Le occasioni
eBook - ePub

Le occasioni

  1. 400 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Le occasioni

Informazioni su questo libro

Le occasioni, raccolta uscita nel 1939, si presenta come un canzoniere compatto. Diario europeo di viaggio e di viaggi, in real tà è un libro fatto di attese, veglie e medi tazioni interiori, è i l racconto di un'evasione impossibile, la ricerca di un incontro che è subito separazione. L'occasione è il recupero di un momento di vita piena, affidato a un frammento di realtà di per sé insignificante ma caricato di un enorme valore salvifico. Portatrici privilegiate di questo attimo di autenticità sono alcune donne, occasioni incarnate al le quali è affidato sia il compi to esistenziale di arginare il male ( la dispersione del la memoria, i l dolore, la morte) sia la funzione etico-civi le di salvare i valor i più alti della civiltà dalla barbarie incombente. Le occasioni diventa così anche il racconto di un percorso di dannazione e salvezza, che trova espressione poetica, al tempo stesso sublime e concreta, nelle forme rinnovate di un inedito classicismo ispirato al la solida lezione di Dante, riletto modernamente attraverso Eliot e Pound.
Commentato da Tiziana de Rogatis, il testo è accompagnato da un saggio critico di Luigi Blasucci e da uno scritto del grande poeta Vittorio Sereni.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Le occasioni di Eugenio Montale in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Poesia. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2011
Print ISBN
9788804525950
eBook ISBN
9788852020247
Argomento
Letteratura
Categoria
Poesia

IV

Sap check’d with frost, and lusty leaves quite gone,
Beauty o’ersnow’d and bareness every where.
SHAKESPEARE, Sonnets, V

La casa dei doganieri

Una figura femminile è stata protagonista insieme all’io lirico di un incontro significativo. L’esperienza, ormai lontana nel tempo, ha avuto luogo di «sera» (v. 3) nella «casa dei doganieri», arroccata su una rupe a strapiombo sul mare. Diversi, e radicalmente separati, sono ora i destini dell’uomo e della donna: lei, ormai distratta dall’incalzare del tempo (vv. 10-11), ha dimenticato quell’incontro; mentre il poeta cerca di mantenerne vivo il ricordo e vaga, ancora una volta di «sera» (vv. 16, 22), negli immediati dintorni della casa. Tuttavia, un senso profondo di precarietà minaccia anche quest’ultima persistenza della memoria. Egli conclude il suo monologo con un dubbio sulla vera consistenza del proprio stesso attaccamento all’esperienza vissuta (v. 22).
La vitale inquietudine (nel passato) e l’assenza (nel presente) sono i tratti di questo personaggio femminile, altrove battezzato con il nome di Annetta (Annetta, in Diario del ’71 e del ’72) o Aretusa/Arletta (cfr. l’Introduzione e L’estate, note ai vv. 7-8), e nato dalla conoscenza di Anna degli Uberti, una giovane donna frequentata da Montale durante le estati a Monterosso tra il 1920 e il 1923. Molti anni dopo aver composto la poesia, egli dichiarò che l’ispiratrice della Casa dei doganieri era una fanciulla «morta molto giovane» (Montale a Nascimbeni; ma si scoprì poi che Anna degli Uberti era morta in realtà a cinquantaquattro anni, nel 1959). Sulla base di questa e di altre sue confidenze, alcuni critici hanno ipotizzato che l’assenza della figura femminile nella Casa dei doganieri sia dovuta alla morte. Ora, se per un verso è vero che la perdita di una persona amata è sempre riconducibile, in senso metaforico, alla morte, per l’altro la lettera materiale del testo (cfr. in particolare i vv. 7 e 10) sembra alludere a una donna ancora viva. È più probabile, invece, che con quella dichiarazione il poeta abbia voluto retrospettivamente attribuire alla propria esperienza biografica e, in particolare, a questa e altre poesie un’aura leopardiana, collegandole al topos della fanciulla precocemente scomparsa (cfr. anche l’Introduzione). Un topos cui in questa raccolta farà esplicito riferimento L’estate (e forse in modi più indiretti Eastbourne).
La lirica è stata composta nel 1930.
METRICA Quattro strofe con alternanza di cinque e sei versi, dove gli endecasillabi regolari (soprattutto in chiusura di strofa) prevalgono di poco sugli ipermetri (vv. 2, 4, 6-8, 12-14, 17). Il primo verso è un tredecasillabo; il quinto è un settenario. Frequenti le riprese anaforiche con valore decisamente strutturante («Tu non ricordi» ai vv. 1, 10, 21; «Ne tengo ancora un capo» e «Ne tengo un capo» ai vv. 12 e 15). Un complesso gioco di rime lega le varie strofe con la prevalenza di quella in /era/, elemento di connessione interstrofica potenziato dalle consonanze /eRi/-/uRa/.
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
5
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
10
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
15
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
20
ancora sulla balza che scoscende...).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
1-5. la casa dei doganieri: si ergeva sulla costa ligure, sopra una rupe impervia di Monterosso (il paese nel quale la famiglia Montale trascorreva i mesi estivi); in un lontano passato era stata adibita al controllo doganale del traffico commerciale marittimo. L’antica funzione di dogana – già enfatizzata dal titolo – introduce il tema, centrale nel componimento, del confine (cfr. «il varco», v. 19) e del limite (fra memoria e oblio, presenza e assenza, prigionia e libertà). sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: “che sta (sottinteso) su un rilievo a picco sulla scogliera”. La descrizione sottolinea la posizione isolata e suggestiva della casa. La «rupe dei doganieri» è rievocata anche in una poesia più tarda, significativamente intitolata ad Annetta (Annetta, in Diario del ’71 e del ’72). desolata: “abbandonata e squallida”. lo sciame: “la massa viva e mobile”. I pensieri della donna sono associati in metafora al movimento di uno sciame di api.
6-11. Libeccio: vento di sudovest, umido e violento. le vecchie mura: le mura esterne della casa. il suono... lieto: il poeta suppone che il riso della donna non sia più lieto come era invece nella casa durante il loro incontro. Il destino di lei non sembra essere felice. la bussola... non torna: due metafore che esprimono uno scacco esistenziale. Il senso di disorientamento (la «bussola [...] impazzita») si associa all’impossibilità di scommettere sul futuro e di sperare nuovamente negli intrecci favorevoli del caso («il calcolo» dei «dadi» è ora perdente; la combinazione vincente dell’incontro con la donna non si ripropone più). impazzita: è un termine tecnico usato per designare la bussola che, in seguito a perturbazioni magnetiche o per altre cause, non segna più il nord (GDLI). altro... memoria: un’altra dimensione («altro tempo»; il tempo della vita successiva al loro incontro) distrae («frastorna») la memoria della donna da quei ricordi lieti. un filo: il pensiero-ricordo, che lega le due esistenze, è associato a un filo prima trattenuto dai due amanti e ora riavvolto; non più, quindi, teso tra i due per mantenere vivo il loro legame. s’addipana: “si avvolge su se stesso”, “si aggomitola”. 12-16. un capo: un’estremità del filo. ma s’allontana la casa: la casa sembra allontanarsi dal poeta, in movimento nell’oscurità incipiente, ma si allontana anche dalla memoria di lui, che non riesce più a trattenerla. L’effetto ottico evoca la progressiva perdita di contatto dell’io con il tempo dell’incontro (Zampese, 2009). la banderuola: piccola bandiera metallica girevole, posta sui tetti per indicare la direzione del vento. affumicata: “annerita dal fumo” uscito nel corso degli anni dal comignolo del tetto; insieme al movimento rotatorio (cfr. nota seguente) è un correlativo oggettivo della temporalità insensata. gira senza pietà: perché il vento cambia molte volte direzione, cosa che indica il trascorrere del tempo (qui delle stagioni, con i loro venti dominanti). L’immagine della «banderuola» come «segnatempo inesorabile» è di derivazione govoniana (Blasucci, 1990); ma forse qui si aggiungono anche una mediazione di Carocci (Zampese, 2007) e una di Hölderlin («I muri s’ergono / muti e gelidi, nel vento / stridono le banderuole», Metà della vita; Mengaldo, 2008). ma tu... oscurità: la donna è «sola» perché separata dal poeta: egli ne rievoca il respiro, percepito nell’oscurità durante il loro incontro.
17-22. Oh l’orizzonte... petroliera!: è l’orizzonte che si allontana («in fuga») nel quale a tratti s’illumina («s’accende / rara») la luce di una petroliera. l’orizzonte in fuga: «si allontana perché il poeta si allontana da esso, così come si allontana dalla casa» (Blasucci, comunicazione orale); secondo un’altra lettura (Cataldi, comunicazione orale), si allontana perché più si va verso di esso, cercando di raggiungere la petroliera (cioè il «varco» salvifico; v. 19), più quello si sposta, con ovvio effetto di imprendibilità esistenziale e di irraggiungibilità. Variante proposta, a partire dall’edizione in volume del 1939, in luogo del più desueto e oggettivo «segno dell’occaso». petroliera: è notevole l’esattezza tecnica del quadrisillabo, parente del «rimorchiatore» di Delta (Ossi di seppia). Il varco: “il passaggio”. È la via di fuga che consente l’accesso a una dimensione libera, sottratta alla necessità della vita quotidiana (cfr. Arsenio e Casa sul mare negli Ossi di seppia); qui potrebbe rappresentare anche un potenziale contatto con il tempo perduto dell’incontro. qui: il «varco» potrebbe trovarsi nel punto in cui la «luce» intermittente della «petroliera» rischiara l’orizzonte (Montale a Guarnieri); ma si potrebbe anche intendere come un punto d’accesso al paesaggio ritrovato (Blasucci, comunicazione orale). (Ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende...): l’onda che si infrange si riforma ancora («Ripullula»; “torna di continuo a formarsi”) sul precipizio che scende a picco nel mare. Il reiterato movimento dell’onda allude al passare del tempo e all’opprimente inerzia dei fenomeni. La parentetica sembra porsi come risposta implicita all’interrogativa di cui nega radicalmente la speranza. questa mia sera: contrapposta implicitamente a “quella nostra sera”, evocata solo di scorcio ai vv. 4-5, 7. La casa del presente è lo spazio dell’isolamento e della perdita di senso. Ed io non so chi va e chi resta: Montale ha voluto così restringere il significato della chiusa (cfr. anche cappello introduttivo): «la fanciulla in questione [...] andò verso la morte, ma io lo seppi molti anni dopo. Io restai e resto ancora. Non si sa chi abbia fatto scelta migliore. Ma verosimilmente non vi fu scelta» (Montale, Varianti). In realtà, è una clausola gnomica che va al di là della situazione concreta e allude all’incertezza dei destini («chi va» potrebbe avere trovato «il varco», l’accesso a una dimensione libera dalla necessità, mentre «chi resta» potrebbe esserne rimasto al di qua, nella prigione dell’esistenza).

Bassa marea

Il titolo naturalistico, che si richiama ad altri degli Ossi (Flussi, Casa sul mare, Marezzo), si pone con una doppia valenza: la bassa marea è, infatti, un elemento tipico dello scenario marino in cui è ambientata la poesia, ma è anche il movimento interiore che permette la regressione in un tempo perduto e l’emersione del ricordo. Minimi eventi del passato, cui rimanda con fulmineo cortocircuito l’avverbio temporale («d’allora», v. 2), ritornano nelle sere del presente. Tuttavia, come già in Vento e bandiere (Ossi di seppia), la vita può riproporre i suoi segni ciclici (il ritorno dei suoni, delle stagioni e della bassa marea) ma non gli attimi significativi connessi, nel passato, a questo ritmo della natura. Alla dispersione del tempo si oppone la tenace persistenza del ricordo,...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Le occasioni
  3. Gli oggetti di Montale
  4. Cronologia
  5. Bibliografia
  6. Abbreviazioni bibliografiche
  7. Introduzione
  8. Nota
  9. Le occasioni
  10. IL BALCONE
  11. I
  12. II Mottetti
  13. III
  14. IV
  15. In margine alle Occasioni di Vittorio Sereni
  16. Copyright