La musica del mondo
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La musica del mondo

Pensieri e letture

  1. 336 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La musica del mondo

Pensieri e letture

Informazioni su questo libro

In occasione del settantacinquesimo compleanno, nel 1952, Hermann Hesse pubblicò una plaquette che raccoglieva trentanove "letture da un minuto", massime che un lettore aveva tratto dai suoi scritti (romanzi, ma anche brani di lettere, articoli, recensioni). Attorno a quel nucleo originario si è andata poi formando questa raccolta di pensieri che, con oltre mille citazioni, documenta lo sguardo sempre originale di Hesse sui temi più svariati, dalla politica alla letteratura, dal ruolo dell'individuo nella società alla felicità. La filosofia sincretistica ma profondamente coerente del poeta di Siddharta appare qui non come una costruzione teorica, ma come il frutto delle sue esperienze dirette, e si mostra al lettore ancora oggi attuale e sorprendente come via per vivere un'esistenza più intensa, serena, armoniosa.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
Print ISBN
9788804619031
eBook ISBN
9788852025174

Politica

In tutto il mondo i politici si schierano a favore della rivoluzione, della ragione e contro l’impiego delle armi – ma tutto questo vale per il nemico, mai per se stessi! (1)
Art
Perché si crede nell’autodeterminazione delle nazioni solo quando si spera di trarne un profitto? (2)
Art
Nessuno pensava a una guerra: il riarmo doveva servire soltanto a cautelarsi, perché alla gente ricca piace proteggere con pareti di ferro il proprio denaro. (3)
Art
Alimentare la paura della guerra è il vecchio trucco di coloro che con la guerra fanno affari e guadagnano. (4)
Art
Coloro che minacciano il nostro mondo e la pace sono quelli che desiderano la guerra, che la preparano e cercano di renderci complici dei loro progetti promettendoci un’astratta pace futura, e terrorizzandoci con possibili attacchi da paesi confinanti. (5)
Art
La guerra non cade dal cielo. Va preparata come qualunque altra impresa dell’uomo. Ha bisogno di dedizione e della collaborazione di tanti per diventare possibile e reale. La guerra viene auspicata, preparata e supportata da quelle persone e da quelle forze che ne traggono un vantaggio. Può portare loro un immediato guadagno in denaro, come quello dell’industria degli armamenti (non appena scoppia la guerra innumerevoli attività, in precedenza del tutto innocenti, entrano a far parte dell’industria bellica e i capitali affluiscono automaticamente nelle loro casse), oppure permette loro di guadagnare maggiore considerazione, stima e potere, come nel caso dei generali e dei colonnelli senza impiego. (6)
Art
Coloro che favoriscono le guerre sono persone indifferenti alla vita degli altri. Fanno le loro guerre con i beni, il sangue e la vita degli altri e quello che ne pensiamo noi e la nostra sofferenza sono per loro irrilevanti. (7)
Art
Quando un generale o un dittatore si mettono a pensare, durante la digestione, hanno a disposizione tutta la falsa magnificenza della filosofia della storia per nobilitare il loro gesto. (8)
Ho preso le distanze da tutta la filosofia della storia e mi guardo bene, in particolare, dal voler dare un “senso” alle guerre e ad altri orrori. Ma continuo a credere nell’uomo, a credere dunque che sia capace del bene come del male e che dopo ogni aberrazione sia in grado di tornare alla bontà e alla ragione. (9)
Art
Nessuno è colpevole. Si spara, si brucia il mondo, lo si rade al suolo e si è comunque innocenti. Siamo “esponenti” o “fattori” o spiriti arguti, ma non siamo esseri umani, non siamo esseri morali, sottomessi a Dio, davanti a lui responsabili. Non scommetterei un centesimo su questo. (10)
Art
Come ogni soldato ucciso è l’eterna ripetizione di un errore, così anche la verità diviene eterna in mille forme diverse e sempre ripetute. (11)
Art
Purtroppo con le citazioni dalla Bibbia in bocca a uomini di Stato non si sono fatte finora esperienze felici. (12)
Art
Tra i pericoli da combattere c’è anche la paura della guerra, una potente e contagiosa malattia dell’animo di cui si servono consapevolmente per i loro scopi i dominatori del mondo e il loro seguito di fabbricanti d’armi e vincitori di guerre. Non soggiacere personalmente a questa paura, contrastarla ovunque, contrapporle il coraggio e la fede, è uno dei doveri degli uomini di buona volontà. (13)
La guerra non fa andare avanti il mondo, è semplicemente un modo per rinviare i problemi: procura alle passioni nuovi obiettivi, e in seguito, prima o poi, si ripresenterà l’emergenza sociale, grande e terribile come un tempo. (14)
Art
È un errore considerare come potenze spirituali la polvere da sparo, i gas tossici e i generali, anche se a volte possono diventare molto attivi. Conservare nel cuore un po’ di pace e di amore in un mondo che con zelo e costanza non fa che condurre guerre, e restituirne qualcosa di tanto in tanto con la poesia è diventato con il tempo sempre più difficile, eppure bisogna continuare a provarci. (15)
Art
Ancora oggi, di fronte alle questioni formali e ufficiali, reagisco digrignando i denti e trovo che sia un peccato e persino ridicolo che popoli interi s’inginocchino convulsi ed eseguano gli ordini mentre i governi stessi non sanno cosa vogliono e cosa devono fare. (16)
Art
La persona pratica, che nelle riunioni e nelle commissioni ha sempre ragione, fuori dalle sue commissioni ha sempre assolutamente torto. Hanno sempre ragione invece il futuro, il pensiero, la fede. (17)
Art
Io sono una stufa ma potrei anche essere un uomo di Stato. Ho una grande bocca, riscaldo poco, sputo fumo dentro un tubo, porto un buon nome e risveglio grandi ricordi. (18)
Art
Soltanto in guerra è consentito uccidere, perché in guerra nessuno uccide per odio o per invidia, per il proprio tornaconto; tutti non fanno altro che obbedire alle richieste della comunità. (19)
Art
È un marchio tipico dei tempi di guerra rendere spregevole tutto ciò che è privato e allo stesso tempo, quanto più gli uomini sono costretti a rinunciare, tanto più mostrare loro che la vita senza il privato risulta arida e spoglia. (20)
Art
Il soldato che uccide i nemici è sempre considerato un patriota più importante del contadino che coltiva la terra nel migliore dei modi. Perché quest’ultimo trae dal lavoro dei vantaggi personali. E stranamente nella nostra morale contorta sono sempre considerate equivoche quelle virtù che giovano e servono anche a chi le possiede! Perché accade questo? Perché noi siamo abituati a procurarci dei vantaggi sempre a spese degli altri. Perché noi, pieni di diffidenza, siamo convinti di dover desiderare proprio quello che un altro possiede. (21)
Art
Era completamente sbagliata l’opinione che spesso si sentiva esprimere durante la guerra, secondo cui questa guerra, già per via delle dimensioni, della sua raccapricciante gigantesca meccanica, avrebbe dissuaso le generazioni future dallo scatenare altre guerre. La dissuasione per mezzo del terrore non è uno strumento educativo. Chi si diverte a uccidere non perderà questo piacere con nessuna guerra. Nemmeno un centesimo delle azioni umane nasce da considerazioni razionali. Si può essere assolutamente convinti dell’insensatezza di una qualunque azione e tuttavia dedicarvisi con ardore. (22)
Art
L’essere umano primitivo odia ciò che teme, e in certi strati dell’anima anche la persona civilizzata e colta è primitiva. Allo stesso modo anche l’odio di alcuni popoli e razze nei confronti di altri popoli e razze non poggia sulla superiorità e...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La musica del mondo
  3. Politica
  4. Individuo e società
  5. I compiti dell’individuo
  6. Cultura, scuola, educazione
  7. Religione e Chiesa
  8. Sapere e coscienza
  9. Lettura e libri
  10. Realtà e immaginazione
  11. Arte e artisti
  12. Lingua e letteratura
  13. Ironia
  14. Felicità
  15. Amore
  16. Giovinezza e vecchiaia
  17. Morte
  18. Postfazione di Volker Michels
  19. Indice delle fonti
  20. Copyright