Verso un nuovo equilibrio. La storia di Valore D
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Verso un nuovo equilibrio. La storia di Valore D

  1. 130 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Verso un nuovo equilibrio. La storia di Valore D

Informazioni su questo libro

Alziamo lo sguardo, guardiamo al passato recente e al prossimo futuro, e capiamo che mai come adesso tocca a tutti noi, donne e uomini insieme, costruire un nuovo modello di leadership e dare alle generazioni più giovani una visione di speranza costruttiva.

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IV

Come farlo accadere

Gli strumenti e le risorse formative
Il report 2010 di McKinsey&Company Women at the Top of Corporations: Making it Happen evidenzia come fattori di successo per la valorizzazione del talento femminile in azienda tre elementi: l’impegno del CEO e del top management, lo sviluppo di percorsi individuali di crescita rivolti alle donne, la presenza di fattori abilitanti collettivi.
Valore D parte da questi input per costruire la sua proposta formativa attorno a cinque temi: work-life balance, mentoring, skill building, role modelling e social innovation.
Il lavoro è organizzato in filoni, veri e propri gruppi costituiti da rappresentanti delle aziende associate che operano secondo una logica modulare e dinamica su tre tipologie di attività: eventi, servizi, strumenti e consulenza.
Nella definizione dell’offerta un elemento determinante è rappresentato dall’esperienza delle manager coinvolte, impegnate in prima persona nella concezione e nell’implementazione delle attività. I filoni sono, infatti, una trasposizione e una condivisione di quello che nella loro carriera ed esperienza ha funzionato e di quello che a loro è mancato.

Mentorship

«Da qualche parte, in qualche modo, dietro ogni persona di successo c’è stato qualcuno che si è occupato del suo sviluppo. Questo era un mentore.»
Beverly Kaye
L’etimologia della parola mentore nasce dall’Odissea: Mentore era l’amico fidato e consigliere di Ulisse, il quale, prima di partire per Troia, chiese a Mentore di prendersi cura di suo figlio Telemaco e di prepararlo a succedergli al trono. In questo ruolo, Mentore ha la funzione di insegnante, di guardiano e di protettore, infondendo saggezza e fornendo consigli.
Il filone si ispira quindi alla metodologia di formazione che nasce dalla relazione tra una figura con più esperienza (mentor) e il suo allievo (mentee).
Valore D supporta le donne manager nel percorso di crescita verso il vertice attraverso programmi di mentorship su tre livelli.
Internamente alle aziende associate l’associazione propone un kit contenente una guida dettagliata all’organizzazione di un programma di mentoring aziendale col supporto di un consulente specializzato.
DPlus è il primo programma di mentorship cross-aziendale in Italia (ne esiste uno solo in Gran Bretagna). L’innovazione del programma è rappresentata dal fatto di offrire a donne middle manager la possibilità di avere un mentor di alto profilo (CEO o prima linea di un’azienda associata), che non appartiene alla propria realtà aziendale. In virtù di questa sua caratteristica, questi (quasi sempre un uomo) rappresenta un punto di confronto esterno autonomo e indipendente.
Il programma dura un anno e si avvale della collaborazione di una società di executive coaching e prevede workshop riservati alle mentee, incontri privati tra mentor ed executive coach e una serie di incontri periodici di verifica del programma. Fino a oggi il programma ha formato 72 coppie.
DPlus International è la proposta di mentorship cross-aziendale internazionale, anch’esso riservato alle senior manager delle aziende associate.
Convinta del valore del mentoring, ho accolto l’iniziativa con grande entusiasmo sin dall’inizio, riconoscendone il valore aggiunto nella possibilità non comune di confronto con un mentor extra-aziendale e nella garanzia di «fitting». Il percorso di mentoring di Valore D, infatti, non solo profila mentor e mentee in modo da creare coppie di lavoro con similitudini caratteriali, ma dà anche la possibilità alle mentee di esprimere delle preferenze riguardo al profilo di mentor con cui poi avranno il piacere di confrontarsi. Confrontarsi con un leader (internazionale nel mio caso specifico) è fonte di ispirazione, aiuta ad alzare lo sguardo, a lasciare l’operatività per guardare più lontano. E non ultimo serve per realizzare che pensare al proprio percorso professionale non è un atto di egoismo (tipico delle donne) bensì un atto doveroso verso se stessi.
Durante il programma di mentorship abbiamo ragionato insieme sulle possibili varianti del percorso di carriera e soprattutto sugli «strumenti» e sulle «prospettive» necessari per accelerarlo. Donne di valore (brave e con alto potenziale) hanno chiaro «the next step», troppo spesso però sono talmente concentrate sul fare e nel dimostrare di essere brave che perdono la visione a 360 gradi. Comprendere le dinamiche che ruotano intorno a un ruolo a cui si ambisce è cruciale, analizzare i percorsi di successo all’interno della propria azienda, sono alcuni degli spunti su cui abbiamo discusso.
Abbiamo approfondito il significato di una leadership femminile quale alternativa alla cosiddetta «donna con i baffi». Spesso ci viene rimproverato di adottare modelli maschili, il che è un errore. Uomini e donne sono diversi, e gestiscono le organizzazioni in modo diverso e complementare: come operare senza perdere la propria sensibilità femminile? Come influenzare positivamente le persone che lavorano con noi? In azienda, la cosa più importante è rimanere fedeli a se stesse. Chi ti sta di fronte – le persone con cui lavori – sanno leggere tra le righe, e se non sei autentica lo comprendono subito. Per essere un buon manager bisogna, dunque, lavorare su due livelli. Uno è il sapere: la base, le conoscenze che si hanno. L’altro è il modus operandi, lo stile. Dal sapere non si può mai prescindere, perché da lì nasce la stima delle persone. Invece, lo stile è soggettivo, e noi donne possiamo puntare molto su quello, per fare la differenza, perché portiamo modalità nuove e stimolanti.
Insieme al mentor ho voluto affrontare alcuni luoghi comuni associati alla «donna in carriera». Non avere una famiglia «classica» (essere sposati e avere dei figli) non significa essere carrieristi o tantomeno essere aridi emotivamente. A differenza della carriera, la vita personale è un percorso non programmabile, ma sempre ricco di sorprese se sai vivere nel modo giusto.
Rosita Calabrese, AstraZeneca
Quando le donne si consorziano diventano irrefrenabili, forti e fanno cose concrete e utili! Questo è quello che ho visto e vissuto con Valore D. Una sobria e autentica voglia di ricavarsi degli spazi di pensiero costruttivo, di dare forma al proprio percorso di affermazione personale e professionale, di condividere in modo semplice ed efficace esperienze quotidiane e piccoli e grandi «trucchi» per valorizzare i propri sforzi di convivenza multidimensionale con la vita. Un percorso di mentorship che risponde al bisogno fondamentale di fare ordine, ridefinire l’equilibrio. Prendersi uno spazio esclusivo, cadenzato, organizzato. Il lusso di fermarsi e dedicarsi a delle annotazioni su se stesse. Con un interlocutore o una interlocutrice armati di orecchie e occhi esclusivamente dedicati al nostro silenzio e al nostro dire.
Un percorso di persone vere, che si ascoltano e che, in virtù della ricchezza di non conoscersi e di non condividere gli spazi del quotidiano, si possono concedere una conversazione priva di «precauzioni». Con l’accortezza ulteriore di porsi, gradualmente, degli obiettivi nel percorso narrativo. Quel po’ di struttura che aiuta a porsi obiettivi ragionevoli a tappe evolutive. Il contesto perfetto per narrarsi in modo autentico. Soprattutto ri-narrarsi, a volte dopo molto tempo, a se stesse.
Non un percorso unidirezionale. Dopo le prime battute il percorso di mentorship manifesta il senso della reciprocità, del decifrare ognuno qualcosa di sé. In modo tangibile, dichiarato e apprezzato. Un beneficio per il mentee e per il mentor che alimenta una progressiva sofisticazione nella conversazione e nella identificazione di azioni concrete che si possono agire per progredire. È scendere all’identificazione dei propri bisogni e valori essenziali. Togliere di mezzo l’intralcio dei fattori confondenti del quotidiano, spesso frutto di relazioni attentamente opportunistiche e di complessità organizzative piuttosto che sociali. Chiarirsi i prossimi passi. Dare un valore tangibile ai propri progressi.
Un mix perfetto di astrazione e azione. Di riflessione e progressione. Da affrontare con determinata tranquillità. Imperdibile.
Elena Ferrari, Johnson&Johnson
Ho avuto da subito un approccio serio e fattivo al progetto. Ho vissuto tutti gli incontri con il mio mentor con grande intensità, con un grande desiderio di capire come le sue esperienze potessero aiutarmi a crescere; ho provato a guardare le cose con gli occhi di chi aveva un’esperienza diversa dalla mia.
Ho capito che avevo l’occasione «autorizzata» – in fondo mi ci aveva mandato l’azienda! – di fermarmi un momento a riflettere su di me, sui miei pensieri e i miei comportamenti, sul perché le cose vanno in un certo modo in un contesto in cui uomini e donne lavorano insieme, con ruoli di maggiore o minore responsabilità.
Ho avuto la fortuna di avere un mentor di grande spessore e intelligenza (una donna della mia età) che mi ha fatto ragionare sui tipici atteggiamenti rinunciatari delle donne, che a differenza degli uomini devono chiedere sempre (vi ricordate la pubblicità che diceva «Per gli uomini che non devono chiedere mai»? Ecco, il contrario). Noi donne siamo spesso troppo nobili per chiedere, ma è un mondo distratto, in cui se non si chiede non si ottiene. Come vedete stiamo parlando di atteggiamenti apparentemente semplici ma che non sempre adottiamo per naturale o «spontanea» attitudine al sacrificio, a stare dietro le quinte.
Paola De Martini, Luxottica
Prima di sperimentarlo avevo immaginato che il mio ruolo di mentor sarebbe stato un coaching, una sorta di lezione e di elenco di consigli da dare alla mentee.
In realtà è emerso da subito come la mentorship sia un momento di dialogo in cui si fissano degli obiettivi (che poi si completano durante il percorso) ma soprattutto un’occasione di confronto sui temi relativi alla personalità, alla managerialità, al posizionamento nel mondo del lavoro. Il fatto di provenire da ruoli e aziende diverse ha permesso di instaurare una relazione diretta, priva di quei filtri che si creano quando si condivide lo stesso ambiente professionale. Ciò permette al mentor e alla mentee di astrarre e individuare quali sono i principi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Verso un nuovo equilibrio
  4. Prefazione. Verso una nuova socialità al femminile
  5. Fare impresa, talento di maternità responsabile
  6. Introduzione. Perché Valore D
  7. Gli associati a Valore D oggi
  8. I. La passione della concretezza
  9. II. Dai numeri non si scappa
  10. III. L’unione fa la forza
  11. IV. Come farlo accadere
  12. V. Prospettive per il futuro
  13. VI. Le ricerche di Valore D
  14. VII. La Carta dei valori di Valore D
  15. VIII. Come partecipare
  16. Contatti
  17. Ringraziamenti
  18. Note
  19. Copyright