Liberi di essere
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Liberi di essere

Il libro della comprensione

  1. 294 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Liberi di essere

Il libro della comprensione

Informazioni su questo libro

"Esprimiti in tutti i modi possibili, senza paura. Non c'è nulla da temere, né esiste qualcuno che ti punirà o ti premierà. Se esprimi il tuo essere nella sua forma più autentica, nel suo flusso naturale, sarai immediatamente ricompensato. La religione può essere condensata in una sola frase: libertà totale di essere se stessi." Il tema della libertà sembra esaltare al massimo la carica rivoluzionaria del pensiero di Osho, il mistico indiano che con i suoi insegnamenti controcorrente ha conquistato milioni di seguaci in tutto il mondo. La vera libertà, sostiene in questo libro, si ottiene solo mettendo in discussione tutte le nostre credenze, i nostri pregiudizi, il nostro dato per scontato. Pagina dopo pagina Osho sfida il lettore a sgombrare la mente da tutte le idee imposte o acquisite e a trovare e percorrere il proprio sentiero individuale verso la libertà.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
Print ISBN
9788804589631
eBook ISBN
9788852032028
Parte seconda

FEDE E/O ESPERIENZA: COMPRENDERE LA DIFFERENZA TRA CONOSCENZA E CONOSCERE

L’individuo colto e quello naturale: recuperare il Sé con cui sei nato

In passato, nel mondo intero la gente era pagana: si limitava a adorare la natura. Non esistevano l’idea del peccato né i sensi di colpa; la vita era accettata così com’era. Non c’erano giudizi o interpretazioni: la ragione non aveva ancora interferito.
Non appena la ragione inizia a interferire, subentra la condanna; quando la ragione fa la sua comparsa, cominciano le divisioni e l’uomo diventa dissociato. A quel punto si inizia a condannare qualcosa nel proprio essere: una parte diventa superiore, un’altra inferiore, e si perde l’equilibrio. Del resto, doveva succedere: la ragione doveva fare la sua comparsa, è parte della crescita. Così come accade a ogni bambino, doveva accadere anche all’intera umanità.
Quando il bambino nasce, è un pagano. Ogni bambino nasce pagano, è felice così com’è. Non ha idea di cosa sia giusto e di cosa sia sbagliato; non ha ideali. Non ha criteri né dà giudizi. Se ha fame, chiede cibo; se ha sonno, si addormenta. Per i Maestri Zen, questo è il massimo della religiosità: mangiare quando si ha fame, andare a dormire quando si ha sonno; lasciar scorrere la vita, non interferire.
Ogni bambino nasce pagano ma, prima o poi, perde la sua semplicità; fa parte della vita, deve succedere. È una componente della crescita, del destino, della maturità. Il bambino deve perdere e poi ritrovare quella semplicità; quando la perde, diventa un uomo qualunque, mondano. Quando la riconquista, diventa religioso.
L’innocenza dell’infanzia è a buon mercato: è un dono dell’esistenza. Non ce la siamo guadagnata e dovremo perderla; solo quando non ci sarà più diventeremo consapevoli di ciò che abbiamo perduto. A quel punto ci mettiamo alla sua ricerca; e solo quando la cerchiamo e la conquistiamo – la raggiungiamo, diventiamo quell’innocenza – ne comprendiamo l’immenso valore.
Ho sempre sentito, sin dall’infanzia, che in me c’erano più di due persone. Potresti spiegarmi cosa crea questa sensazione?
Alla nascita, tutti siamo un’unica individualità, ma quando arriviamo a essere abbastanza maturi per partecipare alla vita, siamo diventati una folla. Ciò che tu stai sentendo non è nulla di speciale: praticamente è la realtà di tutti. L’unica differenza è che te ne stai accorgendo, e questa è un’ottima cosa. La gente non ne è consapevole.
Se ti siedi in silenzio e ascolti la tua mente, scoprirai moltissime voci. Sarai sorpreso, perché potrai riconoscerle benissimo. Una viene dal nonno, una dalla nonna, un’altra dal padre, un’altra ancora dalla madre; c’è la voce del prete, dell’insegnante, dei vicini, degli amici, dei nemici… Tutte queste voci si assommano e creano una folla dentro di te, rendendoti praticamente impossibile trovare la tua voce: la folla è troppo numerosa.
In realtà, da tempo hai dimenticato la tua voce. Non hai mai ricevuto abbastanza libertà per manifestare le tue opinioni, ti è sempre stata insegnata l’obbedienza. Ti è stato insegnato a rispondere sì a tutto ciò che dicevano i più anziani, a seguire ciò che dicevano gli insegnanti o i preti. Nessuno ti ha mai detto di cercare la tua voce: «Hai o non hai una voce tua?».
Di conseguenza, la tua voce è rimasta molto flebile, mentre le altre sono chiassose e imperiose, perché erano comandi che hai eseguito di malavoglia. Non ti andava di obbedire, riuscivi a vedere che quelle cose erano sbagliate; tuttavia si deve obbedire, se si vuol essere rispettati, accettati, amati.
Naturalmente, in te manca una sola voce, una sola persona: tu stesso. In compenso, c’è una folla enorme che ti porta costantemente sull’orlo della pazzia, perché una voce dice: «Fa’ questo», un’altra: «Fa’ quello», un’altra ancora: «Non fare mai così! Non ascoltare quella voce!», rendendoti dissociato.
Questa folla enorme va eliminata; devi dire: «Per favore, ora lasciatemi in pace!». Coloro che si sono ritirati sulle montagne o nelle foreste in realtà non si sono allontanati dalla società: stavano cercando un posto dove poter disperdere la propria folla interiore.
Ovviamente, le persone che si sono insediate dentro di te sono molto riluttanti ad andarsene. D’altra parte, se vuoi diventare un individuo integro, se desideri liberarti da questo continuo caos e dal conflitto che dimora dentro di te, devi dire loro addio, anche se si tratta della voce del tuo rispettabile padre, di tua madre o del nonno; non importa a chi appartengano, una cosa è certa: non sono tue! Sono le voci di persone che hanno vissuto nel loro tempo, senza sapere minimamente come sarebbe stato il futuro. Costoro hanno appesantito i figli con la loro esperienza, qualcosa che si rivelerà inutile per affrontare il futuro; credono di aiutare i figli rendendoli colti e istruiti, pensano che in tal modo la loro vita sarà più semplice e più agiata, ma si sbagliano. Con le migliori intenzioni di questo mondo stanno distruggendo la spontaneità, la consapevolezza e l’indipendenza dei loro bambini. Alla fine non saranno in grado di camminare sulle proprie gambe, e non riusciranno ad affrontare un futuro del quale i loro antenati non avevano alcuna idea.
Il bambino avrà di fronte a sé nuove tempeste, situazioni mai esistite prima, e gli occorrerà una consapevolezza totalmente diversa per farvi fronte: solo così potrà reagire in modo valido e avere una vita vincente. La sua vita non sarà un peso che dovrà trascinare senza speranza, ma una danza di momento in momento, che diventerà via via più profonda, fino all’ultimo respiro; in questo caso, si entrerà nella morte con gioia e danzando.
È un bene che ti stia accorgendo di essere più di una persona, tutti lo sono! Acquisendo questa consapevolezza, è possibile liberarsi da quella folla.
Sii silenzioso e trova il tuo Sé. Se non trovi il tuo Sé, è difficile disperdere la folla, perché tutte quelle persone stanno rivendicando di essere il tuo Sé, e per te è impossibile essere d’accordo o smentirle. Quindi, non entrare in conflitto con la folla; lascia che quelle persone litighino tra loro… sono bravissime a farlo! Nel frattempo, cerca di trovare te stesso. E nel momento in cui sai chi sei, puoi semplicemente dir loro di uscire di casa. È davvero così semplice! Ma prima devi trovare te stesso. Una volta che tu, il padrone di casa, sei presente, tutti coloro che si sono spacciati per padroni di casa cominciano ad andarsene. Quando sei te stesso – libero dal peso del passato, originale, forte come un leone e innocente come un bambino –, puoi raggiungere le stelle, e andare addirittura al di là. Il tuo futuro è aureo.
Fino a oggi, la gente ha sempre parlato dell’aureo passato; ora dobbiamo imparare a parlare dell’aureo futuro. Non occorre che tu cambi il mondo intero; cambia semplicemente te stesso e avrai iniziato a cambiare il resto del mondo, perché tu fai parte di questo mondo. Se anche un solo essere umano cambia, quella trasformazione si irradierà su migliaia e migliaia di altri esseri umani. Diventerai l’elemento scatenante di una rivoluzione che potrà generare un nuovo tipo di umanità.
Hai detto che il sapere non è di alcuna utilità nel processo della conoscenza di sé. Allora, per favore, spiega quali elementi entrano in gioco nello sviluppo dell’essere.
L’essere non si sviluppa mai. L’essere semplicemente è. Non esiste evoluzione, il tempo non entra mai in gioco. È eternità, non divenire. Dal punto di vista spirituale, non ti evolvi mai, né potresti farlo. Per ciò che concerne la meta finale, sei già arrivato; non sei mai stato da nessun’altra parte.
Cos’è dunque lo sviluppo? È solo una sorta di risveglio alla verità che sei. La verità non si sviluppa; solo il riconoscimento, la rimembranza aumenta.
Ecco perché io non parlo di “sviluppo dell’essere”, ma degli ostacoli che impediscono il tuo riconoscimento. E il sapere è l’ostacolo più grande; per questo ne ho parlato diffusamente: è la barriera.
Se pensi di sapere già, non saprai mai. A che pro cercare, in quel caso? Puoi continuare a dormire e a sognare. Non appena riconosci di non sapere, quella comprensione penetra come una freccia nel tuo cuore, ti trafigge come una lancia. In questo essere trafitti, in questo shock, si diventa consapevoli.
Il sapere è una sorta di ammortizzatore. Ti impedisce di essere scosso, scioccato; è un’armatura che ti circonda e ti protegge. Io parlo contro il sapere affinché tu possa abbandonare quell’armatura e la vita possa scioccarti fino a renderti consapevole.
La vita è pronta a scioccarti in ogni istante. Il tuo essere è dentro di te, sempre pronto a risvegliarsi; ma tra la vita e l’essere c’è il sapere. E più il sapere è presente, più il tuo risveglio sarà ritardato.
Diventa ignorante.
E non pensare mai alla spiritualità come a un processo di crescita. Non è una crescita. Tu sei già un dio, un Buddha, fin dall’inizio. Non devi affatto diventare un Buddha: il tesoro esiste già, semplicemente non ricordi dove l’hai messo. Hai dimenticato la chiave, oppure ti sei scordato come usarla. Ciò che sai ti ubriaca al punto che hai totalmente dimenticato ciò che sei. Il sapere è un alcolico, ubriaca le persone; rende confusa la percezione e minima la rimembranza. Alla fine la gente comincia a vedere cose che non esistono, perdendo di vista quelle che esistono.
Ecco perché non ho mai parlato di evoluzione dell’essere. L’essere è già come dovrebbe essere, è perfetto. Nulla gli va aggiunto, nulla potrebbe essergli aggiunto. È una creazione dell’esistenza. Poiché viene dalla perfezione, è perfetto; semplicemente, rimuovi tutti gli ostacoli che hai creato.
Ma tutta la nostra società è all’opera per creare nuovi ostacoli. Quando un bambino nasce, subito iniziamo a creargli ostacoli. Lo spingiamo a fare paragoni: «Quella persona è più bella, oppure più in salute di te. Quell’altro bambino ha voti migliori, è più intelligente: perché non sei ai suoi livelli?». Cominciamo a fare confronti. I paragoni portano con sé l’idea di inferiorità e superiorità, ed entrambe sono malattie, impedimenti; alla fine il bambino non penserà mai solo a se stesso, si penserà sempre in relazione a qualcun altro: è subentrato il veleno del confronto, adesso sarà per sempre infelice e l’estasi dell’essere diventerà sempre più irraggiungibile.
Tutti nascono unici, nessun paragone è possibile. Tu sei tu e io sono io. Un Buddha è un Buddha, un Cristo è un Cristo e nessun paragone è possibile. Se fai confronti, crei superiorità e inferiorità, che sono le vie dell’ego. Naturalmente, a quel punto sorge un profondo desiderio di competere, di sconfiggere gli altri. Avrai sempre paura di non farcela, perché la lotta è dura e ognuno sta cercando di fare la stessa cosa: diventare il numero uno. Milioni di persone cercano di primeggiare; inevitabilmente si creano violenza, odio, aggressività, rivalità e la vita diventa un inferno. Se sei sconfitto, sei infelice… e ci sono molte più probabilità di essere sconfitti che di vincere. Ma neppure se hai successo sei felice, perché inizi ad avere paura: adesso qualcun altro potrebbe prendere il tuo posto. I rivali ti assediano e ti inseguono.
Prima di avere successo, temevi di non farcela; ora che hai i soldi e il potere, temi che qualcuno te li porti via. Avevi paura prima e hai paura adesso. Chi fallisce è infelice, ma anche chi ha successo è infelice.
In questo mondo è difficilissimo trovare una persona felice, perché nessuno sta adempiendo le condizioni per essere felice. La prima condizione è abbandonare ogni confronto. Metti da parte tutte queste stupide idee di superiorità e inferiorità; tu non sei né superiore né inferiore: sei semplicemente te stesso! Non esiste nessuno come te, è impossibile paragonarti a chicchessia. Allora, improvvisamente, sei a casa.
Ma noi cominciamo ad avvelenare la mente dei bambini con il sapere. Insegniamo loro cose che non conoscono e di cui non hanno fatto esperienza. Parliamo loro di Dio… ovvero, gli insegniamo una menzogna. Questo Dio non potrà essere autentico, perché loro non ne sanno nulla. Noi li stiamo costringendo a credere, e questa fede si tramuterà in sapere; la fede non può diventare conoscenza autentica, sarà solo una finzione. Per tutta la vita penseranno di sapere, ma non sapranno nulla. Le fondamenta sono state poste nelle falsità.
Noi insegniamo ai bambini: «Hai un’anima immortale». Che stupidaggine! E bada bene: non sto dicendo che non esiste l’anima immortale, o che il divino non esiste; sto dicendo che queste cose non vanno insegnate come fossero articoli di fede: sono esperienze esistenziali. Il bambino va aiutato a esplorare il suo mondo interiore.
Ma anziché aiutare i bambini a esplorare, consegniamo loro un sapere prefabbricato; quel sapere a priori diventa il problema principale: come fare per abbandonarlo?
È per questo che ho definito stupido il sapere: perché è ignoranza mascherata da conoscenza. Quando lo abbandonerai, tornerai a essere un bambino vivo, curioso e pieno di energia; i tuoi occhi saranno colmi di meraviglia e il tuo cuore tornerà a risuonare del mistero della vita. Allora inizia l’esplorazione e con essa l’autentica consapevolezza. Diventerai via via più cosciente di questa consapevolezza interiore che hai portato sempre con te, ma che hai riempito di conoscenze; per questo ogni volta che vai all’interno di te stesso non trovi alcuna consapevolezza, ma qualche contenuto mentale che vagola al suo interno.
Il sapere è simile alle nuvole nel cielo. Ora come ora, il cielo è coperto da un’infinità di nuvole. Se guardi verso il cielo, non vedrai altro che nuvole, soltanto nuvole e nuvole.
Questa è la condizione di una persona istruita: pensieri, scritture, grandi teorie, dottrine, dogmi… tutti fluttuano come nuvole, impedendoti di scorgere il cielo limpido.
Lascia che queste nuvole si dissolvano. Se esistono, è perché ti aggrappi a esse; abbandona la presa, lasciale andare. Allora affiorerà la limpidezza originaria del cielo, la sua assoluta infinità. Questa è libertà, questa è consapevolezza, questa è conoscenza autentica.
Un importante filosofo occidentale, David Hume, avendo sentito i mistici ripetere in continuazione: «Conosci te stesso!», ha scritto: «Un giorno anch’io ho cercato di conoscere me stesso. Ho chiuso gli occhi e sono entrato in me. Ho trovato desideri, pensieri, ricordi, sogni, fantasie e cose del genere; ma non sono riuscito a trovare nessun altro. Non ho trovato me stesso».
Questa è la descrizione veritiera della mente di tutti, tranne che di pochi Buddha. Se vai dentro di te, cosa troverai? Contenuti mentali, nuvole vaganti.
Neppure una persona intelligente come David Hume riuscì a vedere il punto fondamentale: chi è colui che sta guardando i contenuti mentali? Chi è questa consapevolezza che trova ricordi e desideri? Naturalmente, questo testimone non può essere un desiderio, non può essere un’immaginazione, non può essere alcun pensiero. Tutto scorre di fronte a lui… E Hume stava cercando il testimone! Ebbene, non puoi cercare il testimone come se fosse un oggetto. L’unico modo di conoscere il testimone è abbandonare tutti i contenuti mentali e divenire profondamente vuoto. Quando non c’è nulla da vedere, la tua capacità di vedere si volge su se stessa.
Questo è ciò che Gesù chiama conversione. Quando non c’è nulla da vedere, si comincia a scorgere se stessi. Quando non ci sono ostacoli, impedimenti, la consapevolezza è pura, e grazie a tale purezza diventa cosciente di se stessa.
Ma quando uso l’espressione “cosciente di se stessa” non intendo la tua “autocoscienza”; l’autocoscienza non è consapevolezza di sé, ma dell’ego. Se non sai chi sei, come puoi essere consapevole di te stesso? La tua “autocoscienza” è una malattia, insorge solo in relazione agli altri. Quando devi fare un discorso, diventi autocosciente e ciò crea in te un disturbo, praticamente ti paralizza. Oppure stai recitando a teatro: anche in questo caso diventi autocosciente, e questa autocoscienza ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Liberi di essere
  4. Introduzione. Una nuova spiritualità per il Ventunesimo secolo: non una rivoluzione politica, ma una ribellione individuale
  5. Parte prima. MONDANO E/O TRASCENDENTE: COMPRENDERE LA GRANDE DIVISIONE
  6. Parte seconda. FEDE E/O ESPERIENZA: COMPRENDERE LA DIFFERENZA TRA CONOSCENZA E CONOSCERE
  7. Parte terza. LEADER E/O SEGUACE: COMPRENDERE LA RESPONSABILITÀ DELLA LIBERTÀ
  8. Parte quarta. COSCIENZA E/O CONSAPEVOLEZZA: COMPRENDERE LA LIBERTÀ DELLA RESPONSABILITÀ
  9. Parte quinta. SENSO E/O SIGNIFICATO: DAL NOTO ALL’IGNOTO, FINO ALL’INCONOSCIBILE
  10. Conclusione
  11. Profilo dell’autore
  12. Osho International Meditation Resort
  13. Copyright