La repubblica di un solo giorno
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La repubblica di un solo giorno

  1. 168 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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La repubblica di un solo giorno

Informazioni su questo libro

"Er Papa se n'è ito!", parole incredibili che corrono da un angolo all'altro della Città Eterna: c'è chi le mormora con stupore, chi le grida esultando, c'è chi si informa, chi ride, chi applaude...
Roma, novembre 1848: Pio IX fugge a Gaeta, mentre in città il governo guidato dai triumviri Mazzini, Saffi e Armellini proclama la repubblica e l'assemblea costituente si mette al lavoro per redigere una carta costituzionale che trasformi finalmente in legge gli ideali che in quell'anno di fuoco animano chi lotta per l'Italia unita. Ma alle porte della città, decisi a riconsegnarla nelle mani del Papa Re, premono i francesi: e allora a sostenere la Repubblica Romana accorrono militanti da tutta la penisola, pronti a battersi contro quei "bugiardi che a parole difendono le repubbliche e poi vengono a fare la guerra per affossarle".
Appena uscito dall'esperienza formidabile delle Cinque Giornate milanesi è il terzetto composto da Ranieri, Aurelio e Cristina: il primo, romantico e riflessivo, crede nella strategia mazziniana della prudenza e del sacrificio; il secondo, più impulsivo, sceglie invece di combattere al fianco di Garibaldi, mentre Cristina, d'animo generoso e origini principesche, organizza l'assistenza negli ospedali. Nel giro di pochi mesi - tra il novembre del 1848 e il luglio del 1849 - la torpida sede papale si trasforma in un fervido laboratorio di nuove esperienze, un crocevia di progetti in cui la borghesia liberale s'incontra con il popolo, disilluso e persuaso che "tanto comanna sempre chi comanna". Così la pensa Lucio, lo spavaldo capo di una banda di ragazzini specializzata in furti con destrezza: per lui tutti i damerini a passeggio per i vicoli sono una manna dal cielo, ma è proprio cercando di borseggiare il trio di lombardi che, per la prima volta nella sua giovanissima vita, Lucio viene spronato a cercare di conquistare una libertà duratura piuttosto che vivere alla giornata. Lo stesso accade a Maddalena, che a Trastevere fa la prostituta ma nello sguardo di Ranieri intravede la promessa di un futuro di amore e dignità. Nel frattempo, mentre per le strade si combatte sempre più sanguinosamente, gli articoli della Costituzione che prende forma danno voce e speranza a un mondo tutto diverso: comunque vada nulla sarà perduto, "resteranno le parole" - un ordinamento tanto moderno da diventare la base, un secolo più tardi, della nostra Costituzione repubblicana. Con profondo slancio civile e vitalità narrativa Ugo Riccarelli ridà corpo e voce a un episodio glorioso e poco noto del nostro Risorgimento. E lo fa condividendo appieno il punto di vista del popolo romano, di chi da principio guardò alla repubblica con sospetto o indifferenza per poi lasciarsi conquistare dalla forza delle idee e trovare il coraggio di rischiare tutto per la democrazia. Nato, in collaborazione con Marco Baliani, per essere portato sulle scene teatrali, La repubblica di un solo giorno racchiude tutta l'immediatezza, la magia, la plasticità di un testo vivo, e ci restituisce il sapore di un'esperienza che è giunta fino a noi proprio grazie a uomini che hanno saputo affidare alla straordinaria intensità delle parole la loro fede in un mondo più giusto.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2011
Print ISBN
9788804606703

Le parole che restano

ROMANI!
Il Triumvirato s’è volontariamente disciolto. L’Assemblea costituente vi comunicherà i nomi dei nostri successori.
L’Assemblea, commossa, dopo il successo ottenuto jeri dal nemico, dal desiderio di sottrarre Roma agli estremi pericoli, e d’impedire che si mietessero senza frutto per la difesa altre vite preziose, decretava la cessazione della resistenza. Gli uomini, che avevano retto mentre durava la lotta, mal potevano seguire a reggere nei nuovi tempi che si preparano. Il mandato ad essi affidato cessava di fatto, ed essi si affrettarono a rassegnarlo nelle mani dell’Assemblea.
Romani! Fratelli! Voi avete segnata una pagina che rimarrà nella storia documento della potenza d’energia che dormiva in voi e dei vostri fati futuri, che nessuna forza potrà rapirvi. Voi avete dato battesimo di gloria e consacrazione di sangue generoso alla nuova vita che albeggia all’Italia, vita collettiva, vita di popolo che vuole essere e che sarà. Voi avete, raccolti sotto il vessillo repubblicano, redento l’onore della patria comune contaminata altrove dagli atti dei tristi, e scaduta per impotenza monarchica. I vostri Triumviri, tornando semplici cittadini fra voi, traggono con sé conforto supremo nella coscienza di pure intenzioni, e l’onore d’avere il loro nome associato ai vostri fortissimi fatti.
Una nube sorge oggi tra il vostro avvenire e voi. È nube d’un’ora. Durate costanti nella coscienza del vostro diritto e nella fede per la quale morirono apostoli armati, molti dei migliori fra voi. Dio, che ha raccolto il loro sangue, sta mallevadore per voi. Dio vuole che Roma sia libera e grande; e sarà. La vostra non è disfatta: è vittoria dei martiri ai quali il sepolcro è scala di cielo. Quando il cielo splenderà raggiante di resurrezione per voi; quando, tra brev’ora, il prezzo del sacrificio, che incontraste lietamente per l’onore, vi sarà pagato; possiate allora ricordarvi degli uomini che vissero per mesi della vostra vita, soffrono oggi dei vostri dolori, e combatteranno, occorrendo, domani, misti nei vostri ranghi, le nuove vostre battaglie. Viva la Repubblica Romana!
I Triumviri:
G. Mazzini, G. Armellini, A. Saffi
Roma, 30 giugno 1849
IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
Noi sottoscritti protestiamo solennemente contro la violenza che ha abbattuto il Governo della Repubblica Romana sorto dal libero voto del popolo, durato nel perfetto ordine civile e fatto sacro dal sangue versato per difenderlo. La nostra spada consacrata alla Repubblica la deponghiamo, dichiarando non voler servire verun Governo dispotico imposto al sublime popolo romano dall’armi francesi.
Seguono le firme
Roma, 3 luglio 1849
ABITANTI DI ROMA!
L’esercito inviato sul vostro territorio dalla Repubblica Francese ha la missione di ristabilirvi l’ordine reclamato dal voto delle popolazioni. Una minorità faziosa o traviata ci ha costretto a dar l’assalto alle vostre mura.
Padrone della piazza, compiamo la nostra missione.
Fra gli attestati di simpatia che ci accolsero, specialmente colà ove i sentimenti del vero popolo romano non erano contestabili, sorsero ostili grida che ci costrinsero a una repressione immediata.
I buoni e i veri amici della libertà riprendano fiducia; sappiano i nemici dell’ordine e della sicurezza che sarebbero punite rigorosamente, ove si rinnovassero, le dimostrazioni ostili provate da una fazione straniera.
Per dare positive guarentigie alla pubblica sicurezza, pubblico le seguenti disposizioni:
Tutti i poteri sono provvisoriamente concentrati nelle mani dell’autorità militare, la quale domanderà immediatamente il concorso dell’autorità municipale.
L’Assemblea, il Governo, il cui regno violento e oppressivo cominciò coll’ingratitudine e terminò con un empio appello alla guerra contro una nazione amica alle popolazioni romane, cessa di esistere.
I circoli e le associazioni politiche sono vietati: le pubblicazioni per via di stampe, gli affissi non autorizzati dall’autorità militare sono provvisoriamente interdetti.
I delitti contro le persone e le proprietà sono sottoposti alla giurisdizione dei tribunali militari.
Il generale di divisione Rostolan è nominato governatore di Roma.
Il generale di brigata Sauvant è comandante della piazza. Il colonnello Sot è maggiore della piazza.
Il generale comandante in capo
Oudinot di Reggio
Roma, 3 luglio 1849
LETTERA DI MAZZINI AI ROMANI
Romani!
La forza brutale ha sottomesso la vostra città; ma non mutato o scemato i vostri diritti. La Repubblica Romana vive eterna, inviolabile nel suffragio dei liberi che la proclamarono, nella adesione spontanea di tutti gli elementi dello Stato, nella fede dei popoli che hanno ammirato la lunga nostra difesa, nel sangue dei martiri che caddero sotto le nostre mura per essa. Tradiscano a posta loro gl’invasori le loro solenni promesse. Dio non tradisce le sue. Durate costanti e fedeli al voto dell’anima vostra, nella prova alla quale Ei vuole che per poco voi soggiacciate; e non diffidate dell’avvenire. Brevi sono i sogni della violenza, e infallibile il trionfo d’un popolo che spera, combatte e soffre per la Giustizia e per la santissima Libertà.
Voi deste luminosa testimonianza di coraggio militare; sappiate darla di coraggio civile...
Dai Municipii esca ripetuta con fermezza tranquilla d’accento la dichiarazione ch’essi aderiscono volontari alla forma repubblicana e all’abolizione del governo temporale del Papa; e che riterranno illegale qualunque governo s’impianti senza l’approvazione liberamente data dal popolo; poi occorrendo si sciolgano... Per le vie, nei teatri, in ogni luogo di convegno, sorga un grido: Fuori il governo dei preti! Libero Voto!...
I vostri padri, o Romani, furon grandi non tanto perché sapevano vincere, quanto perché non disperavano nei rovesci.
In nome di Dio e del popolo siate grandi come i vostri padri. Oggi come allora, e più che allora, avete un mondo, il mondo italiano in custodia.
La vostra Assemblea non è spenta, è dispersa. I vostri Triumviri, sospesa per forza di cose la loro pubblica azione, vegliano a scegliere a norma della vostra condotta, il momento opportuno per riconvocarla.
G. Mazzini
Roma, 5 luglio 1849
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA, 1849
PRINCIPII FONDAMENTALI
I – La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.
II – Il regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.
III – La Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.
IV – La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’italiana.
V – I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato.
VI – La più equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia coll’interesse politico dello Stato, è la norma del riparto territoriale della Repubblica.
VII – Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.
VIII – Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale.
TITOLO I: DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI
art. 1 – Sono cittadini della Repubblica:
Gli originarii della Repubblica;
Coloro che hanno acquistata la cittadinanza per effetto delle leggi precedenti;
Gli altri Italiani col domicilio di sei mesi;
Gli stranieri col domicilio di dieci anni;
I naturalizzati con decreto del potere legislativo.
art. 2 – Si perde la cittadinanza:
Per naturalizzazione, o per dimora in paese straniero con animo di non più tornare;
Per l’abbandono della patria in caso di guerra, o quando è dichiarata in pericolo;
Per accettazione di titoli conferiti dallo straniero;
Per accettazione di gradi e cariche, e per servizio militare presso lo straniero, senza autorizzazione del governo della Repubblica; l’autorizzazione è sempre presunta quando si combatte per la libertà d’un popolo;
Per condanna giudiziale.
art. 3 – Le persone e le proprietà sono inviolabili.
art. 4 – Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato di giudice, né essere distolto dai suoi giudici naturali. Nessuna Corte o Commissione eccezionale può istituirsi sotto qualsiasi titolo o nome.
Nessuno può essere carcerato per debiti.
art. 5 – Le pene di morte e di con...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La repubblica di un solo giorno
  3. Prologo
  4. Proclamazione della Repubblica Romana
  5. Er Papa se n’è ito
  6. Lucio a passeggio sul Corso
  7. Maledetti sguardi
  8. Arriva Garibaldi
  9. Un incontro a Trastevere
  10. Ferite d’amore
  11. Allonsanfandelapatrì
  12. Puttane e ospedali
  13. Il coraggio di Lucio
  14. Costituzioni e tradimenti
  15. Liberté, Égalité, Fraternité
  16. Gride
  17. Cronache
  18. Bombe e baiocchi
  19. Trappole e topi
  20. Fratelli d’Italia
  21. Corrispondenze
  22. Dio e popolo
  23. Bum!
  24. A corpo morto
  25. Madre addolorata
  26. Un amore di parole
  27. Ultime cronache
  28. Alla fine
  29. Un saluto ai liberatori
  30. La repubblica di un solo giorno
  31. Le parole che restano
  32. Epilogo
  33. Appunti di scrittura
  34. Dello stesso autore
  35. Colophon