E sarà bello morire insieme
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E sarà bello morire insieme

Una storia d'amore e di mafia

  1. 252 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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E sarà bello morire insieme

Una storia d'amore e di mafia

Informazioni su questo libro

Quando si incontrano all'ultimo anno del Liceo Artistico, Bianca e Manuel hanno una sola cosa in comune: la passione per l'arte.
Qualcosa in quel ragazzo scostante e bellissimo risveglia i sentimenti di Bianca, soffocati da tempo a causa di una tragedia famigliare. Ma anche se Manuel prova lo stesso per lei, non può lasciarsi andare: i suoi doveri all'interno del clan prevedono che vendichi la morte di suo padre e segua un destino che è stato scritto per lui da tempo.
Ma la passione, l'amore e la voglia di una vita diversa li uniscono sempre di più, finché Bianca metterà Manuel davanti alla scelta più difficile: tradire la sua famiglia o la ragazza che ama?

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
Print ISBN
9788804629719
eBook ISBN
9788852039119

XXV

Il mare era calmo, quella mattina, e brillava del sole invernale come se sulla sua superficie galleggiassero milioni di specchi.
I gabbiani planavano sui frangiflutti in cerca di cibo. Qualcuno, più furbo degli altri, svolazzava sui pescherecci ormeggiati, sperando in qualche avanzo.
Mentre il vento le scompigliava i capelli con una raffica breve e improvvisa, Bianca si guardò ancora intorno in cerca di Manuel. Aveva trovato la sua moto parcheggiata lì, quando era arrivata al porto, ma di lui non c’era traccia.
Anche se la giornata era mite per la stagione, starsene seduti sulla panchina gelida non era piacevole. Infilò le mani nelle tasche della giacca a vento e inspirò l’aria satura di salsedine.
Da un motoscafo cabinato ormeggiato davanti a lei spuntò una figura che reggeva due giubbotti di salvataggio arancioni.
— Manuel! — gridò Bianca, alzandosi e recuperando lo zaino dalla panchina. — Potevi dirmelo che eri lì dentro. Al caldo.
Lui la salutò sventolando il braccio libero e le sorrise. — Volevo dare una sistemata prima di farti salire a bordo — le spiegò. — L’avevo portato qui alla fine dell’estate ma poi sono stato troppo impegnato per usarlo.
Troppo impegnato.
Bianca si sforzò di restituirgli il sorriso e raggiunse la banchina. Manuel le tese una mano per aiutarla ma lei la ignorò e salì con un balzo. Lui la strinse brevemente e la baciò sulle labbra.
— Buon compleanno — le disse.
L’abbraccio era stato freddo, il bacio senza sapore, ma Bianca lo attribuì alla temperatura rigida ed entrò in cabina. L’interno era ampio e ben arredato, con un salottino elegante di divanetti di pelle bianca e un angolo-cucina attrezzato con gli oggetti più moderni.
— Niente male — commentò. — Un altro regalo di Tano?
Manuel non rispose. Andò verso la prua, dove c’era la postazione di comando, e prese un pacchetto che aveva lasciato accanto al timone.
— Questo è per te.
Glielo porse con un certo distacco, come se non fosse convinto di ciò che stava facendo. Bianca, inquieta e a disagio, non lo prese.
— Tutto bene? — gli chiese.
— Più o meno. Tu?
— Meno.
Nel silenzio che seguì, si studiarono. Lui la guardava come se cercasse di non vederla. Era una sensazione strana ma Bianca la percepì. In fondo ai suoi occhi non leggeva più nulla, c’era un muro tra loro, una distanza che rendeva ogni gesto – ogni respiro – innaturale.
Si avvicinò e lo abbracciò stretto. Sentì il suo odore, passò le dita tra i suoi capelli folti, ma dalla sua pelle non arrivava più nessun messaggio per lei.
Con un sospiro, Bianca si staccò da lui e gli prese il pacchetto dalle mani. Era piccolo, incartato in rosso, con un nastrino bianco.
— Che cos’è?
— Ci ho pensato a lungo, spero ti piaccia — rispose Manuel. Se avesse voluto, avrebbe potuto regalarle qualsiasi cosa, persino una macchina o un cavallo o un negozio di vestiti nuovi. Ma ogni oggetto materiale sembrava stonato se associato a lei. Perdeva di significato, se mai ne avesse avuto, e diventava solo la forma esteriore del denaro speso per comperarlo.
Bianca scartò il pacchetto ed estrasse un astuccio di velluto blu. Per un attimo ebbe un tuffo al cuore, pensando a quello che poteva contenere e a come avrebbe reagito se davvero, aprendolo, avesse visto un anello.
Invece, dentro c’era un ciondolo ovale d’argento, di foggia antica, di quelli che si aprono a metà e nascondono due fotografie minuscole.
— È bellissimo, Manuel.
Era un oggetto di gusto, sicuramente veniva da un antiquario e portava i segni del tempo e delle mani che lo avevano toccato, delle donne che lo avevano indossato.
— Aprilo — la esortò lui.
Bianca fece scattare il meccanismo e il ciondolo si aprì come un piccolo libro. All’interno, solo uno dei due spazi per le fotografie era occupato. Dalla copia in miniatura del ritratto che Manuel aveva fotografato alla National Portrait Gallery di Londra.
Bianca sorrise. Ma era un sorriso triste.
— Perché ho la sensazione che sia un regalo d’addio e non di compleanno? — gli chiese.
Manuel si era aspettato quella domanda. Mentre pensava al regalo, giorni prima, se n’era accorto anche lui. Stava pensando a un ricordo da lasciarle, a qualcosa che fosse importante e che, in qualche modo, lo scusasse senza che il suo amore fosse messo in dubbio.
— Andiamo a farci un giro. Al largo, lontani da tutto — le disse, accarezzandole una guancia.
Si voltò e andò a mettere in moto la barca, che si limitò a vibrare leggermente con un ronzio sommesso. Bianca si sedette su uno dei divanetti, lo sguardo rivolto all’esterno, e attese che Manuel effettuasse la manovra e lasciasse il porto.
La sensazione di staccarsi dalla terraferma e di fendere le onde faceva venire i brividi e la voglia di non approdare mai più. Bianca dovette uscire all’esterno per guardare l’acqua e anche la costa che diventava più lontana. Stringeva il ciondolo tra le dita, poi se lo infilò al collo e lo nascose sotto il maglione. Chiuse gli occhi per sentire meglio il vento gelido sulla faccia.
— Non hai freddo? — le chiese Manuel dopo un po’, arrivandole alle spalle. Aveva ridotto la velocità, impostato una rotta e inserito il pilota automatico. La cinse con entrambe le braccia, sfiorandole la guancia con la propria, e insieme guardarono la distesa azzurra che con ogni onda sembrava parlare di libertà.
Bianca, rabbrividendo, si voltò a guardare Manuel.
Lui la baciò sulla bocca ma lei gli impedì di scappare, inseguì le sue labbra costringendole a restare sulle proprie, mordendole appena e toccandole con la lingua come se fossero dolci da assaporare. Lo sentì fremere e di nuovo lo riconobbe, ne percepì ogni emozione. Era innamorato. Era triste. Era arrabbiato.
— Mi piace, il ciondolo. Lo porterò sempre con me — gli sussurrò all’orecchio mentre lui le baciava il collo, sbottonandole la giacca.
— È solo un oggetto — rispose lui, stringendola forte. — Se potessi esserci io al suo posto, vicino al tuo cuore, sulla tua pelle sempre, allora sarei felice.
Quando scesero giù nella zona notte della barca, dopo che Manuel ebbe spento il motore e ormeggiato al largo, Bianca non notò il lusso che la circondava, il piccolo corridoio di legno scuro, le rifiniture costose, le camere numerose come quelle di un appartamento spazioso.
Vedeva solo Manuel, davanti a lei, e la sua mano che stringeva la propria. I dubbi sparivano, le ombre si rintanavano negli angoli della loro anima, tutto quello che era al di fuori di loro due non esisteva più.
Bianca si lasciò spogliare lentamente, sdraiata su un grande letto a due piazze rivestito di un copriletto celeste. La stanza profumava di legno e dondolava con dolcezza, assecondando il ritmo del mare.
Manuel le sfiorò la pelle con le labbra, costringendola a gemere. Si fermò più volte per contemplarla, nuda, e sorrideva come se vedesse qualcosa di speciale. Era silenzioso, quel giorno; forse aveva solo paura che aprendo la bocca per parlare avrebbe ricordato chi era, da dove veniva, cosa lo aspettava. O forse era il suo cuore che soffocava le parole e voleva solo battere, per lei.
Chiuse gli occhi e la toccò, un centimetro alla volta.
Lei fremeva sotto le sue dita, finché lo implorò di smetterla e fecero l’amore con foga, con disperazione. Erano di nuovo una cosa sola. Erano uniti, invincibili, talmente vicini da sentire i loro cuori senza distinguerli.
Bianca fissava le onde e ogni tanto sbirciava Manuel, dietro il vetro della cabina, in cucina, impegnato a preparare due tazze di tè.
Incapace di trattenersi oltre, si alzò e decise di affrontarlo.
— Voglio chiederti solo una cosa, ma tu devi rispondere sinceramente.
Lui si voltò e annuì, appena incerto.
— Come puoi farlo? — esclamò Bianca, indicando con un gesto del braccio la distesa d’acqua che si estendeva intorno a loro, sotto di loro. — Lo fai per i soldi? Per la tua famiglia? Non sono cose che possono valere così tanto.
Manuel si irrigidì e posò la tazza che aveva in mano. — Non capisco a cosa ti riferisci.
— Lo sai. E adesso lo so anch’io, mio padre mi ha detto tutto — incalzò Bianca, avvicinandosi. Lo amava, lo amava da morire, ma amarsi avrebbe dovuto significare capirsi e lei voleva soltanto una ragione, una qualsiasi, per provare a capirlo. Perché ormai non ci riusciva quasi più. — Dimmi solo se è vero. Intendi aiutare Tano a scaricare in questo mare dei rifiuti tossici che avveleneranno l’acqua, i pesci, la gente? Voglio sapere la verità.
— Non è così semplice.
Manuel si passò una mano nervosa tra i capelli. Non avrebbe voluto affrontare quella conversazione. Quando Bianca parlava della sua vita, di Tano, di ciò che per lui era normale e quotidiano e forse necessario, tutto diventava distorto e indecifrabile come in un quadro astratto. Perdeva i contorni, la direzione, il senso.
— Invece lo è. Io ti capisco quando mi parli di vendetta. Ti capisco se ti senti riconoscente nei confronti dell’uomo che ti ha cresciuto come un padre — insistette lei, evitando di dirgli quello che pensava veramente di Tano. — Ma con questa storia dei veleni non ci riesco. Come puoi voler distruggere qualcosa di così bello? — Bianca guardò di nuovo il mare, azzurro e vivo. — Quanti soldi guadagnerai in cambio?
— Non è per i soldi — specificò lui.
— E allora per cosa? — gemette Bianca. — Cosa c’è di tanto importante?
Manuel sospirò, sapendo che non avrebbe capito. — È solo un ordine. Sto eseguendo un ordine. Mi limito a fare questo.
Lei batté le palpebre.
— Se Tano ti ordinasse di uccidermi, cosa faresti?
— Bianca…
— Rispondimi. Mi spareresti dicendomi, scusa, è solo un ordine?
Manuel non rispose e continuò a fissarla, fremendo di rabbia.
— Ubbidiresti come un cane? — continuò lei, una vena di disprezzo nel suo tono.
— Smettila, basta! — gridò lui, avanzando di un passo. — Tu non sai niente di me, dei miei doveri. Non sai che chi fa parte di un clan non può cambiare strada. Se tradisci, vieni ammazzato. Non puoi licenziarti come se fosse un dannato posto di lavoro! Riesci a capirlo?
Aveva gridato così tanto che la sua voce vibrò per un istante all’interno del piccolo ambiente chiuso. Scosse la testa, ansimante. — La nostra storia non può funzionare, Bianca. Siamo troppo diversi, troppo distanti. Non potrai mai essere una di noi, e io non sarò mai come te.
— Pensavo ci fosse un solo noi.
Manuel fece una smorfia, gli occhi tristi. — Non è così. Io non sono libero, lo hai detto tu.
— Non vuoi esserlo.
— Non posso — urlò lui, tirando un pugno sul ripiano di legno della cucina.
— Allora questo è davvero un addio? — gli chiese, seria, per niente impressionata dallo scoppio d’ira. — Lo sapevi dall’inizio. Volevi fare l’amore con me per l’ultima volta.
Lui la guardò, privo di espressione. — Non rendere tutto più difficile.
Smisero di parlare e Manuel tornò al timone, preparando il motoscafo per il rientro in porto. Bianca si sedette su un divano, le lacrime agli occhi, e il tempo che impiegarono per raggiungere la costa le sembrò eterno. Nel giro di pochi minuti, tutto era di nuovo cambiato.
E quando arrivarono in porto non poterono dirsi più nulla, né trovare un modo per riappacificarsi.
Perché sul molo, in attesa, c’era Angelo. E accanto a lui, sua sorella Teresa.
— Merda — fu tutto quello che Manuel riuscì a dire. Attraccò la barca con gesti nervosi, continuando a imprecare, poi aiutò Bianca a scendere. Sulla banchina, raggiunse Teresa e l’...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. di Manuela Salvi
  3. E sarà bello morire insieme
  4. I
  5. II
  6. III
  7. IV
  8. V
  9. VI
  10. VII
  11. VIII
  12. IX
  13. X
  14. XI
  15. XII
  16. XIII
  17. XIV
  18. XV
  19. XVI
  20. XVII
  21. XVIII
  22. XIX
  23. XX
  24. XXI
  25. XXII
  26. XXIII
  27. XXIV
  28. XXV
  29. XXVI
  30. XXVII
  31. XXVIII
  32. XXIX
  33. XXX
  34. Epilogo
  35. Nota dell’autrice
  36. Copyright