In incognito
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In incognito

La vita segreta della mente

  1. 312 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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In incognito

La vita segreta della mente

Informazioni su questo libro

"Quando, nel 1610, Galileo scoprì con il suo telescopio artigianale i satelliti di Giove, gli ecclesiastici criticarono e condannarono la sua nuova teoria eliocentrica, perché detronizzava l'uomo. Non immaginavano che quella sarebbe stata solo la prima di numerose detronizzazioni."
Oggi, dopo altri quattro secoli di scoperte scientifiche, abbiamo forse imparato a familiarizzare con l'idea di occupare un posto periferico nel cosmo, nel regno naturale, persino nella storia. Eppure, leggendo In incognito, ci stupiamo nello scoprire che in realtà non occupiamo un ruolo centrale nemmeno all'interno di noi stessi.
David Eagleman, neuroscienziato e abile divulgatore, ci introduce alle sorprendenti scoperte frutto dello studio dei nostri circuiti cerebrali e ci spiega come gran parte di ciò che facciamo, pensiamo o sentiamo non è sottoposto al nostro controllo conscio. Possiamo anzi dire che la coscienza, quell'io che si anima quando ci svegliamo la mattina, non è che una piccola parte di quanto avviene nel cervello. La nostra attività quotidiana si regge su meccanismi e routine ai quali non abbiamo accesso diretto, la cui esistenza si rivela sotto forma di piccoli - quanto bizzarri - enigmi: perché dirigiamo il piede verso il pedale del freno prima ancora di renderci conto del pericolo che abbiamo davanti? Perché vediamo le rocce muoversi verso l'alto dopo che abbiamo osservato una cascata? Perché ci accorgiamo subito se qualcuno fa il nostro nome in una sala affollata dove stanno avvenendo plurime conversazioni? Com'è possibile essere in collera con se stessi? Chi è arrabbiato con chi?
Spaziando, nella sua analisi, dal senso della bellezza alle lesioni cerebrali che modificano profondamente la personalità, dal gene della fedeltà alle tendenze criminali, dall'intelligenza artificiale alle illusioni ottiche, dalla sinestesia al nuovo concetto neuroscientifico di responsabità penale, In incognito si profila come un'affascinante radiografia della mente e di tutte le sue contraddizioni.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
Print ISBN
9788804625247
eBook ISBN
9788852030482

Note

Le opere, elencate per intero nella Bibliografia, sono citate nelle Note con il solo titolo, in genere abbreviato.

I. C’è qualcuno nella mia testa, ma non sono io

1 Music: «Tremendous Magic», «Time», 4 dicembre 1950.
2 Un particolare che ho trovato sempre illuminante: nel 1641, l’anno in cui morì Galileo, venne al mondo Isaac Newton, il quale completò il lavoro del grande fisico pisano trovando le equazioni che descrivevano le orbite planetarie intorno al Sole.
3 Tommaso d’Aquino, Summa theologiae.
4 In particolare, Leibniz ideò una macchina che avrebbe dovuto usare delle biglie (rappresentanti i numeri binari) guidate da quelle che oggi definiremmo le antiche progenitrici delle schede perforate. Benché il merito di avere elaborato il concetto di «macchina delle differenze» sia attribuito generalmente a Charles Babbage e Ada Lovelace, in pratica il computer moderno non è diverso da quello che aveva concepito Leibniz. «Questo calcolo [binario] potrebbe essere effettuato da una macchina (senza ruote) nel seguente modo, facilmente e senza sforzo. Si praticheranno dei fori in un contenitore, in maniera tale da poter essere tenuti aperti o chiusi. Saranno aperti nei punti che corrispondono a 1 e resteranno chiusi nei punti che corrispondono a 0. Attraverso le porte aperte saranno fatti cadere sui binari dei cubetti o delle biglie, mentre dagli altri pertugi non passerà niente. Essa [la serie di porte] andrà spostata di colonna in colonna secondo le necessità.» Si veda Leibniz, De progressione dyadica. Ringrazio George Dyson per aver scoperto questo testo nel corpus letterario leibniziano.
5 Leibniz, Nuovi saggi sull’intelletto umano (1765). Con «corpuscoli insensibili» Leibniz si riferiva a una concezione, condivisa da Newton, Boyle, Locke e altri, secondo la quale gli oggetti materiali sarebbero stati composti da minuscoli corpuscoli insensibili che davano origine alle qualità sensoriali degli oggetti.
6 Herbart, Psychology as a Science.
7 Heidelberger, Die innere Seite der Natur.
8 Müller, Handbuch der Physiologie des Menschen.
9 Cattell, The time taken up, pp. 220-241.
10 Cattell, The psychological laboratory, pp. 37-51.
11 Si veda http://www.iep.utm.edu/f/freud.htm.
12 Freud e Breuer, Studien über Hysterie.

II. La testimonianza dei sensi: com’è, realmente, l’esperienza?

1 Eagleman, Visual illusions.
2 Sherrington, Man on His Nature (Uomo e natura). Si veda anche Sheets-Johnstone, Consciousness: a natural history.
3 MacLeod e Fine, Vision after early blindness.
4 Eagleman, Visual illusions.
5 Si veda http://eagleman.com/incognito per una dimostrazione interattiva di quanto poco percepiamo del mondo. Per alcune eccellenti analisi della cecità al cambiamento, si vedano Rensink, O’Regan e Clark, To see or not to see; Simons, Current approaches to change blindness; Blackmore, Brelstaff, Nelson e Troscianko, Is the richness of our visual world an illusion?
6 Levin e Simons, Failure to detect changes to attended objects.
7 Simons e Levin, Failure to detect changes to people.
8 Macknik, King, Randi et al., Attention and awareness in stage magic.
9 Il concetto di due dimensioni e mezzo fu introdotto dal compianto neuroscienziato David Marr, che in origine lo concepì come stadio intermedio nel viaggio del sistema visivo verso un modello pienamente tridimensionale, ma da allora è diventato chiaro che il modello pienamente tridimensionale non viene mai realmente fruito dalla mente reale, e non è nemmeno necessario per cavarsela nel mondo. Si veda Marr, Vision.
10 O’Regan, Solving the real mysteries of visual perception; Edelman, Representation and Recognition in Vision. Si noti che un gruppo di ricercatori aveva già ravvisato il problema in precedenza, nel 1978, ma passarono molti anni prima che questo ottenesse ampio riconoscimento: «La funzione primaria della percezione è di mantenere la nostra struttura interna ben sintonizzata con quella vasta memoria esterna che è in pratica l’ambiente esterno» osservavano Reitman, Nado e Wilcox in Machine perception, p. 72.
11 Yarbus, Eye movements.
12 Questo fenomeno è chiamato «rivalità binoculare». Per approfondire l’argomento, si vedano Blake e Logothetis, Visual competition; Tong, Meng e Blake, Neural bases.
13 Tale vuoto si verifica perché per quest’area della retina passa il nervo ottico, non lasciando spazio ai fotorecettori. Si vedano Chance, Ophtalmology; Eagleman, Visual illusions.
14 Helmholtz, Handbuch.
15 Ramachandran, Perception of shape.
16 Kersten, Knill, Mamassian e Bülthoff, Illusory motion.
17 Mather, Verstraten e Anstis, The Motion Aftereffect; Eagleman, Visual illusions.
18 Dennett, Consciousness Explained (Coscienza).
19 Baker, Hess e Zihl, Residual motion; Zihl, von Cramon e Mai, Selective disturbance; Zihl, von Cramon, Mai e Schmid, Disturbance of movement vision.
20 McBeath, Shaffer e Kaiser, How baseball outfielders.
21 A quanto risulta, i piloti dei caccia usano questo stesso algoritmo durante gli inseguimenti, e lo stesso fanno i pesci e i sirfidi. Piloti: O’Hare, Introduction; pesci: Lanchester e Mark, Pursuit and prediction; sirfidi: Collett e Land, Visual control.
22 Kurson, Crashing Through.
23 Si noti che alcuni ciechi riescono a convertire il mondo che percepiscono in disegni bi- o tridimensionali. Tuttavia è probabile che disegnare le linee convergenti di un corridoio rappresenti per loro un esercizio cognitivo, diverso dall’esperienza sensoriale immediata che hanno i vedenti.
24 Noë, Action in Perception.
25 Bach-y-Rita, Tactile sensory substitution studies.
26 Bach-y-Rita, Collins, Saunders, White e Scadden, Vision substitution.
27 Per una disamina generale e una sintesi di questi studi, si veda Eagleman, Live-Wired. Oggi il display tattile spesso proviene da una piastra di elettrodi posta direttamente sulla lingua. Si veda Bach-y-Rita, Kaczmarek, Tyler e Garcia-Lara, Form perception.
28 Eagleman, Live-Wired.
29 Lenay, Gapenne, Hanneton, Marque e Genouel, Sensory substitution, pp. 275-292; Eagleman, Live-Wired.
30 Il BrainPort è prodotto dalla Wicab, Inc., un’industria fondata dal pioniere della plasticità cerebrale Paul Bach-y-Rita.
31 Bach-y-Rita, Collins, Saunders, White e Scadden, Vision substitution; Bach-y-Rita, Tactile sensory substitution studies; Bach-y-Rita, Kaczmarek, Tyler e Garcia-Lara, Form perception; Ptito, Moesgaard, Gjedde e Kupers, Cross-modal plasticity, pp. 183-205.
32 Hall, Soldiers may get «sight».
33 Levy, The blind clim...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. In incognito
  3. I. C’è qualcuno nella mia testa, ma non sono io
  4. II. La testimonianza dei sensi: com’è, realmente, l’esperienza?
  5. III. La mente: il divario
  6. IV. I tipi di pensiero che si possono avere
  7. V. Il cervello è una squadra di rivali
  8. VI. Perché quella dell’imputabilità è la questione sbagliata
  9. VII. La vita dopo la monarchia
  10. Appendice
  11. Note
  12. Bibliografia
  13. Ringraziamenti
  14. Copyright