Riflessi di te
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Riflessi di te

  1. 312 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Riflessi di te

Informazioni su questo libro

Nonostante le difficoltà del loro rapporto, Gideon Cross, bello e perfetto fuori ma tormentato dentro, ed Eva Tramell, come lui con un passato doloroso alle spalle, sono ancora insieme.
Lei è sempre più innamorata, non riesce a stargli lontano e anche lui pare contraccambiare, anche se l'ombra di una sua ex amante continua a suscitare la gelosia di Eva e numerose incomprensioni tra i due. Eva è convinta che tra loro non potrà mai funzionare, ma non riesce a sottrarsi al desiderio incontrollabile e all'amore disperato che li legano. Il comportamento di Gideon si fa però sempre più distaccato e misterioso. Che cosa nasconde davvero?
È possibile per due persone come loro, legate da un'incandescente alchimia erotica, superare i traumi del passato e costruire una relazione duratura e profonda?
Riflessi di te è il secondo attesissimo romanzo della sensuale e travolgente "Crossfire Trilogy", che esplora il lato oscuro dell'amore e le possibilità di riuscita di una storia sempre in bilico tra passione e ossessione, consacrando Sylvia Day come una delle maggiori autrici di best seller internazionali.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
Print ISBN
9788804628354
eBook ISBN
9788852035456
CHAPTER

1

Amavo New York con la stessa folle passione che riservavo a un’unica altra cosa nella vita. La città era un microcosmo di nuove opportunità e di tradizioni del vecchio mondo. I conservatori stavano fianco a fianco con i bohémien. Le stranezze coesistevano con le rarità senza prezzo. La sua energia pulsante alimentava affari internazionali e richiamava gente da ogni parte del pianeta.
E l’incarnazione stessa della vitalità, dell’ambizione e del potere mi aveva appena scopata, regalandomi due orgasmi incredibili.
Camminando in punta di piedi verso l’enorme cabina armadio, gettai un’occhiata al letto disfatto di Gideon Cross e rabbrividii di piacere per il ricordo del sesso. I miei capelli erano ancora umidi per la doccia e l’asciugamano era l’unica cosa che indossavo. Avevo un’ora e mezzo prima di andare al lavoro, troppo poco per prendermela comoda. Ovviamente, avrei dovuto tener conto della routine del sesso mattutino nel pianificare il mio tempo, altrimenti avrei sempre dovuto correre. Gideon si svegliava pronto a conquistare il mondo, e gli piaceva iniziare il suo dominio con me.
Quanto ero fortunata?
Era quasi luglio, e a New York la temperatura stava salendo, così scelsi un paio di pantaloni di lino e una camicetta senza maniche di popeline di un morbido grigio, che si intonava con i miei occhi. Data la mia scarsa abilità nel pettinarmi, mi legai i capelli biondi e lunghi in una semplice coda, poi mi truccai. Quando fui presentabile, lasciai la camera da letto.
Udii la voce di Gideon non appena misi piede nel corridoio. Mi sentii percorrere da un leggero brivido quando mi resi conto che era arrabbiato, il tono basso e tagliente. Non si innervosiva facilmente… a meno che non fosse in collera con me. Potevo spingerlo ad alzare la voce, a imprecare, e perfino a infilarsi le mani in quei suoi magnifici capelli nero inchiostro che gli sfioravano le spalle.
Perlopiù, comunque, Gideon era l’incarnazione del potere tenuto al guinzaglio. Non aveva bisogno di gridare, riusciva a far tremare le ginocchia alle persone solo con lo sguardo o con una parola pronunciata seccamente.
Lo trovai nel suo studio. Era in piedi, con la schiena rivolta alla porta e l’auricolare Bluetooth nell’orecchio. Aveva le braccia incrociate e fissava dalla finestra del suo attico la Fifth Avenue, dando l’impressione di essere un uomo molto solitario, un individuo separato dal mondo che gli stava intorno, eppure perfettamente in grado di dominarlo.
Appoggiata alla maniglia, lo divorai con gli occhi. Ero certa che la mia vista dello skyline fosse incredibilmente più mozzafiato della sua. Il mio vantaggioso punto di osservazione includeva lui in sovrimpressione su quei grattacieli torreggianti, una presenza potente e impressionante al tempo stesso. Si era fatto la doccia prima che io riuscissi a trascinarmi fuori dal letto. Il suo corpo, capace di indurre una grave dipendenza, adesso era vestito con i pantaloni e il gilet di un costoso completo d’alta sartoria e, decisamente, mi mandava in estasi. La sua visione di spalle comprendeva un sedere perfetto e una schiena possente.
Sulla parete c’era un enorme collage di fotografie di noi due insieme e uno scatto molto intimo, che mi aveva fatto lui mentre dormivo. La gran parte erano foto “rubate” dai paparazzi che seguivano ogni sua mossa. Lui era Gideon Cross, della Cross Industries, e all’incredibile età di ventotto anni era una delle venticinque persone più ricche del mondo. Ero piuttosto sicura che possedesse una fetta significativa di Manhattan, ed ero assolutamente certa che fosse l’uomo più sexy del pianeta. Aveva foto mie ovunque lavorasse, come se io fossi tanto piacevole da guardare quanto lo era lui.
Gideon si girò con un movimento fluido, sorprendendomi con il suo sguardo glaciale. Ovviamente sapeva che ero lì, che lo stavo osservando. C’era elettricità nell’aria quando ci trovavamo vicini l’uno all’altra, un senso di aspettativa, come il silenzio che precede lo scoppio di un tuono. Probabilmente aveva indugiato un attimo prima di voltarsi verso di me, dandomi l’opportunità di contemplarlo perché sapeva che amavo guardarlo.
Tenebroso e fatale. E tutto mio.
Dio… non mi sarei mai abituata alla visione di quel volto. Di quegli zigomi scolpiti e di quelle sopracciglia scure, di quegli occhi blu incorniciati da folte ciglia e di quelle labbra così perfettamente cesellate da risultare sensuali e perverse al tempo stesso. Adoravo quando sorridevano con un invito provocante, e rabbrividivo quando si assottigliavano in una linea dura. E bruciavo di passione quando lui le premeva sul mio corpo.
“Maledizione, ma ti senti?” Piegai la bocca in una smorfia al pensiero del fastidio che provavo quando le mie amiche andavano pateticamente in estasi per l’avvenenza dei loro ragazzi. Ma eccomi qui, costantemente abbagliata dalla bellezza di quest’uomo complicato, frustrante, problematico e peccaminosamente sexy di cui mi innamoravo sempre di più ogni giorno.
Mentre ci guardavamo, la sua espressione severa non mutò e lui non smise di parlare a quel poveretto all’altro capo del ricevitore, ma il suo sguardo s’infiammò, passando dalla fredda irritazione al calore infuocato.
Avrei dovuto essere abituata al cambiamento che avveniva in lui quando mi guardava, ma mi colpiva ancora al punto da farmi sussultare. Quello sguardo esprimeva quanto desiderasse scoparmi – cosa che faceva ogni volta che ne aveva la possibilità – e quanto veemente e implacabile fosse la sua forza di volontà. Un’aura di potenza e controllo contrassegnava tutto ciò che Gideon faceva nella vita.
«Ci vediamo sabato alle otto» concluse, prima di togliersi l’auricolare e gettarlo sulla scrivania. «Vieni qui, Eva.»
Un brivido mi attraversò per il modo in cui aveva pronunciato il mio nome, con la stessa sferzante autorità con cui diceva “Vieni, Eva” quando ero sotto di lui, piena di lui, e desideravo disperatamente godere per lui…
«Non c’è tempo, ora, asso.» Indietreggiai nel corridoio, perché ero vulnerabile quando si trattava di Gideon. Il sottofondo roco nella sua voce raffinata era capace di portarmi all’orgasmo quasi al solo sentirlo. E ogni volta che lui mi toccava, io cedevo.
Mi diressi in fretta in cucina per preparare il caffè.
Gideon borbottò qualcosa sottovoce e mi seguì, raggiungendomi in un attimo con le sue lunghe falcate. Mi trovai bloccata contro la parete del corridoio da un metro e ottantotto di uomo eccitato e focoso.
«Tu sai cosa succede quando scappi, angelo.» Gideon mi mordicchiò il labbro inferiore e poi mitigò il lieve bruciore con la carezza della sua lingua. «Io ti prendo.»
Dentro di me qualcosa sospirò con felice arrendevolezza e il mio corpo si rilassò per il piacere di trovarsi premuto contro il suo. Lo desideravo costantemente, in modo così profondo: da avvertire un dolore fisico. Quello che provavo era lussuria, ma anche molto di più. Qualcosa di così prezioso e profondo: la brama di Gideon per me non mi causava la reazione che mi avrebbe suscitato un altro uomo. Se chiunque altro avesse cercato di sottomettermi con il peso del suo corpo, sarei andata fuori di testa. Con Gideon, invece, non era mai stato un problema. Lui sapeva di cosa avevo bisogno e fin dove poteva spingersi.
L’improvviso lampo del suo sorriso mi fece fermare il cuore.
Di fronte al suo volto mozzafiato, incorniciato dai capelli neri, le ginocchia mi cedettero. Era elegante e sofisticato in tutto, a parte quelle voluttuose, lunghe ciocche di seta.
Strofinò il naso contro il mio. «Non puoi guardarmi in quel modo e poi andartene. Dimmi a cosa stavi pensando quando ero al telefono.»
Le mie labbra si piegarono in un sorriso ironico. «Pensavo a quanto sei bello. È disgustoso quante volte ci penso. Avrei già dovuto abituarmi.»
Mi mise le mani a coppa sul sedere e mi attirò ancora di più a sé, stuzzicandomi con l’ondeggiamento esperto dei suoi fianchi contro i miei. Era incredibilmente bravo a letto, e lo sapeva. «Che mi venga un colpo se te lo permetterò.»
«Ah, sì?» Un fiotto di calore scivolò sinuoso nelle mie vene e il mio corpo fremette di desiderio. «Non vorrai che io sia come tutte quelle donne con gli occhi luccicanti che pendono dalle tue labbra, Mr Odio le Aspettative Esagerate?»
«Quello che voglio» mormorò in tono sensuale, prendendomi il mento e accarezzandomi il labbro inferiore con il pollice «è che tu sia troppo impegnata a pensare a me per pensare a chiunque altro.»
Inspirai lentamente, fremendo. Ero completamente conquistata dall’ardore nei suoi occhi, dal tono provocante della sua voce, dal calore del suo corpo e dal profumo della sua pelle, che faceva venire l’acquolina in bocca. Lui era la mia droga, e io non avevo alcuna intenzione di disintossicarmi.
«Gideon» dissi senza fiato, estasiata.
Gemendo appena, lui posò la bocca sulla mia e cancellò ogni pensiero riguardante l’ora con un bacio profondo e lussurioso… Un bacio che riuscì quasi a distrarmi dall’insicurezza che mi aveva appena rivelato.
Gli infilai le dita tra i capelli per tenerlo fermo e restituirgli il bacio, la mia lingua che si avvolgeva alla sua in una carezza. Eravamo una coppia da così poco tempo. Meno di un mese. E la cosa peggiore era che nessuno di noi due sapeva come fare ad avere una relazione come quella che stavamo tentando di costruire, una relazione in cui entrambi rifiutavamo di fingere che andasse tutto bene.
Le sue braccia si allacciarono intorno a me, stringendomi possessive. «Avrei voluto passare il weekend con te alle Florida Keys… nudi.»
«Mmh, sembra bello.» Più che bello. Per quanto Gideon mi piacesse da morire in completo elegante, lo preferivo di gran lunga senza vestiti. Evitai di puntualizzare che non sarei stata disponibile quel weekend…
«Invece dovrò trascorrerlo a occuparmi degli affari» mormorò lui, con le labbra premute contro le mie.
«Affari che hai lasciato da parte per colpa mia?» Aveva trascurato il lavoro per passare del tempo con me, e sapevo che ciò avrebbe avuto delle ripercussioni. Mia madre era al suo terzo matrimonio, e tutti i suoi mariti erano stati magnati ricchissimi e di successo. Sapevo che il prezzo dell’ambizione era fare molto tardi in ufficio.
«Pago un salario molto generoso ad altre persone per poter stare con te.»
Bella replica. Notando un lampo d’irritazione nel suo sguardo, lo distrassi. «Grazie. Beviamoci un caffè finché abbiamo tempo.»
Gideon mi sfiorò le labbra con la lingua, poi mi lasciò andare. «Mi piacerebbe essere in volo per le otto di domani sera. Metti in borsa abiti freschi e leggeri. L’Arizona ha un clima caldo e secco.»
«Cosa?» Sbattei le palpebre, mentre lui scompariva nel suo studio. «I tuoi affari sono in Arizona?»
«Sfortunatamente.»
“Oh… wow.” Decisi di rimandare la discussione e puntai verso la cucina. Mentre attraversavo il grande appartamento, con il suo fascino vecchio stile e le sue slanciate finestre ad arco, il rumore dei miei tacchi veniva di volta in volta esaltato dal parquet lucente e smorzato dai tappeti Aubusson. Arredato con mobili di legno scuro e tessuti di colore naturale, quell’ambiente lussuoso era illuminato da particolari preziosi. Per quanto la casa di Gideon gridasse ricchezza, riusciva tuttavia a essere calda e accogliente, un luogo confortevole in cui rilassarsi e sentirsi coccolati.
Arrivata in cucina, misi una tazza sotto il beccuccio della macchina da caffè. Gideon mi raggiunse con la giacca piegata sul braccio e il cellulare in mano. Riempii una tazza anche per lui, prima di prendere il latte parzialmente scremato dal frigorifero.
«Potrebbe essere una fortuna, dopotutto» dissi, e gli ricordai il problema con il mio coinquilino. «Ho bisogno di affrontare Cary, questo weekend.»
Gideon fece scivolare il telefono nella tasca interna della giacca, che poi appese allo schienale di uno degli sgabelli del bancone della cucina. «Tu vieni con me, Eva.»
Sospirando, versai il latte nel mio caffè. «Per fare cosa? Starmene sdraiata nuda ad aspettare che tu finisca di lavorare per venire a scoparmi?»
Senza smettere di fissarmi, prese la sua tazza e sorseg...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Riflessi di te
  4. Ringraziamenti
  5. Capitolo 1
  6. Capitolo 2
  7. Capitolo 3
  8. Capitolo 4
  9. Capitolo 5
  10. Capitolo 6
  11. Capitolo 7
  12. Capitolo 8
  13. Capitolo 9
  14. Capitolo 10
  15. Capitolo 11
  16. Capitolo 12
  17. Capitolo 13
  18. Capitolo 14
  19. Capitolo 15
  20. Capitolo 16
  21. Capitolo 17
  22. Capitolo 18
  23. Capitolo 19
  24. Gli altri titoli in ebook di Sylvia Day
  25. Copyright