
- 252 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
"Le corde del tuo cuore dovrebbero essere un po' più tese, in modo che in te possa scaturire l'amore; e le corde della tua mente dovrebbero essere un po' più allentate, in modo che in te possa scaturire un'intelligenza vigile e non la pazzia. Se queste corde del tuo essere fossero entrambe equilibrate, in te potrebbe nascere la musica della vita." Ricominciare da sé è un viaggio, un cammino nel quale il grande maestro spirituale Osho ci conduce verso la conoscenza profonda di noi stessi e delle chiavi della beatitudine. Un percorso di saggezza e di meditazione che tocca il vero centro dell'energia vitale, troppo spesso dimenticato dalla cultura razionalistica occidentale. Con ogni capitolo di questo libro Osho non fa che aprire in noi una porta dopo l'altra, guidandoci a penetrare sempre più in profondità nel nostro essere. Fino al raggiungimento del divino, della musica nascosta nel Tutto.
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Informazioni
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9788804586661eBook ISBN
9788852019876Terzo discorso
L’ombelico è la sede della volontà
Amici carissimi,
come può l’uomo centrare la vita nel proprio essere, come può sperimentare se stesso, come può conseguire il proprio Sé? Ne abbiamo parlato nei due precedenti discorsi di oggi e in merito mi avete posto molte domande. Rispondendo, vi parlerò di altri tre punti. Domani e dopodomani risponderò alle domande che non riguardano gli argomenti trattati oggi. Ora risponderò alle domande relative al tema di oggi, dividendole in tre punti.
Il primo punto riguarda il modo in cui l’uomo dovrebbe cominciare a vivere la propria vita, fondandosi sul centro nell’ombelico: centrato nel proprio Sé, centrato nel proprio essere. Prima però vorrei esporre altri tre modi significativi, utili a risvegliare l’energia addormentata nell’ombelico. Una volta risvegliata, quell’energia diventa la soglia che vi conduce a sperimentare una consapevolezza diversa del vostro corpo. Elencherò questi tre punti e poi ne parleremo.
Il primo è: una dieta appropriata; il secondo è: una giusta quantità di lavoro; il terzo è: un sonno ottimale. Colui che non adotta una dieta appropriata, che non svolge un lavoro adatto a sé e che non dorme nel modo giusto non potrà mai centrarsi nell’ombelico. E l’uomo ha perso il contatto con queste tre cose.
La specie umana è la sola che non ha una dieta prevedibile. La dieta di tutti gli altri animali è prestabilita. I loro bisogni fisici fondamentali e la loro natura decidono che cosa devono o non devono mangiare, le quantità di cibo che devono o non devono ingerire, quando devono mangiare e quando devono smettere. Ma l’uomo è assolutamente imprevedibile, la sua dieta non è affatto stabilita: la sua natura non gli dice che cosa dovrebbe mangiare, la sua consapevolezza non gli suggerisce quanto dovrebbe mangiare, né quando dovrebbe smettere. Poiché nessuna di queste azioni dell’uomo è prevedibile, la sua vita ha imboccato direzioni molto incerte. Tuttavia un uomo dotato anche solo di un minimo di comprensione e che inizia a usare un po’ di intelligenza, riflettendo su questo problema e aprendo un minimo i suoi occhi, non troverà alcuna difficoltà nel mutare il suo modo di nutrirsi, adottando una dieta appropriata. È molto facile, niente potrebbe essere più facile. Per comprendere che cosa sia una dieta appropriata, la divideremo in due parti.
La prima: l’uomo che cosa dovrebbe mangiare e che cosa non dovrebbe mangiare? Il corpo umano è un insieme di elementi chimici: l’intero processo fisiologico è basato sulla chimica. Se beviamo dell’alcol, il nostro corpo ne sarà influenzato chimicamente: rimarrà intossicato, cadrà nell’inconsapevolezza. Per quanto l’uomo sia sano, per quanto sia tranquillo, il suo corpo risulterà chimicamente intossicato. Per quanto l’uomo sia santo, se verrà avvelenato, morirà.
Socrate morì per avvelenamento e Gandhi morì colpito da una pallottola. Una pallottola non vede se l’uomo è un santo o se è un peccatore; né il veleno vede se l’uomo è Socrate o se è una persona comune. Né le sostanze pericolosamente tossiche, né i veleni, né il cibo vedono chi o che cosa sei tu. Le loro funzioni sono fisse e dirette: interagiscono con la chimica del corpo e fanno il loro lavoro. Pertanto, ogni cibo che intossica comincia a fare danni e a creare disturbi nella consapevolezza dell’uomo. È nocivo ogni cibo che produca nell’uomo qualsiasi tipo di inconsapevolezza, ogni sorta di eccitazione, di stato alterato o di disagio. E il danno più profondo, il danno estremo accade quando quegli effetti nocivi cominciano a raggiungere l’ombelico.
In tutto il mondo si usano cure naturali per guarire il corpo, come l’applicazione di fanghi, le diete vegetariane, le diete leggere, l’immersione in bagni termali; tuttavia nessun naturopata ha ancora compreso che gli effetti benefici ottenuti da quelle cure non sono dovuti tanto alle loro speciali proprietà, quanto piuttosto all’influenza che esercitano sul centro nell’ombelico. E il centro nell’ombelico influenza poi il resto del corpo. Tutte queste cure si limitano infatti a influenzare l’energia addormentata in quel centro e quando questa energia inizia a fluire, la persona comincia a guarire.
Ma la naturopatia non è ancora consapevole di questa realtà. I naturopati pensano che forse questi effetti benefici provengano dai fanghi, dai bagni termali, dalle diete! I malati hanno benefici, ma i benefici reali provengono dal risveglio dell’energia addormentata nel centro nell’ombelico.
Se quel centro è trattato nel modo sbagliato, se segui una dieta sbagliata e ingerisci cibi sbagliati, a poco a poco questo centro si addormenta e la sua energia si indebolisce. A poco a poco questo centro cede al sonno. Alla fine, in pratica si addormenta; in quel caso non siamo neppure consapevoli che nell’ombelico ci sia un centro. A quel punto siamo consapevoli di avere solo due centri: uno nella mente, in cui si muovono continuamente i pensieri, e l’altro più piccolo nel cuore, in cui si muovono le emozioni.
Non siamo in contatto con altri centri più in profondità. Perciò più il cibo è leggero, minore è la pesantezza che crea nel corpo e più il suo contributo è importante e valido per iniziare il nostro viaggio interiore.
Per una dieta corretta, la prima cosa da ricordare è che non deve creare eccitazione, non deve intossicare, non deve essere pesante. Al termine di un pasto sano non dovresti sentire né pesantezza, né senso di soffocamento. Ma probabilmente tutti noi sentiamo pesantezza e senso di soffocamento dopo i pasti; in questo caso è bene comprendere che mangiamo nel modo sbagliato.
Nella sua autobiografia un grande medico, Kenneth Walker, scriveva che le esperienze di tutta la sua vita gli avevano insegnato una cosa: solo metà di tutto ciò che le persone mangiano riempie il loro stomaco, l’altra metà riempie lo stomaco dei medici! Se la gente mangiasse la metà di ciò che mangia normalmente non si ammalerebbe e non avrebbe bisogno dei medici.
Ci sono persone che si ammalano perché non si nutrono a sufficienza e persone che si ammalano perché mangiano troppo. C’è gente che muore di fame e c’è gente che muore per ipernutrizione. Il numero di coloro che muoiono perché mangiano troppo ha sempre superato il numero di coloro che muoiono di fame. Il numero di coloro che muoiono di fame è esiguo: se anche un uomo volesse lasciarsi morire di fame impiegherebbe circa tre mesi; infatti, si può vivere per tre mesi senza mangiare. Ma se un uomo si nutre in modo eccessivo per tre mesi non ha alcuna possibilità di sopravvivere.
Nella storia sono esistite persone che avevano idee davvero strane. Un grande imperatore romano, Nerone, aveva assunto due medici con l’unico compito di farlo vomitare dopo ogni pasto, in modo che potesse avere il piacere di mangiare da quindici a venti volte al giorno. Consumava un pasto, poi prendeva una medicina che gli procurava il vomito, così poteva ricominciare a mangiare! Ma ciò che facciamo noi non è molto diverso.
Nerone poteva avere due medici a palazzo, perché era un imperatore. Noi non siamo imperatori, ma abbiamo medici nelle vicinanze. Nerone si procurava il vomito ogni giorno e noi ci procuriamo il vomito di tanto in tanto. Mangiamo in modo sbagliato e accumuliamo ogni sorta di tossine. Poi il medico ci prescrive un depurativo che ci rimette in sesto, e subito dopo noi ricominciamo a nutrirci in modo errato. Nerone era un uomo saggio: aveva stabilito di depurarsi ogni giorno. Noi lo facciamo solo di tanto in tanto. Se fossimo imperatori, agiremmo come Nerone, ma non possiamo: non abbiamo le possibilità finanziarie per farlo. Ridiamo di Nerone, ma in un certo senso non siamo tanto diversi da lui.
Le nostre abitudini sbagliate nei confronti del cibo stanno diventando pericolose per la nostra salute. È provato che ci costano molto care, e ci hanno portato al punto di essere vivi per miracolo! Non sembra che il cibo che ingeriamo ci mantenga in salute, sembra piuttosto che ci faccia ammalare, e questo è sorprendente. Sarebbe come se il Sole, sorgendo al mattino, creasse le tenebre: sarebbe un evento ugualmente strano e sorprendente. Ma tutti i medici del mondo sono dell’opinione che la maggioranza delle malattie nell’uomo sono causate da una nutrizione sbagliata.
Quindi, in primo luogo, ciascuno dovrebbe essere attento alla propria nutrizione. E lo dico in modo speciale per i meditatori. È necessario che un meditatore rimanga consapevole di quello che mangia, di quanto mangia e degli effetti che il cibo produce nel suo corpo. Se farete un esperimento di consapevolezza in questo senso per qualche mese, scoprirete certamente quali sono i cibi adatti a voi: quali cibi vi danno tranquillità, pace e salute. Non ci sono difficoltà reali ma, se non prestate mai attenzione a ciò che mangiate, non sarete mai in grado di scoprire i cibi adatti a voi.
La seconda cosa, rispetto al cibo, è che lo stato della vostra mente mentre mangiate è più importante di ciò che ingerite. Il cibo vi influenza in modo diverso se mangiate con gioia e se siete felici oppure se mangiate colmi di tristezza e di preoccupazioni.
Se mangiate quando siete colmi di preoccupazioni, anche il migliore dei cibi avrà effetti tossici sul vostro organismo. Se mangiate con gioia, può accadere che anche un veleno non riesca ad avere un effetto devastante sul vostro organismo: è più che probabile. Perciò mentre mangiate è importante lo stato della vostra mente.
In Russia è vissuto un grande psicologo, Pavlov, che ha fatto alcuni esperimenti sugli animali, arrivando a conclusioni sorprendenti. Fece esperimenti sui gatti e sui cani. Diede del cibo a un gatto poi, con una radioscopia, osservò che cosa accadeva al gatto dopo aver mangiato. Quando il cibo arrivò nello stomaco del gatto, vide che questo cominciava a secernere il succo gastrico; in quel preciso istante fece portare un cane davanti alla portafinestra della stanza in cui stava il gatto. Il cane si mise ad abbaiare e il medico vide, mediante la radioscopia, che nello stomaco del gatto era cessata di colpo ogni secrezione di succo gastrico. Lo stomaco si chiuse, si rimpicciolì. A questo punto il cane fu portato via, ma lo stomaco del gatto rimase in quello stato per sei ore. La digestione non riprese e il cibo rimase indigerito nello stomaco per sei ore; dopo, quando il succo gastrico ricominciò a fluire, il cibo non era più digeribile: si era solidificato. Nell’istante in cui la mente del gatto si era preoccupata per la presenza di un cane, il suo stomaco aveva cessato di colpo il proprio lavoro.
Ma qual è la vostra situazione? Voi vivete preoccupandovi per ventiquattr’ore al giorno. È un miracolo che il vostro stomaco digerisca il cibo che ingerite e che l’esistenza riesca a far sì che la digestione avvenga, malgrado voi stessi! Non avete alcuna voglia di digerire ciò che mangiate. La digestione che avviene in voi è un assoluto miracolo, e lo è anche il vostro rimanere in vita!
Lo stato della vostra mente dovrebbe essere colmo di grazia e di beatitudine; ma nella vostra casa, la tavola da pranzo è il luogo più tetro. La moglie ha atteso per tutto il giorno il ritorno a casa del marito per la cena e tutto il malessere emotivo, da lei accumulato nelle ultime ventiquattr’ore, esplode proprio mentre il marito mangia. La moglie non sa che si sta comportando come una nemica. Non sa che sta versando veleno nel piatto del marito.
Anche il marito è turbato e preoccupato, dopo un’intera giornata di lavoro, e butta in qualche modo il cibo nello stomaco, poi esce. Non ha idea che l’atto di cibarsi, terminato in fretta per scappare via subito dopo, sarebbe dovuto essere simile a una preghiera; non era un atto da compiere con tanta fretta. Avrebbe dovuto avere lo stesso ritmo di colui che entra in un tempio e si inginocchia per pregare; o di colui che si siede per suonare la vina; o di colui che canta una serenata all’amata. Questo atto è ancora più importante: egli sta dando nutrimento al proprio corpo. Dovrebbe compiere questo atto in uno stato di profonda beatitudine; dovrebbe essere un atto amorevole, simile a una preghiera.
Mentre mangi, più riesci a essere felice, gioioso, rilassato e privo di preoccupazioni, e più il cibo che hai ingerito diventa il nutrimento giusto per te.
Una dieta è violenta non solo quando mangi cibi non-vegetariani, ma anche quando mangi con rabbia. Entrambe le cose sono violente. Quando mangi pieno di collera e attanagliato dalla sofferenza e dalle preoccupazioni, mangi in modo violento. Non ti rendi affatto conto che così come sei violento mentre mangi della carne, sei altrettanto violento mentre la tua stessa carne brucia per la collera e le preoccupazioni. Anche in questo caso, il cibo che ingerisci non può essere non-violento.
Pertanto, questo è il secondo elemento di una dieta giusta: dovreste mangiare in uno stato di grande calma e di grande gioia. Se non siete in questo stato, è meglio che aspettiate fino a quando non vi sentite calmi, è meglio che non mangiate per un po’ di tempo. Dovreste consumare il vostro pasto solo quando sentite che la mente è assolutamente pronta per farlo. Quanto tempo occorrerà alla vostra mente per esserlo? Se siete abbastanza consapevoli da aspettare, la mente può rimanere disturbata al massimo per un giorno; ma voi non vi siete mai curati dello stato della vostra mente: avete ridotto a un processo totalmente meccanico l’ingestione del cibo. Buttate del cibo nello stomaco e poi vi alzate da tavola: non è più un processo psicologico e questo è pericoloso.
A livello fisico, il cibo giusto per te dovrebbe essere sano, non eccitante e non violento; a livello psicologico, la tua mente dovrebbe essere in uno stato di beatitudine, di grazia e di gioia; a livello dell’anima, dovresti sentirti colmo di gratitudine e di riconoscenza. Queste tre cose fanno del cibo ingerito il giusto nutrimento.
Dovresti avere nel cuore questi sentimenti: «Poiché oggi ho il cibo a mia disposizione, mi sento grato. Mi è stato concesso un altro giorno di vita, mi sento profondamente grato. Questa mattina mi sono svegliato di nuovo alla vita, oggi il Sole mi ha illuminato ancora, questa sera posso ancora ammirare la Luna… ho vissuto un altro giorno! Non era necessario che io vivessi un altro giorno, oggi sarei potuto essere già nella tomba, ma mi è stato concesso un altro giorno di vita. Non l’ho guadagnato, mi è stato donato!». Quantomeno per questi motivi, dovresti avere nel cuore sentimenti di riconoscenza e di gratitudine. Mangi il cibo, bevi l’acqua, respiri: dovresti avere un senso di gratitudine per tutto ciò. Dovresti avere un senso di gratitudine verso la vita intera, verso tutto il mondo, verso l’intero universo, verso la natura e verso il divino: «Ho ricevuto in dono un giorno in più da vivere. Ancora una volta ho ricevuto il cibo per nutrirmi. Ho ricevuto un altro giorno per vedere il Sole e i fiori che sbocciano. Oggi sono ancora vivo!».
Rabindranath Tagore due giorni prima di morire esclamò: «Signore, come ti sono grato! Dio, come potrò esprimerti la mia gratitudine? Tu mi hai dato questa vita, quando non avevo alcun merito per riceverla. Mi hai dato il respiro, quando non avevo alcun diritto di respirare. Mi hai fatto vivere l’esperienza della bellezza e della beatitudine, che non avevo affatto guadagnato. Ti sono oltremodo riconoscente. Sono sopraffatto dalla tua grazia. E se in questa vita che tu mi hai donato posso aver ricevuto dolore, sofferenza e preoccupazioni, la colpa deve essere stata mia, perché la vita che tu mi hai dato è colma di beatitudine. La colpa deve essere stata mia, perciò non ti chiedo di liberarmi dalla vita. Se mi ritieni degno, fammi tornare a vivere ancora e di nuovo. La vita che tu mi hai dato è colma di beatitudine e io ti sono immensamente grato per avermela donata».
Questo sentimento, questo sentimento di gratitudine dovrebbe essere presente in tutti gli aspetti della vostra vita, in particolare nei confronti del cibo. Solo così il cibo che ingerite diventa la giusta dieta.
Il secondo punto è: una giusta quantità di lavoro. Anche il lavoro non è più una parte essenziale della vostra vita. Il lavoro manuale è diventato un atto vergognoso.
Un pensatore occidentale, Albert Camus, in una delle sue lettere ha scritto scherzosamente che verrà un giorno in cui le persone chiederanno ai loro camerieri di fare l’amore al loro posto. Quando qualcuno si innamorerà di una donna, darà l’incarico al proprio cameriere di sostituirlo nel fare l’amore. Un giorno potrebbe accadere! Avete già cominciato: fate fare agli altri praticamente tutto, fare l’amore è l’unica cosa che fate ancora in prima persona. Incaricate qualcun altro di pregare per voi; assumete un prete e gli dite di pregare e di compiere i riti, in vostra vece: avete perfino degli stipendiati che pregano e adorano per vostro conto! Quindi se avete degli stipendiati che pregano in vostra vece, non è poi così impensabile che un giorno persone sagge possano ordinare ai loro camerieri di fare l’amore al post...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Ricominciare da sé
- Introduzione. di Kishori Raman Tandon
- Primo discorso. Il corpo: il primo passo
- Secondo discorso. La mente, il cuore, l’ombelico
- Terzo discorso. L’ombelico è la sede della volontà
- Quarto discorso. Conoscere la mente
- Quinto discorso. La vera conoscenza
- Sesto discorso. Né credenti, né miscredenti
- Settimo discorso. Sintonizzare il cuore
- Ottavo discorso. L’amore non ha io
- Osho: la possibilità di comprendersi
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