Il gioco delle emozioni
eBook - ePub

Il gioco delle emozioni

Liberarsi da rabbia, paura e gelosia

  1. 210 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il gioco delle emozioni

Liberarsi da rabbia, paura e gelosia

Informazioni su questo libro

Paura, rabbia, gelosia invadono la nostra mente ogni giorno, rischiando di travolgerci, di annientare il nostro equilibrio minacciando le nostre relazioni affettive e la nostra salute. Cosa fare, dunque? Reprimere queste emozioni negative se esprimerle è così dannoso? Osho ci indica una terza via, più fruttuosa: quella della comprensione. E per arrivare a questo importante traguardo ci ha lasciato un libro da centellinare, tante massime su cui meditare senza fretta, parole da lasciar decantare dentro di noi, per illuminare gli angoli più nascosti della nostra psiche e risvegliare la nostra parte più compassionevole e sapiente. Andando ben oltre la piscologia classica, il grande maestro di spiritualità aiuta ad acquisire strumenti in grado di generare una fonte di quiete e armonia e insegna a giocare con le nostre emozioni senza timori e preclusioni.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2011
Print ISBN
9788804586654
eBook ISBN
9788852019883
Esistono le paure
ed esiste la perenne aspirazione a cercare, a indagare.
E io spero che non siano le tue paure a vincere,
poiché chiunque vive soggiogato dalle paure,
non vive affatto: è già morto.
La paura è parte della morte, non della vita.
Il rischio, l’avventura, addentrarsi nell’ignoto,
ecco che cos’è la vita!
Dunque, cerca di comprendere le tue paure.
E ricorda una cosa: non sostenerle,
sono tue nemiche.
Sostieni l’aspirazione che è ancora viva dentro di te,
rendila una fiamma
tale da poter bruciare tutte quelle paure,
allora potrai incamminarti alla ricerca…

Per paura…

Per paura noi creiamo una divisione tra la vita e la morte. Riteniamo che la vita sia buona e la morte cattiva, che la prima sia da desiderare e la seconda da evitare. Noi crediamo di doverci proteggere, in qualche modo, dalla morte. Questa idea assurda crea nella nostra vita un’angoscia profonda, perché una persona che si protegge dalla morte è incapace di vivere. Quella persona ha paura di espirare, quindi ha paura di inspirare, e di conseguenza è bloccata. Vive trascinandosi; la sua vita non è un fluire, non è più un fiume che scorre.
Se desideri veramente vivere, devi essere pronto a morire.
Ma chi è, dentro di te, a temere la morte? La vita teme la morte? Non è possibile. Come può la vita temere qualcosa che fa parte del suo processo? Qualcos’altro in te la teme: il tuo io.
L’io è contrario sia alla vita sia alla morte, l’io teme sia la vita sia la morte. Teme la vita perché ogni sforzo, ogni passo verso la vita, avvicina la morte. Se vivi, ti avvicini alla morte. L’io teme la morte, quindi ha paura di vivere. L’io si limita a trascinarsi. Molte persone non sono né vive né morte, e questo è il peggio che ti possa capitare.
Ogni volta che ti accade un istante di assoluta vitalità, vedi come, improvvisamente, è presente anche la morte. Accade in amore. Nell’amore la vita raggiunge il suo culmine, per questo la gente ne ha paura. Che cos’è questa paura dell’amore? È l’io… perché quando ami veramente una persona il tuo io inizia a sciogliersi. Non puoi amare se l’io è presente: diventa una barriera, e quando decidi di farla cadere l’io dirà: «Attenzione! Questa può essere una morte».
Ricorda: la morte dell’io non è la tua morte, ma la tua vera possibilità di vita. L’io è solo una crosta dura e priva di vita che ti avvolge: deve essere spezzata e buttata via. Si è formata naturalmente: come un viaggiatore che, nel corso del viaggio, ha raccolto polvere sul suo abito, sul suo corpo, e deve lavarsi per liberarsene.
Man mano che il tempo scorre, la polvere delle esperienze, della cultura, delle vite passate si deposita su di te. Quella polvere diventa il tuo io; si accumula e diventa una crosta attorno a te: deve essere spezzata e buttata via. Ci si deve lavare di continuo, ogni giorno, anzi ogni istante, in modo che non diventi una prigione. L’io ha paura dell’amore, perché con l’amore la vita raggiunge il suo culmine… ma ogni volta che c’è un apice di vita, c’è un apice di morte: le due cose si accompagnano.
Nell’amore, nella meditazione, nella fiducia, ogni volta che la vita diventa totale, è presente la morte. Senza la morte, la vita non può essere totale. Ma l’io pensa sempre in termini di divisione, di dualità; separa ogni cosa. L’esistenza è indivisibile, non può essere divisa.
I processi non possono essere distinti. Sai indicare il momento in cui sei nato? Quando veramente la tua esistenza ebbe inizio? La vita inizia quando il neonato comincia a respirare, quando emette il primo vagito? Oppure prima, quando lo spermatozoo penetra l’ovulo? Quando esattamente inizia la vita? È un processo senza fine e senza inizio. Non ha inizio.
Quando una persona muore? Quando smette di respirare? Molti yogin hanno dimostrato, su basi scientifiche, di poter fermare il respiro pur restando in vita, e di poter ritornare alla normalità dopo l’esperimento. Quindi, l’arresto del respiro non può essere la fine. Dove termina, allora, la vita? Non termina in alcun luogo e non ha inizio in alcun luogo. Siamo coinvolti nell’eternità.
Siamo esistiti dall’inizio, se mai un inizio c’è stato, e saremo qui fino alla fine, se mai una fine ci sarà. In realtà, non ci può essere alcun inizio e non ci può essere alcuna fine. Noi siamo vita, anche se le forme cambiano, anche se i corpi e le menti sono diversi.
Ciò che noi chiamiamo vita è solo l’identificazione con un certo corpo, con una certa mente, con un certo comportamento, e ciò che noi definiamo morte non è altro che uscire da quella forma, da quel corpo, da quel concetto.
Coloro che hanno rivolto il loro sguardo all’interno, coloro che hanno scoperto chi sono, hanno conosciuto un processo senza fine, eterno.

Che cos’è questa paura?

Esiste soltanto una paura fondamentale;
tutte le altre piccole paure
derivano dall’unica paura
che ogni essere umano porta dentro di sé.
Si ha paura di perdere se stessi.
Può essere nella morte;
può essere in amore,
ma la paura è sempre la stessa:
tu hai paura di perdere te stesso.
E la cosa strana è questa:
solo coloro che non possiedono il proprio sé
hanno paura di perdere se stessi.
Coloro che possiedono se stessi, non hanno alcuna paura.
Dunque, in realtà si tratta di un mettersi a nudo:
non hai nulla da perdere,
credi semplicemente di avere qualcosa da perdere.

Paura della vita

La gente ha paura della vita
e ne ha paura perché
la vita è possibile solo se sei in grado di essere selvaggio:
selvaggio nel tuo amore,
selvaggio nel tuo canto,
selvaggio nella tua danza.
E qui dimora la paura.
Chi ha paura della morte?
No, non ho mai incontrato qualcuno che la temesse;
viceversa, praticamente tutte le persone che ho incontrato
hanno paura della vita.
Lascia cadere questa paura della vita…
infatti, puoi fare solo una delle due cose:
puoi avere paura o puoi vivere, dipende da te.
E che cosa c’è da temere tanto?
Non puoi perdere nulla, non hai nulla da guadagnare.
Abbandona ogni paura e tuffati totalmente nella vita.
A un certo punto, un giorno,
la morte arriverà come un ospite benvenuto,
non come un tuo nemico,
e tu godrai della morte più di quanto abbia goduto la vita,
poiché la morte ha la sua bellezza.
E la morte è qualcosa di molto raro,
accade una volta ogni tanto,
la vita accade ogni giorno!

Sulla soglia dell’ignoto

Non sapere con esattezza di che paura si tratti,
è un tipo di paura ottimo.
Significa che ti trovi sulla soglia dell’ignoto.
Quando la paura ha un qualsiasi oggetto di riferimento
si tratta di una paura comune.
Si ha paura della morte: è una paura comune, istintiva;
non c’è nulla di grandioso in questo, nulla di speciale.
Qualcuno teme la vecchiaia, le malattie, le disgrazie:
si tratta di paure comuni,
varietà coltivate nel proprio giardino.
La paura è speciale
quando non riesci a trovare alcun oggetto cui riferirla,
quando non esiste alcun motivo di avere paura:
in quel caso una persona è realmente terrorizzata.
Se riesci a trovare un motivo, la mente si rilassa.
Se riesci a rispondere al “perché?”,
la mente trova una spiegazione a cui aggrapparsi.
Tutte le spiegazioni servono solo a razionalizzare le cose:
non risolvono nulla,
semplicemente, una volta avuta una spiegazione razionale,
ti senti tranquillo.
Ecco perché
la gente continua ad andare dallo psicanalista:
per trovare delle spiegazioni.
Perfino la spiegazione più stupida è meglio di niente:
perlomeno ti puoi aggrappare a qualcosa!
Tu hai paura, non chiederti: «Perché?»…

Paura e senso di colpa

La paura è naturale,
il senso di colpa è una creazione dei preti.
Il senso di colpa è un prodotto dell’uomo.
La paura è qualcosa di innato, ed è essenziale:
senza la paura non saresti in grado di sopravvivere.
La paura è qualcosa di normale.
Grazie alla paura, eviti di mettere una mano sul fuoco.
Grazie alla paura, guidi a destra o a sinistra,
rispettando il codice della strada del Paese in cui ti trovi.
Grazie alla paura, eviti di ingerire veleni.
Grazie alla paura, quando una macchina suona il clacson
fai un balzo e ti sposti dalla strada.
Se un bambino non avesse paura
non avrebbe la benché minima possibilità di sopravvivere.
La sua paura è un mezzo per proteggere la sua vita.
Ma questa tendenza naturale a proteggerti
può diventare eccessiva…
In sé non c’è nulla di male:
hai il diritto di proteggerti, ricordalo.
Hai una vita incredibilmente preziosa da proteggere,
e la paura si limita soltanto ad aiutarti:
la paura è intelligenza.
Solo gli idioti non hanno paura,
gli imbecilli non hanno paura;
per questo devi proteggere quelle persone,
altrimenti rischierebbero di bruciarsi
o salterebbero dal tetto di un edificio,
oppure si tufferebbero in mare, senza saper nuotare…
potrebbero fare qualsiasi cosa!
Ma esiste un’altra possibilità…
La paura può diventare qualcosa di anormale,
può diventare qualcosa di patologico.
In questo caso ti ritrovi ad avere paura
di cose per le quali non c’è nulla da temere,
anche se puoi trovare giustificazioni
perfino per le paure più anormali.
Per esempio, si potrebbe avere paura di entrare in una casa.
Con la logica, non puoi dimostrare che è un errore.
Si potrebbe dire:
«Chi ci garantisce che questa casa non crollerà?»
Qualcun altro potrebbe avere paura di viaggiare in treno:
accadono troppi incidenti ferroviari.
Qualcun altro
potrebbe avere paura di viaggiare in macchina:
accadono troppi incidenti sulle strade.
Qualcun altro potrebbe avere paura di volare…
Se le tue paure prendono queste direzioni,
ti dimostri poco intelligente.
In questo caso, dovresti avere paura anche del tuo letto:
infatti, praticamente il novantasette per cento delle persone
muore nel proprio letto,
dunque, questo è il luogo più pericoloso in cui stare!
Da un punto di vista logico,
dovresti stare il più lontano possibile dal letto,
non ti ci dovresti avvicinare mai…
ma in questo caso, renderesti invivibile la tua stessa vita.

Questa è la paura!

La paura della morte in realtà non è paura di morire:
hai paura di restare insoddisfatto, non realizzato.
Stai per morire
e nella vita non sei riuscito a s...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il gioco delle emozioni
  4. Premessa - Una dimensione diversa
  5. Introduzione - L’arte di essere se stessi
  6. Parte prima - La natura delle emozioni
  7. Parte seconda - La rabbia
  8. Parte terza - La gelosia
  9. Parte quarta - La paura
  10. Parte quinta - Il segreto della trasformazione: comprensione
  11. Parte sesta - Suggerimenti pratici
  12. Epilogo - Un’esplosione… per sempre!
  13. Nota biografica
  14. Copyright