
eBook - ePub
Diario di uno scrittore affamato
Racconti, articoli, saggi
- 364 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Diario di uno scrittore affamato
Racconti, articoli, saggi
Informazioni su questo libro
Una raccolta che comprende oltre sessanta testi giovanili inediti, tra cui poesie, saggi, bozzetti, racconti e pezzi teatrali, che documentano il percorso seguito da Kerouac per diventare uno scrittore e un artista. Una infaticabile ricerca di se stesso e della propria vocazione nel milieu multietnico e industriale nell'America degli anni Trenta e Quaranta.
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Informazioni
Parte seconda
Un calciatore originale
1941
da Background
[…] In primavera ero di nuovo sul campo ad allenarmi con la linea arretrata della squadra universitaria (Governali, Will, Wood, e io). Sui giornali c’erano ottimi articoli su di me, ma quando sopraggiunse l’autunno del 1941, non feci ritorno alla Columbia. Avevo trascorso tutta l’estate a scrivere e a studiare febbrilmente, e preferivo andare avanti così piuttosto che riprendere lo studio al college interrotto da miriadi di occupazioni insignificanti come il football, l’attività presso la N.Y.A., gli impieghi da garzone di cucina, i lavori come dattilografo, le storie di fantasmi e cose simili. Lasciai Lowell e trovai lavoro in una stazione di servizio a Hartford, nel Connecticut, lontano dai biasimi e dai malcontenti dei miei genitori.
Stranamente mi piaceva la nuova condizione di vita: mi dava serenità pensare di non essere un golden boy del football e dedicare tutte le mie energie alla scrittura. Scrivevo come un forsennato, inviai persino una sceneggiatura radiofonica a Orson Welles che a tutt’oggi non mi è stata ancora restituita. Nel giro di due mesi scrissi circa duecento racconti.
Qualcosa a proposito del sigaro
Questa è una delle numerose commedie che Kerouac scrisse alla Columbia nella primavera del 1941. In una lettera a Sebastian Sampas, datata 5 marzo 1941, Kerouac diceva che stava tornando a casa in autostop per il fine settimana: “Così quando ci troveremo a discutere insieme davanti a una banana split da Marion, avrò con me una commedia ad atto unico che ho scritto alle tre di questa mattina”. Marion era un negozietto con gelateria e tavolo da biliardo al numero 53 di Martin Street, nel quartiere Rosemont di Pawtucketville.
Una breve commedia in vari atti e scene.
Data: 23 marzo 1941 Ore: una di notte. (Giorno e ora di scrittura. Ne faccio menzione poiché credo che sarà illuminante per la gente sapere che questa cosa è stata scritta all’una di notte del 23 marzo1941. Non so perché. Non fa differenza. Va tutto bene, purché si provi un piccolo piacere nella vita. Non si fa alcun male.)
Qui in America la scorsa notte, ho visto una cosa terribile che la gente chiama commedia. Era orribile. Se è questo che il teatro è diventato, allora non c’è speranza per nessuno eccetto che per i fumatori di sigari. E con questo vengo al punto.
Primo atto: Scena prima: (prima che il sipario si apra, si dovrebbe rifornire il pubblico con dei buoni sigari da cinque cent. Le donne dovrebbero almeno accenderli e tenerli in mano; ma gli uomini devono fumarli. È essenziale.
Perché c’è qualcosa da dire a proposito del sigaro, come presto vedrete.)
Anni or sono ero solito sdraiarmi al tiepido sole e chiudere gli occhi. Ovviamente era magnifico. Come quando nudo stavo sdraiato supino sull’erba, sentendo gli insetti correre sul mio corpo e ascoltando il suono della foresta e del fiume. La foresta e il fiume sono come un buon sigaro; non fanno alcun rumore. Un fiume turbolento e una foresta al mattino fanno un sacco di rumore, come pure i sigari pesanti. Ma io parlo di condizioni normali, se ne esistono.
La scena, dunque, è come di tanti anni fa, quando ero un buon poeta. Il cielo è di un azzurro intenso, è il New England, c’è un campo arato attraversato da un piccolo torrente che scivola accanto come olio di un bel verde bluastro. Si riesce a sentire il Tempo che avanza, non come nei film, ma come fa per davvero – un tremendo ruggito indistinto. Le porte sul retro del palcoscenico dovrebbero essere aperte per lasciare che il suono del Tempo si diffonda sugli spettatori. E ci dovrebbe essere un’apertura per il fumo di sigaro. Ora siamo tutti pronti. C’è un giovane in costume da bagno che fuma un sigaro. I capelli sono bagnati, ed è appena uscito dall’acqua. Sta fumando questo sigaro e le prime parole che dice nella commedia sono le seguenti:
Giovane: C’è qualcosa da dire a proposito del sigaro…
(Il suono del Tempo, il tremendo ruggito indistinto, è udibile a tutti. Se necessario, si installi una macchina del Tempo sotto il palcoscenico e la si faccia rimbombare con monotonia potente ma controllata. Anche qualche uccellino che cinguetta e beve avidamente. Il cielo è blu come l’inferno. È il cielo del New England. Blu come tutto l’inferno. Adesso arriva un altro giovanotto con le sue decorazioni da nuotatore. Cammina lungo il sentiero che segue il torrente e si avvicina al poeta fumatore di sigaro. Lo conosce. Si chiama Nick.)
(Il suono del Tempo, il tremendo ruggito indistinto, è udibile a tutti. Se necessario, si installi una macchina del Tempo sotto il palcoscenico e la si faccia rimbombare con monotonia potente ma controllata. Anche qualche uccellino che cinguetta e beve avidamente. Il cielo è blu come l’inferno. È il cielo del New England. Blu come tutto l’inferno. Adesso arriva un altro giovanotto con le sue decorazioni da nuotatore. Cammina lungo il sentiero che segue il torrente e si avvicina al poeta fumatore di sigaro. Lo conosce. Si chiama Nick.)
Nick: Dove diavolo hai preso quel sigaro?
Giovane: Da Joe. Ne ho presi per un dollaro – ben 20.
Nick: Davvero? Be’, come sono?
Giovane: Prendine uno
(Ne prende uno. Accende il sigaro e si siede sull’erba vicino al giovane. Sospira e non dice neanche una dannata parola. Questo è il bello di Nick.)
(Ne prende uno. Accende il sigaro e si siede sull’erba vicino al giovane. Sospira e non dice neanche una dannata parola. Questo è il bello di Nick.)
Giovane: Questo è il bello di te
Nick: Cosa?
Giovane: Niente
(Ora arriva il terzo bagnante. È Walter. I capelli arricciati in ciocche bagnate sulla fronte. Procede a grandi passi verso di loro con la sigaretta in mano. Indossa una felpa bianca sopra il costume. Si siede con un soddisfatto.)
(Ora arriva il terzo bagnante. È Walter. I capelli arricciati in ciocche bagnate sulla fronte. Procede a grandi passi verso di loro con la sigaretta in mano. Indossa una felpa bianca sopra il costume. Si siede con un soddisfatto.)
Walter: Aaaah…
(Dietro le quinte si sentono urla di nuotatori. Si avvicinano. Ora sono qui, due giovani che gareggiano. Sono entrambi nudi, perché si sono dimenticati il costume. E comunque qui non c’è mai nessuno – ossia nessuna ragazza. Terminano la loro gara e si lasciano cadere sull’erba vicino ai tre fumatori.)
(Dietro le quinte si sentono urla di nuotatori. Si avvicinano. Ora sono qui, due giovani che gareggiano. Sono entrambi nudi, perché si sono dimenticati il costume. E comunque qui non c’è mai nessuno – ossia nessuna ragazza. Terminano la loro gara e si lasciano cadere sull’erba vicino ai tre fumatori.)
Giovane: Walter, butta via quella cicca disgustosa e prendi un sigaro dei miei. Niente è meglio di un sigaro.
Walter: Come dici tu
(I due nuotatori sono PAUL e SEBASTIAN.)
(I due nuotatori sono PAUL e SEBASTIAN.)
Sebastian: Zagg, non sei gentile. Non ci offri un sigaro?
Giovane: Certo che sì. Prendete. Li ho pagati un dollaro da Joe
Paul (Accende il sigaro, tutto gocciolante.):
Ehm… ehm…, burp… ehm… ahhhh, caugh caugh… come va la borsa oggi?
Ehm… ehm…, burp… ehm… ahhhh, caugh caugh… come va la borsa oggi?
Walter (Assumendo la posa di un uomo d’affari):
Be’, è come questo JP. Le Amalgamate hanno preso due punti oggi, ma temo che le Consolidate andranno giù
(Walter fa tutto questo molto bene e mentre parla alza la gamba per indicare una tipica scoreggia da uomo d’affari. Sta scoppiando di opulenza, potenza, prestigio e importanza. Solleva di nuovo la gamba.)
Nick sputa con calma.
Il giovane guarda Walter e scoppia a ridere. Tutti ridono, ciascuno a proprio modo. Sebastian fa un timido sorrido, il giovane ride forte, Paul fa un gradevole risolino acuto, tutt’altro che sciocco e Nick si schiaffeggia la coscia con approvazione.
Be’, è come questo JP. Le Amalgamate hanno preso due punti oggi, ma temo che le Consolidate andranno giù
(Walter fa tutto questo molto bene e mentre parla alza la gamba per indicare una tipica scoreggia da uomo d’affari. Sta scoppiando di opulenza, potenza, prestigio e importanza. Solleva di nuovo la gamba.)
Nick sputa con calma.
Il giovane guarda Walter e scoppia a ridere. Tutti ridono, ciascuno a proprio modo. Sebastian fa un timido sorrido, il giovane ride forte, Paul fa un gradevole risolino acuto, tutt’altro che sciocco e Nick si schiaffeggia la coscia con approvazione.
Giovane: Sapete, un tempo fumavo sigari e imitavo i ruttoni come ha fatto ora Mouse. Ma ora ho una prospettiva nuova. Fumo i sigari perché c’è qualcosa di loro che mi prende. Innanzitutto è una cosa così dannatamente sciocca che rido di me stesso. Da qui in avanti è tutto chiaro.
Sebastian: Ridi di te stesso, e piangi pure. (È in una delle sue lune, come nella mia ultima commedia.) Ora salta su e comincia a urlare a pieni polmoni:
Domenica a Mosca, grigia e tetra domenica a Mosca. Oh sì, campane di Mosca… suonate… suonate… devo vederle. Ora ci andrò. A Mosca… (Sebastian entra correndo nel bosco. Da giovane ha letto molto delle ninfe dei boschi, e di Puck e di cose del genere. Così ora vuole provare, nudo. Anche lui è una creatura del bosco, perché lo si sente per tutta la foresta recitare Campane di Poe… o forse dovrei dire urlare.)
Domenica a Mosca, grigia e tetra domenica a Mosca. Oh sì, campane di Mosca… suonate… suonate… devo vederle. Ora ci andrò. A Mosca… (Sebastian entra correndo nel bosco. Da giovane ha letto molto delle ninfe dei boschi, e di Puck e di cose del genere. Così ora vuole provare, nudo. Anche lui è una creatura del bosco, perché lo si sente per tutta la foresta recitare Campane di Poe… o forse dovrei dire urlare.)
Giovane: Non è meraviglioso? E pensare che quel povero bastardo deve alzarsi presto tutti i giorni e andare al lavoro assonnato, rabbuiato, esausto, affamato, infreddolito, malato, svuotato, desolato, disgustato [.]….
Walter: È un mondo malvagio.
Giovane: (Facendo una magnifica tirata dal suo sigaro.)
Ma c’è qualcos’altro da dire dei sigari. Come quando uscivo dal cinema a New York e cominciavo a camminare verso casa lungo Broadway. Ero infreddolito e intimidito dal mondo. D’un tratto vidi un negozio di sigari. Mi dissi, “Zagg, ci entrerai e ti comprerai un sigaro. Perché? Non lo so. Sono felice di non saperlo. Non voglio saperlo. Ne comprerò semplicemente uno e me lo fumerò”. Così mi comperai un sigaro e lo accesi e uscii e continuai a camminare per la strada, un uomo nuovo. Guardavo tutti con un nuovo interesse, perché il sigaro mi dava coraggio. Mi faceva dire: “Salve. Come diavolo stai, numero qualunque sul marciapiede, tu piccola scoria di Wolfe senza nome e senza volto? Sono Zagg e ho un sigaro e non me ne frega niente di niente e non rifiuto niente. Penso che tu abbia un brutto muso, ma mi piaci perché abiti questa Terra con me e siamo entrambi sulla stessa barca”. Ed eccomi là a camminare per la strada, fumando il mio fottuto sigaro, a ridere di quella ricca esperienza. Nick scoreggia, piano e senza arroganza.
C’è un tremendo scoppio di risa che copre le urla lontane di Sebastian, l’idealista.
Ma c’è qualcos’altro da dire dei sigari. Come quando uscivo dal cinema a New York e cominciavo a camminare verso casa lungo Broadway. Ero infreddolito e intimidito dal mondo. D’un tratto vidi un negozio di sigari. Mi dissi, “Zagg, ci entrerai e ti comprerai un sigaro. Perché? Non lo so. Sono felice di non saperlo. Non voglio saperlo. Ne comprerò semplicemente uno e me lo fumerò”. Così mi comperai un sigaro e lo accesi e uscii e continuai a camminare per la strada, un uomo nuovo. Guardavo tutti con un nuovo interesse, perché il sigaro mi dava coraggio. Mi faceva dire: “Salve. Come diavolo stai, numero qualunque sul marciapiede, tu piccola scoria di Wolfe senza nome e senza volto? Sono Zagg e ho un sigaro e non me ne frega niente di niente e non rifiuto niente. Penso che tu abbia un brutto muso, ma mi piaci perché abiti questa Terra con me e siamo entrambi sulla stessa barca”. Ed eccomi là a camminare per la strada, fumando il mio fottuto sigaro, a ridere di quella ricca esperienza. Nick scoreggia, piano e senza arroganza.
C’è un tremendo scoppio di risa che copre le urla lontane di Sebastian, l’idealista.
Walter: (Ora fumando in maniera più consapevole.)
Be’, che io sia dannato se non hai ragione, Zagg. C’è davvero qualcosa nei sigari!
Be’, che io sia dannato se non hai ragione, Zagg. C’è davvero qualcosa nei sigari!
Giovane: Perché diavolo credi che te lo stia dicendo. Ho ben detto così, no? Cosa credi che io sia, uno studioso? O un diplomatico? O un contabile? Fratello, ho detto così e intendo così, e so che ho ragione. Ecco perché non sono preoccupato delle faccende del mondo. Ecco perché sono preoccupato per il mondo. Ma non sono il primo. Finché ci sono boschi e fiumi ed erba e sigari ed esseri umani come te e i ragazzi, va bene. Non si fa alcun danno. Le faccende del mondo vanno avanti e avanti e un po’ si risolvono e un po’ no; ma il mondo, quello sì che preoccupa. È l’unica cosa che noi uomini abbiamo. E non possiamo dire di averlo se una volta ogni tanto non ci prendiamo una pausa per tirarci un sigaro in un posticino come questo.
Walter: Onestamente non so di che diavolo tu stia parlando.
Giovane: Neanche io. Sto cercando di dire qualcosa che è dentro di me, qualcosa di cui sono strasicuro ma che non mi esce in maniera ordinata. Forse un giorno o l’altro ci riuscirò. Quello sarà il mio Grande Giorno.
Nick: Perché hai speso tutto un dollaro per questi sigari?
Giovane: Quando ho i soldi, non significano niente per me. La sola volta che il denaro significa qualcosa per me è quando non ne ho. Così tiro fuori un dollaro dal mio portafoglio bello gonfio e mi spendo un dollaro in sigari. (Li tira fuori dalla tasca tenendosi su i pantaloni.) Guarda questi pargoletti: 15 dolci piccoli sigari, pronti da fumare. Pronti a diffondere buon umore, buona volontà e buon fumo qui e là e in ogni dove. (Tira due boccate veloci) Sto arrivando. È un mondo cattivo e così addio miei pargoletti
(Si alza in piedi e lancia il sigaro in acqua. È furioso perché non è riuscito a spiegarsi. Si butta in acqua schizzando tutt’intorno. Si sente ancora Sebastian che urla nel bosco. I ragazzi siedono e fumano tranquilli. All’improvviso di punto in bianco parla Nick:)
(Si alza in piedi e lancia il sigaro in acqua. È furioso perché non è riuscito a spiegarsi. Si butta in acqua schizzando tutt’intorno. Si sente ancora Sebastian che urla nel bosco. I ragazzi siedono e fumano tranquilli. All’improvviso di punto in bianco parla Nick:)
Nick: Sapete cosa mi viene voglia di fare con questo sigaro?
Ho voglia di sdraiarmi ancora sull’erba, così (e si sdraia); di guardare il cielo fumandoci contro (e lo fa); di mollare una scoreggia (e così fa); e di starmene così finché crepo.
Ho voglia di sdraiarmi ancora sull’erba, così (e si sdraia); di guardare il cielo fumandoci contro (e lo fa); di mollare una scoreggia (e così fa); e di starmene così finché crepo.
Walter: Sì, ma dove ti porta?
Nick: Non voglio andare da nessuna parte
Walter: Be’ fratello, non voglio marcire in questo villaggio di bottegai per tutta la vita. Voglio uscire e fare la grana e vivere bene. Voglio avere potere – tanto potere e denaro e proprietà. Con quello posso comperarmi tutti i sigari del mondo.
Walter: Perché?
Nick: Non chiedermelo, ragazzo. Lo sai meglio tu di me. Non lo so e non m’importa. Semplicemente me lo sento nelle ossa. È un mondo malvagio, ma non in questo momento.
(Il giovane esce dall’acqua, gocciolante. Si accende un altro sigaro, si rimette in tasca i 14 sigari che gli restano e si siede a fumare. Ci ha rinunciato e non parla più. La commedia è terminata. Scende il sipario, questo è il solo atto e l’unica scena; sono certo che a nessuno piacerà questa commedia, ma a me sì. Perché? Non lo so. Semplicemente me lo sento nelle ossa. È un mondo malvagio, ...
(Il giovane esce dall’acqua, gocciolante. Si accende un altro sigaro, si rimette in tasca i 14 sigari che gli restano e si siede a fumare. Ci ha rinunciato e non parla più. La commedia è terminata. Scende il sipario, questo è il solo atto e l’unica scena; sono certo che a nessuno piacerà questa commedia, ma a me sì. Perché? Non lo so. Semplicemente me lo sento nelle ossa. È un mondo malvagio, ...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Introduzione di Paul Marion
- Diario di uno scrittore affamato
- Parte prima. Alberi di pino e pensiero puro
- Parte seconda. Un calciatore originale
- Parte terza. Ritrarre la vita con precisione
- Ringraziamenti
- Copyright