Orchi - 3. I guerrieri della tempesta
eBook - ePub

Orchi - 3. I guerrieri della tempesta

  1. 360 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Orchi - 3. I guerrieri della tempesta

Informazioni su questo libro

Continua l'odissea dei Figli del Lupo: l'incessante serie di avventure alla ricerca dei cinque manufatti denominati "stelle" si snoda attraverso le regioni desolate della terra che gli invasori chiamano Centrasia. Caos, morte e distruzione regnano in quello che fu il paradiso incontaminato di Maras-Dantia. Neppure la natura, spogliata dell'arcana magia che un tempo la pervadeva, è stata risparmiata dalla furia devastatrice degli umani.
Terzo e ultimo volume della saga Orchi, I guerrieri della tempesta trascina il lettore in un epico viaggio alla ricerca della verità, costellato di colpi di scena e combattimenti sanguinosi, grandiose azioni corali e laceranti dissidi interiori, descritti con lo stile incalzante e serrato che è ormai l'inconfondibile marchio della trilogia.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Orchi - 3. I guerrieri della tempesta di Stan Nicholls in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2010
Print ISBN
9788804553038
eBook ISBN
9788852015427

1

Galoppavano come arpie appena uscite dall’inferno.
Jup si girò sulla sella per osservare gli inseguitori. Calcolò che dovevano essere un centinaio, quindi superavano i Figli del Lupo con un rapporto di almeno quattro o cinque a uno. Vestivano di nero ed erano pesantemente armati, e il protrarsi della caccia non aveva certo smorzato il loro ardore.
Adesso gli umani di punta erano abbastanza vicini per poter quasi sputare loro addosso.
Lanciò un’occhiata a Coilla, che gli cavalcava accanto alla retroguardia della banda. Era china in avanti, la testa bassa, i denti serrati con risolutezza, i capelli raccolti che fluttuavano come fumo su una baia increspata. Lo spigoloso tatuaggio con i gradi di caporale che le segnava le guance accentuava la durezza dei lineamenti.
Davanti a Coilla, i cavalli schiumanti di Haskeer e Alfray galoppavano a rotta di collo, con gli zoccoli che percuotevano il terreno gelato sollevando piccole zolle di fango rappreso. Gli altri orchi erano allargati su entrambi i fianchi, scuri in viso e chini nel vento tagliente.
Gli occhi di tutti erano puntati sul lontano rifugio della foresta di Drogan.
«Guadagnano terreno!» mugghiò Jup.
Se anche qualcun altro lo udì oltre a Coilla, non lo diede a vedere. «Allora non sprecare fiato!» urlò, lanciando un’occhiata cupa al nano. «Lavora di sproni!»
La sua mente era ancora bloccata sullo spettacolo cui aveva assistito poco prima: Stryke sbalzato di sella e poi trascinato via da un drago da guerra. Dovevano dare per scontato che fosse un drago di Jennesta, e che lui era ormai perduto.
Jup gridò ancora, spezzando la breve fantasia a occhi aperti di Coilla. Il nano aveva allungato un braccio, indicandole il fianco sinistro, che lei aveva trascurato. Voltò la testa. Un custode le si era affiancato. Aveva la spada levata e la cavalcatura sul punto di sbattere contro la sua.
«Merda!» sbottò Coilla. Tirò con forza le redini, spostandosi di lato. Si allontanò ed ebbe il tempo di sguainare la propria spada.
L’umano la incalzò. Agitava la sua arma e ruggiva qualcosa, le parole cancellate dal frastuono dell’inseguimento. La prima sciabolata andò a vuoto, e la punta della lama tranciò l’aria a un palmo dal suo polpaccio. Un fulmineo secondo colpo giunse più alto e più vicino, e le avrebbe squarciato il petto se non si fosse piegata su un fianco.
Questo la fece infuriare.
Ruotò il busto e allungò a sua volta un colpo laterale. L’umano si abbassò e la lama gli passò sibilante poche dita sopra la testa. Rispose con una stoccata diretta al suo petto, ma Coilla la parò deviando di lato la sua spada. Lui fece un altro tentativo, e poi un altro. Coilla li respinse entrambi, fra il cozzo stridulo delle lame d’acciaio che si urtavano.
Cacciatori e prede proseguirono la loro corsa forsennata, confusamente. Imboccarono una piccola gola non più larga di una dozzina di cavalli. Il terreno sfrecciava sotto di loro, un alternarsi indistinto di verde e marrone. Con la coda dell’occhio Coilla si accorse che gli umani alle loro spalle erano sempre di più.
Si sporse e tentò un’altra sciabolata verso il suo avversario. Il colpo andò a vuoto, e il guizzo laterale quasi la sbalzò di sella. L’umano replicò. Le loro spade si scontrarono, lama contro lama, con un rintocco metallico. Nessuno dei due trovò un’apertura.
Ci fu un attimo di respiro mentre entrambi si raddrizzavano in sella, e Coilla controllò la gola davanti a sé. Fu un bene per lei. I cavalieri più avanzati si stavano dividendo ai lati di un albero morto che svettava in mezzo al loro percorso, fluttuandogli intorno come le acque di un fiume in piena contro la prua di un’enorme nave. Coilla tirò bruscamente le redini verso destra, spostando nella stessa direzione il suo baricentro. Il cavallo scartò e superò di slancio il tronco. Per un istante lei scorse la grana scabra della corteccia. Un ramo scheletrico le graffiò la spalla. Poi la strada fu libera.
Mentre Coilla superava l’albero sulla destra, l’umano sceglieva il passaggio di sinistra. Ma così diventò un ostacolo per il resto dei suoi compagni. Il loro sovrannumero ne rallentò l’avanzata nella strettoia, e per un attimo lui si trovò solo. Decisa a sbarazzarsene, Coilla deviò dalla sua parte. Ripresero il loro duello mentre la gola si apriva, lasciando spazio alla pianura.
Coilla era perfettamente consapevole degli altri Figli del Lupo che galoppavano freneticamente davanti a lei, con Jup che la osservava da sopra una spalla. Nel frattempo il grosso dei Custodi, arrivando da dietro, stava riacquistando velocità. Coilla decise per una mossa audace. Lasciò le redini, concedendo via libera al cavallo, e impugnò la spada con entrambe le mani. Invitare a quel modo una caduta di sella era una manovra azzardata, ma lei corse il rischio.
E vinse.
Questa volta, allungandosi fino allo spasimo e mettendo tutta la sua forza nell’assalto, la lama morse la carne. La incontrò alla giuntura del gomito nel braccio armato del custode, penetrando a fondo. Il sangue eruttò. Con un urlo, lui mollò la spada e si tamponò la ferita. Il colpo di ritorno di Coilla lo colse al petto, spaccando ossa e liberando un copioso zampillo color rubino. L’umano barcollò, la testa ondeggiante. Coilla fece per colpire di nuovo.
Non fu necessario. Le redini scivolarono dal pugno del custode ferito. Per un attimo continuò a sussultare privo di conoscenza sulla sella, semplice passeggero trasportato come una bambola di pezza dal suo cavallo in corsa. Poi cadde. In una confusione di membra contorte e indumenti aggrovigliati, colpì il terreno rotolando scompostamente.
Prima ancora che potesse fermarsi, l’avanguardia dei suoi compagni lo calpestò. Alcuni caddero nella collisione e furono calpestati a loro volta. Si formò un polveroso cumulo di cavalli e uomini urlanti.
Coilla recuperò le redini svolazzanti e spronò in avanti la sua cavalcatura, seguita da diversi animali privi di cavaliere.
Raggiunse la retroguardia della banda in fuga, dove trovò Jup ad attenderla. Galoppavano affiancati, con il gruppo dei nemici ormai ricompattatosi dietro di loro.
«Non molleranno» decise Jup.
«Lo hanno mai fatto?» Coilla esaminò il terreno che avevano davanti. Stava diventando paludoso. «E qui non si può correre» aggiunse.
«Non stiamo usando il cervello.»
«Cosa?»
«Non possiamo guidarli a Drogan.»
Coilla si accigliò. «No» convenne, spaziando con lo sguardo sulla fila di alberi in lontananza. «Sarebbe un brutto modo di ripagare Keppatawn.»
«Già.»
«Cosa facciamo, allora?»
«Oh, lo sai, Coilla.»
«Merda
«Hai un altro piano?»
Coilla lanciò un’occhiata alla folla di umani. Si stavano avvicinando. «No» sospirò. «Facciamolo.»
Spronando il cavallo si lanciò in avanti. Jup la seguì. Serpeggiarono tra le file di guerrieri fino a raggiungere la testa del gruppo, dove Haskeer e Alfray guidavano la galoppata. Il terreno fangoso ostacolava la fuga, e l’andatura frenetica faceva bruciare gli occhi a Coilla.
«Non andiamo alla foresta!» gridò verso gli orchi di testa. «Non andiamo alla foresta!»
Alfray comprese al volo. «Li affrontiamo?» urlò di rimando, sventolando lo stendardo di guerra della banda.
Fu Jup a rispondergli. «Cos’altro ci rimane?» strillò. «Uno scontro, sì!» intervenne Haskeer. «Gli orchi non fuggono. Noi combattiamo
A Coilla non servì altro. Trattenne la sua cavalcatura. Gli altri colsero il messaggio e tirarono a loro volta le redini. Alle loro spalle i Custodi si avvicinavano rapidamente.
Compiendo un mezzo giro, Coilla tuonò: «Tenetevi pronti! Li affrontiamo!».
Non sarebbe spettato a lei quell’ordine. Come ufficiali superiori, avrebbero dovuto lanciarlo Jup o Haskeer. Ma nessuno sembrava molto incline alle formalità.
«Allargatevi!» abbaiò Jup. «Formate una linea!»
Con il nemico quasi addosso, i guerrieri obbedirono con fulminea rapidità. Tirarono fuori fionde, coltelli da lancio, lance corte e archi, anche se queste due ultime armi erano dolorosamente scarse fra i loro ranghi, assommando a non più di quattro per ognuna di esse. I coltelli da lancio e i proiettili erano più abbondanti.
I Custodi si avvicinavano ululando. Cominciavano a distinguersi i loro visi, deformati dalla sete di sangue. Era visibile perfino il respiro fumante dei loro cavalli. La terra rombava.
«Pronti!» avvertì Alfray.
Poi furono a un tiro di fionda dalla linea degli orchi.
«Ora!» urlò Jup.
La banda scaricò il suo scarso armamento a distanza. Frecce e lance furono scagliate, gragnuole di pietre solcarono l’aria.
Ci fu un momento di caos, con gli umani costretti a frenare il proprio impeto. Parecchi di loro vennero disarcionati da quell’improvvisa grandinata. Altri furono abbattuti da dardi o pietre aguzze. Qua e là, si sollevarono scudi.
La reazione fu rapida, anche se non uniforme. Alcune frecce solcarono l’aria in direzione opposta, imitate da un numero maggiore di lance, ma la loro esiguità lasciava capire che i Custodi non erano meglio forniti dei Figli del Lupo. Chi tra gli orchi ne era provvisto sollevò il proprio scudo, e i proiettili vi rimbalzarono sopra senza causare danni.
Ben presto le scorte si esaurirono, e i due fronti si ridussero a scambiarsi urla e insulti. Le mani impugnarono le armi per il combattimento corpo a corpo.
«Ancora un paio di minuti» si azzardò a predire Coilla.
Ma si sbagliava. Quella pausa incerta si spezzò nella metà del tempo previsto.
Galvanizzati dalla loro superiorità numerica, gli umani si lanciarono di colpo in avanti, una marea nera punteggiata di acciaio luccicante.
«Ci siamo» borbottò cupo Jup, estraendo un’ascia bipenne dalla guaina della sella.
Haskeer sguainò uno spadone. Sollevando una manica, Coilla estrasse un coltello da lancio dal fodero legato al braccio.
Alfray puntò davanti a sé l’appuntita asta dello stendardo. «Tenete duro! E proteggete i fianchi!»
Ogni altro consiglio fu ingoiato dallo scontro.
La superiorità numerica e la minore disciplina fra i Custodi li avevano indotti a raggrupparsi mentre si avvicinavano allo sparuto gruppo di orchi, ostacolandosi a vicenda. Ciò non modificava il fatto che ogni Figlio del Lupo dovesse affrontare un nemico preponderante, ma offrì loro alcuni secondi di respiro.
Coilla ne approfittò per prendere di mira alcuni avversari prima che la raggiungessero. Scagliò il suo coltello verso l’umano più vicino. Lo colse in piena gola e quello cadde di sella. Estraendo rapida un altro coltello lo lanciò da sotto il braccio contro il nemico successivo, infilzandogli un occhio. Il terzo lancio mancò il bersaglio, e fu l’ultimo. Adesso erano troppo vicini per qualsiasi altra cosa che non fosse un corpo a corpo. Esplodendo un grido di battaglia, si mise all’opera con la spada.
Il primo umano che raggiunse Jup pagò a caro prezzo il suo primato. Un fendente della massiccia ascia del nano gli spaccò il cranio, spruzzando di sangue e schegge d’osso tutti quelli che gli erano intorno. Altri due Custodi presero il suo posto. Schivando le loro lame, Jup assestò un ampio fendente orizzontale che tranciò la mano al primo e affondò nel torace dell’altro. Non ci furono pause. Nuovi avversari sostituirono i caduti. Con il viso avvizzito e barbuto teso per lo sforzo, Jup si avventò contro di loro.
La furiosa pioggia di colpi assestata da Haskeer abbatté i suoi aggressori iniziali. Ma la seconda vittima, cadendo, si trascinò dietro la sua spada, lasciandolo ad affrontare l’assalitore seguente a mani nude. Il nemico aveva una picca. Lottarono per ottenerne il controllo, le nocche sbiancate, la punta aguzza che oscillava da un lato all’altro. Spingendo con tutta la sua forza, Haskeer ne conficcò il manico nello stomaco dell’uomo, spezzandone la stretta sull’asta. Con un rapido rovesciamento, l’arma venne infilata nelle viscere del suo vecchio proprietario. Ormai libera, venne usata di nuovo contro un altro custode. Ma le contorsioni di quest’ultimo ne tranciarono l’asta, lasciando Haskeer con un inutile moncherino di legno.
Poi accaddero due fatti in contemporanea. Un altro umano gli si avventò contro con una luccicante spada. E una freccia solitaria schizzò dalla mischia per conficcarsi nell’avambraccio di Haskeer.
Urlando più per la rabbia che per il dolore, il sergente si strappò dalla carne il dardo insanguinato e brandendolo come un pugnale si allungò in avanti e lo conficcò nel viso del custode. Questo consentì ad Haskeer di sottrarre la spada all’uomo, ferito e gemebondo, e di sbudellarlo. Il caduto fu subito rimpiazzato, e l’orco continuò a combattere.
L’accetta era la sua arma preferita per il combattimento ravvicinato, e Alfray la maneggiava con precisione letale. Ma in realtà il massimo che poteva fare era respingere la tempesta. Pur conservando il gusto per il sangue proprio di qualunque orco, gli anni cominciavano a pesargli. Eppure, malgrado la sua resistenza affievolita, sapeva ancora farsi valere in un massacro come quello. Finora.
Una veloce occhiata alla mischia gli rivelò che non era il solo a dover lottare al di sopra delle proprie possibilità. L’intera banda era sul punto di essere sopraffatta, e gli scontri erano particolarmente accaniti sulle ali, dove il nemico cercava di aggirarli. Forse i Figli del Lupo non avevano avuto altre possibilità tranne quella di uno scontro aperto, ma ora si stava rivelando una follia. Avevano già dei feriti, anche se fino a quel momento nessuno di loro era caduto. Ma non sarebbe durata.
Pur essendo solo un caporale, Alfray fu sul punto di ignorare il protocollo e lanciare di persona l’ordine. Jup lo batté sul tempo, urlando la parola che gridava vendetta nella gola di un orco.
«Ripiegate! Ripiegate!»
L’ordine si propagò lungo la linea assediata. I guerrieri si disimpegnarono rapidamente e si ritirarono. Lo scontro diretto si trasformò in un’azione di retroguardia. Ma i Custodi, sospettando una finta, esitarono a inseguire le loro prede. La banda sapeva che questa riluttanza era solo temporanea.
Con le braccia esauste per il lungo combattimento, Coilla si ritirò insieme agli altri, riaprendo il distacco fra i due schieramenti. I Figli del Lupo si raggrupparono.
Coilla raggiunse Jup. «E adesso? Fuggiamo di nuovo?»
«Sarebbe assurdo» ansimò il nano.
Coilla si passò una mano sulla guancia, togliendone il sangue. «Lo immaginavo.»
I loro avversari si stavano raggruppando per l’assalto finale.
Accanto a Coilla, Alfray disse: «Ne abbiamo eliminati un bel po’».
«Ma non abbastanza» replicò brusco Haskeer.
Sottovoce, alcuni guerrieri si stavano rivolgendo alle divinità orchesche affinché guidassero le loro lame. O per chiedere una rapida ed eroica morte. Coilla sospettò che anche gli umani si stessero appellando al loro dio in modo analogo.
I Custodi presero ad avanzare.
Si udì un suono miagolante nell’aria. Un’ombra passò rapida sopra le teste dei Figli del Lupo. Guardarono tutti in aria e videro qualcosa di simile a uno sciame di sottili insetti che attraversava il cielo. La nube scura aveva già raggiunto il suo apice e si stava incurvando verso i nemici.
Si abbatté su di loro con furia impietosa. Le prime file dei Custodi vennero bersagliate da dardi letali che si conficcarono nei visi rivolti verso il cielo, nei petti, nelle braccia e nelle cosce. La loro vel...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Dedica
  5. 1
  6. 2
  7. 3
  8. 4
  9. 5
  10. 6
  11. 7
  12. 8
  13. 9
  14. 10
  15. 11
  16. 12
  17. 13
  18. 14
  19. 15
  20. 16
  21. 17
  22. 18
  23. 19
  24. 20
  25. 21
  26. 22
  27. 23
  28. 24
  29. 25