Beauty
  1. 1,024 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Tally è Brutta. Tally è Perfetta. Tally è Speciale. Nel suo mondo si è Brutti fino all'adolescenza. Brutti¿ normali, con le imperfezioni e i difetti di tutti. Ma i Brutti sono considerati ordinari, volgari, disgustosi, indecenti. E non desiderano altro che diventare Perfetti.
Tally ama le imperfezioni della normalità. Le sorprese dell'amicizia. Gli imprevisti della libertà.
Accade al compimento del sedicesimo anno: i ragazzi e le ragazze vengono sottoposti per legge a un'operazione di chirurgia plastica estrema, che corregge ogni minima sbavatura e li rende bellissimi, uguali a tutti i Perfetti. E la loro vita diventa un turbine di feste, vestiti, musica, luci, in cui la testa si perde. Per sempre.
Tally sa che non è per sempre. Che c'è un modo di ricordare. Che deve fidarsi di chi la ama. Ci sono anche Perfetti che lo sono più degli altri. Sono loro che diventano Speciali. Lucidi, gelidi, implacabili macchine da guerra. Tally deve sapere chi è.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
Print ISBN
9788804614050
eBook ISBN
9788852039027

BRUTTI

traduzione di Angela Ragusa

PRIMA PARTE

DIVENTARE PERFETTI

Non è forse un bene creare
una società di individui perfetti?
Yang Yuan‚ “The New York Times”

L’ISOLA DEI NEOPERFETTI

Era l’inizio dell’estate‚ e il cielo aveva lo stesso colore del vomito di gatto.
Sempre che‚ pensò Tally‚ il gatto in questione avesse mangiato per un pezzo soltanto scatolette al salmone. Le nuvole in fuga ricordavano vagamente pesci dalle squame increspate dal vento e‚ mentre la luce del giorno scoloriva‚ vi si aprivano squarci azzurro cupo simili a un oceano capovolto‚ freddo e senza fondo.
In qualunque altro momento avrebbe trovato bellissima un’estate così‚ ma tutta la bellezza era scomparsa da quando Peris era diventato Perfetto. È terribile perdere il tuo migliore amico‚ anche se soltanto per tre mesi e due giorni.
Tally Youngblood aspettava il buio.
E guardava l’Isola dei NeoPerfetti al di là della finestra aperta. Le torri festaiole erano già illuminate‚ e torce accese tracciavano sentieri serpeggianti nei giardini del piacere. Alcune mongolfiere‚ stagliate contro il cielo di un rosso sempre più cupo‚ strattonavano gli ormeggi mentre i loro passeggeri sparavano sicurfuochi d’artificio contro altre mongolfiere e deltaplani di passaggio. Risate e musica rimbalzavano sull’acqua come ciottoli piatti lanciati con mano esperta‚ ferendo i nervi di Tally con bordi altrettanto affilati.
Attorno all’Isola‚ separata da Bruttopoli dall’ovale scuro del fiume‚ non c’era che il buio. A quell’ora i Brutti erano a letto.
— Buonanotte — disse Tally‚ sfilandosi l’anello interfaccia.
— Sogni d’oro‚ Tally — rispose la stanza.
La ragazza sgranocchiò una pasticca dentifricia‚ sprimacciò il cuscino e infilò sotto le coperte un vecchio scaldino portatile in grado di produrre la stessa quantità di calore di un essere umano.
Dopodiché sgattaiolò fuori dalla finestra. Una volta all’aperto‚ avvolta dall’oscurità sempre più fitta‚ si sentì subito meglio. Forse il suo era un piano idiota‚ ma qualunque cosa era meglio che passare un’altra notte insonne rimuginando sulla propria infelicità. Era facile‚ percorrendo il familiare sentiero che scendeva al fiume‚ immaginare Peris camminarle accanto silenzioso‚ soffocando le risate‚ pronto per l’ennesima spedizione notturna sull’Isola a spiare i NeoPerfetti. Avevano scoperto come ingannare la badante del dormi fin da quando avevano dodici anni‚ quando i pochi mesi di differenza fra loro sembravano non contare.
— Amici per sempre — mormorò Tally‚ toccandosi la piccola cicatrice sul palmo. L’acqua luccicava attraverso gli alberi e si sentivano le onde‚ sollevate da uno scorrifiume‚ infrangersi sulla riva. Si chinò di scatto‚ nascondendosi fra le canne. L’estate era il momento migliore per le spedizioni di spionaggio. L’erba era alta‚ e il giorno dopo non dovevi restare sveglio durante le lezioni.
Naturalmente ora Peris poteva dormire finché gli pareva. Uno dei tanti vantaggi di essere Perfetto.
Il ponte scavalcava il fiume: una massiccia struttura di ferro nera quanto il cielo‚ così antica da poter sostenere il proprio peso senza bisogno di innalzatori. Probabilmente fra un milione di anni‚ quando il resto della città non sarebbe stato che macerie‚ il ponte sarebbe stato ancora lì‚ simile a un osso fossilizzato.
Soprattutto‚ a differenza degli altri ponti che permettevano l’accesso all’Isola dei NeoPerfetti‚ quello non poteva parlare… né‚ fatto più importante‚ denunciare gli intrusi. Comunque‚ nonostante il suo silenzio‚ Tally aveva sempre avuto l’impressione che il ponte fosse molto saggio‚ della saggezza tranquilla di un antico albero.
Appena i suoi occhi si furono pienamente adattati al buio‚ le bastò una manciata di secondi per individuare la lenza legata alla solita roccia. La tirò‚ e pochi istanti dopo sentì il tonfo di una fune che cadeva in acqua dal suo nascondiglio fra i pilastri del ponte. Continuò a tirare finché il filo invisibile diventò una corda annodata e bagnata‚ l’altro capo ancora legato alla robusta struttura di ferro; senza perdere tempo‚ Tally la tese al massimo e la legò al solito albero.
Il passaggio di un altro scorrifiume la costrinse a rannicchiarsi di nuovo fra l’erba alta‚ ma i ballerini sul ponte non si accorsero della fune che andava dal ponte alla riva. Non se ne accorgevano mai. I NeoPerfetti erano troppo impegnati a divertirsi per fare caso a simili bazzecole.
Quando le luci dello scorrifiume si affievolirono‚ Tally controllò la robustezza della fune facendo forza con tutto il proprio peso. Una volta il nodo si era sciolto‚ e lei e Peris avevano continuato a dondolare avanti e indietro sul fiume per un pezzo prima di piombare nell’acqua fredda. Sorrise al ricordo: tutto sommato‚ avrebbe preferito essere fradicia e infreddolita insieme a Peris‚ invece che asciutta e al caldo‚ ma sola.
Lentamente‚ mani e ginocchia strette attorno ai nodi che si susseguivano a intervalli regolari lungo la fune‚ risalì la struttura buia del ponte‚ sgusciò attraverso il suo scheletro metallico e mise piede sull’Isola dei NeoPerfetti.
Sapeva dove abitava Peris grazie all’unico messaggio che si era degnato di mandarle da quando era diventato Perfetto. In effetti non le aveva fornito l’indirizzo‚ ma Tally sapeva come decifrare i numeri in apparenza casuali che sempre comparivano in fondo a un messaggio elettronico. E quei numeri portavano a un posto chiamato Casa Garbo‚ sulle colline della città.
Non sarebbe stato facile da raggiungere. Nelle loro precedenti spedizioni erano sempre rimasti sul lungofiume‚ protetti dalla vegetazione rigogliosa e dallo sfondo buio di Bruttopoli. Ora avrebbe dovuto spingersi al centro dell’Isola‚ le cui strade illuminate erano gremite per tutta la notte da carri festaioli e cortei di maschere. I NeoPerfetti come Peris abitavano sempre là dove più ferveva il divertimento.
Tally aveva memorizzato la mappa‚ ma sapeva che il minimo errore poteva costarle caro: senza l’anello interfaccia era invisibile ai veicoli‚ che l’avrebbero travolta come se fosse una nullità.
Naturalmente‚ qui Tally era una nullità.
Peggio ancora: era una Brutta. Però sperava che Peris non la pensasse così. Che non la vedesse così.
Non aveva idea di cosa sarebbe successo se l’avessero scoperta‚ il che non era come essere acciuffata senza l’interfaccia‚ e neanche come marinare la scuola o convincere il dormi a suonare la sua musica preferita a volume più alto del consentito. Tutti facevano cose del genere‚ e prima o poi tutti venivano beccati. Lei e Peris erano sempre stati attenti a non farsi prendere durante le loro spedizioni sull’Isola. Attraversare il fiume era una faccenda seria.
Comunque ormai era troppo tardi per preoccuparsene. E poi che potevano farle? Fra tre mesi anche lei sarebbe diventata Perfetta.
Seguì guardinga il fiume fino a un giardino del piacere e cercò riparo sotto un filare di salici. Poi‚ sfruttando le ombre degli alberi‚ costeggiò un sentiero illuminato da torce guizzanti.
Una coppia di Perfetti veniva verso di lei sul sentiero. Tally s’irrigidì‚ ma i due erano troppo impegnati a guardarsi negli occhi per accorgersi della figura rannicchiata nell’oscurità. Li osservò passare in silenzio‚ assaporando la sensazione di calore che sempre provava davanti a un viso perfetto. Anche quando‚ in passato‚ lei e Peris li spiavano‚ ridacchiando di tutte le idiozie che i Perfetti dicevano e facevano‚ non potevano fare a meno di ammirarli. C’era un che di magico nei loro grandi occhi luminosi‚ qualcosa che spingeva a prestare attenzione a ogni loro parola‚ a proteggerli da ogni pericolo‚ a sforzarsi di renderli felici. Erano così… perfetti.
La coppietta sparì dietro una curva‚ e Tally scosse la testa per scacciare quei pensieri sdolcinati. Non era da lei restare lì imbambolata. Era un’infiltrata‚ un’intrusa‚ una Brutta. E aveva una missione.
Il giardino si stendeva dentro l’Isola‚ scorrendo come un tortuoso fiume nero fra le dimore e le sfavillanti torri festaiole. Dopo qualche minuto di avanzata furtiva‚ Tally s’imbatté in un’altra coppia appartata fra gli alberi (era un giardino del piacere‚ in fin dei conti). Nel buio non potevano vederla in faccia e si limitarono a rivolgerle qualche frase scherzosa‚ mentre lei borbottava una scusa e si allontanava in fretta. Neanche lei aveva visto granché: soltanto un groviglio di gambe e braccia perfette.
Finalmente il giardino finì… a pochi isolati da Casa Garbo.
Tally sbirciò da dietro una cortina di rampicanti. Non si era mai spinta così lontano‚ neanche insieme a Peris‚ e non aveva idea di come proseguire. Era impossibile passare inosservata nelle strade affollate e illuminate. Si passò le dita sul viso: il naso largo‚ le labbra sottili‚ la fronte troppo alta‚ la massa arruffata di capelli ricci. Un solo passo fuori dal suo nascondiglio‚ e l’avrebbero individuata. La sua faccia sembrava scottare mentre la luce la sfiorava. Che ci faceva lì? Avrebbe fatto meglio a restare rintanata a Bruttopoli‚ aspettando il proprio turno.
Ma no! Doveva vedere Peris‚ parlargli. Non sapeva esattamente perché‚ a parte il fatto che era stufa di avere un migliaio di conversazioni immaginarie con lui ogni sera prima di addormentarsi. Erano sempre stati insieme‚ fin da quand’erano cuccioli‚ e ora… niente. Forse‚ se avessero parlato anche solo per pochi minuti‚ il suo cervello si sarebbe finalmente dato pace. Tre minuti sarebbero stati sufficienti a tenerla buona per tre mesi.
Guardò attenta la strada‚ cercando cortili interni dove scomparire‚ androni bui dove tuffarsi. Si sentiva come uno scalatore davanti a una ripida parete rocciosa‚ alla ricerca di fessure e appigli.
Strofinando la cicatrice sul palmo della mano destra aspettò che il traffico diminuisse‚ poi sospirò e‚ sussurrando: — Amici per sempre — mosse un passo nella luce.
Un’esplosione di suoni alla sua destra la ricacciò brutalmente nell’oscurità‚ facendola inciampare sui rampicanti e atterrare goffamente sulle ginocchia.
Per pochi secondi fu sicura di essere stata scoperta‚ ma poi la cacofonia si organizzò a costruire un ritmo pulsante. Una tambumacchina grande quanto una casa‚ con dozzine di braccia meccaniche che percuotevano innumerevoli tamburi scintillanti‚ avanzava dondolando sulla strada‚ seguita da un branco di festaioli che ballavano e bevevano e lanciavano le bottiglie vuote a fracassarsi contro l’enorme macchinario.
Tally sorrise. I festaioli erano mascherati.
La macchina continuava a sputare maschere dal retro‚ tentando di convincere altri NeoPerfetti a unirsi al corteo: maschere di diavoli‚ pagliacci‚ mostri verdi‚ alieni grigi dai grandi occhi ovali‚ gatti‚ cani‚ mucche‚ facce con sorrisi sghembi o nasi enormi.
Mentre la sfilata passava lentamente‚ Tally si ritrasse fra la vegetazione‚ arricciando il naso all’odore dolciastro che usciva dalle bottiglie impugnate dai festaioli. E poi‚ quando la macchina fu a mezzo isolato di distanza‚ saltò fuori dal suo nascondiglio e s’impadronì di una maschera abbandonata sulla strada. La plastica‚ modellata appena pochi secondi prima‚ era morbida e tiepida fra le sue mani.
Prima d’indossarla‚ notò che era dello stesso rosa vomito di gatto del tramonto e aveva un grugno sporgente e due piccole orecchie rosee. Le bastò accostarla al viso perché vi aderisse prontamente‚ flette...

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