Ogni volta che la consapevolezza del mondo è a una svolta, deve nascere una nuova religione. Da un certo punto di vista sarà completamente nuova, e da un altro del tutto antica. Conterrà tutto ciò che di vero esiste nelle tradizioni antiche, ma sarà un parto nuovo, un corpo nuovo. Il vino sarà vecchio e la botte nuova.
La verità non può essere né vecchia né nuova, è sempre la stessa. Il tempo non fa alcuna differenza. La verità che il Buddha ha raggiunto è la stessa che io ho raggiunto. La verità che io ho raggiunto è quella che tu raggiungerai. Le verità non sono molteplici: è una sola. Ma il linguaggio del Buddha non è più adeguato; il mio lo è. Il Buddha parlava duemilacinquecento anni fa a un diverso tipo di persone, di società, di menti. Naturalmente, doveva usare un linguaggio che quelle persone potessero capire. Io parlo a un altro tipo di mondo, un altro tipo di mente, a un’altra epoca; devo parlare un linguaggio diverso. La verità è la stessa, il vino è lo stesso, solo la botte è diversa.
Se insisti con l’antico, insisti con qualcosa di morto. Se ti ci aggrappi, ti aggrappi al passato. Ogni tempo e ogni epoca devono scoprire da soli la verità; devono trovare il modo di esprimerla, danzarla, celebrarla; devono scoprire il loro Vangelo, le loro Scritture, il loro Maestro. Ogni epoca deve riscoprire la verità: è sempre la stessa, ma deve essere continuamente riscoperta.
Non è come la scienza. Nella scienza le cose vengono scoperte una volta per tutte; non c’è bisogno di riscoprirle. La verità religiosa è completamente diversa: deve essere riscoperta in continuazione; solo in questo modo resta viva.
Io proclamo una nuova religiosità. E come può essere nuova la religione, se è la verità più antica? Questo è l’unico modo per darle un nuovo corpo, una nuova veste, nuovi linguaggi e concetti, nuova linfa ed entusiasmo, per renderla viva per te. Ti sto dando la stessa religiosità che fu data da altri ad altri. Da una parte è nuova, ma dall’altra è antichissima.
Quelli che mi capiscono, se hanno amato Gesù, il Buddha o Maometto, li ritroveranno in me. Ecco perché tanta gente si è riunita intorno a me. È un fenomeno raro: con me vi sono indù, giainisti, buddhisti, musulmani, cristiani, ebrei… si possono trovare tanti tipi di persone. È raro: in passato non è mai potuto accadere, perché solo in questo ventesimo secolo la consapevolezza è così vigile sulle cose stupide, così scrutatrice sulle superstizioni da poterle abbandonare. Se avessi parlato il mio linguaggio in un paese musulmano di cent’anni fa, sarei stato ucciso il primo giorno; allora non era possibile, adesso lo è. Con me ho sannyasin musulmani. È raro: mi amano, senza avvertire alcun conflitto tra me e Maometto. In realtà, trovano Maometto in me; grazie a me diventano musulmani migliori.
Con me ci sono un gran numero di ebrei. Di solito sono gente molto ortodossa. Sono rimasti fedeli all’idea di essere i prediletti del Signore, pensano che la vera religione appartenga a loro, che solo a loro Dio abbia parlato. Non hanno accettato Gesù, il loro figlio, ma il cinquanta per cento della gente che è con me è ebrea. Vi stupirà: il cinquanta per cento! E non è un’esagerazione, potrebbero essere di più. È raro. Non avete accettato Gesù, vostro figlio, ma accettate me. Cos’è successo?
Questo ventesimo secolo ha portato al mondo una nuova consapevolezza, ha compiuto un balzo quantico. Ora non sei più appesantito dalle parole e dal linguaggio, sei in grado di vedere. Puoi guardare in profondità nei miei occhi e scoprire la stessa verità che era manifesta in Mosè o in Baal Shem.
Io sto proclamando una nuova religiosità: la religione essenziale. Nell’islam è nota come sufismo, nel buddhismo come Zen, nell’ebraismo come chassidismo: il nucleo essenziale. Ma parlo il tuo linguaggio, la lingua che tu puoi capire, nelle forme a te comprensibili. Parlo una lingua irreligiosa; parlo come se non fossi affatto religioso. Ecco tutto ciò di cui questo mondo ha bisogno: di una religione completamente libera da ogni genere di superstizione, spoglia e nuda.
Questo secolo si è formato sulla scienza e sull’educazione logica. Mai in precedenza una società umana era stata tanto esercitata alla logica. Io devo parlare di qualcosa che è fondamentalmente illogico, ma ne devo parlare in modo logico. Se vai da un sufi o da un Maestro Zen, essi parleranno dell’illogico in modo illogico; non riuscirai ad avvicinarti a loro. Entrare in contatto con me è molto facile: io ti seguo per portarti a seguirmi in direzioni sempre più remote.
Come prima cosa, ti seguo. Ti faccio felice perché ti seguo. Prima o poi, senza che tu te ne accorga, le cose cambiano e tu cominci a seguire me. Sono pronto a venire nella tua valle – ovunque tu sia, anche nella più buia –, sono pronto a entrare nella caverna del tuo inconscio… e nel modo in cui tu vuoi. Sono pronto a venire fin laggiù; una volta che ci sono entrato ti posso portare fuori. Ecco tutto ciò che intendo quando dico: «Proclamo una nuova religione».
E tu mi hai chiesto come vedo il futuro? Il futuro è roseo, perché il presente è roseo. Io non penso al futuro, il presente è più che sufficiente. Ma se il presente è così bello, il futuro sarà di gran lunga migliore, perché sorgerà da questo presente. Quel futuro conterrà questo presente. Non abbiamo bisogno di preoccuparci del futuro, di fare profezie o dire una sola parola su di esso. Dobbiamo essere felici e gioiosi in questo momento, e il momento successivo sarà una conseguenza di questo. Sarà permeato della celebrazione di questo momento e, naturalmente, ti condurrà a una maggiore celebrazione.
Il futuro uscirà da questo presente.
Esistono due tipi di persone: quelle che continuano a pensare al futuro, senza preoccuparsi affatto del presente (quel futuro non arriverà mai, è solo l’immaginazione di uno sciocco); e quelle che non se ne preoccupano. Io non penso al futuro, sono un tipo di persona completamente diverso: il futuro non ha importanza. Tutto il mio sforzo è abbellire questo momento presente, rendere la gente più celebrativa e felice, darle un bagliore della beatitudine, portare la risata nella loro vita. A quel punto il futuro si prenderà cura di se stesso. Non hai bisogno di preoccuparti del futuro, viene da sé; deriva da questo momento. Lascia che questo momento sia di grande celebrazione.42
1. Amore e relazioni
L’uomo è la più grande fioritura di questa Terra, l’essere più evoluto. Nessun uccello può intonare il tuo canto: la sua musica è solo rumore, anche se bellissima perché frutto della sua innocenza. Tu puoi intonare canti assai più belli e ricchi di significato. Ma la gente si chiede sempre: «Cosa avrò mai da dare io?».
Gli alberi, le stelle e i fiumi sono bellissimi… ma hai mai visto qualcosa di più bello di un viso umano? Hai mai incontrato qualcosa di più splendido dei suoi occhi? Su tutta la Terra non esiste nulla di più delicato; nessuna rosa o fiore di loto può reggere il confronto. E quale profondità! Ma tu ti chiedi: «Cos’ho da offrire in amore?».
In realtà, quando qualcuno ti ama, resti un po’ sorpreso. «Me?! Quella persona ama me?!» Nella mente sorge questa idea: «È perché non mi conosce, ecco perché. Se mi conoscesse e potesse scrutare dentro di me, non mi amerebbe mai». Per questo gli amanti cominciano a nascondersi l’uno all’altra. Mantengono molte cose private, non aprono i loro segreti, perché hanno paura che così facendo l’amore scompaia: nel momento in cui aprissero il loro cuore, svanirebbe inevitabilmente. Non sanno amare se stessi: come possono concepire che qualcun altro li ami?
L’amore comincia dall’amore di sé. Non essere egoista, ma ama te stesso, senza restarne ossessionato o diventare un Narciso: sono due cose diverse. L’amore per sé è un fenomeno fondamentale. Solo allora puoi amare qualcun altro.
Accettati e amati: sei una creazione di Dio. Porti la sua firma, sei unico, speciale. Nessun altro è mai stato come te e nessuno lo sarà mai; sei semplicemente incomparabile. Accetta, ama e celebra ciò che sei, e in quella celebrazione comincerai a vedere l’unicità e l’incomparabile bellezza degli altri. L’amore è possibile solo quando esiste una profonda accettazione di se stessi, dell’altro e del mondo. L’accettazione crea l’ambiente in cui l’amore cresce, il terreno su cui fiorisce.43
L’amore non è una relazione, è un relazionarsi. Una relazione è qualcosa di finito e porta all’immobilità completa, è la fine di una luna di miele. Ora non esiste più né gioia né entusiasmo: tutto è cessato. Puoi portare avanti la relazione per mantenere la tua promessa, perché è comoda, conveniente, sicura, perché non c’è altro da fare, perché se la rompessi ti ritroveresti nei guai.
Relazione vuol dire qualcosa di chiuso, completo, finito. L’amore non è mai una relazione: è un relazionarsi. È sempre un fiume che scorre senza posa. L’amore non conosce alcuna stasi; la luna di miele comincia, ma non finisce mai. Non è come un romanzo, che inizia da un certo punto e termina in un altro. È un fenomeno che continua senza fine. Le relazioni finiscono, ma l’amore continua. È senza fine. È un verbo, non un nome. Ma perché riduciamo la bellezza del relazionarsi a una relazione? Perché abbiamo tanta fretta? Perché relazionarsi è insicuro, mentre una relazione è una cosa certa. La relazione è sicura, mentre il relazionarsi è solo l’incontro di due sconosciuti, forse solo per una notte, pronti a dirsi addio al mattino. Chissà cosa accadrà domani? Abbiamo così paura che vorremmo renderla una cosa certa e prevedibile. Vorremmo che il domani assecondasse le nostre idee, senza permettergli di seguire il suo corso. Ecco perché riduciamo immediatamente tutti i verbi a un nome.
Quando ami una persona cominci subito a pensare al matrimonio, a un contratto legale. Perché? Cosa c’entra la legge con l’amore? C’entra, perché manca l’amore. È solo una fantasia che sai essere effimera. E prima che scompaia è bene sistemare le cose, adoperarsi affinché diventi impossibile separarsi.
In un mondo migliore, con più gente meditativa e un po’ più di illuminazione diffusa sul pianeta, la gente amerà enormemente, ma il suo amore sarà un relazionarsi, non diventerà una relazione. Non voglio dire che resterà solo momentaneo; è più che probabile che possa svilupparsi a profondità maggiori di quelle attuali, possedere una qualità più elevata di intimità e una presenza maggiore di divinità e di poesia, di quanto non accada a te. E c’è ogni probabilità che possa durare più a lungo delle tue cosiddette relazioni, senza essere garantito né dalla legge né dal tribunale o dal poliziotto.
La garanzia sarà interiore. Sarà un impegno che promana dal cuore, una comunione silenziosa. Se sei felice di stare con qualcuno, vorrai starci sempre di più. Se l’intimità ti rende estatico, vorrai esplorarla sempre di più.
Esistono fiori dell’amore che sbocciano solo dopo una lunga intimità, e ne esistono altri che sono stagionali: in sei settimane si aprono al Sole, e dopo altre sei sono spariti per sempre. Esistono fiori che impiegano anni per spuntare, e ce ne sono altri che impiegano ancora più tempo. Più lunga l’attesa, maggiore sarà la profondità.
Ma deve essere un impegno da cuore a cuore. Non deve essere nemmeno verbalizzato, perché ciò vorrebbe dire profanarlo. Deve essere un impegno silenzioso, da occhio a occhio, da cuore a cuore e da essere a essere. Va compreso, non detto.
È orribile, disumano, vedere le persone che vanno in chiesa o in municipio per sposarsi. Dimostra semplicemente che non si fidano l’uno dell’altro; hanno più fiducia nel rappresentante dello Stato che nella propria voce interiore. Dimostra che non riescono ad aver fiducia nell’amore, ma nella legge.
Dimenticati le relazioni e impara a relazionarti. Quando sei in una relazione cominci a darti per scontato. Ecco ciò che distrugge le storie d’amore. La donna pensa di conoscere l’uomo e l’uomo pensa di conoscere la donna. Nessuno invece sa nulla. È impossibile conoscere l’altro: resta un mistero. E darlo per scontato è irrispettoso, offensivo.
Pensare di conoscere tua moglie è molto, molto presuntuoso. Come puoi conoscere quella donna? Come puoi conoscere quell’uomo? Sono processi, non cose. La donna che hai conosciuto ieri, oggi non c’è più. Tantissima acqua è passata nel Gange: è sempre un’altra, totalmente diversa. Relazionati daccapo, ricomincia di nuovo, non darla per scontata.
E osserva in viso l’uomo con cui hai dormito l’altra notte. Non è più la stessa persona, è cambiato moltissimo; tantissime cose, in numero incalcolabile, sono cambiate. Questa è la differenza tra una cosa e una persona. I mobili della stanza sono gli stessi, ma l’uomo e la donna no. Esplora ancora, ricomincia di nuovo. Ecco il significato del relazionarsi.
Relazionarsi vuol dire ricominciare in continuazione, sforzarsi sempre di arrivare a conoscersi e acquisire familiarità con l’altro, presentarsi e ripresentarsi sempre e di nuovo: provare a scorgere tutte le sfaccettature della personalità altrui, andare sempre più in profondità nel mondo dei suoi sentimenti, nei più profondi recessi del suo essere; tentare di sciogliere un mistero che non può essere sciolto.
Questa è la gioia dell’amore: l’esplorazione della consapevolezza. E se ti relazioni, senza scadere nella relazione, l’altro diventerà uno specchio. Esplorandolo, esplorerai te stesso senza accorgertene. Scendendo in profondità nell’altro e arrivando a conoscere i suoi sentimenti, i suoi pensieri e i moti più profondi del suo animo, conoscerai anche i moti del tuo animo. Gli amanti diventano uno specchio l’uno dell’altro, e l’amore si trasforma in una meditazione. La relazione è brutta, il relazionarsi è splendido.
Nella relazione entrambe le persone diventano cieche l’una dell’altra. Prova a pensarci: quanto tempo è passato dall’ultima volta che hai guardato tua moglie, o tuo marito negli occhi? Forse anni. Dai già per scontato di conoscerla o conoscerlo. Cosa c’è da guardare ancora? Ti interessano più gli sconosciuti che le persone che conosci; perché di queste credi di conoscere l’intera conformazione dei loro corpi, il modo in cui rispondono, tutto ciò che è successo e si ripeterà di nuovo. È un circolo vizioso.
Non è così, in realtà non è così. Nulla mai si ripete: tutto è nuovo ogni giorno. Solo i tuoi occhi e le tue supposizioni invecchiano; solo sul tuo specchio si raccoglie la polvere che ti rende incapace di riflettere l’altro.
Per questo dico: «Relazionati». E con questo voglio dire: «Resta sempre in luna di miele». Continuate sempre a cercare e a indagarvi l’un l’al...