La ricetta della bussola di nonno Larry
Per costruire una bussola in una ciotola piena d’acqua, vi occorrono una calamita, un tappo di sughero e uno spillo (o un ago sottile). Tenendo lo spillo per un’estremità, strofinate la calamita per tutta la sua lunghezza, dall’alto verso il basso, sempre nella stessa direzione. Non cambiate mai senso. Ripetete almeno una ventina di volte fino a che lo spillo non sarà del tutto magnetizzato. A questo punto, conficcatelo nel tappo di sughero e collocate delicatamente quest’ultimo nella ciotola piena d’acqua. Il tappo galleggiante ruoterà fino a puntare il Nord. Ecco come i marinai tenevano la rotta prima dell’invenzione della bussola moderna. Condividete pure questa informazione con chi volete; non è un segreto. Solo, non dite a nessuno dove l’avete saputo.
Razione d’emergenza Super-mix di Cass
Nota dell’autore: non ho mai sperimentato personalmente questa ricetta, ma Cass si fida ciecamente della sua efficacia.
Ingredienti:
3 cucchiai di scagliette di cioccolato
3 cucchiai di noccioline
3 cucchiai di frutta secca
3 cucchiai di patatine
… ma niente uvetta, mai!
Istruzioni:
Sbriciolate la frutta secca e le patatine in una ciotola, aiutandovi con un bicchiere. (Cercate di ottenere dei pezzetti più o meno uniformi, e non troppo piccoli.) Unite le scaglie di cioccolato e le noccioline. Versate il tutto in una bustina di plastica, di quelle che si chiudono con la zip. Mangiate solo in caso di emergenza. O quando non vi piace quello che c’è per cena.
Glossario del circo
Ecco qualche esempio del gergo che i fratelli Bergamo impararono al circo. Ma attenti! Se non lo usate nel modo giusto, i dritti capiranno subito che siete dei gaggi!
Il Gran Finale! – È così che il Direttore di Pista annuncia l’ultimo numero. Dopodiché lo spettacolo è finito (nel nostro caso, il libro).
Venghino! Signori, venghino! – Il classico richiamo dell’imbonitore, che cerca di attirare più gente possibile: «Venghino, signori! Venghino! È arrivato il più grande spettacolo del mondo!» Come tutto il resto del circo, lo scopo è uno solo: accalappiare il pubblico e spillargli più soldi possibile.
Chapiteau – È il tendone, ovvero la tenda principale del circo, e si legge così: “sciapitò”. È dove i fratelli Bergamo videro per la prima volta il Direttore di pista, l’uomo che in seguito li avrebbe venduti per pochi dollari.
Tenda dei fenomeni – A volte si trova anche sotto il tendone, in fondo. Finito lo spettacolo principale, all’uscita, il pubblico si imbatte in un’altra sorpresa: c’è un altro numero straordinario in corso! La donna barbuta! L’uomo più piccolo del mondo! Peccato che sia dietro un altro sipario. L’idea è quella di indurre la gente a comprare un altro biglietto prima di uscire.
Dritto – Chiunque lavori nel circo o al luna park. A volte grande, grosso e sdentato. Ottimo compare, sempre. Ovviamente, il circo e il luna park non sono la stessa cosa. (Gli artisti del circo si definiscono spesso circensi.) Ma il circo a cui si unirono i fratelli Bergamo era un po’ tutte e due le cose o, se volete, aveva il peggio di entrambi!
Saccagnare – Picchiare!
Cambiar piazza – Quello che fanno il circo o le giostre quando si trasferiscono da un posto a un altro.
Allocco – Un membro del pubblico, cioè un pollo da spennare.
Viale centrale – Nei circhi come quello del nostro libro, è lo spazio che c’è nel mezzo fra l’uscita dal luna park e l’ingresso del tendone (in mezzo… centrale… facile, no?). È qui che in genere si allestiscono le bancarelle e le tende più piccole con le altre attrazioni.
Galuppo – Uomo di fatica del circo. Nonché una parola divertente da dire!
Gaggio – Esattamente quello che siete voi, se non sapete cos’è un gaggio. In altre parole: un sempliciotto “fermo”, che non sa nulla della vita nomade del circo.
Compare – I compari lavorano per il circo ma fanno finta di essere degli spettatori come tutti gli altri, rimasti molto impressionati dallo spettacolo e dalle attrazioni – lo scopo è quello di contagiare con il loro entusiasmo gli spettatori veri, in modo da spillargli altri quattrini. Avete presente i genitori alle recite della scuola? Come si spellano le mani a furia di applausi, anche se i figli stonano come campane o si dimenticano le battute? I genitori sono dei pessimi compari.
Ribongia, 1 – La paccottiglia che si compra dagli ambulanti del circo o si vince alla riffa, tipo orsetti di peluche e pupazzetti di gomma. Altrimenti nota come “giocattoli e premi”.
Ribongia, 2 – Oggetti di dubbia provenienza… ehm, refurtiva.
Treppo – Il capannello di gente – il pubblico, insomma – che si forma attorno all’imbonitore, grazie alle sue mirabolanti promesse di uno spettacolo straordinario.
La segatura nel sangue – L’istinto del circo. Se sei un dritto, ce l’hai. E c’è poco da fare: o ce l’hai o non ce l’hai.
I codici a parola chiave
La lettera segreta che Cass e Max-Ernest hanno ricevuto dalla Società Terces era criptata con un codice a parola chiave. Se volete provare anche voi a criptare o decriptare una lettera con un codice di questo tipo, ecco come si fa.
In un codice a parola chiave, le prime lettere dell’alfabeto vengono sostituite con una parola segreta. Per esempio, se TERCES è la vostra parola chiave, A si sostituisce con T, B con E, C con R, D con C ed E con S. (La seconda E di TERCES si salta perché non si possono ripetere le lettere.) Dopo le lettere della parola chiave, l’alfabeto continua normalmente, saltando però le lettere che sono già state usate. Perciò, in questo caso, F si sostituisce con A, e G con B. La lettera H, però, non si sostituisce con C, perché l’abbiamo già utilizzata, quindi dovremo rimpiazzarla con D.
Alla fine, ecco il vostro codice… O meglio, SRRL LO VLPQOL RLCFRS:
T E R C S A B D F G H I J K L M N O P Q U V W X Y Z
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
Un consiglio personale
I lettori le cui conoscenze di egittologia sono vergognosamente scarse come quelle di Cassandra potrebbero trarre giovamento dalla lettura del Libro dei morti, noto anche come Papiro di Ani.
È una guida per l’aldilà, che include molti incantesimi e istruzioni importanti per avere successo nella vita ultraterrena, oltre a utili informazioni sulla vita egizia dell’aldiquà!
Il trucco di carte dei fratelli Bergamo
Ecco uno dei trucchi con le carte che i fratelli Bergamo eseguivano da dilettanti. Naturalmente loro si esibivano sul ponte di una nave e con un vero mazzo di carte, ma ve ne farete un’idea anche così.
Scegliete una delle sei carte sottostanti e pensatela intensamente.
Ora continuate a pensarla mentre girate pagina. Compariranno di nuovo tutte le carte – tranne quella a cui state pensando.
La vostra carta non c’è, giusto?
Pensate che sia solo una coincidenza? Riprovateci. Tornate indietro, scegliete un’altra carta e pensatela intensamente. Poi tornate qui e vedete se c’è…
Volete provare il trucco su qualcun altro? Passategli il libro e fategli scegliere una carta. Meglio ancora, lasciate perdere il libro. Procuratevi un mazzo di carte e mettete su uno spettacolo.
Se non avete ancora capito qual è il segreto, vi spiegherò come funziona il trucco. Ma ricordate: la prima regola di un mago è non svelare mai i propri trucchi. Perciò non ditelo a nessuno, intesi? E non dovrà esserci preghiera, supplica o minaccia che tenga.
Ecco quello che vi serve: un mazzo di carte e un cappello a cilindro. (Anche un cappello da cowboy andrà bene. Un berretto da baseball?… non tanto. Stile, ragazzi! Stile.)
Prima che arrivi il pubblico, separate tutte le figure dal mazzo.
Quindi suddividete le figure in due gruppi di sei carte ciascuno.
Ogni gruppo di sei deve includere: un re nero e un re rosso, una regina nera e una regina rossa, un fante rosso e un fante nero.
Togliete una carta da uno dei gruppi e rimettetela nel mazzo originario. Adesso avete un gruppo di cinque carte e un gruppo di sei carte.
Nascondete il gruppo di cinque nel cappello. Se c’è un nastro che corre all’interno, provate a incastrarcelo sotto. Così potete indossare il cappello senza scompigliare le carte.
Disponete le altre sei carte a faccia scoperta su un tavolo.
Siete pronti per cominciare.
Dite a qualcuno del pubblico, preferibilmente un fratello o una sorella che volete scocciare un po’, di scegliere una delle carte sul tavolo. Dite a questa persona di non pronunciare il nome della carta ad alta voce. Invece, lui o lei dovrà pensare alla carta molto, molto intensamente.
Se indossate il cappello, toglietevelo, stando attenti a non far cadere le carte nascoste. Quindi prendete le carte dal tavolo e mettete anch’esse nel cappello. Assicuratevi di tenere separati i due gruppi di carte.
Dopo un sufficiente interludio magico in cui fingerete di concentrarvi sulle carte, magari rimettendovi pure il cappello in testa, rimuovete il gruppo di carte nascosto (quello che ne aveva solo cinque) e disponetele di fronte a voi.
Chiedete alla vostra vittima… ...