Il cliente
eBook - ePub

Il cliente

  1. 476 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Mark Sway ha solo undici anni quando assiste involontariamente al suicidio di un avvocato di New Orleans. Prima di morire, l'uomo gli rivela un terrificante segreto sull'assassinio di un senatore della Luisiana e sul mafioso accusato di esserne il mandante. Si tratta di un'informazione che può dare una svolta decisiva all'imminente processo. Un'informazione che l'FBI vuole a ogni costo fare sua e che la mafia è disposta con ogni mezzo a tenere nascosta. Storia di un giovane testimone ricercato da tutti e dell'avvocato, una donna coraggiosa e intraprendente, che intuisce la minaccia che incombe su di lui. Il Cliente, da cui è stato tratto il film di grande successo, è il più emozionante e affascinante romanzo di John Grisham, il maestro dei legal thriller.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
eBook ISBN
9788852035920

1

Mark aveva undici anni e fumava saltuariamente già da due. Non cercava di smettere ma stava attento a non prendere il vizio. Preferiva le Kool, la marca del suo ex padre, ma sua madre fumava le Virginia Slim, due pacchetti al giorno, e in media Mark riusciva a fregarne dieci o dodici la settimana. Sua madre era una donna molto indaffarata e con molti problemi, magari un po’ ingenua quando c’erano di mezzo i suoi figli, e non immaginava neppure lontanamente che il maggiore fumasse a undici anni.
Ogni tanto Kevin, il pregiudicato minorenne che abitava due strade più in là, per un dollaro vendeva a Mark un pacchetto di Marlboro rubate. Ma di regola doveva accontentarsi delle sigarette sottilissime di sua madre.
Ne aveva in tasca quattro, quel pomeriggio, mentre precedeva il fratello Ricky di otto anni lungo il sentiero nel bosco dietro il camping delle roulotte. Ricky era nervoso: era la prima volta che fumava. Il giorno prima aveva scoperto Mark che nascondeva le sigarette in una scatola da scarpe sotto il letto e aveva minacciato di spifferare tutto se il fratello maggiore non gli avesse insegnato come si faceva. Adesso procedevano furtivi lungo il sentiero, diretti verso uno dei nascondigli dove Mark aveva passato molte ore in solitudine cercando di aspirare e di fare anelli di fumo.
Quasi tutti gli altri ragazzi della zona si davano alla birra e alla marijuana, due vizi che Mark voleva evitare. Il loro ex padre era un alcolizzato che picchiava i due ragazzi e la madre, e i pestaggi erano sempre venuti dopo i suoi spiacevoli incontri con la birra. Mark aveva visto e sentito gli effetti dell’alcol. E aveva paura anche della droga.
«Ti sei perso?» chiese Ricky, da vero fratello minore, mentre lasciavano il sentiero e si addentravano in mezzo alle erbacce che arrivavano al petto.
«Chiudi il becco» disse Mark senza rallentare il passo. Quando il padre stava in casa lo faceva solo per bere, dormire e maltrattarli. Adesso se n’era andato, grazie al cielo. Da cinque anni Mark doveva occuparsi di Ricky, e si sentiva come un padre undicenne. Gli aveva insegnato a tirare un pallone da football e ad andare in bicicletta. Gli aveva spiegato quello che sapeva del sesso. Lo aveva messo in guardia contro la droga e lo aveva difeso dai bulli. E si sentiva sconvolto all’idea di iniziarlo al vizio. Ma era soltanto una sigaretta. Avrebbe potuto essere qualcosa di molto peggio.
Le erbacce finirono. Arrivarono sotto un grosso albero, con una corda che penzolava da un ramo robusto. Una fila di cespugli lasciava il posto a una piccola radura, e più oltre un viottolo sterrato e invaso dall’erba spariva oltre un dosso. In lontananza si sentivano i rumori di un’autostrada.
Mark si fermò e indicò un ceppo vicino alla corda. «Siedi lì» ordinò; e Ricky, obbediente, indietreggiò, sedette e si guardò intorno con aria ansiosa, quasi temendo che la polizia li spiasse. Mark lo squadrò come un sergente istruttore e prese una sigaretta dal taschino della camicia. La strinse fra il pollice e l’indice della mano destra e si sforzò di sembrare disinvolto.
«Conosci le regole» disse, guardando Ricky dall’alto. Le regole erano soltanto due, quel giorno le avevano discusse una dozzina di volte, e a Ricky bruciava essere trattato come un bambino. Girò gli occhi e disse: «Certo. Se lo dico a qualcuno, mi pesti».
«Giusto.»
Ricky incrociò le braccia. «E posso fumarne soltanto una al giorno.»
«Giusto. Se ti becco a fumarne di più, per te sono guai. E se scopro che bevi o pasticci con le droghe, allora…»
«Lo so, lo so. Mi pesti ancora.»
«Giusto.»
«Tu quante ne fumi al giorno?»
«Una sola» mentì Mark. In certi giorni ne fumava davvero una sola, in certi altri tre o quattro, secondo quelle che aveva a disposizione. Strinse il filtro tra le labbra come un gangster.
«Una al giorno mi farà crepare?» chiese Ricky.
Mark si tolse la sigaretta dalle labbra. «Non tanto presto. Una al giorno non è pericolosa. Ma se ne fumi di più potresti metterti nei guai.»
«La mamma quante ne fuma al giorno?»
«Due pacchetti.»
«E quante sigarette fanno?»
«Quaranta.»
«Uau. Allora è proprio in un guaio grosso.»
«La mamma ha tanti guai. Non credo che si preoccupi per le sigarette.»
«Il papà quante ne fuma al giorno?»
«Quattro o cinque pacchetti. Cento al giorno.»
Ricky accennò un sorriso maligno. «Allora dovrebbe morire presto, giusto?»
«Lo spero proprio. Fra le sbronze e le sigarette che fuma a catena fra qualche anno sarà morto.»
«Cosa vuol dire fumare a catena?»
«È quando accendi una sigaretta con il mozzicone di un’altra. Vorrei che fumasse dieci pacchetti al giorno.»
«Anch’io.» Ricky lanciò un’occhiata verso la radura e la strada sterrata. Sotto l’albero c’era ombra e faceva fresco, ma al di là dei rami il sole brillava. Mark strinse il filtro tra il pollice e l’indice e lo agitò davanti alla bocca. «Hai paura?» lo schernì come sanno fare solo i fratelli maggiori.
«No.»
«Io dico di sì. Guarda: tienila così, okay?» Mark l’avvicinò e con gesto teatrale la tirò indietro e se la mise fra le labbra. Ricky osservava attento.
Mark accese la sigaretta, lanciò una nuvoletta di fumo, poi la tenne fra le dita e l’ammirò. «Non cercare di aspirare il fumo. È troppo presto. Succhia un pochino e poi soffialo via. Sei pronto?»
«Mi farà vomitare?»
«Sì, se aspiri il fumo.» Mark tirò due rapide boccate e sbuffò con aria importante. «Vedi? È facile. Più tardi ti insegnerò ad aspirare.»
«Okay.» Nervosamente, Ricky tese il pollice e l’indice, e Mark vi sistemò la sigaretta. «Avanti.»
Ricky si portò alle labbra il filtro bagnato. Gli tremava la mano mentre tirava una breve boccata e soffiava fuori il fumo. Un’altra boccata. Il fumo non passava mai oltre gli incisivi. Un’altra boccata. Mark l’osservava attento; si augurava che si soffocasse, tossisse e diventasse blu, e poi vomitasse e non si azzardasse più a fumare.
«È facile» disse orgoglioso Ricky mentre ammirava la sigaretta. Gli tremava la mano.
«Non è una gran cosa.»
«Il sapore è un po’ strano.»
«Sì, sì.» Mark sedette sul ceppo accanto al fratello e prese un’altra sigaretta dal taschino. Ricky lanciò un paio di sbuffi, in fretta. Mark accese la sua e rimasero seduti in silenzio sotto l’albero, a fumare in pace.
«È divertente» disse Ricky mordicchiando il filtro.
«Certo. Allora perché ti tremano le mani?»
«Non è vero.»
«Già.»
Ricky non gli badò. Si sporse con i gomiti sulle ginocchia, tirò una boccata più lunga e poi sputò per terra come aveva visto fare da Kevin e dagli altri ragazzi grandi dietro il camping. Questo era facile.
Mark aprì la bocca in un cerchio perfetto e tentò di fare un anello di fumo. Pensava che avrebbe fatto veramente colpo sul fratellino, ma l’anello non si formò e il fumo grigio si disperse nell’aria.
«Credo che sei troppo piccolo per fumare» disse.
Ricky era occupatissimo a sbuffare e sputare e a godersi quel passo gigantesco verso la condizione di uomo adulto. «Tu quanti anni avevi quando hai cominciato?» chiese.
«Nove. Però ero più maturo di te.»
«Dici sempre così.»
«Perché è vero.»
Rimasero seduti vicini sul ceppo sotto l’albero, a fumare tranquilli e a guardare la radura erbosa al di là del cerchio d’ombra. Mark era stato davvero più maturo di Ricky, a otto anni. Era più maturo di tutti i ragazzi della sua età. Lo era sempre stato. Quando aveva sette anni aveva colpito il padre con una mazza da baseball. Le conseguenze non erano state piacevoli, ma quell’idiota alcolizzato aveva smesso di picchiare la loro madre. C’erano stati tanti litigi e tante botte, e Dianne Sway aveva cercato rifugio e consigli nel figlio maggiore. Si erano consolati l’una con l’altro e avevano cospirato per sopravvivere. Avevano pianto insieme dopo i pestaggi. Avevano concordato i modi per proteggere Ricky. A nove anni, Mark aveva convinto la madre a chiedere il divorzio. Aveva chiamato la polizia quando suo padre, dopo la notifica degli atti, era comparso completamente ubriaco. Aveva testimoniato in tribunale sui maltrattamenti, la mancata assistenza familiare, le botte. Era molto maturo.
Fu Ricky a sentire per primo la macchina. Era un rumore sordo e incalzante che proveniva dalla strada sterrata. Poi lo sentì anche Mark e smisero di fumare. «Resta dove sei» disse sottovoce Mark. Non si mossero.
Una lunga Lincoln nera tutta lucida apparve sul dosso e avanzò verso di loro. L’erba che invadeva la strada arrivava al paraurti anteriore. Mark lasciò cadere a terra la sigaretta e la coprì con la scarpa. Ricky fece altrettanto.
La macchina rallentò e quasi si arrestò nell’avvicinarsi alla radura, poi girò e toccò i rami degli alberi, muovendosi lentamente. Si fermò con il muso puntato verso la strada. I ragazzi erano proprio dietro, nascosti. Mark si lasciò scivolare dal ceppo e strisciò fra le erbacce fino a una fila di cespugli al margine della radura. Ricky lo seguì. La coda della Lincoln era a meno di dieci metri. La guardarono attentamente. Aveva la targa della Louisiana.
«Cosa sta facendo?» bisbigliò Ricky.
Mark sbirciò fra le erbacce. «Sttt!» Al camping aveva sentito dire che i ragazzi grandi venivano nel bosco per stare con le ragazze e fumare la marijuana, ma quella non era la macchina di un ragazzo. Il motore si spense e la macchina restò immobile sull’erba per un minuto. Poi si aprì la portiera, e il guidatore scese e si guardò intorno. Era un uomo grasso, vestito di nero. La testa era tonda e pelata, a parte una striscia ben curata sopra le orecchie e la barba nera brizzolata. Si avvicinò barcollando alla parte posteriore della macchina, armeggiò con le chiavi e finalmente aprì il bagagliaio. Tirò fuori un tubo per innaffiare il giardino, ne infilò un’estremità nello scappamento, e fece passare l’altra attraverso un piccolo varco nel finestrino posteriore sinistro. Richiuse il bagagliaio, si guardò intorno come se pensasse di essere osservato e risalì in macchina.
Il motore si accese.
«Uau» commentò Mark, gli occhi fissi sulla Lincoln.
«Cosa sta facendo?» chiese Ricky.
«Cerca di suicidarsi.»
Ricky alzò la testa di qualche centimetro per vedere meglio. «Non capisco, Mark.»
«Stai giù. Vedi quel tubo, vero? I fumi dello scappamento entrano nella macchina e lui muore.»
«Vuoi dire che è un suicidio?»
«Giusto. Una volta ho visto un tale che lo faceva, in un film.»
Si acquattarono nell’erba e fissarono il tubo che andava dallo scappamento al finestrino. Il motore in folle continuava a borbottare sommesso.
«Perché vuole ammazzarsi?» chiese Ricky.
«E come posso saperlo? Però dobbiamo fare qualcosa.»
«Certo. Andiamo via, e subito.»
«No. Stai buono un momento.»
«Io me ne vado, Mark. Puoi stare a vederlo crepare, se ci tieni, ma io vado.»
Mark afferrò il fratello per la spalla e lo costrinse a chinarsi un po’ di più. Ricky respirava pesantemente, e tutti e due sudavano. Il sole si nascose dietro una nube.
«Quanto ci vorrà?» chiese Ricky co...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il cliente
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Capitolo 7
  11. Capitolo 8
  12. Capitolo 9
  13. Capitolo 10
  14. Capitolo 11
  15. Capitolo 12
  16. Capitolo 13
  17. Capitolo 14
  18. Capitolo 15
  19. Capitolo 16
  20. Capitolo 17
  21. Capitolo 18
  22. Capitolo 19
  23. Capitolo 20
  24. Capitolo 21
  25. Capitolo 22
  26. Capitolo 23
  27. Capitolo 24
  28. Capitolo 25
  29. Capitolo 26
  30. Capitolo 27
  31. Capitolo 28
  32. Capitolo 29
  33. Capitolo 30
  34. Capitolo 31
  35. Capitolo 32
  36. Capitolo 33
  37. Capitolo 34
  38. Capitolo 35
  39. Capitolo 36
  40. Capitolo 37
  41. Capitolo 38
  42. Capitolo 39
  43. Capitolo 40
  44. Capitolo 41
  45. Capitolo 42
  46. Copyright