa.
Artemis sospirò. «Risparmiami queste scene e siediti.»
D’istinto, l’uomo si rivolse a Leale, che era in fin dei conti l’adulto.
«Ma signore, i camerieri non possono…»
Artemis tamburellò le dita sul tavolo per richiamare la sua attenzione.
«Porti mocassini fatti a mano, una camicia di seta e tre anelli d’oro. Parli inglese con l’accento di Oxford e le tue unghie hanno tutta l’aria di essere appena uscite dal manicure. Non sei un cameriere. Sei il nostro contatto, Nguyen Xuan, e questa mascherata ti serviva per controllare se e come siamo armati.»
Le spalle di Nguyen s’incurvarono. «È vero. Sorprendente.»
«Nient’affatto. Un grembiule sporco non fa il cameriere.»
Nguyen si sedette e si versò una tazza di tè alla menta.
«Permetti che ti ragguagli sulle nostre armi» proseguì Artemis. «Io sono disarmato. Ma Leale, il mio… ah… assistente, ha una mitraglietta Sig Sauer nella fondina a spalla, due pugnali affilati negli stivali, una due-colpi nella manica, una garrotta nell’orologio e tre granate sparpagliate in varie tasche. Ho scordato qualcosa, Leale?»
«Lo sfollagente, signore.»
«Oh, sì. Un buon vecchio sfollagente sotto la camicia.»
Nguyen si portò la tazza alle labbra con mano tremante.
«Non temere, signor Xuan» lo rassicurò Artemis sorridendo. «Nessuna di queste armi sarà usata contro di te.»
Nguyen non sembrò particolarmente rassicurato.
«No. Leale potrebbe ucciderti in cento modi diversi senza bisogno di ricorrere alle armi. Anche se, presumo, un solo modo sarebbe più che sufficiente.»
Ormai Nguyen era atterrito. Di solito Artemis faceva quell’effetto. Un ragazzino pallido che parlava con l’autorità e il vocabolario di un adulto estremamente sicuro di sé. Nguyen già conosceva il nome Fowl – e chi non lo conosceva, nel sottobosco internazionale? – ma si era aspettato di trattare con Artemis senior, non con un ragazzo. Anche se la parola “ragazzo” non si adattava granché a quell’adolescente diafano. E il gigantesco assistente, Leale. Quelle zampacce potevano spezzarti l’osso del collo come un grissino. Nguyen cominciava a pensare che nessuna cifra fosse abbastanza alta da compensare un altro minuto passato in compagnia di quei due.
«Ma passiamo agli affari» disse Artemis, posando un piccolo registratore sul tavolino. «Hai risposto al mio annuncio su Internet…»
Nguyen annuì, augurandosi di cuore che l’informazione ricevuta rispondesse a verità.
«Sì, signore… signor Fowl. Quello che cerca… so dov’è.»
«Davvero? E io dovrei accettare a occhi chiusi la tua parola? Potrebbe essere un’imboscata. La mia famiglia ha un certo numero di nemici.»
Leale acchiappò al volo un insetto di passaggio.
«No, no» squittì Nguyen, tirando fuori il portafoglio. «Ecco, guardi.»
Artemis studiò l’istantanea, sforzandosi di contenere l’eccitazione che sentiva montargli dentro. Sembrava promettente, ma ormai con un computer e uno scanner era possibile falsificare qualunque cosa. La foto mostrava una mano che spuntava dalle ombre. Una mano verdastra.
«Mmm» mormorò. «Parlamene un po’…»
«Questa donna. È una guaritrice. La si trova in via Tu Do. Lavora in cambio di vino di riso. Sempre ubriaca.»
Artemis annuì. Tornava. L’ubriachezza. Uno dei pochi fatti concreti appurati dalle sue ricerche. Si alzò, lisciando le pieghe della polo bianca.
«Molto bene. Precedici, signor Xuan.»
Nguyen si asciugò il sudore dai lunghi baffi sottili.
«Soltanto l’informazione. Era questo l’accordo. Non voglio ritrovarmi con una maledizione sulla testa.»
Leale lo agguantò abilmente per la collottola.
«Spiacente, signor Xuan, ma non hai nessuna possibilità di scegliere.»
L’istante successivo, il recalcitrante vietnamita si ritrovò pilotato fino alla jeep presa a nolo. In realtà le strade pianeggianti di Ho Chi Minh – o Saigon, come ancora la chiamavano gli indigeni – non richiedevano l’uso di quattro ruote motrici, ma Artemis preferiva tenersi il più possibile a distanza dai suoi simili.
La jeep avanzò con lentezza esasperante, resa ancor più insopportabile dall’ansia crescente di Artemis. Possibile che fossero davvero giunti alla fine della loro ricerca? Che, dopo aver saltellato fra tre continenti rincorrendo sei piste una più fasulla dell’altra, quella guaritrice avvinazzata fosse davvero la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno? Soffocò un risolino. La pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno. Aveva fatto una battuta. Il che non capitava tutti i giorni.
I motorini si ritraevano davanti a loro come un branco di pesciolini. La folla sembrava immensa. Perfino i vicoli traboccavano di venditori. C’erano cuochi che lanciavano teste di pesce in profonde padelle piene di olio sfrigolante, e monelli di strada che gironzolavano alla ricerca di valuta e proprietà incustodite. Altri marmocchi stavano seduti all’ombra, assorbiti da battaglie senza fine contro videogiochi portatili.
La camicia di Nguyen era fradicia di sudore, ma non per l’umidità. A quella c’era abituato. Tutta colpa di quella situazione infame. Avrebbe dovuto essere più furbo, non mischiare magia e crimine. Promise a se stesso che se l’avesse scampata avrebbe cambiato vita. Mai più avrebbe risposto a stravaganti richieste via Internet, e di sicuro si sarebbe tenuto alla larga dai rampolli dei grandi criminali europei.
Quando finalmente le strade diventarono troppo strette per la jeep, Artemis si voltò verso Nguyen. «A quanto pare, signor Xuan, dobbiamo proseguire a piedi. Puoi anche cercare di scappare, se vuoi, ma in tal caso ti avverto che hai buone probabilità di sentire in mezzo alle scapole una fitta dolorosa e fatale.»
Nguyen guardò Leale negli occhi. Occhi di un azzurro così cupo da sembrare neri. Occhi spietati. «Non temete» balbettò. «Non ho intenzione di scappare.»
Quando scesero dalla jeep, mille occhi sospettosi seguirono la loro avanzata nel vicolo. Un incauto borsaiolo tentò di separare Leale dal suo portafoglio, ma l’omone gli spezzò le dita senza neanche abbassare lo sguardo. Dopodiché, tutti si tennero alla larga.
Il vicolo diventò un viottolo fangoso dove fogne e tubi di scarico sputavano il loro contenuto maleodorante, fiancheggiato da isole di stuoie di riso che ospitavano storpi e mendicanti.
«Allora?» sbottò Artemis. «Dov’è?»
Nguyen indicò un triangolo nero sotto un’arrugginita scala antincendio.
«Là sotto. Non esce mai. Neanche per comprare il vino di riso. Chiede sempre a qualcuno di portarglielo. Posso andare, ora?»
Senza rispondergli, Artemis mosse qualche passo nel vicolo e verso la scala antincendio. Fra le ombre, qualcosa si mosse furtivamente.
«Leale… gli occhiali.»
Subito il maggiordomo sfilò dalla cintura un paio di occhialoni a visione notturna e glieli consegnò. Il motorino della messa a fuoco ronzò per adattarsi alla luce fioca.
Appena Artemis li inforcò, il mondo assunse una sfumatura verde acido. Trattenne il fiato, scrutando le ombre e concentrandosi sulla figura accucciata su una stuoia. Migliorò ulteriormente la messa a fuoco. Era una figura piccola, stranamente piccola, avvolta in uno scialle sudicio e circondata da brocche di vino ormai vuote. Un braccio spuntò dallo scialle e subito si ritrasse, timoroso della luce pressoché inesistente. Sembrava verde. Come ogni altra cosa, del resto.
«Signora» disse Artemis, «le faccio una proposta.»
La testa della figura sussultò, assonnata.
«Vino» gracchiò una voce roca. Sembrava un chiodo che strisciasse su una lavagna. «Vino, inglese.»
Artemis sorrise. Il dono delle lingue, l’avversione alla luce. Tornava tutto.
«Veramente sono irlandese. Allora, le interessa la mia proposta?»
La guaritrice agitò un dito ossuto con aria furba. «Prima il vino. Poi parliamo.»
«Leale?»
La guardia del corpo infilò una mano in tasca e gli passò una bo...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Artemis Fowl
- Prologo
- 1 Il Libro
- 2 Traduzione
- 3 Spinella
- 4 Rapita!
- 5 Dispersa in missione
- 6 Sotto assedio
- 7 Bombarda
- 8 Troll
- 9 L’asso nella manica
- Epilogo
- Il Popolo – Guida all’avvistamento
- Copyright