Malaspina
eBook - ePub

Malaspina

  1. 96 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Malaspina

Informazioni su questo libro

Dopo aver toccato - quattro anni fa - uno dei suoi vertici in Vite pulviscolari, con la relativa frantumazione e dispersione del soggetto poetante, Maurizio Cucchi torna alla poesia in Malaspina (un "laghetto" ricco d'echi esistenziali e fonosimbolici) avvalendosi di una voce poetica ancor più profonda e originale. Se si pensa anche ai successivi approdi narrativi dell'autore, si può leggere questo libro nuovo e compatto - animato da un'affabilità istintiva e rara nella poesia d'oggi - come il romanzo di un Io ricongiunto e tuttavia estraneo a ogni gravame scopertamente autobiografico o psicologico. La sezione d'apertura, Berretto a sonagli, ci restituisce un personaggio pirandelliano per nulla algido e sentenzioso, bensì proiettato in una dimensione «senza infingimenti» e obbligato a retrocedere «verso strati / sempre più occulti, come / un archeologo, o un operaio / che manovra, nell'ignoranza / senza fine delle tenebre». Nelle due successive si assiste a un processo di sprofondamento fisico e temporale nel passato, senza nostalgia né rimpianto per un «buon tempo antico» del tutto inesistente. Piuttosto, Malaspina agisce entro una quotidianità sospesa tra sogno e realtà, memoria involontaria e ironia, liquido amniotico e metamorfosi dell'umano nel vegetale, nel geologico, nel meccanico. Cronotopo del libro è una traversata di Milano insieme storica, toponomastica e vertiginosamente aperta a processi di sedimentazione cosmica e biologica. Giunto al culmine della sua maturità, oltre che della sua libertà creativa, Cucchi consegue qui un'affabilità e una porosità non soltanto tematiche, ma più propriamente prosodiche e linguistiche: «Mi godo brevi soste felici / di sospensione e improvvisa / adesione. Mi oriento / verso un mondo più affabile / e poroso». Punto d'arrivo del libro è il capitolo finale, Console o capitano, dove l'io narrante si sovrappone e si trasforma nel Console di Lowry e in un ambiguo personaggio, il Capitano, che ha avuto contatti con Gadda e Guido Keller, un protofascista aviatore milanese, a Fiume insieme a d'Annunzio. E Malaspina si compie così in un processo allegorico che affianca nuove, appassionanti maschere d'identificazione e straniamento ai Glenn (Ford, l'attore cinematografico di fattezze simili - nella mente dell'autore - a quelle del Padre già protagonista del Disperso) o ai Rutebeuf consacrati in passato dalla lunga storia poetica dell'ultimo dei nostri classici.
Alberto Bertoni

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
Print ISBN
9788804629412
eBook ISBN
9788852038907
Argomento
Literature
Categoria
Poetry

CONSOLE O CAPITANO

Mi accingo con una certa ripugnanza
a rovistare la storia sepolta
e controversa di un uomo
il più remoto e incauto
sgattaiolando
nei pori e nelle venature, nelle pieghe
del volto accigliato e delle mani
ben oltre il laghetto Malaspina
e quando sui lastroni rossi
e smangiati, irregolari, la mira
della mia mano era impeccabile.
E prima ancora in quell’opaca
realtà umanissima, affabile eppure
polverosa dove la morte
è così imperterrita, depositata
nella dolce quiete sinistra
e irrevocabile o nell’eterna posa
di quell’ovale azzurro
colorizzato, e lui fiero,
in alta uniforme e con la spada.

Contemplo
l’immensa maestà rugginosa,
affondo
tra rampicanti spettrali,
mi compiaccio di esprimermi
in prima persona
in modo diretto e libero
come ho finalmente imparato.
Mi insinuo
e raccolgo tracce residue
tra i vari gusci geologici
munito di talpa e macchinari
dell’antica civiltà meccanica,
esplorando scoscesi terreni
sedimentari.

«Quel mio compagno incongruo
e burbanzoso, quel “genio”,
dotato di formali baffi
trapezoidali, austeri
come il suo portamento
inamidato e timido. Errabondo
come lo sono stato io, era partito
con la sua misera valigia di cartone
color pegamoide, da ambulante,
per l’emisfero sud, in forza,
prima dell’ammoniaca sintetica,
alla Compañia General de Fósforo,
el señor ingenero, che trovò quella terra
sconfinata e carnosa.»

Eppure lui, il capitano, uscendo
dalla terra rovistata a fondo
negli strati, lo ritrovo in mia vece,
gli occhi sbarrati, spiritati, mi ritrovo
in quella foto, appunto, del già militare,
folle, come dicono concordi.
Militare, per sempre militare. Lontani
i tempi del suo compagno austero
e goffo, adorabile, altissimo,
e come lui infelice, e burocratico,
nel suo fiero decoro. Ed è così
che sono scivolato in lui.

«La divisa che porto è l’abito
dell’uomo. La giubba militare
l’orgoglio e la difesa
personale, l’identità sociale, il rango
riconosciuto, attivo. Ma io non voglio
essere parte, essere partecipe,
in quanto non capisco, né dunque
condivido, ma subisco
il senso di questa labirintica
organizzazione che giudico animale.»

Puerili deviazioni sono allora
il comando, l’azione mirata. Alibi,
sono, comodi surrogati
di illusorio senso. E tali
il profitto, naturalmente, la dignità
sociale miserabile dell’uomo,
l’uomo ridotto in società. E la divisa,
già... La divisa... Ma tutti, qui,
sia pure formicolando,
si aggirano in divisa.

«Dal regio Politecnico fui comandato a frequentare i corsi di pilota aereo. Un po’ forse pensavo ancora a quell’eroico, estremo e osceno Guido Keller. Ma poi, in trincea, per dare un anestetico alla mente, eravamo affogati in quello schifo alcolico, che ha il sapore dolciastro del sangue, e brucia come un acido lo stomaco. Non ho saputo uscirne, per la mia rovina, sebbene smagliante e mai confuso nel mostrarmi, abilissimo nell’inganno del mio nulla velleitario.
Poi venni trasferito, su mia richiesta formale, al regio corpo di truppe coloniali della Tripolitania, e in seguito Eritrea, perché il mio desiderio d’avventura e d’inoltrarmi nell’ignoto, da sempre aveva governato l’orgoglio dei miei scopi. E fin che è stato d’obbligo, non ho mancato di versare la mia quota al fascio.
L’uniforme mi portava conforto, specie quella più chiara, bianca, con cui mi vedo affacciato a una finestra sorridente, adorno di un ciuffo sulla fronte già imbiancato. Fui trasferito infine alla Reale Accademia di Fanteria e Cavalleria e p...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Malaspina
  3. Dello stesso autore
  4. BERRETTO A SONAGLI
  5. NEL CORTILE DELLE GIOVANI MAMME
  6. MACCHINE MOVIMENTO TERRA
  7. ABBANDONI
  8. CONSOLE O CAPITANO
  9. Note
  10. Copyright