
- 252 pagine
- Italian
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La morte nel villaggio
Informazioni su questo libro
A St Mary Mead, un tranquillo villaggio nella campagna inglese, la vita scorre monotona, senza che accada mai nulla di nuovo. O almeno così pensano tutti. Questa però non è l'opinione di Miss Marple, persuasa che il male possa nascondersi ovunque. E infatti, quasi a dimostrare la teoria della simpatica ed estrosa anziana signora, proprio nella canonica davanti alla sua villetta vittoriana viene commesso un feroce delitto. L'inatteso crimine sgomenta l'intera comunità, tanto più che la vittima, il prepotente colonnello Protheroe, era un personaggio molto in vista, anche se odiato persino dai membri della sua famiglia. Le indagini della polizia locale non portano a nulla, ma la mansueta Miss Marple, grazie alla sua abilità nel raccogliere i pettegolezzi e alla capacità di sondare l'animo di chi le sta intorno, riuscirà comunque a trovare il bandolo della matassa, fino a scoprire l'insospettabile colpevole. Presentata ai lettori nel 1930 proprio con questo romanzo, Miss Marple conquistò immediatamente la loro simpatia, tanto da diventare la protagonista di una fortunata serie di romanzi che godono ancora oggi di indiscussa fama.
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Informazioni
Argomento
LetteraturaCategoria
Letteratura poliziesca e gialliLa morte nel villaggio
1
Non è tanto facile sapere con precisione da che parte cominciare questo racconto, ma ho fissato la mia scelta su un certo mercoledì all’ora della colazione in canonica. Benché la nostra conversazione di quel giorno non avesse in fondo nulla a che fare con quanto mi accingo a scrivere, pure qualcuna delle frasi pronunciate ebbe più tardi una certa importanza sugli avvenimenti che sto per narrare.
Avevo appena finito di affettare il bollito (parecchio legnoso, sia detto fra parentesi), quando nel rimettermi a sedere espressi l’opinione, poco consona al mio abito, che chiunque avesse ucciso il colonnello Protheroe avrebbe reso un gran servizio all’umanità.
Il mio giovane nipote Dennis esclamò istantaneamente: «Le tue parole saranno ricordate contro di te il giorno in cui quel brav’uomo verrà trovato in un lago di sangue. Mary potrà testimoniare, non è vero, Mary? E descriverà il modo vendicativo col quale hai brandito il coltello».
Mary, che considera il suo servizio presso di noi come un gradino per giungere a una posizione migliore e a un salario più alto, si accontentò di mettergli davanti, con un gesto sgraziato, un vassoio incrinato, dicendogli al tempo stesso: «Verdura».
«È stato proprio molto noioso?» domandò mia moglie in tono di simpatia.
Non risposi subito perché Mary, dopo aver posato con un gran tonfo il vassoio della verdura, mi mise sotto il naso un budino di mele che io rifiutai. Posò allora il vassoio sulla tavola con un altro tonfo e uscì dalla stanza.
«È un vero peccato che io sia una massaia così poco esperta» disse mia moglie con un’ombra di vero rincrescimento nella voce.
Non potevo che darle ragione. Mia moglie si chiama Griselda, nome singolarmente adatto per la compagna di un pastore, ma tutta la sua idoneità finisce lì; nel suo carattere non c’è proprio nulla di mansueto.
Sono sempre stato del parere che un pastore dovrebbe rimanere celibe. Perché poi io abbia tanto insistito con Griselda per indurla a diventare mia moglie, dopo appena ventiquattro ore che la conoscevo, è sempre rimasto un mistero per me. Il matrimonio, ho sempre ritenuto, è una cosa molto seria e nessuno dovrebbe mai decidersi a questo passo se non dopo matura riflessione, con la piena certezza che esiste un perfetto accordo nei gusti e nelle inclinazioni.
Griselda è di quasi vent’anni più giovane di me; è tanto bella da far perdere la testa a chiunque la guardi ed è assolutamente incapace di prendere la vita sul serio. Ho tentato spesso di farle capire ciò che penso del suo modo di fare, ma lei accoglie tutte le mie osservazioni con una risata.
«Basterebbe che tu ti sforzassi un po’, qualche volta, mia cara» le dissi ora.
«Lo faccio... qualche volta» protestò Griselda. «Soltanto ho visto che tutto sommato le cose vanno peggio quando me ne occupo di quando lascio che vadano per il loro verso. Si vede proprio che non sono nata per fare la massaia, per cui trovo che è molto meglio lasciar fare a Mary e rassegnarmi a star male e a mangiar cibi mal cotti. Ma raccontami piuttosto come è andata col colonnello Protheroe. Beati i primi cristiani che almeno non avevano alle costole amministratori laici!»
«Vecchio asino pomposo!» rincarò la dose mio nipote Dennis. «Non mi stupisce affatto che la sua prima moglie lo abbia piantato.»
«Non vedo cos’altro avrebbe potuto fare» aggiunse mia moglie.
«Griselda!» la rimproverai. «Non voglio sentirti parlare così.»
«Sì, caro» rispose mia moglie con affetto. «Ma dimmi con chi ce l’aveva stamattina: col signor Hawes, come al solito?»
Hawes è il mio nuovo coadiutore. È con noi da appena tre settimane. Ha idee molto conservatrici e digiuna il venerdì. Il colonnello Protheroe è un grande oppositore dei rituali, sotto qualsiasi aspetto.
«Questa volta no. Tutto il chiasso è nato invece da quel benedetto biglietto da una sterlina della signora Price Ridley.»
La signora Price Ridley è una delle mie parrocchiane più devote. Il giorno dell’anniversario della morte di suo figlio, essendo venuta alle prime funzioni della mattina, mise un biglietto da una sterlina nella borsa dell’elemosina. Più tardi, leggendo la lista delle offerte affissa alla porta della chiesa, fu sorpresa di vedervi incluso come offerta più alta un biglietto da dieci scellini. Venne a lamentarsi da me e io, abbastanza ragionevolmente, mi pare, le feci osservare che poteva essersi ingannata.
«Non siamo più giovani come un tempo, purtroppo» dissi col maggior tatto possibile «e bisogna scontarne la pena.»
Strano a dirsi, le mie parole non servirono ad altro che a farla stizzire sempre di più. Si dichiarò stupita che non trovassi anch’io quel fatto molto strano e uscì, per andarsi a lagnare, a quanto sembra, col colonnello Protheroe. Il colonnello è uno di quegli uomini che godono immensamente quando possono fare un gran chiasso per nulla. Fece un gran chiasso, infatti, e fu un peccato che scegliesse proprio un mercoledì. Il mercoledì mattina ho la lezione di catechismo e il fatto di dovere insegnare ai ragazzi mi rende nervoso e irritabile per tutta una giornata.
«Anche lui deve pur trovare il modo per divertirsi» disse mia moglie con l’aria di voler giudicare imparzialmente la situazione. «Nessuno gli gira intorno, chiamandolo caro vicario, nessuno gli ricama delle orribili pantofole, né gli regala dei calzerotti per Natale. Tanto sua moglie che sua figlia non ne possono più di lui e così m’immagino che sia felice di potersi dare un po’ d’importanza, di tanto in tanto.»
«Potrebbe però fare a meno di essere offensivo» ribattei con un certo calore. «Credo che non si sia reso conto lui stesso di ciò che le sue parole potevano implicare. Vuol riguardare i conti per paura di una defalcazione... È stata questa la sua parola: defalcazione! Mi sospetta forse di appropriazione indebita dei fondi della chiesa?»
«Nessuno penserebbe mai a sospettarti di nulla, caro» mi consolò Griselda. «Sei così al di sopra di qualsiasi sospetto, che è un vero peccato non approfittare dell’occasione. Vorrei che tu ti appropriassi indebitamente dei fondi. Odio i missionari... li ho sempre odiati.»
Avrei voluto rimproverarla per questa frase, ma in quel momento entrò Mary che portava in tavola un budino di riso mezzo crudo. Protestai debolmente, ma Griselda osservò che i giapponesi mangiano sempre il riso poco cotto e hanno per conseguenza il cervello sviluppatissimo.
«Protheroe verrà domani sera a riguardare i conti insieme a me» risposi. «Così dovrò finire di preparare oggi il mio discorso per l’Associazione della Gioventù Anglicana. E tu che farai nel pomeriggio, Griselda?»
«Il mio dovere» rispose mia moglie. «Il mio dovere di vicaria. Tè con relativi pettegolezzi alle quattro e mezzo.»
«Chi aspetti?»
Griselda contò sulle dita, con un’aria di donna virtuosa dipinta sul viso.
«La signora Price Ridley, la signorina Wetherby, la signorina Hartnell e la terribilissima Miss Marple.»
«Miss Marple mi è piuttosto simpatica» dissi. «Per lo meno non le manca un certo senso dell’umorismo.»
«È la più gran pettegola del villaggio» protestò Griselda. «Sa sempre tutto quello che accade e ne trae le peggiori conclusioni.»
Come ho già detto Griselda è molto più giovane di me. Alla mia età si finisce col capire che il peggio è quasi sempre vero.
«Non aspettare me per il tuo tè, Griselda» disse Dennis.
«Antipatico!» esclamò lei.
«No, ma sul serio, sono stato invitato al tennis dai Protheroe, te lo assicuro.»
«Antipatico!» ripeté Griselda.
Dennis batté precipitosamente in ritirata e Griselda e io andammo insieme in biblioteca.
«Mi domando di chi parleremo durante il tè» disse Griselda andando a sedersi alla mia scrivania. «Del dottor Stone e la signorina Cram probabilmente e forse della signora Lestrange. A proposito, sono andata a farle visita ieri, ma non era in casa. Sono sicura che parleremo della signora Lestrange all’ora del tè. È veramente misterioso, non ti pare, il fatto di una persona che arriva qui, prende una casa e vi si chiude dentro senza più uscirne. Fa pensare a qualche romanzo poliziesco... Chi era la donna misteriosa così pallida in viso? Qual era il suo passato? Nessuno lo sapeva. Qualcosa di leggermente sinistro emanava da tutta la sua persona. Secondo me il dottor Haydock la deve conoscere.»
«Leggi troppi gialli, Griselda» osservai.
«E tu allora?» ribatté. «Ti ricordi dell’altro giorno, quando eri qui a scrivere il tuo sermone e io cercavo per tutta la casa La macchia sulle scale? Quando sono entrata a domandarti se l’avevi visto che cosa ho trovato?»
Ebbi la buona grazia di arrossire.
«Lo avevo preso in mano per caso. Sono stato colpito da una frase e...»
«Le conosco certe frasi» disse Griselda. «Accadde allora un fatto molto curioso. Griselda si alzò e andò a dare un bacio al suo vecchio marito.»
Fece seguire l’atto alle parole.
«È un fatto proprio molto curioso?» domandai.
«Si capisce» affermò Griselda. «Non ti rendi conto, Len, che avrei potuto sposare un ministro, un baronetto, un ricco industriale, tre ufficiali e un affascinantissimo scapestrato, mentre invece ho scelto te? Non ti sei stupito?»
«In quel momento sì» risposi. «E mi sono spesso domandato perché lo hai ...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Prefazione
- La morte nel villaggio
- Postfazione
- Copyright