Belli e dannati
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Belli e dannati

Francis Scott Fitzgerald, Fernanda Pivano

  1. 392 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Belli e dannati

Francis Scott Fitzgerald, Fernanda Pivano

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Belli e dannati è il ritratto di una coppia inquieta nei ruggenti anni Dieci: lei, Gloria Gilbert, bellissima rubacuori venuta dal Kansas nella Grande Mela, lui, Anthony Patch, giovane rampollo di una ricca famiglia che a venticinque anni si sente già stanco della vita. Sono giovani, belli e innocenti, ma l'alcol e l'avidità finiranno per dannarli.
Lo stile di vita dei Patch è quello tipico della "generazione perduta" che Fitzgerald e la moglie Zelda si trovarono a rappresentare e i personaggi di Belli e dannati, debitori alla vicenda e alla personalità dell'autore ma non rigidamente autobiografici, sono parenti stretti dei protagonisti di altri scritti di Fitzgerald, da Di qua dal Paradiso, il romanzo-scandalo che lo ha rivelato, al capolavoro Tenera è la notte. Una nota di particolare pessimismo distingue tuttavia questo romanzo in cui lo scrittore americano rinuncia alla ricerca di un senso dell'esistenza per rappresentare una velleitaristica rivolta della gioventù contro le convenzioni vittoriane, all'interno di una visione del mondo assolutamente priva di significato: quasi un'epica disincantata e dolceamara sulla caduta dei sogni e delle illusioni.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852039348

LIBRO SECONDO

I

L’ora radiosa

Dopo quindici giorni Anthony e Gloria incominciarono a permettersi qualche discussione pratica, come chiamavano quei convegni durante i quali sotto le parvenze di un severo realismo procedevano in un eterno chiaro di luna.
«Non quanto me» insisteva il critico letterario. «Se tu mi amassi davvero desidereresti che lo sapessero tutti.»
«Ma è così» protestò lei; «vorrei fermarmi sull’angolo della strada come un uomo-sandwich per informare tutti i passanti.»
«Allora spiegami tutte le ragioni per cui mi sposerai a giugno.»
«Be’, perché sei tanto pulito. Sei pulito come il vento, come sono io. Ce n’è di due specie, capisci. Uno è come Dick: è pulito come le padelle lustre. Tu e io siamo puliti come i fiumi e il vento. Ogni volta che vedo qualcuno sono in grado di capire se è pulito, e se lo è, di che genere di pulizia.»
«Siamo gemelli.»
Pensiero estatico!
«La mamma dice» disse lei esitando «la mamma dice che due anime a volte vengono create insieme e... e si amano prima di nascere.»
Il bilfismo conquistava il suo più docile proselite... Dopo un poco Anthony alzò la testa e rise silenzioso guardando il soffitto. Quando volse gli occhi verso di lei, vide che era adirata.
«Perché ti sei messo a ridere?» esclamò. «L’hai già fatto altre due volte. Non c’è niente di buffo nei nostri rapporti. Non m’importa di fare la stupida, e non m’importa che tu lo faccia, ma non posso sopportarlo quando siamo insieme.»
«Scusami.»
«Oh, non dire scusami! Se non riesci a immaginare niente di meglio stai zitto.»
«Ti amo.»
«Non me ne importa niente.»
Vi fu un silenzio. Anthony era scoraggiato... Alla fine Gloria mormorò:
«Scusami di essere stata cattiva.»
«Non sei stata tu. È colpa mia.»
Ritornò la pace: i momenti che seguirono furono così più dolci e intensi e profondi. Erano stelle di palcoscenico, e ciascuna recitava a un pubblico di due persone: l’ardore della loro passione creava la verità. Qui finalmente era la quintessenza dell’autoespressione: eppure era probabile che per la massima parte il loro amore esprimesse Gloria più che Anthony. Spesso egli si sentiva come un ospite tollerato a stento in una festa offerta da lei.
Parlare alla signora Gilbert era stato imbarazzante. Sedeva rigida su una seggiolina e ascoltò con una concentrazione intensa. Avrebbe dovuto saperlo: da una ventina di giorni Gloria non vedeva nessun altro; e avrebbe dovuto notare che questa volta l’atteggiamento della figlia era davvero diverso. Era stata incaricata di commissioni postali insolite; aveva notato, come pare notino tutte le madri, il vero significato di conversazioni telefoniche mascherate ma lo stesso troppo ardenti...
... Tuttavia aveva manifestato con delicatezza la sua sorpresa, e si era dichiarata enormemente contenta; senza dubbio lo era; così pure lo erano le piante di geranio che fiorivano nei vasi alla finestra e lo erano i vetturini quando gli amanti cercavano la solitudine romantica di vetture a due posti – strano trucco – e la lista delle vivande sulla quale scarabocchiavano “lo sai” porgendola all’altro da vedere.
Ma tra un bacio e l’altro Anthony e quella fanciulla dorata non facevano che litigare.
«Su, Gloria» esclamava lui. «Lascia che ti spieghi.»
«Non spiegarmi. Baciami.»
«Così non va. Se ti offendo bisogna che discutiamo. Non mi piace questo baciami-e-dimentichiamo.»
«Ma io non voglio discutere. Trovo meraviglioso che possiamo baciarci e dimenticare, e solo quando non possiamo è il momento di discutere.»
Una volta una divergenza impalpabile raggiunse dimensioni tali che Anthony si alzò e si cacciò nel soprabito: per un attimo parve si dovesse ripetere la scena del febbraio precedente, ma sapendo che Gloria era molto turbata egli conservò la dignità con l’orgoglio, e poco dopo Gloria col bel viso infelice singhiozzava fra le sue braccia come una ragazzina spaventata.
Intanto continuavano ad aprirsi l’uno all’altra, malvolentieri, con strane reazioni ed evasioni, con disgusti e pregiudizi e involontarie intrusioni del passato. Gloria era orgogliosamente incapace di gelosia e, poiché Anthony era estremamente geloso, questa virtù lo irritava. Le raccontò fatti segreti della sua vita apposta per suscitarne qualche favilla, ma inutilmente. Ora lo possedeva; e non provava desiderio per gli anni passati.
«Oh, Anthony» diceva «quando sono cattiva con te, dopo mi dispiace sempre. Darei la mano destra per evitarti un momento di dolore.»
E in quel momento aveva gli occhi traboccanti e non si accorgeva che stava esprimendo un’illusione. Eppure Anthony sapeva che vi erano giornate in cui essi si offendevano di proposito, provando quasi piacere a ferirsi. Gloria lo rendeva continuamente perplesso: un attimo intima e affascinante, disperatamente tesa verso un’unione insospettata, trascendente; un attimo dopo silenziosa e fredda, con l’aria di non lasciarsi commuovere da alcuna considerazione sul loro amore o da qualsiasi cosa egli potesse dire. Spesso Anthony finiva per attribuire queste reticenze incredibili a qualche disturbo fisico – lei non se ne lamentava mai finché non era passato – o a qualche trascuranza o presunzione sua, o a un piatto insoddisfacente a cena, ma anche allora i mezzi con cui ella creava le infinite distanze di cui si circondava erano un mistero, sepolto lontano in quei ventidue anni di orgoglio incrollabile.
«Perché vuoi bene a Muriel?» le chiese un giorno Anthony.
«Non le voglio bene... non molto.»
«Allora perché vai sempre con lei?»
«Tanto per andare con qualcuno. Non sono faticose quelle ragazze. Credono tutto quello che dico... Ma a me piace di più Rachael. La trovo carina... è così pulita e lucida, ti pare? Ho avuto altre amiche – a Kansas City e a scuola – tutte indifferenti, nient’altro che ragazze che capitavano nella mia vita e ne uscivano per la sola ragione che i ragazzi ci portavano fuori insieme. Non mi interessarono più dopo che l’ambiente non ci costrinse più ad incontrarci. Ora sono quasi tutte sposate. Che cosa importa... non erano altro che gente qualunque.»
«Preferisci gli uomini, vero?»
«Oh, sì. Io ho una mente maschile.»
«Tu hai una mente come la mia. Non ha un genere ben definito.»
Più tardi gli raccontò l’inizio della sua amicizia con Bloeckman. Un giorno, da Delmonico, Gloria e Rachael avevano incontrato Bloeckman e il signor Gilbert che facevano colazione, e la curiosità l’aveva spinta a creare un gruppo a quattro. L’aveva trovato simpatico... abbastanza. Era un sollievo dagli uomini più giovani, sempre soddisfatto com’era di tanto poco. L’assecondava e rideva, la capisse o no. Lo incontrò parecchie volte nonostante la manifesta disapprovazione dei genitori e dopo un mese le aveva chiesto di sposarla, offrendole di tutto, da una villa in Italia a una brillante carriera sullo schermo. Lei gli aveva riso in faccia: e anche lui aveva riso.
Ma non aveva rinunciato. Quando Anthony era entrato in lizza, Bloeckman aveva già fatto progressi notevoli. Gloria lo trattava piuttosto bene – a parte il fatto che lo chiamava sempre con un soprannome antipatico – accorgendosi intanto che lui la stava per così dire seguendo mentre camminava lungo lo steccato, pronto ad afferrarla se dovesse cadere.
La sera prima che venisse dato l’annuncio del fidanzamento, Gloria lo disse a Bloeckman. Fu un colpo duro. Non volle raccontare ad Anthony i particolari, ma gli lasciò capire che Bloeckman non aveva esitato a litigare con lei. Anthony ne dedusse che il colloquio fosse terminato in tono tempestoso, con Gloria molto fredda e impassibile, distesa sull’angolo del sofà e Joseph Bloeckman della “Films Par Excellence” intento a passeggiare su e giù sul tappeto con gli occhi socchiusi e la testa china. Gloria n’era rimasta spiacente, ma aveva pensato più opportuno non farglielo capire. In uno slancio finale di cortesia aveva cercato di farsi odiare da lui, lì in extremis. Ma Anthony, sapendo che l’indifferenza di Gloria era il suo fascino più forte, capì quanto quel tentativo fosse stato inutile. Si chiese, spesso ma con indifferenza, come andasse per Bloeckman: alla fine lo dimenticò completamente.
Esultanza
Un pomeriggio trovarono due posti davanti sul tetto soleggiato di un autobus e andarono per ore e ore dalla Piazza in ombra lungo il fiume nerastro e poi quando i raggi sparsi abbandonarono le strade a ovest veleggiarono lungo la turgida Avenue annerita dagli sciami sinistri che uscivano dai negozi. Il traffico era aggrovigliato e serrato in una confusione informe; gli autobus erano ammassati come piattaforme sopra la folla, mentre aspettavano il gemito del fischietto del traffico.
«Che bello!» esclamò Gloria. «Guarda!»
Il carro di un mugnaio, infarinato di un bianco violento, guidato da un clown incipriato, passò davanti a loro, dietro a un cavallo bianco che aveva per compagno un cavallo nero.
«Che peccato!» protestò Gloria. «Sarebbero così belli nel crepuscolo se tutti e due i cavalli fossero bianchi. Come sono felice in questo minuto, in questa città!»
Anthony scosse il capo disapprovando.
«Secondo me la città è una ciarlatanata. Sempre in lotta per raggiungere il cosmopolitismo enorme e impressionante che le viene attribuito. Sempre a sforzarsi per essere una metropoli romantica.»
«Io non trovo. Trovo che fa impressione.»
«Al primo momento. Ma in realtà è uno spettacolo trasparente, artificiale. Ha i suoi protagonisti muniti di agenti di pubblicità e i suoi scenari fragili, non duraturi e, devo ammetterlo, la maggior squadra di “super” che si sia mai trovata...» S’interruppe, fece una risatina e soggiunse: «Forse tecnicamente perfetti, ma non convincenti».
«Scommetto che i poliziotti credono che la gente sia fatta di stupidi» disse Gloria soprappensiero, guardando una signora voluminosa ma spaventata che si faceva aiutare ad attraversare la strada. «Vedono sempre persone paurose e incapaci e grette... Io sono» soggiunse. E poi: «È meglio che andiamo. Ho detto alla mamma che avrei cenato presto e sarei andata a letto. Dice che ho l’aria stanca, accidenti».
«Come vorrei che fossimo già sposati» mormorò lui con semplicità; «non ci sarebbe da darsi la buona notte e si potrebbe fare tutto quello che ci venisse in mente.»
«Come sarebbe bello! Secondo me si dovrebbe viaggiare molto. Voglio andare sul Mediterraneo e in Italia. E vorrei calcare il palcoscenico per un po’ di tempo: diciamo per un anno.»
«Come no? Scriverò una commedia per te.»
«Come sarebbe bello! E io farei da interprete. E poi quando avremo più denaro» alla morte del vecchio Adam si alludeva sempre in questa forma piena di tatto «ci faremo costruire una tenuta di lusso, vero?»
«Oh, sì, con piscine private.»
«Decine. E fiumi privati. Vorrei che fosse già adesso.»
Strana coincidenza: Anthony stava desiderando proprio in quel momento la stessa cosa. Si immersero contro corrente nella folla nera come in un tuffo e uscendone nelle fresche strade dal Cinquanta al Sessanta si avviarono indolenti verso casa, infinitamente romantici l’uno con l’altro... ciascuno dei due camminava solo, con un fantasma trovato in un sogno, in un giardino privo di passioni.
Giornate alcionie, come barche fluttuanti su lenti fiumi; serate primaverili, grevi di una melanconia lamentosa che rendeva il passato bello e amaro, costringendoli a voltarsi a vedere che gli amori di altre estati lontane erano morti coi valzer dimenticati dei loro tempi. I momenti più emozionanti erano sempre allorché qualche barriera artificiale li teneva lontani: a teatro le loro mani si accostavano furtive, si univano, davano e ricambiavano strette gentili, nella lunga oscurità; nelle sale affollate le loro labbra pronunciavano senza parlare parole destinate ai loro occhi soltanto; ed essi non sapevano che non facevano che calcare le orme di generazioni polverose ma percepivano confusamente che, se la verità è il fine della vita, la felicità ne è un aspetto che va ricercato nel suo breve, tremulo momento. E poi una bella sera maggio diventò giugno. Sedici giorni, ormai... quindici... quattordici.
Tre digressioni
Immediatamente prima che venisse dato l’annuncio del fidanzamento, Anthony era andato a Tarrytown a trovare il nonno, che, un po’ più avvizzito e incanutito, sotto gli ultimi scherzi ridacchianti giocati dal tempo, accolse la notizia con profondo cinismo.
«Ah, stai per sposarti, eh?» Lo disse ...

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Stili delle citazioni per Belli e dannati

APA 6 Citation

Fitzgerald, F. S., & Pivano, F. (2013). Belli e dannati ([edition unavailable]). Mondadori. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3301189 (Original work published 2013)

Chicago Citation

Fitzgerald, Francis Scott, and Fernanda Pivano. (2013) 2013. Belli e Dannati. [Edition unavailable]. Mondadori. https://www.perlego.com/book/3301189.

Harvard Citation

Fitzgerald, F. S. and Pivano, F. (2013) Belli e dannati. [edition unavailable]. Mondadori. Available at: https://www.perlego.com/book/3301189 (Accessed: 17 June 2024).

MLA 7 Citation

Fitzgerald, Francis Scott, and Fernanda Pivano. Belli e Dannati. [edition unavailable]. Mondadori, 2013. Web. 17 June 2024.