
eBook - ePub
I misteri della vita
Un'introduzione alla visione di Osho
- 308 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
I misteri della vita
Un'introduzione alla visione di Osho
Informazioni su questo libro
La vita spirituale, e la sua sacralità; la morte, come un crescendo, il culmine stesso dell'esperienza; il sesso, capace di spalancare porte nuove. È questo il cuore dell'insegnamento di Osho: un messaggio tanto semplice da apparire scandaloso, tanto profondo e poetico da penetrare nell'animo di milioni di persone in tutto il mondo. È per questo che i suoi libri sono diventati un punto di riferimento per una comunità sempre più vasta, conquistando anche i lettori più scettici. I misteri della vita rappresenta una perfetta introduzione al pensiero di questo maestro, un breviario di risposte e fascinazioni attraverso le molte domande che ci pone l'esistenza.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a I misteri della vita di Osho, Swami Anand Videha, Ma Anand Vidya, Swami Anand Videha,Ma Anand Vidya in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Print ISBN
9788804586692eBook ISBN
9788852019890Parte prima
SULL’ARTE DI VIVERE
La vita è breve e l’energia è limitata, molto limitata. Con questa energia limitata tu devi trovare l’illimitato, con questa breve vita devi trovare l’eterno. È un grande compito, è una grande sfida! Quindi, per favore, non occuparti di argomenti privi di importanza.
Cos’è importante e cosa è privo di importanza? Secondo la definizione data da tutti i Buddha, è privo di importanza tutto ciò che la morte potrà toglierti, viceversa, è importante tutto ciò che la morte non potrà portarti via. Ricorda questa definizione: lascia che sia la tua pietra di paragone. Con questa pietra di paragone potrai giudicare immediatamente ogni cosa.
Hai mai visto la pietra di paragone che si usa per stabilire i carati dell’oro? Lascia che questa sia la tua pietra di paragone, per stabilire se una cosa è importante: «La morte potrà portarmela via?». Se la risposta è sì, la cosa è priva di importanza. Quindi il denaro non è importante, è utile, ma non importante. Il potere, il prestigio, la rispettabilità… verrà la morte e cancellerà tutto, quindi perché affannarti tanto per raggiungere quei fini in questi pochi giorni che hai da vivere? Questa vita è un caravanserraglio, è un luogo in cui trascorri la notte e dal quale ripartirai il mattino seguente.
Ricorda: è importante solo ciò che potrai portare con te quando lascerai il corpo. Questo significa che, eccettuata la meditazione, niente è importante. Eccettuata la consapevolezza, niente è importante, perché la consapevolezza è la sola cosa che la morte non potrà toglierti. Ogni altra cosa ti sarà portata via, perché ogni altra cosa proviene dall’esterno. Solo la consapevolezza affiora dalla tua interiorità e non potrà esserti tolta, e neppure le ombre della consapevolezza – l’amore e la compassione – potranno esserti sottratte, perché appartengono intrinsecamente alla tua consapevolezza.
Porterai con te solo la quantità di consapevolezza che avrai raggiunto: questa è la tua vera ricchezza!
Una celebrazione totale
Ho sentito dire che i ricercatori del vero, raccolti intorno a te, celebrano ogni cosa…
Certo, hai sentito perfettamente! I miei sannyasin celebrano tutto. La celebrazione è la base del mio sannyas, della mia ricerca del vero; non la rinuncia ma il divertimento: gioite di tutte le bellezze, di tutto ciò che la vita offre, poiché questa intera esistenza è un dono di Dio.
Le vecchie religioni vi hanno insegnato a rinunciare alla vita; esse negano la vita, il loro approccio è totalmente pessimista. Sono tutte contro la vita e le sue gioie. Per me, la vita e Dio sono sinonimi; in realtà, “vita” è una parola di gran lunga migliore di “Dio”, poiché “Dio” è solo un termine filosofico, mentre “vita” è reale, esistenziale. La parola “Dio” esiste solo nei testi sacri, è solo una parola, una pura e semplice forma verbale. La vita è dentro e fuori di te: esiste negli alberi, nelle nuvole, nelle stelle. Questa intera esistenza è una danza della vita.
Io insegno l’amore per la vita.
Io insegno l’arte di vivere la tua vita totalmente, l’arte dell’ebbrezza divina tramite la vita stessa. Io non sono uno che scappa dal mondo: tutte le vecchie religioni vi hanno insegnato a fuggire dal mondo, in un certo senso voltavano le spalle alla vita, insegnavano a sfuggirne le battaglie, non sono mai riuscite ad accettare le sfide della vita, non l’hanno mai fronteggiata. Quella gente era codarda: preferiva fuggire sulle montagne o nei monasteri.
Ma anche se si scappa sulle montagne o nei monasteri, si potrà mai fuggire da se stessi? Tu sei parte della vita, la vita pulsa nel tuo sangue, respira in te, pervade tutto il tuo essere! Come potrai mai fuggire da te stesso?
Visti da una giusta prospettiva, tutti quegli sforzi sono tentativi di suicidio: i vostri monaci, le suore, i mahatma, i presunti santi sono tutte persone votate al suicidio; di fatto hanno sempre tentato la via di un suicidio graduale.
Non solo, quelle persone erano anche codarde, poiché non sono neppure riuscite a suicidarsi una volta per tutte. Hanno tentato la via del suicidio graduale, a rate! Piano piano, molto lentamente, si sono lasciate morire. E noi abbiamo rispettato queste persone malate, schizofreniche, folli: gente che di fatto era contro Dio, poiché è sempre stata contro la vita!
Io sono in profondo amore con la vita, per questo insegno a celebrare. Si deve celebrare ogni cosa, tutto deve essere vissuto e amato. Per me non esiste nulla di mondano e nulla di sacro. Per me ogni cosa è sacra: dal livello esistenziale più basso a quello più elevato. La scala è una sola: dal corpo all’anima, dalla dimensione fisica a quella spirituale, dal sesso al samadhi, tutto è divino!
Un vecchio neo-sannyasin confidò a un attore che stava recitando il ruolo di Amleto che anche lui una volta aveva recitato quella parte.
«Cosa pensi di quel ruolo?» gli chiese l’attore. «Amleto fece veramente l’amore con Ofelia?»
«Non so se Amleto lo fece» fu la replica del sannyasin «io di sicuro l’ho fatto!»
La celebrazione deve essere totale, solo in quel caso potrai essere ricco in tutte le dimensioni dell’esistenza. Ed essere ricchi a livello multidimensionale è la sola cosa che si può offrire a Dio.
Se esiste un Dio, e se un giorno ti ritrovassi faccia a faccia con lui, l’unica cosa che ti chiederà sarà: «Hai vissuto la tua vita totalmente, o no?», poiché questa opportunità esistenziale ti viene data perché tu la viva, non per rinunciarvi.
E i miei sannyasin celebrano anche la morte, poiché la morte non è la fine, bensì il crescendo della vita stessa, il suo culmine. È l’Assoluto dell’esistenza: se hai vissuto nel modo giusto, se hai vissuto totalmente, attimo dopo attimo, se hai spremuto tutto il nettare della vita, la tua morte sarà l’orgasmo supremo.
Nulla di più elevato della vita
Qual è lo scopo della vita?
La vita non ha altro scopo che se stessa, poiché “vita” è un altro nome per indicare “Dio”. Qualsiasi altra cosa nel mondo può avere uno scopo, può essere un mezzo per raggiungere un fine, ma almeno una cosa dev’essere lasciata come fine di ogni altra, senza che sia un mezzo per alcunché.
La puoi chiamare “esistenza”.
La puoi chiamare “Dio”.
La puoi chiamare “vita”.
Sono tutti nomi diversi per indicare un’unica realtà.
“Dio” è il nome dato alla vita dai teologi e implica un pericolo: può essere confutato, si può discutere e dibattere. In pratica, metà della Terra non crede in un Dio: non solo i comunisti, anche i buddhisti, i giainisti e migliaia di liberi pensatori che si dichiarano atei. Il termine “Dio” non può essere difeso con facilità, poiché è stato creato dall’uomo, senza che sia sostenuto da prove e dati di fatto: nessuna tesi lo sostiene indubitabilmente. In pratica, resta una parola vuota: può avere qualsiasi senso tu gli attribuisca.
“Esistenza” è una parola più adatta. Tutti i grandi pensatori del ventesimo secolo sono stati esistenzialisti: hanno abbandonato totalmente la parola “Dio”, per loro l’esistenza in quanto tale è più che sufficiente.
Ma per me, così come “Dio” è un estremo, lo è anche “esistenza”, poiché questa parola non ha alcuna connotazione che la renda viva, potrebbe anche essere qualcosa di morto. Nulla indica che vi sia intelligenza, potrebbe anche essere qualcosa di ottuso. Nulla indica che vi sia consapevolezza, potrebbe non implicare nulla di consapevole.
Ecco perché ho scelto “vita”. La vita contiene tutto ciò che è necessario, in più non richiede alcuna prova: tu sei la vita! Tu sei la prova e la tesi a suo sostegno. Non puoi negarla, ecco perché in tutta la storia dell’uomo non è mai esistito un solo pensatore che abbia negato la vita.
A milioni hanno negato Dio, ma come si potrebbe negare la vita? Essa batte nel tuo cuore, è presente nel tuo respiro, brilla nel tuo sguardo, è espressa nel tuo amore. Celebra in mille maniere diverse: negli alberi, negli uccelli, nelle montagne, nei fiumi.
La vita è lo scopo di ogni cosa. Per questo, non può avere altro scopo se non se stessa. Per dirlo con altre parole: lo scopo della vita è intrinseco. Essa ha in sé lo scopo di crescere, di espandersi, di celebrare, di danzare, di amare, di gioire… questi sono tutti aspetti della vita.
Ma fino a oggi nessuna religione ha accettato la vita quale scopo di tutti i nostri sforzi, di tutte le nostre ricerche; al contrario, esse hanno negato la vita per sostenere un Dio ipotetico. Tuttavia, la vita è così reale che migliaia di anni di sforzi di tutte le religioni non sono riusciti neppure a scalfirla, sebbene tutte ne siano state ferme oppositrici: il loro Dio non era il centro più intimo della vita, bensì era disponibile solo rinunciando alla vita stessa. È stata una sventura che ha duramente colpito l’umanità: l’idea stessa di rinuncia della vita significa rispettare la morte.
Tutte le vostre religioni adorano la morte. Non è un caso che voi adoriate solo santi ormai morti: quando sono vivi, li mettete in croce; quando sono vivi, li lapidate; quando sono vivi, li avvelenate. E, una volta morti, li adorate. Si verifica un cambiamento improvviso: la vostra intera attitudine cambia con la loro morte.
Nessuno ha studiato a fondo la psicologia di questo cambiamento. È una contemplazione utile: come mai i santi che sono morti vengono adorati, e quelli vivi vengono condannati? Semplicemente perché i santi morti adempiono tutte le clausole dell’essere religioso: non ridono, non si divertono, non amano, non danzano, non hanno alcuna relazione con l’esistenza. Essi hanno realmente rinunciato alla vita, nella sua totalità: non respirano, il loro cuore non batte più. Ora sono perfetti uomini religiosi! Non possono più peccare. Una cosa è certa, puoi fare affidamento su di loro, sono una garanzia!
Un santo vivo non è così affidabile. Domani può cambiare idea. Sono esistiti santi che sono diventati peccatori e peccatori che sono diventati santi; quindi, fino a quando non sono morti, non si può dire nulla su di loro che sia definitivo.
Questo è uno dei motivi fondamentali per cui nei vostri templi, nelle vostre chiese, nelle vostre moschee, nei gurudwara e nelle sinagoghe… chi adorate? E non vedete la stupidità di tutto questo: i vivi adorano i morti. Il presente adora il passato.
La vita è stata forzata a adorare la morte. E a causa di queste religioni in antagonismo con la vita, nei secoli viene continuamente sollevato questo interrogativo: qual è lo scopo della vita?
Secondo le vostre religioni, lo scopo della vita è rinunciarvi, distruggerla, torturare se stessi in nome di qualche Dio mitologico e ipotetico.
Gli animali non hanno alcuna religione, fatta eccezione per la vita; gli alberi non hanno alcuna religione, fatta eccezione per la vita; le stelle non hanno alcuna religione, fatta eccezione per la vita. Tranne l’uomo, l’intera esistenza si fida esclusivamente della vita; non esistono altre divinità né altri templi, non esistono testi sacri.
La vita raccoglie in sé ogni cosa: è il dio, è il tempio ed è il testo sacro. E viverla totalmente, appassionatamente, è la sola religione.
Io vi insegno che non esiste altro scopo che non sia vivere con totalità tale da rendere ogni istante una celebrazione. L’idea stessa di “scopo” introduce nella mente il futuro, perché qualsiasi scopo, qualsiasi fine, qualsiasi meta ha bisogno di un futuro.
Ogni vostra meta vi priva del vostro presente, che è la sola realtà che possedete. Il futuro non è altro che una vostra immaginazione, mentre il passato è fatto solo di orme lasciate sulla sabbia del vostro ricordo. Il passato non è più reale e il futuro non lo è ancora.
Questo istante è l’unica realtà.
E vivere questo momento senza alcuna inibizione, senza alcuna repressione, senza alcuna avidità per il futuro, senza paure… senza ripetere continuamente il passato, ma restando assolutamente giovani e freschi a ogni istante, liberi da qualsiasi ricordo, non impediti da alcuna immaginazione vi rende assolutamente puri e innocenti: questa è la sola cosa che io definisco divina.
Per me, Dio non è qualcuno che ha creato il mondo. Dio è qualcuno che tu crei, quando vivi totalmente, intensamente, con tutto il tuo cuore, senza reprimere o frenare nulla. Quando la tua vita diventa una semplice sequenza di momenti felici, una danza che si dispiega attimo dopo attimo, quando la tua vita non è altro che un festival di luci… ogni istante è assolutamente prezioso, perché, una volta che se n’è andato, se n’è andato per sempre.
Vivere per uno scopo qualsiasi significa soltanto non vivere nel presente. Vivere in funzione di un qualsiasi paradiso è semplice avidità. In questo modo, ci si lascia sfuggire il presente, si sacrifica la realtà che si ha in mano, ai piedi di un paradiso immaginario, del quale non esiste la minima prova.
Oppure, si teme l’inferno… migliaia di monaci – cristiani, hindu, buddhisti, giainisti – vivono schiavi della paura e dell’avidità. Ed è strano che nessuno si accorga di questa semplice evidenza: essi fondano la loro vita sull’avidità di entrare in paradiso e di goderne le gioie e i piaceri, e sulla paura di non riuscire a non commettere mai nulla di male, altrimenti soffrirebbero le pene dell’inferno per l’eternità. E questi monaci, a qualsiasi religione appartengano, sono le persone che voi adorate.
Si tratta di persone malate che hanno bisogno di cure psichiatriche. Sono così avidi da non accontentarsi di questa vita: hanno bisogno di un paradiso! E hanno così paura, sono così focalizzati sulla paura, che proprio a causa di questo terrore hanno creato inferni di ogni sorta. Ebbene, il paradiso sarà per coloro che seguono il sentiero che essi pensano sia “virtuoso”… e l’inferno sarà per quanti non lo seguono!
Ma qual è il sentiero della virtù? Nessuna religione è riuscita a delinearlo, non è stato neppure definito un criterio comune per stabilirlo.
Da parte mia, io vi invito a vivere con gioia, felici, appagati, soddisfatti, condividendo il vostro amore, il vostro silenzio, la vostra pace. Lasciate che la vostra vita diventi una danza così bella da non rendere beati solo voi, ma il mondo intero: questo è il solo senti...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- I misteri della vita
- Introduzione
- Parte prima - Sull’arte Di Vivere
- Parte seconda - Sull’amore
- Parte terza - Sulle Relazioni
- Parte quarta - Sulla Tensione E Il Rilassamento
- Parte quinta - Sull’ego
- Parte sesta - Sulla Meditazione
- Parte settima - Vero E Falso, Giusto E Sbagliato
- Parte ottava - Sulla Libertà, La Responsabilità E L’impegno
- Parte nona - Sulla Creatività
- Parte decima - Sulla Risata E La Celebrazione
- Parte undicesima - Oriente E Occidente
- Postfazione - Non esistono limiti…
- Profilo dell’autore
- Nota biografica
- Nota bibliografica
- Copyright