Niente di proibito (I Romanzi Extra Passion)
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Niente di proibito (I Romanzi Extra Passion)

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
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Niente di proibito (I Romanzi Extra Passion)

Informazioni su questo libro

Dopo ben sette Stagioni sprecate, Beatrice Albright ha perso la speranza di trovare il partito ideale. Ma in buona parte deve rimproverare se stessa: il suo comportamento sprezzante verso gli altri l'ha resa ben poco gradita. Quando però il marchese Gareth Berenger, dalla reputazione ancor più oscura e in cerca di moglie, torna in città, Beatrice vede in lui l'unica occasione per non rimanere zitella. Così gli propone di sposarla. Lui è affascinato e intrigato da tanta audacia, ma prima di accettare vuole assicurarsi che quella donna sia adeguata ai propri gusti sessuali, e le fa una controproposta scandalosa. Che Beatrice sa di non poter rifiutare...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
eBook ISBN
9788852029394
Jess
Michaels

Image

NIENTE
DI PROIBITO

Traduzione di Alessia Di Giovanni
Mondadori

A Michael,
che ama tutte le sfaccettature
del mio essere donna

1

— Jensen, giuro su Dio che, se uno di quei pacchetti cade a terra, prima di cena finisci in mezzo alla strada senza nemmeno una referenza! — dichiarò seccata Beatrice Albright, passando davanti al domestico che stava scaricando dalla carrozza i suoi pacchi, frutto dell’ennesimo pomeriggio trascorso a fare acquisti.
Il valletto annuì nervosamente prima di tornare al suo lavoro. Stirandosi le pieghe dell’abito, Beatrice sollevò lo sguardo verso l’elegantissima facciata dell’edificio che si ergeva di fronte a lei. Dio, quanto la spaventava tornare in quel posto. Le faceva male lo stomaco solo a pensarci.
Ma non era la sua attuale dimora il problema. Visto che le sorelle maggiori avevano sposato l’una un conte e l’altra un duca, la sua famiglia aveva smesso di vivere in ristrettezze economiche. Infatti la loro casa di città era la più bella in cui avesse mai abitato.
No, il problema era chi ci abitava. Infatti sapeva bene chi avrebbe trovato ad aspettarla non appena avesse attraversato la porta: sua madre, sempre pronta a strillare e a giudicare, e Winifred, sua sorella minore, sorridente e di una dolcezza tale da farle cariare i denti!
— Dio, salvami! — mormorò sottovoce mentre proseguiva.
— Perdonatemi, signorina... — disse il maggiordomo, spostandosi di lato per permetterle di entrare.
Beatrice non gli badò, limitandosi a lanciargli un’occhiataccia. Entrò in casa, si fermò nell’ingresso e si sbottonò il cappotto.
Il domestico, abituato ai suoi strani modi, smise di cercare di attirare la sua attenzione. Si limitò a tenderle la mano per prendere il cappello e il mantello.
Mentre lei glieli consegnava, le disse: — La signora Albright sta prendendo il tè nel salotto principale con la signorina Winifred e lady Rothschild.
A quelle parole Beatrice smise di armeggiare con i guanti e, con l’aria profondamente corrucciata, si voltò verso di lui. — Hai detto che mia sorella è qui? Miranda?
Il maggiordomo esitò per un momento, e non poteva biasimarlo. Be’, sì, in realtà lo biasimava, ma una parte di lei lo capiva. Una cosa che la rendeva orgogliosa di sé era la sua abilità nel fare scenate. Evidentemente il maggiordomo stava solo cercando di evitarne una.
— Sì, signorina Beatrice. La contessa è arrivata poco dopo che siete uscita per andare a fare acquisti.
Lei sbuffò rumorosamente. — Scommetto che l’ha fatto apposta, per evitarmi.
Quella considerazione le provocò una piccola fitta di dolore che finse di ignorare. Non che desiderasse avere lo speciale legame che sembrava unire le sorelle o godere del caloroso affetto che Miranda e Penelope nutrivano per Winnie. Dopotutto aveva trascorso gli ultimi anni tenendole a debita distanza. Perché mai avrebbero dovuto coinvolgerla nella loro vita privata?
Drizzando la schiena, tese i guanti al maggiordomo e imboccò il corridoio diretta al salotto che si affacciava sulla strada. La porta era aperta e, a pochi passi di distanza, udì un’accesa discussione di voci femminili.
Beatrice esitò, poi assunse l’espressione arcigna con la quale era solita presentarsi al mondo, uno scudo per non lasciare trapelare quanto si sentisse ferita e vulnerabile. Quelle erano emozioni che non voleva mostrare a nessuno.
— Oh, non va bene! — stava dicendo sua madre, da dentro la stanza, con voce aspra.
Beatrice non faceva fatica a immaginarla mentre metteva il broncio, con le guance tese e le finte lacrime agli occhi per una qualche ingiustizia che credeva fosse stata perpetrata a suo danno. Quanto odiava sentirla piangere, la sua espressione e le manipolazioni che nascondeva.
— Sei sicura di voler portar via la mia piccola Winifred per la Stagione? — continuò Dorthea.
Beatrice corrugò le sopracciglia confusa e si fermò lentamente sui suoi passi.
Fu la voce di Miranda a rispondere, con il suo solito tono calmo e consolatorio. Talmente calmo da risultare irritante. — Non pensate sia meglio, madre? Winifred raggiungerebbe me ed Ethan alla festa a casa di Penelope. Avrà la possibilità di conoscere un’ampia varietà di gentiluomini adatti a lei. E penso che avrà ottime probabilità di fare un buon matrimonio, se assumiamo noi il ruolo di suoi chaperon. Voi siete già abbastanza occupata con Beatrice...
— Sì — ammise la madre, con una rara inflessione scherzosa della voce. — Beatrice. Credo che allontanare Winifred dalla sorella le gioverebbe. Gli uomini non sarebbero così intimiditi. Non sopporterei di finire con due figlie non sposate. Una è già abbastanza umiliante.
A quelle parole Beatrice indietreggiò fino ad appoggiarsi alla parete alle sue spalle. Incominciava a capire. A quanto pareva aveva avuto ragione a credere che Miranda avesse fatto apposta a venire lì mentre lei era fuori. La sorella maggiore aveva un piano che prevedeva un matrimonio con conseguente fuga dalla loro madre.
Il piano, però, non riguardava Beatrice. No, Miranda era lì per salvare Winifred. La docile, debole Winifred che non si sarebbe mai sposata a meno che qualcuno non la portasse con l’inganno a Gretna Green e la compromettesse.
Le tremarono le mani mentre riprendeva a camminare ed entrava in salotto. Lì c’era la sua famiglia che, nonostante l’aria gentile e innocente, tramava contro di lei.
La madre sedeva al suo solito posto sul sofà; al suo fianco, come un cane obbediente, c’era Winifred, la sua deliziosa ma insipida sorella.
Di fronte a loro c’era Miranda. Anche se Beatrice non lo avrebbe mai ammesso pubblicamente, doveva riconoscere che era la più bella della loro famiglia. La sua luminosità le proveniva dall’interno, tanto era serena e tranquilla.
Sembrava non conoscere la sofferenza o, almeno, non da quando si era sposata con il ricchissimo conte di Rothschild, Ethan Hamon.
E Beatrice odiava Miranda per questo, più o meno quanto la odiava per aver realizzato una unione perfetta con un uomo che la adorava quanto lei adorava lui.
— Beatrice — la salutò Miranda voltandosi verso la porta. Si alzò in piedi e le sue labbra accennarono un sorriso. — Non sapevo che fossi già tornata a casa.
— Oh, non avevo dubbi — replicò Beatrice tenendo a stento sotto controllo le emozioni, mentre evitava la mano che la sorella le aveva teso per darle il benvenuto. — Potrei scommettere la mia rendita mensile che oggi speravi proprio di non incontrarmi.
La sorella sospirò brevemente, cosa che la innervosì. Come osava Miranda essere infastidita quando la sua vita stava per essere rovinata? Non meritava la sua collera, il suo risentimento, in base alle notizie che aveva appena origliato dal corridoio?
— Cosa succede? — chiese Miranda, innocente come un agnellino, mettendosi nuovamente seduta al suo posto sul divano e versandosi un’altra tazza di tè.
— Sì, cara — continuò la madre, evitando di incontrare lo sguardo della figlia. — Sembri sconvolta.
Winifred fu l’unica a restare in silenzio, gli occhi azzurri abbassati in un’espressione di preoccupazione e sottomissione.
— Come potrei non essere sconvolta dopo aver sentito certe scelleratezze dal corridoio? — sbottò Beatrice, attraversando la stanza. — So cos’avete in mente!
— Sei sempre così melodrammatica! — disse Miranda con uno dei suoi soliti fastidiosissimi sospiri profondi. — Nessuno sta complottando contro di te, Beatrice.
— No? — replicò lei, accennando una risatina priva di divertimento. — Non stavi complottando contro di me quando ti sei offerta di prendere Winifred sotto la tua ala protettrice per aiutarla ad accalappiare un marito ricco lasciandomi marcire qui, da sola?
Prima che Miranda potesse rispondere, Beatrice puntò l’attenzione sulla madre. — Non è da vili parlare di me come se fossi una croce da portare?
Innervosita, Dorthea giunse le mani in grembo mentre Winifred scivolava leggermente in avanti sul cuscino del divano.
Miranda fu l’unica a restare immobile. Sollevò un sopracciglio, sbuffando con aria dispiaciuta.
— Lo so che per te è difficile da capire, Beatrice, ma non tutto quello che succede nel mondo riguarda te. Ci sono un sacco di cose che non hanno assolutamente niente a che vedere con la tua vita. Il fatto che Winifred venga a stare da me ed Ethan per la Stagione, per esempio, è una di queste.
— Non ha niente a che vedere con la mia vita? Come puoi dire una cosa del genere? — replicò Beatrice, sbattendo le palpebre, con le lacrime che improvvisamente le pungevano gli occhi. Non avrebbe pianto. Non aveva mai pianto, non importava quanto facesse male. — Perché porti via Winnie, allora?
Miranda corrugò la fronte. — È l’inizio della sua quarta Stagione. Ci piacerebbe che questa fosse quella giusta.
Beatrice incrociò le braccia sul petto. — E io, Miranda? Io sono alla mia settima Stagione. Settima. Allora, perché pensi che Winifred meriti un trattamento speciale? Hai completamente gettato la spugna con me, come a quanto pare ha fatto la mamma?
Miranda scosse la testa. Era chiaramente giunta al massimo della frustrazione.
— Ammettilo, se anche ti fosse stato offerto non avresti accettato l’aiuto di nessuno. Se sei alla tua settima Stagione non è perché io non ti ho aiutato abbastanza. Puoi anche nasconderlo a te stessa, ma la situazione in cui ti trovi è solamente colpa tua. Il tuo comportamento, la tua mancanza di...
Beatrice sollevò una mano per fermare la sorella. Sapeva quello che avrebbe detto e, sfortunatamente, erano cose perlopiù vere. Odiava dover ammettere di essere responsabile dell’inferno in cui viveva.
— Risparmiamelo! Tu e Penelope mi avete già elencato troppe volte i miei difetti e le mie inadeguatezze — le disse, usando il suo solito tono tagliente per evitare che la sorella notasse quanto fosse turbata.
Miranda si alzò in piedi. — Beatrice...
— No, hai chiarito completamente il tuo punto di vista — le disse, mentre si dirigeva alla porta. — Non vedo il motivo di discuterne oltre. Siete tutte determinate a farmi diventare una vecchia zitella e probabilmente a ridere di me quando il mio destino sarà definitivamente suggellato, il tutto mentre concedete a Winifred un’opportunità che non sa neppure come sfruttare. È evidente che se non ci penso io al mio futuro non lo farà nessuno. Buona giornata!
Dopodiché uscì dal salotto di corsa, sbattendosi la porta alle spalle, gesto da cui trasse una notevole soddisfazione. Si affrettò lungo il corridoio, precipitandosi letteralmente fuori dalla porta sul retro e giù per le scale che conducevano in giardino. Una volta all’aperto, rallentò il passo e iniziò a camminare tra il verde chiaro e i colori brillanti. Non la calmarono ma, almeno, lì fuori al sole riusciva a respirare.
E a pensare. Che era una lama a doppio taglio, in realtà.
Trattenendo fino in fondo il respiro, rifletté su ciò che era appena successo. Miranda ed Ethan avrebbero portato via Winifred, e Penelope, insieme a suo marito Jeremy, li avrebbe aiutati. E ciò significava che, con il supporto di un duca e di un conte, e senza l’interferenza della loro madre, entro breve Winifred avrebbe trovato di sicuro un buon marito.
Insomma: sua sorella minore si sarebbe sposata prima di lei e l’avrebbe messa in ridicolo agli occhi dell’alta società, più di quanto non lo fosse già.
Riusciva a immaginare l’umiliazione che avrebbe subito, visto che la maggior parte delle giovani donne che aveva frequentato negli anni passati avevano accalappiato i loro mariti prima di lei e non avrebbero mancato di esprimere la loro gioia per Winifred.
E gli uomini non sarebbero stati da meno. Negli ultimi anni ne aveva scaricati parecchi... e uno di quelli che aveva respinto avrebbe anche potuto chiedere la mano della sorella e lei non avrebbe potuto fare niente se non restare a guardare.
Guardare e precipitare sempre di più nell’inferno della sua vita da nubile.
Oh, sapeva di essere una vecchia zitella. Come sapeva di avere probabilmente mandato in fumo ogni possibilità di trovare un fidanzato o un amico... o anche solo un uomo che volesse accettare quello che altri avevano rifiutato.
Quella situazione, però, in un certo senso non le pesava... finché aveva qualcuno con cui condividere questa triste sorte. Ma ora Winifred se ne sarebbe andata e lei sarebbe rimasta da sola.
Da sola con la loro madre. Rabbrividì al pensiero. Dorthea Albright avrebbe concentrato su di lei tutte le sue attenzioni, i suoi modi rudi, il suo parlare continuo. Non avrebbe avuto alcuna via di fuga, non ci sarebbe stato nessuno a cui rifilarla quando fosse diventata insopportabile.
Rifletté sul resto della sua vita e rabbrividì. Avrebbe ricevuto sempre meno inviti, poi nessuno, esclusi quelli provenienti dalle sorelle. I pochi amici rimasti sarebbero scompar...

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  2. Niente di proibito (I Romanzi Extra Passion)
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