
eBook - ePub
Oltre le porte del tempo
Rivivere le vite passate per guarire la vita presente
- 196 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Oltre le porte del tempo
Rivivere le vite passate per guarire la vita presente
Informazioni su questo libro
Brian Weiss ha dimostrato la validità della «terapia regressiva» applicandola con successo in centinaia di casi clinici, nella cura delle nevrosi e di altre malattie. In Oltre le porte del tempo Weiss spiega come la scoperta delle vite passate non sia soltanto un'emozionante avventura spirituale: nei luoghi più profondi della memoria, infatti, si trovano le chiavi per risolvere problemi traumi della vita presente, per sviluppare il talento, per rifondare su basi completamente nuove il carattere. Con i sogni e la meditazione, o anche solo imparando a guidare la mente, ognuno può far emergere alla coscienza i nodi che bloccano il suo destino. Recuperarli, come Weiss ci insegna, significa scioglierli per sempre, conquistando una libertà interiore.
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Informazioni
Print ISBN
9788804471769eBook ISBN
9788852034473Oltre le porte del tempo
A Carole, Jordan e Amy,
la mia famiglia.
Vi amo con tutto il cuore
e vi amerò per sempre.
la mia famiglia.
Vi amo con tutto il cuore
e vi amerò per sempre.
1
L’inizio
Prima di dedicarmi al processo di guarigione, vorrei spendere alcune parole introduttive su di me, per coloro che non hanno letto il mio Molte vite, molti Maestri.
In quel libro descrivo l’incredibile esperienza che ho avuto con la mia paziente Catherine, prima della quale la mia vita aveva avuto un’impostazione unicamente accademica. Dopo aver ottenuto con lode il diploma Phi Beta Kappa alla Columbia University, mi laureai in Medicina alla Yale University School of Medicine, dove conseguii anche la specializzazione in psichiatria. Insegnai inoltre in molte prestigiose università, e feci più di quaranta pubblicazioni scientifiche sulla psicofarmacologia, la chimica del cervello, i disturbi del sonno, la depressione, gli stati di ansia, la tossicodipendenza e il morbo di Alzheimer. Diedi un solo contributo alla stesura di un libro – The Biology of Cholinergic Function (“La biologia della funzione colinergica”) –, che non si rivelò certo un bestseller, anche se credo che abbia aiutato alcuni miei pazienti insonni a addormentarsi.
A quell’epoca ero ossessivo-compulsivo, molto razionale, ed ero anche del tutto scettico riguardo a quelle discipline come la parapsicologia che non possono essere sottoposte alle tradizionali dimostrazioni scientifiche. Non sapevo nulla della reincarnazione o delle vite passate, né volevo saperne di più.
Catherine si rivolse a me circa un anno dopo che avevo avuto l’incarico di direttore del dipartimento di Psichiatria al Mount Sinai Medical Center di Miami, in Florida. Originaria del New England, aveva quasi trent’anni ed era cresciuta in una famiglia cattolica: questo fatto non le aveva mai creato problemi, né lei stessa aveva mai avuto crisi di fede. Soffriva di paure, fobie, attacchi di panico paralizzanti e di incubi ricorrenti: questi sintomi avevano sempre fatto parte della sua vita ma, negli ultimi tempi si erano intensificati.
Contro le mie più ottimistiche previsioni, Catherine, dopo circa un anno di psicoterapia convenzionale, continuava a presentare gli stessi gravi sintomi, nonostante lavorasse in ospedale come tecnico di laboratorio e fosse abbastanza intelligente e consapevole per poter trarre beneficio dalle cure. Eppure non c’era nulla in lei che facesse pensare a un caso difficile.
Poiché soffriva da sempre della paura di soffocare, non voleva assumere alcuna medicina: quindi nel suo caso non potevo prescrivere antidepressivi o tranquillanti, i farmaci che di solito utilizzavo di fronte a sintomi simili ai suoi. Il suo rifiuto si rivelò poi una vera benedizione, anche se al momento non me ne resi conto.
Alla fine, Catherine mi permise infatti di sperimentare l’ipnosi, una forma di concentrazione focalizzata, per aiutarla a ricordare la sua infanzia e a identificare i traumi rimossi o dimenticati che erano a mio avviso la causa dei suoi attuali sintomi. Fu così che riuscì a entrare in uno stato profondo di trance ipnotica e iniziò a recuperare eventi della sua vita che non era in grado di ricordare consciamente. Rammentò di essere stata spinta dal trampolino di una piscina e di essersi sentita soffocare quando era caduta in acqua. Le ritornò alla mente la paura provata quando un dentista, per anestetizzarla, le aveva posto la mascherina sulla bocca, ma soprattutto ricordò un’esperienza più traumatica: all’età di tre anni, suo padre, alcolizzato, la accarezzava e le copriva la bocca con la sua enorme mano per impedirle di gridare.
Ero certo che avevamo trovato le risposte giuste, e che Catherine si sarebbe sentita meglio, ma i suoi sintomi, con mia grande sorpresa, continuarono a essere gravi. Riflettendo, giunsi alla conclusione che dovevano esserci altri traumi, sepolti nel subconscio della mia paziente, e decisi di provare di nuovo, pensando che forse suo padre l’aveva molestata anche prima dei tre anni. Così, la settimana successiva, feci cadere nuovamente Catherine in una profonda trance, ma, inavvertitamente, le diedi delle istruzioni imprecise: «Regredisca fino all’epoca in cui sono iniziati i sintomi».
Mi aspettavo che tornasse di nuovo alla sua prima infanzia, ma lei, con un balzo indietro di quattromila anni, mi parlò di un’esistenza trascorsa in Medio Oriente, in cui aveva un altro nome, viso, corpo e capelli diversi, e di cui ricordava dettagliatamente luoghi, abiti e particolari. Ripercorse vari momenti della sua vita, fino ai suoi ultimi istanti, durante un’inondazione, quando era annegata mentre la sua bambina le veniva strappata dalle braccia dalla forza delle acque. Dopo la morte, aveva fluttuato sul suo corpo, sperimentando le esperienze di premorte di cui trattano le opere della dottoressa Elisabeth Kübler-Ross, del dottor Raymond Moody, del dottor Kenneth Ring e di altri, cui accennerò più diffusamente nei prossimi capitoli; eppure Catherine non aveva mai sentito parlare di questi studiosi né delle loro ricerche.
Nel corso della stessa seduta di ipnosi, la mia paziente ricordò altre due esistenze passate. In una era una prostituta spagnola del XVIII secolo, nell’altra una greca, vissuta poche centinaia di anni dopo la donna mediorientale.
Mi sentivo in uno stato d’animo a metà tra il turbamento e lo scetticismo: avevo ipnotizzato centinaia di pazienti senza che fosse mai accaduto nulla di simile. Per di più, dopo oltre un anno di psicoterapia, conoscevo piuttosto bene Catherine: non era psicotica, non aveva mai avuto allucinazioni, non aveva personalità multiple, non era particolarmente suggestionabile, non faceva uso di droghe e non era alcolizzata. I suoi «ricordi», a mio avviso, dovevano necessariamente essere frutto della fantasia o dell’immaginazione.
A questo punto, però, successe qualcosa di inspiegabile: i disturbi della mia paziente iniziarono a migliorare sensibilmente e velocemente, cosa che non potevo addebitare alla fantasia né all’immaginazione. Una settimana dopo l’altra, Catherine, sotto ipnosi, ricordava le sue vite passate e tutti i suoi sintomi scomparivano: nel giro di pochi mesi, senza aver assunto alcun medicinale, era completamente guarita.
Mentre il mio scetticismo cominciava lentamente a venir meno, accadde un episodio davvero strano: durante la quarta o quinta seduta di ipnosi, dopo aver ricordato una sua antica morte, Catherine fluttuava sopra il suo corpo, attratta dalla meravigliosa luce spirituale che incontrava sempre nello stato intermedio tra due vite.
«Mi dicono che ci sono molti dei, perché Dio è in ognuno di noi» mormorò improvvisamente con voce roca. Poi pronunciò parole che avrebbero cambiato completamente la mia vita.«Tuo padre è qui, e anche tuo figlio, che è un neonato. Tuo padre sostiene che lo riconoscerai perché il suo nome è Avrom, lo stesso che hai dato a tua figlia. Inoltre morì a causa del suo cuore. Anche il cuore di tuo figlio dava preoccupazioni, perché era volto all’indietro, come quello di un pollo. Tuo figlio fece un grande sacrificio per te, per amore. La sua anima è molto avanzata... morendo ha pagato i debiti dei suoi genitori e ha voluto mostrarti che la medicina può arrivare solo a un dato punto, che le sue mete sono molto limitate.»Catherine finì di parlare e io rimasi in un silenzio religioso mentre la mia mente cercava di chiarire le cose. La stanza sembrava gelata. Catherine sapeva pochissimo della mia vita personale. Sulla mia scrivania avevo due fotografie, una di mia figlia bambina che rideva felice con i suoi primi due dentini e l’altra di mio figlio. Oltre a questo, Catherine non sapeva nulla della mia famiglia e della mia storia. Ero stato bene addestrato nelle tecniche psicoterapeutiche tradizionali. Si supponeva che il terapeuta fosse una tabula rasa, un foglio bianco su cui il paziente poteva proiettare i propri sentimenti, i propri pensieri e i propri orientamenti. Questi, allora, potevano essere analizzati dal terapeuta, andando oltre la mente del paziente. Io avevo mantenuto questa distanza terapeutica con Catherine. Lei mi conosceva solo come psichiatra, ignorando tutto il mio passato e la mia vita privata. Non avevo mai appeso i miei diplomi alle pareti del mio studio.La più grande tragedia della mia vita era stata l’improvvisa morte del mio primogenito, Adam, all’inizio del 1971. Circa dieci giorni dopo che lo avevamo portato a casa dall’ospedale, aveva sviluppato problemi respiratori e vomito convulso. La diagnosi fu estremamente difficile: «Drenaggio polmonare venoso completamente anomalo con un difetto del setto atriale» ci fu detto. «Accade una volta su circa dieci milioni.» Le vene polmonari, che si suppone portino sangue ossigenato al cuore, erano dirette in modo anomalo ed entravano nel cuore dal lato errato. Era come se il cuore fosse rovesciato. Un fenomeno estremamente raro.Un disperato intervento chirurgico a cuore aperto non poté salvare Adam, che morì alcuni giorni dopo. Piangemmo per mesi la caduta delle nostre speranze e dei nostri sogni. Nostro figlio Jordan nacque un anno dopo e fu un grande balsamo per le nostre ferite.Al tempo della morte di Adam, io ero incerto se scegliere la carriera psichiatrica. Stavo svolgendo il mio internato di clinica medica e mi era stato offerto un incarico stabile in questo campo. Dopo la morte di Adam, decisi di abbracciare la professione di psichiatra. Ero furioso che la medicina moderna, con tutte le sue possibilità e le sue tecniche avanzate, non avesse potuto salvare mio figlio, un neonato di pochi giorni.Mio padre era sempre stato in eccellente salute. Nel 1979, a sessantun anni, aveva però avuto un grave attacco cardiaco. Sopravvisse a quell’episodio, ma tre giorni dopo morì, perché il suo cuore aveva subito pesanti conseguenze. Tutto questo era avvenuto circa nove mesi prima che iniziassi la terapia con Catherine.Mio padre era religioso, ma più nel senso dell’osservanza dei riti che in quello spirituale. Il suo nome ebraico, Avrom, gli si adattava meglio dell’inglese Alvin. Quattro mesi dopo la sua morte, nacque nostra figlia Amy, e le fu imposto anche il nome di lui.Adesso, nel 1982, nella penombra del mio tranquillo studio, un’assordante cascata di verità segrete si riversava su di me. Nuotavo in un mare spirituale: era un’esperienza piacevole. Mi sentivo sulle braccia la pelle d’oca. Catherine non poteva sapere tutto questo. Non era nemmeno possibile pensarlo. Il nome ebraico di mio padre, il fatto che mio figlio fosse morto nelle prime settimane di vita per una malformazione cardiaca che si presenta in un caso su dieci milioni, le mie incertezze sulla medicina, la morte di mio padre e il nome di mia figlia, tutto questo era troppo, troppo specifico e troppo vero. Mi trovavo a confronto con un canale non convenzionale di conoscenza trascendentale. E, se poteva rivelare queste verità, cos’altro c’era? Dovevo saperne più.«Chi» farfugliai. «Chi c’è lì? Chi dice queste cose?»«I Maestri» mormorò lei, «gli Spiriti Maestri mi parlano. Sostengono che ho vissuto ottantasei volte nello stato fisico.»*
Ero certo che Catherine non fosse e non potesse essere a conoscenza di questi episodi della mia vita privata. Mio padre si era spento nel New Jersey, era stato sepolto nella parte settentrionale dello stato di New York e sulla sua morte non era apparso neppure un necrologio. Adam era spirato dieci anni prima, a New York, a quasi duemila chilometri di distanza. In Florida, pochi amici intimi erano al corrente della sua esistenza, pochissimi delle circostanze della sua morte e in ospedale nessuno ne sapeva nulla. Catherine non poteva aver appreso alcuna indiscrezione sulla mia storia familiare. Inoltre aveva citato il nome Avrom, e non la sua traduzione inglese, Alvin.
Passato lo shock, mi rimisi i miei soliti panni di psichiatra ossessivo-compulsivo e scientificamente rigoroso, ma iniziai a cercare ulteriori informazioni rovistando in biblioteche e librerie. Trovai delle opere eccellenti, per esempio gli studi del dottor Ian Stevenson, cui accennerò più oltre, che ha condotto ricerche con bambini capaci di rammentare le proprie reincarnazioni. Scoprii anche le rare pubblicazioni di medici che, attraverso l’ipnosi o altre tecniche, avevano usato la terapia regressiva per permettere all’inconscio dei loro pazienti di tornare indietro nel tempo e di ritrovare i ricordi di vite precedenti. Ora so che molti medici sono restii a rendere pubbliche le proprie esperienze in questo campo perché ne temono gli effetti sulla loro carriera e sulla loro reputazione.
Catherine, la cui storia è descritta dettagliamente in Molte vite, molti Maestri, ha rivissuto decine di vite passate ed è guarita. Oggi è una donna felice, serena, i suoi sintomi paralizzanti e la sua dilagante paura della morte sono scomparsi. Ora sa che quella parte di lei in cui risiedono memoria, personalità e una prospettiva molto maggiore di quella della sua mente conscia, sopravviverà anche dopo la sua morte fisica.
In seguito alla mia esperienza con Catherine, il mio modo di vedere la psichiatria è cambiato radicalmente: mi sono reso conto che la terapia regressiva era un metodo per curare rapidamente sintomi psichiatrici che in passato avrebbero richiesto mesi o anni di costose terapie per migliorare; che era la via più diretta per alleviare il dolore ed eliminare le paure. Ho iniziato quindi a utilizzare questa terapia con altri pazienti e, ancora una volta, i risultati sono stati eccellenti. Fino a oggi, ho fatto regredire centinaia di persone alle loro vite precedenti durante le sedute individuali e ho usato spesso tale terapia anche in seminari di gruppo.
Chi sono i miei pazienti? Medici, avvocati, uomini d’affari, altri terapeuti, casalinghe, operai, commessi ecc. Sono persone con fedi religiose, livelli socioeconomici e background culturali differenti, eppure molti di loro sono riusciti a ricostruire dettagli di altre vite, o a ricordare di essere sopravvissuti alla morte fisica.
La maggior parte dei miei pazienti ha sperimentato la regressione per mezzo dell’ipnosi; alcuni hanno ricordato grazie alla meditazione; altri spontaneamente, con forti sensazioni di déjà vu; altri ancora attraverso sogni molto vividi, o con altri sistemi.
Molti sono riusciti a liberarsi di sintomi cronici, che duravano da una vita: fobie particolari, attacchi di panico, incubi ricorrenti, paure inspiegabili, obesità, relazioni distruttive ripetute, malattie e dolori fisici, ecc. Non è un effetto placebo: non si tratta di ingenui né di gente facilmente suggestionabile, ma di persone che ricordano nomi, date, località, dettagli, e che guariscono, come Catherine.
Ma forse, più che la cura di specifici sintomi fisici o emotivi, è importante la consapevolezza di non morire, di sopravvivere al proprio corpo, di essere immortali.
Oltre le porte del tempo racconta ciò che ho appreso sulle potenzialità terapeutiche della regressione a vite precedenti da quando ho terminato la stesura di Molte vite, molti Maestri.
I casi riportati sono veri, mentre i nomi, e alcuni particolari che avrebbero potuto mettere in pericolo l’anonimato dei miei pazienti, sono stati cambiati.
*Molte vite, molti Maestri, Mondadori, Milano 1997, pp. 44-46.
2
Ipnosi e regressione
La tecnica che uso più frequentemente per avere accesso ai ricordi dei miei pazienti è l’ipnosi. Spesso ci si chiede in che cosa consista e cosa accada quando ci si trova in questa condizione, ma in effetti non c’è nulla di misterioso. L’ipnosi è uno stato di estrema concentrazione che molti sperimentano normalmente ogni giorno.
Essere rilassati, tanto concentrati da non essere distratti neppure da rumori esterni o da altri stimoli, significa essere in uno stato di leggera ipnosi. Ogni forma di ipnosi è in realtà autoipnosi: è il paziente a controllare l’intero processo, il terapeuta è solo una guida. Parecchie persone cadono in uno stato di ipnosi tutti i giorni: quando sono prese dalla lettura di un libro, dalla visione di un film, o quando, in macchina, guidano in modo «automatico», come se l’automobile conoscesse la strada di casa.
Uno degli obiettivi dell’ipnosi, come pure della meditazione, è quello di accedere al subconscio, quella parte della nostra mente che, come dice il termine stesso, si trova «al di sotto» del normale flusso di coscienza, al di sotto del costante bombardamento di pensieri, sensazioni, stimoli esterni e altri assalti alla nostra consapevolezza. Il subconscio funziona a un livello più profondo della coscienza ordinaria, lì i processi mentali si sviluppano senza che li si percepisca consciamente come tali. I momenti, noti a chiunque, in cui si manifestano intuizioni, saggezza e creatività non sono altro che attimi in cui il subconscio si apre un varco nella nostra coscienza consapevole.
Il subconscio non è limitato dai confini imposti da...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- Introduzione. di Raymond A. Moody
- OLTRE LE PORTE DEL TEMPO
- 1. L’inizio
- 2. Ipnosi e regressione
- 3. La conoscenza frutto dell’esperienza
- 4. Guarire il corpo, guarire la mente
- 5. Guarire gli affetti
- 6. Guarire il bambino nell’adulto
- 7. Guarire dal bisogno di proteggersi: alle radici dell’obesità, dell’alcolismo e della tossicodipendenza
- 8. Guarire la sofferenza
- 9. Aprire la mente al potere delle esperienze mistiche
- 10. Una vita più ricca
- 11. Le tecniche di regressione
- Appendice. Come preparare il vostro nastro per il rilassamento e la regressione
- Ringraziamenti
- Indice analitico