L'amante della contessa (I Romanzi Extra Passion)
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L'amante della contessa (I Romanzi Extra Passion)

  1. 192 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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L'amante della contessa (I Romanzi Extra Passion)

Informazioni su questo libro

La contessa Meredith de Chevalier è nota in società per le numerose e spregiudicate avventure amorose. Al punto che lord Whitby è convinto che la sua sensuale bellezza, capace di sedurre ogni uomo, possa trasformare il giovane figlio Chris, il cui unico interesse è la botanica. Così le chiede di farlo diventare suo amante affinché venga educato all'arte della seduzione e ai piaceri del sesso, in grado infine di scegliersi una moglie che gli dia un erede. Meredith accetta la proposta, senza immaginare cosa succederà una volta che la passione di Chris sarà accesa...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
eBook ISBN
9788852028076
Bonnie
Dee
Images

L’AMANTE
DELLA CONTESSA

Traduzione di Lucia Rebuscini
Mondadori

L’AMANTE
DELLA CONTESSA

Grazie ai miei fedeli lettori,
che dividono questo viaggio con me

1

— Mio figlio è uno stupido e uno sprovveduto, signora contessa. È molto semplice. — Lord Richard Whitby sedeva sul cuscino di velluto della fragile sedia dorata. La seduta era troppo piccola per un uomo tanto imponente, e le ginocchia gli restavano goffamente sollevate.
Nel salone elegante appariva del tutto fuori luogo, come un orso nell’atelier di una modista. Meredith sorrise divertita immaginando quell’uomo con i baffi da tricheco intento a provare cappellini decorati con fiori e piume di struzzo, e dovette nascondere l’ilarità sorseggiando il tè dalla tazzina di fine porcellana.
— Di grazia, ditemi, che cosa ha a che fare tutto questo con me? — gli chiese, rimettendola sul piattino e posandolo sul piccolo tavolo. Poi Meredith intrecciò le dita in grembo sull’abito di raso blu e inarcò un sopracciglio con espressione interrogativa.
— Ho sentito… o meglio, mi è stato dato a intendere che occasionalmente, in passato, avete preso un giovane uomo… sotto la vostra ala, per così dire. — Il viso gli divenne paonazzo e lord Whitby si mosse a disagio sulla sedia, puntando i tacchi degli stivali nel tappeto a motivi floreali.
— Sotto la mia ala? — Naturalmente Meredith aveva capito benissimo, ma decise di farlo sentire ancora più a disagio, mentre lui annaspava alla disperata ricerca delle parole adatte… un piccolo divertimento per rallegrare quella giornata noiosa.
— Mi hanno riferito che vi siete presa cura di un giovane gentiluomo e gli avete insegnato… tutto ciò che occorre per comprendere il gentil sesso.
— Che l’ho preso come amante, intendete dire? — gli chiese solo per vederlo farsi ancora più rubizzo.
Il gentiluomo si alzò e si avvicinò al camino, tamburellando nervosamente con la mano contro la coscia. Forse pensava che sarebbe stato più facile farle quella proposta senza guardarla negli occhi.
— Sì, signora. — Whitby sfiorò la zanna d’avorio intagliata che troneggiava sulla mensola del camino. Una scelta curiosa per il salotto di una signora, ma lei la teneva lì per ricordarsi di suo marito, che l’aveva portata a casa da uno dei viaggi nel Continente Nero.
— Permettetemi di essere franco. Mio figlio, come vi ho detto, è uno sciocco, un sempliciotto effeminato e smidollato. Temo che non avrò discendenti, per come stanno andando le cose. Vorrei che diventasse un vero uomo. In poche parole, vorrei che maturasse.
— Forse dovreste discuterne con vostro figlio. — Con la punta dell’indice Meredith seguì il bordo della tazzina. Le piaceva sentire al tatto la delicata porcellana, così liscia e sottile.
L’uomo emise un sospiro e voltò le spalle al camino. — È impossibile. Tentare di parlargli è come cercare di ritrovare la strada in un banco di nebbia. La sua testa è… — Lord Whitby allargò sconsolato le braccia. — Non appartiene al nostro mondo, ve lo posso assicurare. Sfortunatamente è molto interessato allo studio e sarebbe ben felice di trascorrere il resto della vita all’università o a giocare con i suoi fiori, piuttosto che comportarsi da vero uomo.
— Capisco… — Meredith conosceva il tipo… talmente innamorato della conoscenza da non avere spazio nella mente per i piaceri terreni.
Whitby tornò alla sedia e si sedette di nuovo sul bordo. — Quando mio figlio era più giovane, ho tollerato la sua passione per gli studi pensando che l’avrebbe abbandonata dopo che le donne avessero attirato la sua attenzione. Ebbene, non è successo.
— Quanti anni ha il ragazzo? — Quella ridicola proposta aveva acceso la sua curiosità, nonostante lei avesse tutta l’intenzione di rifiutare.
— Non è più un ragazzo. — Whitby sospirò. — Ha venticinque anni. Ha terminato gli studi a Cambridge ed è ancora impegnato a catalogare e analizzare quelle piante infernali! — Fece schioccare la lingua e scosse la testa.
— Vorreste che dimostrasse un reale interesse per i vostri affari.
— Non me ne importa nulla degli affari! Ci sono i miei amministratori a occuparsi delle proprietà. Io vorrei solo un figlio capace di farsi strada nella vita, un uomo che gioca d’azzardo, beve e pratica la caccia a cavallo come qualsiasi gentiluomo normale, un uomo in grado di trovare una moglie adatta e di avere dei figli.
La contessa rise. — E voi pensate che io possa aiutarvi in questo, signore?
— Io credo che voi siate capace di trasformare un ragazzo in un uomo. Quando verranno risvegliati i suoi istinti sessuali, tutto il resto verrà di conseguenza.
— Perché non lo portate in un bordello? È un rito di passaggio piuttosto comune, non è così?
— Ci ho provato, quando Christopher aveva diciannove anni. Non ha voluto… ehm… cogliere la mela, per così dire. Ha principi troppo nobili per cedere a una bella ragazza. In tutta onestà, credo che lui non abbia mai… — Whitby inarcò le sopracciglia in modo eloquente. — Ma una donna come voi potrebbe prendersi cura di lui senza fargli capire che lo state manipolando. Potreste insegnargli le cose che ha bisogno di sapere non solo in camera da letto, ma anche in sala da ballo. Potreste fare di lui un vero uomo.
— Vi prego, signore, vi assicuro che le leggende sul mio valore sono solo esagerazioni. Inoltre, perché dovrei essere interessata?
Whitby avvampò di nuovo fino alla radice dei capelli. — Suppongo che l’amore per la sfida non sarebbe sufficiente, quindi per allettarvi vi farò un’interessante proposta. — Dopo essersi schiarito la voce, prese un foglio piegato in due dal taschino interno della giacca e glielo porse.
La contessa lo prese con la mano inguantata e lesse la cifra. — Una somma generosa. — Guardò l’uomo che si agitava nervoso, seduto di fronte a lei. — Vi rendete conto, signore, che non sono una prostituta?
Il viso dell’uomo si fece scarlatto. — Ma certo! Non intendevo offendervi, ma mi è stato fatto credere…
— Comunque — proseguì lei, ripiegando con attenzione il foglio lungo la linea già segnata e restituendoglielo — non sono contraria ad accettare favori in cambio di un altro favore… tra amici. Per esempio, se io vi chiedessi, in qualità di membro del Parlamento, di raccogliere appoggi a sostegno di un certo progetto di legge, mi aspetterei la vostra collaborazione.
— Oh! — Whitby sbatté le palpebre, poi un sorriso apparve sul suo florido viso, quando si rese conto che non avrebbe subito alcuna perdita economica e avrebbe raggiunto ugualmente il suo scopo. — Questo sarebbe possibile, assolutamente possibile… se voi manterrete fede al nostro accordo e farete la vostra parte.
— Non abbiate alcun timore in tal senso. — Meredith sorrise. — Sono ansiosa d’incontrare il ragazzo. Qual è il suo nome? Christopher? Dopo averlo conosciuto, vi farò sapere se potrò esservi d’aiuto nel conseguire il vostro proposito. — La contessa prese un altro sorso di tè, facendogli capire che lo congedava. Da tempo aveva imparato che se ci si comporta in modo regale, si viene trattati di conseguenza.
— Bene. Molto bene allora, madame. Organizzerò un incontro. Dove preferite che abbia luogo? Una cena? Un ballo? O qualcosa di più intimo? Devo dire che è piuttosto difficile convincere il ragazzo a prendere parte a qualsiasi evento mondano.
— Invitatemi per un tè, venerdì prossimo. — Meredith immaginava che sarebbe stato più rilassato nel suo ambiente abituale, e lei avrebbe potuto valutare meglio la sua personalità, i suoi interessi, i punti di forza e di debolezza.
Whitby si alzò e s’inchinò. — Grazie. Mi auguro di poter contare sulla vostra discrezione nel caso in cui doveste decidere di non… scambiarci i favori.
La contessa fece una risatina. — Naturalmente. Che vantaggio trarrei dal far sapere che mi avete chiesto di fare di vostro figlio un uomo?
— Sì, be’… — Si schiarì la voce. — Buona giornata, madame. Dirò a mia moglie di mandarvi un invito per venerdì.
Mentre lo osservava lasciare il salotto, Meredith si chiese in che modo avrebbe giustificato alla moglie il bisogno improvviso di socializzare con la malfamata contessa de Chevalier. Solo le sue conoscenze tra la nobiltà le permettevano di frequentare la buona società nonostante le voci che giravano a proposito del suo comportamento scandaloso e immorale.
Molte di quelle storie non erano semplicemente dicerie; le feste degne di un baccanale nella sua tenuta di campagna, le relazioni con vari gentiluomini e occasionalmente anche con donne, gli incontri con chiunque solleticasse la sua fantasia, da un capo di Stato a un comune manovale. La contessa era molto democratica nelle sue preferenze sessuali e indulgeva più di quanto potesse immaginare la società puritana del tempo. Affascinare e sedurre uno studioso non sarebbe stato un problema, per lei. Dopo aver portato a termine il suo compito, Christopher sarebbe stato un’opera d’arte. Qualsiasi donna abbastanza fortunata da riuscire ad aggiudicarselo non avrebbe mai saputo di dover ringraziare la contessa de Chevalier per il piacere che avrebbe provato tra le sue braccia.

2

— Non capisco che importanza possa avere la mia presenza a un tè con la contessa Vattelappesca. — Da quando a suo padre interessava sapere se lui sarebbe uscito o rimasto a casa? Christopher inspirò a fondo, incapace di riempire completamente d’aria i polmoni nello studiolo surriscaldato e soffocante. Non si era mai sentito del tutto a proprio agio in quella stanza dai pannelli di legno scuro, appesantita dalla testa d’alce impagliata e appesa alla parete, un nobile animale ucciso ed esibito solo per soddisfare la vanità di un gentiluomo. Non era stato suo padre a ucciderla, si era limitato ad acquistarne la testa impagliata alla svendita di una celebre residenza.
— Vuoi fare per una volta quello che ti chiedo? E inoltre, questa non è una richiesta, ma un ordine. Tu sarai presente al tè e farai felice tua madre! — Lord Whitby alzò la voce pronunciando quelle ultime parole.
C’era qualcosa di strano in quella situazione, ma Christopher proprio non riusciva a immaginare cosa stesse passando nella mente di suo padre. — Ho già fatto programmi, per oggi. C’è una conferenza al Giardino botanico sulla Ayapana triplinervis. Il professor Einrich Lufkin presenterà dei campioni che ha portato in Inghilterra dalla sua recente spedizione in Sudamerica.
— Andrai alla tua esposizione di fiori un’altra volta. Oggi insisto affinché tu sia presente al tè con la nostra ospite d’onore.
— Ma si tratta di un’occasione unica, non voglio perderla! — Di solito Christopher evitava le discussioni, restando semplicemente alla larga da suo padre e realizzando così indisturbato i propri desideri, ma quel giorno lui non gli permetteva di evitare il confronto.
— A che ora? Quando parlerà questo ridicolo professore?
— Alle sei.
— Il tè è alle quattro. Potrai andare più tardi ad ascoltare la tua conferenza.
Non poteva obiettare a quella logica, e inoltre iniziava a essere incuriosito dal motivo per cui suo padre insisteva tanto perché incontrasse questa contessa.
— D’accordo, mi fermerò per il tè.
E fu così che un paio d’ore più tardi si ritrovò imprigionato da un colletto rigido e da una cravatta che gli toglieva il respiro, con indosso una giacca decisamente troppo pesante per una giornata tanto mite. Era sfuggito per trascorrere del tempo in giardino prima di venir chiamato a fare conversazione con una sconosciuta. Se la contessa era un’ospite tanto illustre, sua madre non sarebbe dovuta essere nervosa ed eccitata, anziché avere quell’espressione lugubre? Sembrava che quell’invito l’avesse messa di malumore, cosa inspiegabile, dal momento che solitamente adorava ricevere. Ma del resto i comportamenti dei suoi genitori spesso restavano un mistero per lui.
Era molto più facile avere a che fare con le piante che con le persone, che parlavano e parlavano senza dire nulla d’importante. Si chinò a esaminare l’ibrido che aveva coltivato con cura per tutta la stagione. Presto sarebbe sbocciata la prima rosa e Christopher attendeva l’evento con ansia, facendo tutto ciò che era in suo potere per tenere lontani gli afidi e i coleotteri, per timore che divorassero le foglie e facessero buchi nei boccioli.
Lo sfiorò con le dita. I vellutati petali rosa erano ancora uniti, in attesa di schiudersi. La natura era sempre affascinante nella sua complessità e nella sua infinita bellezza.
— Christopher. — La voce di suo padre interruppe i suoi sogni a occhi aperti. — È arrivata la nostra ospite, vieni a dare il benvenuto alla contessa de Chevalier.
Christopher si raddrizzò e strizzò gli occhi di fronte alla luce accecante, nel tentativo di mettere a fuoco i lineamenti della donna in piedi sui gradini che scendevano verso il vialetto lastricato. Le amiche di sua madre restavano sempre in casa, lontane dal sole accecante, e di solito non riscuotevano grandi attenzioni da parte di suo padre.
Rammentando le buone maniere, Christopher si fece avanti e tese la mano. — Buongiorno, signora contessa. — Era felice di aver ricordato di ricorrere al suo titolo nobiliare, com’era consuetudine. Gli era facile dimenticare il galateo, dal momento che di solito cercava di evitare gli eventi mondani.
— È un piacere conoscervi, signor Whitby. — La mano fresca della contessa scivolò nella sua, e Christopher notò che non portava i guanti, cosa piuttosto insolita per una signora. Il contatto con la sua pelle morbida gli procurò un brivido di piacere. Si era spostato, in modo da non essere accecato dal sole, e ora poteva vederla in viso. Si immobilizzò, con la mano della contessa ancora stretta nella sua.
Gli occhi erano dello stesso colore del cielo in un giorno nuvoloso, orlati da folte ciglia corvine che gli rammentarono i pistilli carnosi di qualche fiore esotico. Quell’immagine era enfatizzata dal suo profumo speziato e sconosciuto, che lo avvolse come una nube e gli fece pensare all’India, un luogo dove non era mai stato, ma che avrebbe tanto voluto visitare. Anche i lucidi capelli neri, raccolti in un’elaborata acconciatura da cui si dipartiva una cascata di riccioli, contribuivano ad alimentare la fantasia di paesi lontani. Avrebbe potuto benissimo essere la moglie di un maharajah piuttosto che una vedova inglese, rimpatriata nel paese natio dopo la morte del conte francese.
Il suo abito blu appariva troppo ricco e vivace per un tè pomeridiano. Era dello stesso colore di una rara orchidea che aveva visto una volta, e non aveva nulla a che fare con gli insipidi colori pastello che portavano solitamente le signore durante il giorno. Christopher non ne sapeva molto di moda, ma immaginava che quella tonalità fosse più adatta a un abito da sera. La mancanza di rispetto per le convenzioni, sommata al portamento altezzoso, gli fecero capire che madame de Chevalier era il tipo di donna che in società veniva definita “eccentrica”. E già solo per questo motivo gli piacque immediatamente.
Lei sorrise e le labbra vellutate come petali di rosa si schiusero per rivelare denti bianchissimi. I freddi occhi grigi ammiccarono divertiti, e a Christopher piacque ancora di più.
— Siete un botanico, signor Whitby? Mi piacerebbe fare una passeggiata nel vostro giardino, se fosse possibile.
“Davvero?” La sua proposta lo sorprese. Nessuna delle amiche di sua madre aveva mai espresso un interesse per le piante.
— Certamente. — Rammentò di offrirle il braccio, mentre lei sollevava un lembo dell’abito e scendeva i due bassi gradini che conducevano all’esterno.
Lord Whitby si schiarì la voce. — Ho un paio di faccende da sistemare, quindi rinuncerò alla passeggiata. — Subito si ritirò in casa, lasciandolo solo a intrattenere la contessa.
Sebbene la mano della donna fosse posata lievemente sul suo braccio, Christopher poteva sentirne il peso attraverso la giacca. Era strano che fosse tanto calda e che avesse il potere di...

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