
- 132 pagine
- Italian
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Io che...
Informazioni su questo libro
La fotografia di una generazione, quella di normali ragazzi nati negli anni Sessanta. Come lo è Carlo Conti, il popolarissimo conduttore amato da grandi platee televisive, giunto al traguardo dei suoi primi cinquant'anni.
Tra memoria comune e nostalgia privata, Carlo Conti questa volta racconta di sé e ripercorre la sua vita, componendo un ritratto leggero, divertente, condiviso. I suoi ricordi privati sono memoria collettiva. Come le figurine si possono scambiare in un infinito gioco di società, sono i ricordi di tutti, perché Conti è uno straordinario sensore della memoria collettiva nella sua versione più rara, la normalità. Conti è ancora un "ragazzo" normale che ha il senso del limite e soprattutto la consapevolezza che da ciò che fa, con serietà e con passione, non dipende la sopravvivenza di un uomo, come invece dalle mani di un chirurgo, ma al massimo di un punto di share. Uno dei suoi pregi è proprio quello di ricondurre tutto a estrema semplicità, e questo lo rende un comunicatore in grado di parlare a così tanta gente.
Ecco allora un vademecum per i ragazzi d'oggi, prezioso per conoscere meglio e meglio comprendere i gusti e le fisime dei loro genitori. Il primo catalogo delle passioni di chi aveva vent'anni negli anni Ottanta.
Domande frequenti
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Informazioni
Noi che...
iniziavamo la scuola il 1° ottobre
e ci chiamavamo remigini
Noi che...
andavamo a scuola con il grembiule e il fiocco
Noi che...
portiamo sul braccio la cicatrice
del vaccino antivaiolo
Noi che...
il 4 novembre 1966 a Firenze, sommersi
prima dall’acqua, poi dal fango, leggevamo
sulla saracinesca di un negozio CHIUSO PER NERVOSO!
Noi che...
andavamo in vacanza al mare
con i bagagli legati sul tetto della 500
Indice dei contenuti
- Copertina
- Io che...
- Prefazione
- Noi che... iniziavamo la scuola il 1° ottobre e ci chiamavamo remigini
- Noi che... andavamo a scuola con il grembiule e il fiocco
- Noi che... portiamo sul braccio la cicatrice del vaccino antivaiolo
- Noi che... il 4 novembre 1966 a Firenze, sommersi prima dall’acqua, poi dal fango, leggevamo sulla saracinesca di un negozio CHIUSO PER NERVOSO!
- Noi che... andavamo in vacanza al mare con i bagagli legati sul tetto della 500
- Noi che... per divertirci ci bastava (e ci basta ancora) una canna da pesca
- Noi che... non riuscivamo mai a completare l’album delle figurine
- Noi che... dopo “Carosello” tutti a nanna
- Noi che... quando arrivava Carnevale eravamo vestiti tutti da Zorro
- Noi che... i giochi erano tutti un’invenzione
- Noi che... giocavamo con la scatola del Rischiatutto e tutti volevamo fare Mike
- Noi che... quando vedevamo una Prinz verde dicevamo: “Tua la Prinz!”
- Noi che... a Natale i nonni, i genitori, gli zii, i cugini, i fratelli, eravamo a tavola in trenta!
- Noi che... piangevamo guardando Love Story
- Noi che... avere i genitori divorziati era impossibile
- Noi che... avere i genitori divorziati era impossibile (bis!)
- Noi che... le partite si giocavano tutte la domenica
- Noi che... quando si formavano le squadre per la partita quelli che non venivano scelti non andavano dallo psicologo
- Noi che... quando facevamo la classifica delle ragazze più belle della classe “quella che poi è diventata mia moglie” era sempre in fondo alla classifica
- Noi che... compravamo i 45 giri in vinile a 300 lire!
- Noi che... non ci perdevamo nemmeno una puntata di “Alto gradimento”
- Noi che... facevamo le feste in casa
- Noi che... acquistavamo i 45 giri anche per le copertine
- Noi che... non avevamo il computer, il cellulare, i videogiochi, la parabola satellitare, il digitale terrestre... ma avevamo la radio!
- Noi che... avevamo un solo paio di jeans
- Noi che... “Pronto?” E buttavamo giù il gettone
- Noi che... avevamo il motorino più truccato della fidanzata
- Noi che... se a scuola la maestra ti dava un ceffone, a casa la mamma te ne dava due
- Noi che... il primo bacio non si scorda mai
- Noi che... “Ti vuoi mettere con me?” “Ci devo pensare...”
- Noi che... avremmo voluto essere come Fonzie, ma somigliavamo troppo a Ralph Malph
- Noi che... mettevamo il pacchetto di sigarette nella manica della T-shirt
- Noi che... le radio private avevano i cartoni delle uova alle pareti
- Noi che... per dire “ti amo” facevamo le dediche alla radio
- Noi che... uscivamo dalla discoteca intorno a mezzanotte e mezzo... ovvero quando adesso ci si va
- Noi che... l’automobile era il nostro canto libero
- Noi che... a diciotto anni ci arrivava la cartolina per fare il servizio militare
- Noi che... la moda era la nostra musica ribelle
- Noi che... mostriamo la foto della patente per far vedere quando avevamo i capelli...
- Noi che... la prima volta che abbiamo fatto le tre del mattino abbiamo trovato qualcuno in cucina che faceva finta di leggere il giornale
- Noi che... sognavamo il posto in banca
- Noi che... gli amici non li trovavi su Facebook
- Noi che... ma vaffanzum! di Amici miei
- Noi che... questa era la vita che sognavamo da bambini
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