Prima o poi, me lo chiedono tutti: Dario, ma perché odi tanto le donne? Allora, chiariamo: io non odio le donne, io le donne le amo. Tutte, dalla prima all’ultima. Da fuori. Il problema è che a un involucro così affascinante corrisponde quasi sempre un pacco sorpresa terrificante. Ecco, il mio problema è il didentro delle donne.
Il mio ideale di donna, per capirci, è Robert De Niro con le tette di Pamela Anderson. Che, detta così, ti fa passare per il cliente ideale di un trans brasiliano. Ma in realtà ha un contenuto molto più profondo. Almeno credo.
La verità è che questo problema non è solo mio: è un conflitto universale, una guerra dei mondi, proprio come quella di Orson Welles. Solo che quella era finta, mentre la nostra è verissima e sotto gli occhi di tutti ogni giorno. Non ci credete? Se avete un attimo di pazienza, vi dimostrerò come ogni singolo momento della nostra vita di coppia sia caratterizzato da una serie di incolmabili differenze tra i due sessi.
E come, alla fine, la colpa sia sempre ed esclusivamente la loro.
Il primo appuntamento è un momento fondamentale nella vita erotica di ognuno di noi. Eppure, nonostante questa verità di fede, conosco uomini che al primo appuntamento fanno errori clamorosi. Conosco uno che al primo appuntamento è andato a prendere la ragazza con l’autobus, solo perché aveva il biglietto invalidi per l’intera rete dei trasporti.
Invece al primo appuntamento bisogna andarci con un supermacchinone, perché nella testa delle donne la macchina è il prolungamento del pene. Quindi, chi si presenta con la Smart con l’impianto a gas comincia malissimo. A parte che, praticamente, guida una bombola col parabrezza, ma il segnale erotico che invia alla donna non è di sicuro incoraggiante.
Chi non si presenta con un’automobile adeguata impedisce alla donna di pronunciare le tre classiche perle di saggezza.
Prima perla: «A me le macchine troppo di lusso non sono mai piaciute». E mentre lo dice sta calcolando quanti soldi puoi guadagnare per poterti permettere una macchina del genere e, soprattutto, quanto possono costare i sedili in pelle di imene di iguana su cui sei seduto.
Perché, se è vero che, se una donna tra i trenta e i quarant’anni non è sentimentalmente collocata un motivo ci deve essere. Ma è anche vero che se un uomo di quarant’anni è ancora single, un motivo ci deve essere e infatti c’è: è single perché non vuole perdere il cinquanta per cento di quello che ha guadagnato in alimenti!
Perché a quarant’anni siamo strani, ci piace una vasta gamma di femmine. Ci piace la ventenne come la quarantenne, e pure la trentenne.
Del resto noi quarantenni siamo convinti di essere giovani. Avete visto come ci vestiamo? Camicetta sblusata a mascherare il cedimento addominale, pantaloni giovani con gli strappi rinfresca-la-minchia-Beghelli, e scarpe da ginnastica. Siamo convinti di essere giovani grazie ai vestiti ma in realtà abbiamo già un piede nella fossa. Con le Nike, ma nella fossa!
Certo, quando vedi che fino a poco tempo fa in Nazionale ci stava ancora Cannavaro, che quando tu eri piccolo lui aveva già il fiatone prima della partita... Cannavaro era l’unico che non cantava l’inno non perché non lo sapeva, ma perché era così anziano che non se lo ricordava più!
Dovremmo dire basta con questa storia della moda a ogni costo. Io a chi va vestito sempre alla moda gli menerei con la borsa di Prada, ma non quella originale, no. Quella del marocchino che è fatta d’ebano e fa più male!
A quarant’anni se sulla spiaggia capita che ti guarda la ventenne, tu la riguardi, anche se si tratta di uno sguardo ONLUS, cioè no profit. Lei ti guarda e tu pensi: “Ahò, guarda quanto piaccio ancora! Ho quarant’anni ma la criniera del vecchio leone fa ancora girare le giovani gazzelle!”. Lei invece guardandoti sta pensando: “Forse questo anziano signore s’è perso...”.
Ma la verità è che hai bisogno di quello sguardo. Ti prepari dall’anno prima. È l’unica cosa buona della vacanza con la tua donna, che costa un botto, dura poco e, di solito, ti lascia addosso i segni dell’ustione.
La vacanza parte male già dal momento della sua preparazione, e chiunque è fidanzato lo sa: primo, la destinazione del viaggio la sceglie lei. Tu, uomo, al massimo sei l’autista.
E poi la donna in vacanza si porta tante di quelle valigie, piene di roba inutile, che mentre le carichi nel portabagagli il portiere del palazzo fa: «Signor Cassini, se mi avvisava che traslocavate le davo una mano».
Il bello è che fanno pure le ipocrite: «Amore dove ti porto, dove vuoi andare?».
“Dove mi porti” e “Dove voglio andare” sono due cose diverse!!
Come “Ti amo, sposiamoci” e “Sono incinta, mi devi sposare!”.
Per la vostra vacanza, cari amici maschi, se avete un desiderio o un obiettivo preciso, non ditelo. Non ditelo mai.
Perché se lo dite, lei dirà sempre il contrario.
Quindi: se volete andare al mare, dite montagna!
Se volete andare ai Caraibi, dite: Ladispoli!
Se volete litigare, dite: Cuba!
Tanto, che vi frega, voi non state andando in ferie. No, voi accompagnate una psicopatica a fare shopping in Madagascar!
E quando sei suo prigioniero, costretto a stare nel posto scelto da lei e pagato da te, lei ti fa: «Ma come sarebbe a dire che ti vuoi rilassare? Hai solo sette giorni per starmi vicino e non vuoi fare niente in una vacanza all inclusive?».
E questa, tu hai il coraggio di chiamarla vacanza?
E «Stendi l’asciugamano» e «Attento c’è la sabbia, ristendi l’asciugamano» e «Mettimi la crema» e «Prendimi da bere» e «Prenota l’escursione senza sabbia!».
Ah bella, vabbè che stiamo in Africa, ma la schiavitù l’hanno abolita da un pezzo pure qui!
Ricordate: l’unica vacanza per un uomo è sempre, in qualsiasi posto, quella senza di lei!
Seconda perla: «A me gli uomini troppo muscolosi non sono mai piaciuti», però intanto ti tasta per vedere se sei un sacco di patate lesse.
E poi, diciamo la verità: gli addominali a che servono? Tanto poi ti abbandonano, mentre la pancia ti accompagna fin dentro la tomba! E premiamola questa fedeltà, no? Per avere gli addominali devi passare un terzo della tua esistenza in una palestra a fare degli esercizi. E quando muori, perché anche chi ha gli addominali muore, sarai il più allenato di tutto il cimitero!
Gli addominali in natura non esistono, si chiamano scolpiti perché ce li hanno le statue! Archetipi di tutte le statue sono i bronzi di Riace, quello con la scoppoletta e quello coi capelli der Monnezza. Hanno degli addominali superscolpiti, ma, va detto, su una minchietta lunga come un ditale. Se il signor Bronzo e il signor di Riace avessero potuto scegliere fra un filo di panza e una minchia da un metro e dieci che, tra l’altro, non esistendo gli orologi fungeva anche da meridiana, cosa avrebbero scelto?
Ma che ci frega degli addominali! Chi ha gli addominali è una persona malata: ha tutto il sangue concentrato là!
Poi, se ci tieni veramente agli addominali non è che li fai vedere a tutti sulla spiaggia, fai come me: durante i mesi freddi li conservi sotto uno strato di lardo di Colonnata, così quando ti servono sono lucidi, come nuovi.
L’addominale non è più di moda, ho visto le sfilate a Milano: la prossima estate si porta la trippa sblusata alla zuava!
Comunque a me piace lo sport.
Lo sport è come il porno: te lo guardi da sopra il divano, non sei tu che lo fai, ma t’arrapi uguale!
Tu sei bello bello sul divano con Sky acceso sulla partita di curling, che la tua lei ti fa: «Ma questo sport invece di vederlo in TV perché non lo fai in palestra?».
«Ma amore, se quest’estate m’iscrivevo in palestra mi sarei perso: i Mondiali di nuoto, la Formula uno e i Mondiali di atletica. Insomma, ne ho fatto di sport... Soltanto cambiando velocemente i canali per vedere tutte ’ste gare mi è venuto il tunnel carpale!».
Ma la colpa è tutta di Usain Bolt, il velocista giamaicano, che ci ha fatto impazzire tutti, sia uomini sia donne, anche se per ragioni diverse, mettendoci miracolosamente d’accordo.
Bolt, una macchina di muscoli, fatto di ferro, una macchina di perfezione, di durezza, di tonicità: ma è mai possibile che si chiami come un ammorbidente?!?
Bolt è andato così forte che durante il giro d’onore ha fatto il record dei 400 metri!
Non voglio avanzare dei sospetti su di lui solo perché è giamaicano. Di sicuro non è dopato, ma i cani antidroga solo a guardarlo in TV abbaiano!
Dopo Pechino ero sicuro che avrebbe vinto Bolt. Mi ci sarei giocato le palle, ma non le mie, quelle della sudafricana Semenya, che poi s’è scoperto essere un uomo. Se la chiamavano Ovulonia era meglio.
D’accordo che per vincere i Mondiali ci vuole il pelo sullo stomaco, ma se una ce l’ha pure sul petto, qualcuno la domanda se la doveva porre. I giudici di gara hanno capito subito che c’era qualcosa che non andava perché all’antidoping la Semenya pisciava in piedi!
Comunque, quando l’atleta maschio si fa notare in questo modo così preponderante nel panorama sportivo, la tua fidanzata ritorna a essere quello che è: una scamosciatrice di genitali.
Guarda lui. Guarda lui. Guarda Usain Bolt e poi guarda te. E ti dice: «Ma tu non c’avevi il personal trainer?».
«Sì...»
«Te lo sei magnato?»
Guarda Usain Bolt e poi guarda te e fa: «Mamma mia, ma alzati da questo divano di pelle, che mi sembri un insaccato... Ma ti vuoi alzare? Guarda, sei diventato una figura mitologica, metà culo e metà divano, ma ti rendi conto? E non fai nemmeno lo sforzo di usare il telecomando! Ma come cambi canale, con la forza del pensiero?!? E per fortuna che ti piace lo sport! Insomma, prendi esempio da Bolt e mettiti anche tu a correre un po’...».
Che cosa stai dicendo, esimia testa di Semenya, che io non posso vincere i 100 metri piani?
Ah bella, se mentre corro alle spalle mi trovo un nero enorme, che ansima, in mutande, il cui scopo lampante è raggiungermi, che di nome fa Tyson e di cognome fa Gay, t’assicuro che pure io faccio il record dei 100 metri!
Terza perla: «Comunque la lunghezza del pisello non è importante, è importante come lo si usa».
Ma se è piccolo così come lo vuoi usare?
Che ci fai?
Ma bisogna essere onesti fino in fondo: anche noi uomini ricorriamo alla chirurgia plastica. La più diffusa operazione per l’uomo è l’allungamento ...