I primi casi di Poirot
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I primi casi di Poirot

  1. 266 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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I primi casi di Poirot

Informazioni su questo libro

Alto meno di un metro e sessanta, con una curiosa testa a forma di uovo e un superbo paio di baffi alla militare attentamente curati con ogni sorta di unguenti e lozioni... Hercule Poirot a prima vista non fa certo una buona impressione, eppure questo buffo ometto, che suscita spesso il sorriso delle persone con cui ha a che fare, è riuscito ad accattivarsi la simpatia e l'interesse di milioni di lettori in tutto il mondo. Nei diciotto brevi racconti di questa raccolta un Poirot all'inizio della carriera, ancora affiancato dal fedele capitano Hastings, rivela tutta l'incredibile capacità delle sue "celluline grigie" di scoprire diabolici intrighi nascosti dietro le apparenze più ingannevoli.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
eBook ISBN
9788852034664

I primi casi di Poirot

Il Ballo della Vittoria

Per pura combinazione il mio amico Hercule Poirot, un tempo capo della polizia belga, si trovò coinvolto nel caso Styles. Il suo successo lo rese famoso, e da allora si dedicò alla soluzione dei problemi criminali. Dopo essere stato ferito sulla Somme fui dimesso dall’esercito per invalidità, e così andai ad abitare con lui a Londra. Ho una profonda conoscenza di molti suoi casi per cui mi è stato consigliato di sceglierne alcuni tra i più interessanti e trascriverli. Mi è sembrato opportuno cominciare con lo strano enigma che a suo tempo suscitò una vasta eco. Mi riferisco al mistero del Ballo della Vittoria.
Forse non è del tutto indicativo degli originali metodi di Poirot, ma le eccezionali caratteristiche, la notorietà delle persone implicate, la pubblicità che a questo caso diede la stampa ne fanno una classica cause célèbre. E desidero rivelare come Poirot riuscì a trovarne la soluzione.
In una radiosa mattina di primavera eravamo seduti nel soggiorno di Poirot. Il mio amico, elegante e azzimato come sempre, con la testa inclinata da una parte, si stava delicatamente applicando una nuova pomata sui baffi. In armonia con il suo amore per l’ordine e il metodo, Poirot aveva infatti una sua innocente vanità. Il «Daily Newsmonger», che avevo appena letto, era scivolato sul pavimento, ed ero assorto nei miei pensieri quando la voce di Poirot mi richiamò alla realtà.
«A che cosa sta pensando, mon ami
«Per la verità» risposi «riflettevo sul mistero del Ballo della Vittoria. I giornali non parlano d’altro.»
Tamburellai con le dita sul foglio.
«Dunque?»
«Più si legge di questa faccenda, più sembra inesplicabile!» esclamai accalorandomi. «Chi ha ucciso Lord Cronshaw? La morte di Coco Courtenay, la stessa notte, è stata una semplice coincidenza o un assassinio? Oppure ha deliberatamente ingerito una dose eccessiva di cocaina?» Dopo una pausa, aggiunsi: «Ecco le domande che mi pongo».
Poirot, con mio disappunto, non raccolse l’argomento. Si limitò a mormorare, fissando il vasetto:
«Questa nuova pomata per i baffi è proprio eccellente!» Ma poi, avvertendo il mio sguardo, si affrettò a domandarmi: «Capisco… e come risponde a queste domande?»
Prima che potessi parlare la porta fu spalancata e la nostra affittacamere annunciò l’ispettore Japp.
L’ispettore di Scotland Yard era un nostro vecchio amico, e fummo contenti di vederlo.
«Ah, mio buon Japp!» esclamò Poirot. «Qual è il motivo della sua visita?»
«Be’, Monsieur Poirot,» disse Japp, sedendosi e salutandomi con un cenno «ho un caso che pare fatto su misura per lei. Sono venuto a chiederle se le piacerebbe metterci lo zampino.»
Poirot aveva una grande stima delle qualità di Japp, pur deplorando la sua mancanza di metodo. Quanto a me, ritenevo che la specialità dell’investigatore consistesse nel domandare favori dando l’impressione di concederli!
«Riguarda il Ballo della Vittoria» continuò Japp in tono suadente. «Via! Non rifiuti. So che muore dalla voglia di occuparsene!»
Poirot mi sorrise.
«Il mio amico Hastings lo desidera. Poco fa stava caldeggiando l’argomento, n’est-ce pas, mon ami
«Può collaborare anche lei, allora» concesse generosamente l’ispettore. «Occuparsi di un caso del genere è motivo di orgoglio. Be’, veniamo al sodo. Conosce gli aspetti principali del caso, Monsieur Poirot?»
«Soltanto dai giornali… e a volte l’immaginazione dei giornalisti è mistificatrice. Preferisco sentire da lei l’intera storia.»
Japp accavallò le gambe e cominciò.
«Come ormai sanno tutti, martedì scorso fu dato un grande Ballo della Vittoria. Ai nostri giorni anche i balli da due soldi si chiamano così, ma questo era dato al Colossus Hall e vi partecipava tutta Londra… compresi Lord Cronshaw e la sua compagnia.»
«Il suo dossier» interruppe Poirot. «Cioè la sua bioscopia… no, come si dice? La sua biografia.»
«Il visconte Cronshaw era il quinto visconte della sua famiglia. Aveva venticinque anni, era ricco, celibe e amante del mondo teatrale. Correva voce che fosse fidanzato con la signorina Courtenay del teatro Albany, Coco per gli amici. Una donna affascinante sotto ogni aspetto.»
«Bene. Continuez
«La compagnia di Lord Cronshaw era composta da sei persone: lui stesso… suo zio, l’onorevole Eustace Beltane, una graziosa vedova americana, la signora Mallaby… un giovane attore, Chris Davidson… sua moglie e infine la signorina Coco Courtenay. Come sapete era un ballo in maschera e la compagnia di Lord Cronshaw rappresentava i personaggi della Commedia dell’Arte italiana.»
«La Commedia dell’Arte» mormorò Poirot. «La conosco.»
«A ogni modo i costumi erano copiati da alcune statuette di porcellana che appartenevano alla collezione di Eustace Beltane. Lord Cronshaw era Arlecchino; Beltane era Pulcinella; la signora Mallaby faceva coppia con lui, vestita da Pulcinella al femminile; i Davidson erano Pierrot e Pierrette; e la signorina Courtenay, naturalmente, era Colombina. All’inizio della serata fu subito evidente che qualcosa non andava. Lord Cronshaw era nervoso e di malumore. Quando la compagnia si riunì a cenare in una saletta fissata da Lord Cronshaw, tutti notarono che lui e la signorina Courtenay non si rivolgevano la parola. Lei aveva gli occhi rossi e pareva sull’orlo di un attacco isterico. Il pasto fu assai deprimente, e quando lasciarono la saletta, lei si rivolse a Chris Davidson chiedendogli di accompagnarla a casa dal momento che “ne aveva abbastanza della festa”. Il giovane attore esitò, sbirciò Lord Cronshaw e infine la ricondusse nella saletta da pranzo.
«Ma i suoi sforzi per ottenere una riconciliazione non ebbero successo, e così dovette chiamare un taxi e accompagnare la signorina Courtenay, in lacrime, sino al suo appartamento. Per quanto fosse sconvolta, lei non si confidò con Davidson: si limitò a ripetere più volte che “l’avrebbe fatta pagare cara al vecchio Cronch!”. È l’unico indizio che forse la sua morte non è stata un incidente… un indizio assai vago, a dire il vero. Quando Davidson riuscì a calmarla, era ormai troppo tardi per tornare al Colossus Hall: a Davidson non restò che tornare nel suo appartamento di Chelsea, dove più tardi giunse anche sua moglie, con la notizia della terribile tragedia che si era svolta durante l’assenza del giovane.
«Lord Cronshaw, a quanto pareva, era diventato sempre più cupo a mano a mano che il ballo procedeva. Si era tenuto in disparte dalla compagnia e nel corso della serata i suoi amici l’avevano visto pochissimo. Verso l’una e mezzo del mattino… poco prima del grande cotillon, quando tutti si dovevano togliere la maschera… il capitano Digby, un ufficiale che conosceva il suo travestimento, lo notò in un palco intento a guardare il pubblico sulla pista da ballo.
«“Ehi, Cronch!” lo chiamò. “Scendi e sii più socievole! Che cosa fai lassù, solo come un gufo? Vieni! Stanno cominciando a suonare l’one-step.”
«“Va bene!” rispose Cronshaw. “Aspettami, altrimenti ci perderemo nella folla.”
«Parlando, si girò e lasciò il palco. Il capitano Digby, che era accanto alla signora Davidson, lo attese. I minuti passarono, ma Lord Cronshaw non venne. Alla fine Digby perse la pazienza.
«“Non crederà che lo aspettiamo tutta la notte!” esclamò.
«In quel momento la signora Mallaby si unì a loro, e le spiegarono la situazione.
«“Sentite” disse la graziosa vedova “stasera è peggio di un orso ferito. Andiamo a stanarlo.”
«La ricerca si protrasse a lungo senza risultato. A un tratto la signora Mallaby suggerì di provare nella saletta dove avevano cenato un’ora prima. Vi entrarono… e quale spettacolo si presentò ai loro occhi! Sì, Arlecchino c’era… ma supino sul pavimento con un coltello nel cuore!»
Japp tacque. Poirot annuì e disse con la voluttà dell’intenditore:
«Une belle affaire! E non c’erano indizi sul colpevole, naturalmente.»
«Be’,» continuò l’ispettore «il resto lo sapete. È stata una duplice tragedia. Il giorno dopo i quotidiani uscirono con i titoli cubitali corredati dalla notizia che la signorina Courtenay, la popolare attrice, era stata trovata morta nel suo letto, e che la morte era dovuta a una dose eccessiva di cocaina. Incidente o suicidio? La cameriera, chiamata a deporre, ammise che la signorina Courtenay consumava abitualmente droga, e fu emesso un verdetto di morte accidentale. Tuttavia non possiamo trascurare l’eventualità di un suicidio. La sua morte risulta davvero inopportuna, perché ci preclude la possibilità di chiarire le cause del litigio con Lord Cronshaw, la sera prima. A ogni modo in una tasca del morto è stata trovata una scatoletta smaltata. Sul coperchio era scritto con minuscoli brillanti il nome Coco. La cameriera della signorina Courtenay l’ha riconosciuta come appartenente alla sua padrona, che la portava quasi sempre con sé dal momento che conteneva la sua scorta di droga, di cui era ormai divenuta schiava.»
«Anche Lord Cronshaw era dedito alla droga?»
«Nemmeno per sogno. Anzi, era inflessibilmente contrario agli stupefacenti.»
Poirot annuì pensieroso.
«Se era in possesso della scatoletta, sapeva che la signorina Courtenay si drogava. Un dato stimolante, non è vero, mio caro Japp?»
«Eh!» disse Japp evasivo.
Sorrisi.
«Insomma» disse Japp «il caso è questo. Che cosa ne pensate?»
«Non ci sono altri indizi?»
«Sì.» Japp estrasse di tasca un piccolo oggetto e lo porse a Poirot. Era un pompon di seta verde smeraldo, sfilacciato come se fosse stato strappato con violenza. «L’abbiamo trovato stretto nella mano del morto» spiegò l’ispettore.
Poirot glielo restituì senza commenti e chiese:
«Lord Cronshaw aveva nemici?»
«No, che si sappia. Sembrava benvoluto da tutti.»
«Chi beneficerà della sua morte?»
«Suo zio, l’onorevole Eustace Beltane, è l’erede del titolo e della proprietà. Ci sono un paio di particolari sospetti che lo riguardano. Varie persone sostengono di aver u...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione
  4. I PRIMI CASI DI POIROT
  5. Postfazione
  6. Copyright