Lily Margrave lisciò con gesto nervoso i guanti posati sulle ginocchia e lanciò un’occhiata alla persona che occupava la grande poltrona di fronte a lei.
Aveva sentito parlare di Monsieur Hercule Poirot, il celebre investigatore, ma era la prima volta che lo vedeva in carne e ossa.
L’aspetto comico, quasi ridicolo, che egli offriva non confermava il concetto che aveva di lui. Come poteva quel buffo ometto, con la testa a uovo e gli enormi baffi, compiere veramente le imprese meravigliose che gli venivano attribuite? Ciò che stava facendo in quel momento, poi, le pareva particolarmente infantile. Stava disponendo dei blocchetti di legno colorato l’uno sull’altro e sembrava molto più interessato al risultato di quell’attività che non alla storia che gli stava raccontando.
Tuttavia, quando lei all’improvviso tacque, Poirot alzò bruscamente lo sguardo e la fissò.
«Mademoiselle, continuate, vi prego. Non è che io non vi ascolti; vi assicuro che sto ascoltando molto attentamente.»
Ricominciò a disporre i blocchetti di legno l’uno sull’altro mentre la giovane riprendeva il racconto. Era una storia agghiacciante, una storia di violenza e di tragedia, ma la sua voce era così calma e priva di emozioni, il resoconto così conciso che sembrava aver tolto qualcosa della patetica dimensione umana a tutta la faccenda.
Alla fine lei si fermò.
«Spero» disse ansiosa «di aver chiarito tutto.»
Poirot annuì varie volte con il capo per affermare enfaticamente di aver capito. Poi diede un colpo ai blocchetti di legno, sparpagliandoli sul ripiano della tavola e, appoggiatosi di nuovo allo schienale della poltrona, le dita incrociate e gli occhi al soffitto, prese a ricapitolare.
«Sir Reuben Astwell è stato ucciso dieci giorni fa. Mercoledì, l’altro ieri, la polizia ha arrestato suo nipote, Charles Leverson. I fatti contro di lui, per quanto ne sapete... correggetemi se sbaglio, mademoiselle... sono i seguenti:
«Sir Reuben era rimasto a scrivere sino a tardi nel suo studiolo privato, la Stanza della torre. Il signor Leverson è rientrato tardi, aprendo la porta con la serratura a scatto. Il maggiordomo lo ha sentito litigare con lo zio. La camera del maggiordomo si trova sotto la Stanza della torre. La lite si è conclusa con un tonfo improvviso, analogo a quello di una sedia rovesciata, e un grido semisoffocato.
«Il maggiordomo si è allarmato e ha pensato di salire a vedere che cosa fosse successo ma, di lì a pochi secondi, ha sentito il signor Leverson uscire dalla stanza fischiettando un allegro motivetto e allora non si è più preoccupato. Invece, il mattino seguente, una cameriera ha scoperto sir Reuben cadavere accanto alla scrivania. Era stato colpito da un oggetto pesante. A quanto ho capito, il maggiordomo non ha denunciato l’assassinio alla polizia. Credo fosse naturale, vero mademoiselle?»
La domanda improvvisa fece sussultare Lily Margrave.
«Vi chiedo scusa, cosa avete detto?» mormorò.
«In queste faccende si cerca di tener conto anche dell’umanità, non vi pare?» disse l’ometto. «Nel vostro racconto, così ammirevole e conciso, avete trasformato i protagonisti di questo dramma in marionette. Io, invece, cerco sempre di individuare la natura umana. Mi chiedo, questo maggiordomo... come avete detto che si chiama?»
«Si chiama Parsons.»
«Questo Parsons, dunque, avrà le caratteristiche della sua categoria. Sarà fortemente contrario a chiamare la polizia e dirà il meno possibile, soprattutto non dirà nulla che potrebbe incriminare un membro della famiglia. Un ladro, uno scassinatore... si aggrapperà a questa idea con tutta la forza della sua incredibile ostinazione. Sì, la lealtà della servitù costituisce un oggetto di studio interessante.»
Si appoggiò di nuovo allo schienale con un sorriso raggiante.
«Nel frattempo» proseguì «tutte le persone di casa hanno raccontato la propria versione. Tra queste anche il signor Leverson, che afferma di essere rientrato tardi e di essere andato a letto senza vedere lo zio.»
«Così ha detto.»
«E nessuno ha pensato che vi fosse motivo di dubitarne,» disse Poirot in tono riflessivo «tranne, naturalmente, Parsons. Poi sopraggiunge un ispettore di Scotland Yard... avete detto ispettore Miller, vero? Lo conosco, ho già avuto a che fare con lui una o due volte in passato. È quello che io definirei un uomo acuto, un segugio, una mente astuta.
«Sì, lo conosco! E l’acuto ispettore Miller vede ciò che l’ispettore locale non ha visto, e cioè che Parsons è a disagio e nervoso e sa più di quanto non abbia detto. Eh bien, interroga serratamente Parsons. A questo punto, risulta chiaramente che quella notte nessuno si è introdotto in casa, e quindi l’assassino deve essere ricercato dentro e non fuori. Parsons è infelice e spaventato, ma è anche molto sollevato di aver dovuto parlare di quanto segretamente sa.
«Lui ha fatto del suo meglio per evitare lo scandalo, ma ci sono dei limiti; e quindi l’ispettore Miller ascolta tutta la storia di Parsons, fa qualche domanda e svolge indagini per conto proprio. Quello che riesce a raccogliere è molto, molto importante.
«Sull’angolo della cassettiera, nella Stanza della torre, vengono trovate delle impronte insanguinate di dita, che risultano essere di Charles Leverson. La cameriera racconta di aver svuotato un catino con dell’acqua insanguinata che si trovava nella stanza del signor Leverson il mattino del delitto. Lui le spiega che si è tagliato un dito e che “lì” aveva un taglietto, sì, ma molto piccolo! Il polsino della camicia è stato lavato, ma sulla manica della giacca sono state trovate macchie di sangue. Il signor Leverson è in difficoltà finanziarie, e alla morte di sir Reuben erediterà molto denaro. Oh, sì, il caso è molto chiaro, mademoiselle» si interruppe. «E tuttavia, oggi siete venuta da me.»
Lily Margrave scrollò le esili spalle.
«Come vi ho detto, Monsieur Poirot, mi ha mandato lady Astwell.»
«Non sareste venuta di vostra spontanea volontà, vero?»
L’ometto le lanciò un’occhiata maliziosa e lei non parlò.
«Non rispondete alla mia domanda?»
Lily Margrave ricominciò a lisciarsi i guanti.
«È piuttosto difficile per me, Monsieur Poirot. Devo tener conto della mia lealtà verso lady Astwell. Ufficialmente, io sono soltanto la sua dama di compagnia debitamente retribuita, ma lei mi ha trattato più come se fossi una figlia o una nipote. È stata straordinariamente gentile e, quali che siano i suoi difetti, non vorrei aver l’aria di criticarne le azioni o... di far nascere in voi dei preconcetti che potrebbero portarvi a non accettare questo caso.»
«È impossibile fare nascere dei preconcetti in Hercule Poirot, celà ne se fait pas» affermò allegramente l’ometto. «Ho l’impressione che, secondo voi, lady Astwell sia una persona stramba. Ditemi, non è così?»
«Se devo dire...»
«Parlate pure, mademoiselle.»
«Credo che l’intera faccenda sia semplicemente sciocca.»
«A voi sembra tale, vero?»
«Non voglio dir nulla contro lady Astwell...»
«Capisco,» mormorò gentilmente Poirot «capisco perfettamente.» I suoi occhi la invitavano a continuare.
«È veramente una gran brava persona, molto gentile, ma non è... come posso spiegarvi?... Non è una donna colta. Voi sapete che, quando sir Reuben l’ha sposata, lei faceva l’attrice. Ha ogni sorta di pregiudizi e di superstizioni. Se dice una cosa, deve essere così e non vuole assolutamente sentir ragioni. L’ispettore non si è comportato con molto tatto con lei e questo l’ha fortemente irritata. Afferma che sospettare del signor Leverson è una sciocchezza, il tipico errore stupido e ostinato che fa la polizia, e che naturalmente non è stato il caro Charles a commettere il delitto.»
«Ma non ha ragione, vero?»
«Assolutamente no.»
«Davvero?»
«Le ho detto» continuò Lily «che era inutile venire da voi con una dichiarazione di questo tipo ma nulla di solido in mano.»
«Le avete detto davvero questo?» disse Poirot. «È interessante.»
Lasciò correre lo sguardo su Lily Margrave per un rapido e attento esame, osservando in ogni particolare l’elegante completo nero, il tocco di bianco al collo, una costosa camicetta di crêpe de Chine a delicate piegoline e l’elegante cappellino di feltro nero. Notò la raffinatezza, il volto grazioso dal mento leggermente appuntito e gli occhi azzurro scuro dalle folte ciglia. Impercettibilmente l’atteggiamento di Poirot cambiò: adesso lo interessava non tanto il caso, quanto la ragazza che sedeva di fronte a lui.
«Immagino, mademoiselle, che lady Astwell sia un pochino portata a un comportamento squilibrato e isterico, vero?»
Lily Margrave annuì con fermezza.
«Esattamente. Come vi ho già detto, è molto gentile, ma è impossibile discutere con lei o farle acce...