Al di là della vita
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Al di là della vita

La mia esperienza da veggente

  1. 252 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Al di là della vita

La mia esperienza da veggente

Informazioni su questo libro

Sylvia Browne, forse la più celebre sensitiva al mondo, racconta in queste pagine il fascino e la responsabilità di una vita da veggente, dai precoci "consulti" a Kansas City, al primo incontro con Francine, il suo Spirito Guida, fino alla piena scoperta e accettazione del suo dono che ha imparato a usare in nome dell'Amore. Sylvia ricorda come ha aiutato le forze di polizia nella ricerca di bambini scomparsi e nella cattura di pericolosi criminali, e come le sue premonizioni di lutti, disastri aerei ed eventi epocali per il mondo venivano ascoltate - o ignorate, con conseguenze drammatiche. Ma, soprattutto, questo libro narra in maniera appassionante la storia straordinaria di una donna, aprendoci a una prospettiva completamente nuova sulla vita, sulla morte, sui fenomeni paranormali e sull'Aldilà. Una lettura che regala un messaggio di speranza per tutti, che insegna a guardarci dentro con più profondità e a comprendere meglio noi stessi e gli altri

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2011
Print ISBN
9788804607861
eBook ISBN
9788852018978

10

Perché sono qui? I temi vitali

Il bimbo la fissava fiducioso negli occhi. «Nella tua ultima vita sei morto di setticemia» gli spiegò Sylvia. «Tu-non-devi-morire-adesso. Non lasciarci
Il piccolo David, due anni, guarì dalla leucemia, malgrado tutte le prognosi sfavorevoli dei medici.
Qualche tempo dopo i genitori, al settimo cielo dalla gioia e tuttavia sconcertati, tornarono da Sylvia. «Come poteva David capire ciò che gli stavi dicendo?» domandò il padre.
«I bambini sanno molto più di quanto noi crediamo» gli rispose Sylvia. «Capiscono fin dalla nascita che cosa succede. La prossima volta che guarderà negli occhi un neonato, mi dica se non le sta facendo capire: “Oh diamine, rieccomi ancora qui”. È questo ciò che sta davvero pensando. Però noi, di solito, commentiamo: “Quel bambino ha un’aria così matura, così saggia”. Sbagliato! In realtà, sta dicendo: “Oh, merda”.»
«Non è orribile?» commentò il padre di David, scuotendo il capo. «Non capisco. Che senso ha? Perché ci reincarniamo?»
«Francine sostiene che lo scopo della reincarnazione è evolverci verso la perfezione spirituale, accumulando esperienze e sapere in una dimensione negativa dell’esistenza, cioè sulla Terra. Forse era necessario, per un motivo oscuro, che voi e il vostro bambino passaste attraverso l’esperienza della leucemia. Ormai l’avete superata, e state vivendo un’altra esperienza ancora: la guarigione. Vostro figlio si è guarito da solo, nel vero senso del termine, decidendo semplicemente di guarire. Chiunque dopo un’esperienza simile non è più lo stesso.»
«Ma perché dobbiamo reincarnarci?» chiese la madre. «Se la Terra è un inferno, perché non possiamo restare nell’Aldilà?»
«Be’, volendo si può» replicò Sylvia. «Almeno, stando a quanto dice Francine, ma il punto è un altro: quello che noi tutti vogliamo veramente è evolvere, essere migliori di come siamo. Alcune entità preferiscono farlo restando nell’altra dimensione, ma il problema è legato al contesto: dove tutto è perfetto, occorre più tempo. La maggior parte delle entità, invece, decide di fare ritorno sulla Terra, ogni cento anni circa, per accelerare la propria evoluzione. Un numero esiguo di entità sceglie di restare quaggiù per sempre, reincarnandosi in una vita dopo l’altra. Secondo me, sono dei masochisti!»
«Quindi chi ci giudica? Chi stabilisce quando siamo prossimi alla perfezione?» insistette la madre di David.
«Noi» le rispose Sylvia. «Siamo noi a giudicare noi stessi. Non ti sembra logico? Soltanto noi sappiamo che cosa dobbiamo imparare. Francine dice che quando siamo nell’Aldilà, ogni cosa ci è chiara. Siamo consapevoli delle nostre qualità così come delle nostre mancanze. Non abbiamo dubbi. Ricordiamo non soltanto tutto quello che abbiamo appreso sulla Terra, nell’ultima incarnazione, ma anche tutto quello che abbiamo appreso nelle altre vite precedenti. A questo si somma poi il sapere che abbiamo accumulato lavorando nell’Aldilà.»
Dato che la madre di David continuava a mostrarsi perplessa, Sylvia la rassicurò. «Nessuno ti assillerà ripetendoti di migliorare, di impegnarti di più. Tu sei l’unico responsabile della tua evoluzione. Spetta a te decidere come progredire. Non c’è un giudizio morale. Si tratta di una valutazione dell’andamento del tuo cammino spirituale. Non c’è nessuno a condannarti, né san Pietro, né qualcun altro. Se reputi che in una determinata vita hai appreso bene una lezione, puoi decidere di vivere un’altra vita, molto simile alla precedente, per vedere se riesci a fare di meglio. Questo è uno dei motivi per cui esiste la reincarnazione: per dare, a ciascuno di noi, tante opportunità quante ci occorrono per apprendere qualcosa, qualcosa in cui abbiamo fallito. Pensala in questo modo: Dio è un datore di lavoro che rispetta le pari opportunità. Ogni individuo, per conseguire un obiettivo desiderato, può avere a disposizione tutte le opportunità che vuole.»
L’uomo annuì. «Non credevo nella reincarnazione: pensavo fosse una sciocchezza. Ma sentendoti parlare con nostro figlio, e vedendo poi che stava meglio, quando nessuno lo credeva possibile... Come possiamo non credere che esista? Ma non capisco perché ha cancellato il ricordo delle altre vite, il ricordo, per esempio, della setticemia. Perché non veniamo al mondo conservando la consapevolezza delle esperienze passate?»
«Francine sostiene che così impariamo di più e meglio. Le lezioni, in questo modo, hanno un significato più profondo, e più influenza sulla nostra evoluzione spirituale.»
«A quanto pare, però, la vita antecedente di David ha avuto ripercussioni su di lui in questa vita. Come si spiega?»
«Era davvero confuso, ma per fortuna sono riuscita a comunicare con il suo sé. Aveva solo bisogno di ricordare. È raro che un disturbo fisico si trascini da una vita precedente, però a volte può capitare. In questo caso, ricordare può aiutare a risolvere il problema. È come un lavoro lasciato in sospeso, simile a quello delle presenze che si aggirano in una cosiddetta casa “infestata”.»
Dopo un attimo di riflessione, Sylvia proseguì. «Ci portiamo dietro anche altre cose: le nostre passioni e le nostre idiosincrasie. Il nostro carattere è stato profondamente segnato dalle incarnazioni precedenti. Le vite passate, infatti, possono condizionare in maniera determinante la salute, l’aspetto fisico, la razza, il sistema di credenze e di valori, la religione, lo status economico, le abitudini, le inclinazioni personali, la vita sessuale... Potrei andare avanti all’infinito. Quasi tutto ciò che costituisce il nostro essere affonda le radici in una vita precedente. Qualcosa di questa eredità è positivo, qualcosa no: pensiamo, per esempio, ai pregiudizi. Tutti ne siamo stati vittime o responsabili, in un certo periodo di una certa vita.»
«Queste cose sono nuove, per noi. Ci spiazzano» confessò la madre di David.
«Magari potreste prendere in esame la vostra vita e analizzarla nell’ottica della reincarnazione» le suggerì Sylvia. «Cercate di capire come molti degli interessi, delle abitudini, dei gusti che avete potrebbero risultare direttamente da un’incarnazione passata. La vostra casa è arredata secondo uno stile particolare? Vi piace un tipo preciso di cucina etnica? Andate in vacanza sempre nello stesso luogo, perché vi sentite attratti? Le conclusioni a cui portano queste risposte potrebbero lasciarvi sbalorditi.»
La coppia uscì dalla stanza dei consulti con molte cose di cui parlare. Mentre li guardava allontanarsi, Sylvia sorrise ripensando alle tante conversazioni simili che, nel corso degli anni, aveva scambiato con Francine. La reincarnazione le era sempre sembrata un concetto ovvio, non altrettanto le sue dinamiche. Una volta, in un periodo particolarmente buio della sua vita, aveva parlato con Francine del suicidio. «Non potrei andarmene adesso e ritornare in un altro momento?» aveva azzardato Sylvia.
«Per un attimo hai pensato che sia possibile “staccare la spina”, come dite voi umani?» ribatté Francine. «È praticamente impossibile. Non esistono pause: esistono soltanto i punti d’uscita prestabiliti. Non si può sfuggire alla vita. Saresti soltanto costretta a riaffrontare da capo gli stessi problemi.»
«Però mi sarei riposata, tutto sarebbe più semplice» obiettò Sylvia.
«No, affatto: non sarebbe più semplice» affermò con vigore Francine. «Verresti subito rispedita sulla Terra. Non ti sarebbe concesso un minuto di tregua. Ti ritroveresti immediatamente nello stesso luogo geografico, con lo stesso tipo di genitori, nello stesso matrimonio o nella stessa relazione affettiva, con gli stessi problemi professionali e la stessa condizione economica. Non cambierebbe niente, e tu dovresti soltanto ricominciare da zero. Tentando la fuga non si guadagna nulla. Pensala in questi termini: che cosa fai se tuo figlio marina le lezioni? Non lo rispedisci a scuola e lo costringi a studiare finché non arriva al diploma? Certo che sì, ed è solamente quando ha imparato la lezione e si è diplomato, che per lui si aprono nuove opportunità.»
Sylvia ricordava, quasi riviveva la prostrazione, lo sconforto che l’avevano assalita durante quella conversazione. «Che cosa mi succederà, dopo il passaggio?» aveva domandato, nello stesso tono implorante di un bimbo che chiede la fiaba della buonanotte.
«Quello che succede a tutti. Percorrendo un tunnel oscuro, andrai verso una luce sfolgorante, dove ti aspetterà un tuo caro che ti farà da guida. In fondo al tunnel, troverai un centro di orientamento, il Palazzo della Saggezza. Lì, in una sala, seduta davanti a uno schermo, vedrai scorrere davanti agli occhi tutta la tua vita. In quel momento, valuterai se hai raggiunto l’obiettivo che tu stessa hai stabilito per quella vita. Può darsi che tu scelga di affrontare subito un’altra incarnazione, ma è molto più probabile che tu prosegua “gli studi”, per un certo periodo, nell’Aldilà.»
«Perché mai dovrei scegliere di ritornare sulla Terra?» le aveva chiesto sospirando.
«Qualsiasi decisione tu prenda, sarai aiutata» l’aveva rassicurata Francine. «Insieme a uno spirito preparato all’Orientamento ripercorrerai la tua vita, esaminando il piano vitale, il tema vitale... tutto, insomma. E insieme definirete qual è il percorso migliore da seguire per evolvere.»
«Perché ho scelto così tante prove in questa vita?» aveva voluto sapere Sylvia. «Perché l’ho resa così difficile?»
«Lo fanno tutti» aveva riconosciuto Francine. «L’esistenza nell’Aldilà è idilliaca, e ci si sente invincibili, così si tende a dimenticare quanto sia dura la vita terrena. Ti viene sconsigliato di “metterci” troppe difficoltà, ma ripeto, la decisione finale spetta a te.»
«Tutta colpa della mia linguaccia, vero?»
«Sì, Sylvia» aveva ammesso Francine. «Come ti ho già detto, conserviamo molti tratti del nostro carattere terreno anche nell’Aldilà.»
«È una consolazione, suppongo.»
«La scelta è tua, però» aveva ribadito Francine. «Fin dal primo istante della creazione, tu sapevi, come ogni altra entità, quale aspetto desideravi perfezionare, quale sarebbe stato il tuo tema vitale e quante incarnazioni sarebbero state necessarie per raggiungere la perfezione. Questa conoscenza innata è il motore delle nostre azioni. È simile al rintocco di una campana, a un orologio interno che indica: “Ora”.»
«Poi che cosa è successo? Come, dove ho sbagliato? Come ho fatto a infilarmi in questo ginepraio?» aveva domandato Sylvia, stizzita.
«Tu non hai sbagliato» l’aveva rincuorata Francine. «La tua vita procede secondo i piani: i tuoi piani. La prima cosa che facesti prima di incarnarti, in questa come nelle esistenze precedenti, fu di rivedere la tua storia passata. In origine, agli albori della creazione, tutte le entità sondarono il futuro di quei pianeti in cui era possibile la reincarnazione. Di quei mondi, studiarono ogni era o epoca, nel passato e nel futuro, per individuare quella che offriva lo scenario giusto per la loro evoluzione spirituale. Nell’evoluzione del pianeta Terra era prevista una data successione di periodi storici: l’era di Atlantide, l’era di Neanderthal, i tempi dell’uomo di Cro-Magnon, l’età della Pietra, del Ferro, e del Bronzo, l’età dell’Oro, il Medioevo, il Rinascimento, l’era Atomica. In ciascuna di queste epoche, ogni entità riuscì a trovare il proprio scenario ideale.»
«Abbiamo ottenuto... otteniamo mai quello che cerchiamo?» Nel tono di Sylvia c’era una sfumatura di impazienza.
«In un certo senso, sì. Ai primordi dell’universo, prendemmo posto in un vasto emiciclo e analizzammo nei dettagli tutti i periodi, riportati su un enorme tabellone (un po’ simile a quello della Borsa), che ci consente di valutare tutte le opportunità a nostra disposizione.»
Sylvia era perplessa. «Intendi dire opportunità di vita?»
«Certo. Il tabellone riportava un elenco di dati, relativi, per esempio, a luoghi geografici, origini familiari, etnia, posizioni politiche, status economico: tutte le opzioni per un’esistenza, insomma, fin nei minimi dettagli. Dopodiché, sulla scorta di queste informazioni e alla luce delle esigenze personali, alcuni di noi (e tu sei tra questi) hanno presentato un’offerta d’asta per diverse opportunità di vita.»
A Sylvia sembrava tutto molto bizzarro. «Un’offerta d’asta» aveva ripetuto. «Non capisco.»
«Agli inizi fu necessario adottare un sistema simile, perché un numero esorbitante di entità voleva incarnarsi senza attendere altro tempo. Erano curiose e impazienti di scoprire come si stava sulla Terra, e non esistevano abbastanza opportunità di vita per accontentare tutti. Oggi, naturalmente, il problema non sussiste più, data la crescita vertiginosa della popolazione.»
«Io cederei con gioia il mio posto a un altro, te lo assicuro.» Ripensando alla sua vita, Sylvia si era lasciata di nuovo prendere dallo sconforto.
«No, tu hai sempre affrontato con tanta grinta, tanto coraggio gli obiettivi che ti sei data. E hai ancora tanto coraggio, Sylvia. Non ti rendi conto di tutti i sacrifici che fai, né di essere fonte di ispirazione per gli altri.»
Sylvia scosse la testa come per schermirsi. Fino a quel punto, vivere le era sembrato un calvario insopportabile, arrivare alla fine della giornata uno sforzo indicibile. Soltanto i doveri nei confronti dei figli – e nei confronti di Francine, per una strana ragione che non riusciva ancora a comprendere – le impedivano di crollare.
Malgrado si sentisse scoraggiata, Sylvia era rimasta affascinata dal racconto dello Spirito Guida. «E dopo che cosa è successo?» le aveva domandato.
«Come gli altri, andasti dal Consiglio, l’organo che presiede l’Aldilà, e presentasti un progetto di incarnazione. Questo passaggio non è obbligatorio, e infatti alcune entità si sono incarnate senza ricevere l’approvazione del Consiglio. Tuttavia, la maggior parte preferisce questa strada perché è vantaggioso coinvolgere l’assemblea. È come in quel detto terreno: “Due teste ragionano meglio di una”. La competenza e la conoscenza degli Anziani uniti alle tue permettono di scegliere il migliore contesto possibile per l’incarnazione. Il Consiglio prese in esame il tuo progetto con grande scrupolosità. Ti mise in guardia dagli inconvenienti che non avevi preventivato e ti ha fatto notare quali eventi avrebbero potuto modificare i tuoi piani.»
«Peccato che non ricordi nulla...» aveva commentato Sylvia, con un sospiro di malinconia. «E il Consiglio è stato buono con me?»
«Oh, sì, molto. Pieno di premure e di affetto. Gli Anziani esistono per il nostro bene e il nostro benessere. Accade di frequente che la riunione con il Consiglio induca l’entità a rivedere il piano, finché non si giunge a un percorso definitivo che tiene conto di tutti i fattori contingenti. Spesso la si mette in guardia dallo scegliere una determinata incarnazione, e le si sconsiglia di gettarsi in una vita troppo complicata, o con traguardi troppo ambiziosi. Il Consiglio può raccomandare talvolta a un’entità di dedicare due o tre incarnazioni al conseguimento di quanto ha programmato per una sola. Ovviamente qualcuno non ascolta. E discute con il Consiglio, pretendendo di avere ragione.»
«E in questo caso, quali provvedimenti prende il Consiglio?» aveva chiesto Sylvia, incuriosita.
«Nessuno, non ne prende. Se l’entità si rifiuta di raccogliere il suggerimento, gli Anziani assumono una posizione neutrale. Tutte le entità sono dotate di libero arbitrio, e possono decidere l’incarnazione che preferiscono. Tuttavia, posso affermare con certezza di non aver mai visto il Consiglio sbagliare, nel riesaminare un piano vitale, mentre ho visto tanti errori, con conseguenze disastrose, commessi da entità troppo smaniose.»
«E questa era... è... l’ultima fase?»
«No, anzi. In seguito ritorni nella sala dell’Orientamento, dove esaminerai, insieme ad almeno un Sommo Maestro, il piano concordato con il Consiglio. Si tratta di una procedura che richiede del tempo, perché il Sommo Maestro deve acquisire una conoscenza approfondita e minuziosa dell’obiettivo che l’entità intende raggiungere. Per prepararsi alla nuova vita, alcune entità si trattengono parecchi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Al di là della vita
  3. Prefazione di Sylvia Browne
  4. Introduzione di Antoinette May
  5. Parla la gente
  6. L’amica di Francine
  7. Una veggente innamorata
  8. Un crescendo di dolore
  9. Seguendo il piano vitale
  10. La Nirvana Foundation
  11. L’Aldilà
  12. La stanza dei consulti
  13. Presenze: breve vademecum per cacciatori di spettri
  14. Perché sono qui? I temi vitali
  15. Medicina e medianità: la “Tecnica del Laboratorio”
  16. La sensitiva detective: il “Tempio della Quiete”
  17. Novus Spiritus: i dogmi della società di rinnovamento spirituale
  18. Dello stesso autore
  19. Copyright