I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - 5. Il Traditore
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I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - 5. Il Traditore

  1. 392 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - 5. Il Traditore

Informazioni su questo libro

Alcatraz Benché il dottor John Dee, loro alleato, sia stato dichiarato fuorilegge, Machiavelli e Billy the Kid decidono di seguire i piani tracciati dagli Oscuri Signori: libereranno l'esercito di mostri rinchiusi ad Alcatraz e li scateneranno contro San Francisco. Lo scopo è distruggere una volta per tutte la razza umana.
Danu Talis I Regni d'Ombra sono molto più pericolosi di quanto si potrebbe immaginare, e non ci si arriva certo per caso: i guerrieri amici di Flamel sono stati convocati proprio lì per una ragione ben precisa. Il gruppo riunito deve andare a Danu Talis e distruggerla, poiché l'isola, conosciuta nelle leggende umane come la città perduta di Atlantide, deve essere rasa al suolo affinché possa esistere il mondo moderno.
San Francisco La fine è vicina. Josh ha fatto la sua scelta e non si è unito né a Sophie né all'alchimista Nicholas Flamel. Combatterà accanto a Dee e alla misteriosa Virginia Dare, a meno che Sophie non riesca a trovare il gemello prima della battaglia, prima che tutto sia perduto per sempre.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
Print ISBN
9788804622093
eBook ISBN
9788852030680

Mondadori

Per Anna,
sapientia et eloquentia

Nicholas Flamel sta morendo.
Questa è l’ora che così a lungo ho temuto; questa è la notte in cui forse, infine, diventerò vedova.
Il mio povero, coraggioso Nicholas. Invecchiato, indebolito ed esausto, ha voluto comunque sedersi con me e Prometeo e riversare le sue ultime forze nel teschio di cristallo, per permetterci di seguire Josh nel cuore di San Francisco, fin dentro il covo del dottor John Dee.
Sotto il nostro sguardo inorridito, Dee ha fatto del ragazzo un negromante e lo ha indotto a evocare Coatlicue, l’orribile Arconte nota come Madre di Tutti gli Dei. Abbiamo cercato di avvertire Josh, ma Dee era troppo forte e ha spezzato il legame che ci univa al ragazzo. E quando Aoife, Niten e Sophie sono arrivati, Josh si è schierato con Dee e con la sua micidiale compagna, Virginia Dare. Non posso evitare di chiedermi se l’abbia fatto volontariamente.
Vedere Josh – la nostra ultima speranza, la nostra ultima possibilità di sconfiggere gli Oscuri Signori e proteggere il mondo – fuggire col nemico è stato troppo per mio marito, ed egli è crollato, perdendo i sensi. Quanto a me, devo conservare per ciò che è in arrivo quel poco di potere che mi rimane.
L’uno dopo l’altro, abbiamo perso coloro che avrebbero potuto combattere al nostro fianco. Aoife non c’è più, intrappolata in un Regno d’Ombra, costretta a combattere un duello eterno contro Coatlicue. Scathach e Jeanne sono in un passato remoto. Saint-Germain è scomparso, e abbiamo perso ogni contatto con Palamede e Shakespeare. Perfino Prometeo si è così indebolito, dopo avere usato il teschio, da non avere più neanche la forza di tenere insieme il suo Regno d’Ombra, che sta cominciando a disintegrarsi.
Ci rimane solo Sophie, ed è distrutta per il tradimento del fratello. Si trova a San Francisco, non so dove di preciso, ma almeno Niten è con lei e la protegge. Devo trovarla: ci sono tante cose che deve assolutamente sapere.
E così tutto ricade su di me, come ho sempre saputo.
Quando ero bambina, più di seicentottanta anni or sono, mia nonna mi presentò a un uomo incappucciato che aveva un uncino al posto della mano sinistra. Egli mi rivelò il mio futuro, e il futuro del mondo. E mi impose un giuramento di segretezza. Aspetto questo giorno da tutta la vita.
Ora che la fine è così vicina, so che cosa devo fare.


Perenelle Flamel, Fattucchiera
Addì 6 giugno, mercoledì
Scritto nel Regno d’Ombra dell’Antico Signore Prometeo, attiguo a San Francisco, mia città d’adozione

Mercoledì 6 Giugno

capitolo uno

Gli anpu comparvero per primi, alti guerrieri con la testa di sciacallo, gli occhi rossi e i denti a sciabola, con indosso un’armatura di cristallo nero e levigato. Si riversarono fuori dalla bocca fumante di una caverna e si sparpagliarono per tutto Xibalba, alcuni piazzandosi di fronte alle nove porte che si aprivano nell’immensa grotta, altri perlustrando il primitivo Regno d’Ombra per assicurarsi che fosse vuoto. Come sempre, si muovevano nel silenzio più assoluto; restavano muti fino agli ultimi attimi prima della battaglia, e poi spargevano le loro grida agghiaccianti.
Solo quando i guerrieri furono certi che Xibalba era deserto, la coppia comparve.
Come gli anpu, i due indossavano armature di cristallo e ceramica, ma le loro erano più ornamentali che pratiche, e di una foggia risalente all’Antico Regno egizio e mai più vista da allora.
Pochi minuti prima, avevano lasciato una riproduzione quasi perfetta di Danu Talis per attraversare una dozzina di Regni d’Ombra contigui, alcuni molto simili alla Terra, altri diversissimi. E anche se entrambi erano per natura molto curiosi della miriade di mondi che governavano, non si erano attardati in nessuno di essi. Avevano attraversato rapidamente la fitta rete di porte d’energia che conduceva al luogo noto come l’Incrocio.
Restava così poco tempo.
Nove porte si aprivano su Xibalba, ciascuna delle quali poco più di una rozza apertura scolpita nella parete di roccia nera. Evitando le fosse ribollenti che lanciavano schizzi di lava tutt’intorno, i due attraversarono il Regno d’Ombra dalla nona porta alla terza, la Porta delle Lacrime. Perfino gli anpu, temerari per natura, si rifiutavano di accostarsi a essa. Antichi ricordi radicati nel profondo li avvertivano che quello era il luogo in cui la loro razza era stata quasi sterminata dopo la fuga dal mondo degli homines.
Quando la coppia si avvicinò alla bocca circolare della caverna, una debole luce bianca si accese nei glifi squadrati scolpiti sopra il varco, per poi riflettersi sulla superficie lucida delle armature. L’interno della grotta si illuminò, tingendo la coppia di nitidi riflessi bianchi e neri, e per quel breve istante i due apparvero bellissimi.
Poi, senza guardarsi indietro, entrarono nella grotta buia…
… e meno di una frazione di secondo più tardi, una coppia vestita in jeans e maglietta bianca si materializzò sulla pietra circolare nota come Punto Zero, di fronte alla cattedrale di Notre Dame, a Parigi. L’uomo prese la donna per mano e insieme si allontanarono di buon passo, evitando i detriti di pietra e le statue spezzate che ancora ingombravano la piazza, resti del giorno in cui Sophie e Josh Newman avevano usato la magia elementale per sconfiggere i gargoyle animati della cattedrale.
E siccome quella era Parigi, nessuno badò più di tanto a una coppia che indossava occhiali da sole in piena notte.

capitolo due

Il fuoco imperversava nell’edificio. Decine di allarmi strepitavano; l’aria era piena di fumo nero e soffocante, impregnato del tanfo di gomma bruciata e plastica fusa.
— Fuori! Via di qui, subito! — Il dottor Dee usò la spada corta che impugnava nella mano destra per sventrare, come se fosse carta, una pesante porta di legno e acciaio. — Le scale — ordinò.
Virginia Dare balzò nell’apertura senza esitazioni, con i lunghi capelli scuri che sibilavano di scintille.
— Seguimi — ordinò Dee a Josh, e si infilò a testa china tra i brandelli della porta.
Il ragazzo obbedì. Sottili volute di aura gialla si levavano dalla pelle del dottore, e il tanfo di uova marce investì Josh Newman in piena faccia. Aveva la nausea, e non solo per la fetida nuvola sulfurea che emanava da Dee. Si sentiva martellare la testa, e puntini di colore gli danzavano davanti agli occhi. Era stordito, e tremava ancora dopo l’incontro con la bellissima Coatlicue. Per quanto si sforzasse, non riusciva ancora a comprendere gli eventi degli ultimi minuti. Aveva soltanto una vaghissima idea di come fosse finito in quel palazzo. Ricordava di avere guidato lungo strade di campagna… sull’autostrada… e poi in città. Senza però sapere conoscere la meta. Aveva solo avvertito il dovere di andare da qualche parte.
Josh cercò di concentrarsi sulla sequenza di eventi che lo aveva condotto in quell’edificio in fiamme, ma più si concentrava e più quegli eventi si annebbiavano.
E poi era comparsa Sophie, e lui aveva avvertito il terribile cambiamento che era avvenuto in sua sorella. Quando era entrata nell’appartamento del dottore, Josh era stato felice di vederla… ma confuso. Che ci faceva Sophie lì? Come lo aveva trovato? L’avevano sicuramente mandata i Flamel, intuì. Comunque fosse, ormai era lì e lo avrebbe aiutato a riportare Coatlicue nel mondo. Era questa la cosa più importante.
La sua felicità però era stata breve. Si era rapidamente trasformata in paura, disgusto e perfino rabbia per le azioni della sorella. Sophie non era giunta per aiutarlo, ma per… be’, Josh non lo sapeva. Era rimasto a guardare sbigottito l’aura della sorella indurirsi in una sinistra armatura argentea, e poi aveva visto Sophie scagliare senza pietà la frusta contro la splendida Arconte: le grida di dolore di Coatlicue erano state strazianti. Quando la creatura si era voltata a guardarlo, tendendo la mano, l’espressione di pena e tradimento nei suoi grandi occhi era stata insopportabile, per Josh. Era stato lui a evocarla; lui era il responsabile di quella sofferenza. E non era in grado di aiutarla.
Aoife era balzata sulla schiena di Coatlicue e l’aveva tenuta ferma, mentre Sophie continuava a martoriarla con la frusta. E poi Aoife aveva trascinato di nuovo l’Arconte nel suo Regno d’Ombra. Quando Coatlicue era scomparsa, Josh aveva avvertito una terribile sensazione di perdita. Era stato così vicino, così vicino a compiere un grande gesto. Se Coatlicue fosse tornata nel mondo, avrebbe… Josh inghiottì una boccata di fumo e polvere e tossì, lacrimando. Non sapeva che cosa l’Arconte avrebbe fatto.
A due passi di distanza, Dee si voltò a guardarlo, con gli occhi grigi spalancati e folli nella penombra. — Stammi vicino — ringhiò, indicando le fiamme con uno scatto del mento. — Visto? Fanno sempre così, sempre! Morte e distruzione seguono i Flamel e i loro alleati.
Josh tossì di nuovo, annaspando alla ricerca di aria fresca. Non era la prima volta che udiva quell’accusa. — Lo diceva anche Scathach.
— L’Ombra però ha commesso l’errore di schierarsi dalla parte sbagliata. — Dee gli rivolse un sorriso malvagio. — Un errore che stavi quasi per commettere anche tu.
— Ma cos’è successo lì dentro? È stato tutto così veloce, e Sophie…
— Non è il momento per le spiegazioni.
— Me lo dica — replicò Josh con rabbia, e l’aria fetida si tinse del profumo delle arance.
Dee si fermò. La sua aura era così luminosa da far sembrare gialli i suoi occhi e i suoi denti. — Ancora qualche attimo, Josh, e avresti cambiato il mondo per sempre. Stavamo per avviare un processo che avrebbe trasformato questo mondo in un paradiso. E tu saresti stato lo strumento del cambiamento. — Il volto dell’inglese divenne una dura maschera di astio. — Oggi i Flamel hanno sventato i miei piani. E sai perché? Perché loro – e gli altri come loro – non vogliono che il mondo sia un posto migliore. I Flamel prosperano nelle tenebre, ai margini della società, conducendo una vita segreta, vivendo di menzogne. Si rafforzano attraverso il dolore e i bisogni del prossimo. Sanno che nel mio nuovo mondo non avrebbero più tenebre in cui nascondersi, né sofferenze da sfruttare. Non vogliono che io e i miei alleati abbiamo successo. Tu ci hai aiutati ad avvicinarci alla meta più di quanto forse avevamo mai fatto.
Josh si accigliò, sforzandosi di comprenderlo. Dee stava mentendo? Sì, certo… però lui non riusciva a sbarazzarsi della sensazione che ci fosse un elemento di verità in ciò che l’immortale gli stava dicendo. E i Flamel, allora?
— Dimmi una cosa — proseguì il dottore. — Hai visto Coatlicue?
Josh annuì. — L’ho vista.
— Ed era bella?
— Sì. — Il ragazzo strizzò le palpebre al ricordo. Era bellissima, più di chiunque lui avesse mai incontrato.
— Anch’io ho visto la sua vera forma. — Dee annuì. — Era una dei potenti Arconti, l’antica razza, forse perfino di origini aliene, che governava questo mondo nel Tempo Prima del Tempo. Era una donna di scienza e usava una tecnologia talmente avanzata da poter essere scambiata per magia. Era in grado di manipolare la materia pura. — Il dottore scrutò Josh con attenzione. — Coatlicue avrebbe potuto ricostruire oggi stesso questo mondo, ripararlo, restaurarlo. Ma hai visto che cosa le ha fatto Aoife, vero?
Josh deglutì e annuì. Lo aveva visto. Aoife era balzata sull’Arconte e l’aveva trascinata dentro l’ingresso spalancato del suo Regno d’Ombra.
— E hai visto che cosa le ha fatto tua sorella?
— Sì.
— Sophie l’ha frustata… e non con una frusta qualunque. Quella era la frusta di Perenelle, intrecciata con i serpenti strappati dalla chioma di Medusa. Un tocco soltanto di quell’arnese è una vera agonia. — Dee posò una mano sulla spalla del ragazzo, che si sentì inondare di calore. — Josh, ormai hai perso Sophie. È sotto l’incantesimo dei Flamel. È il loro burattino, la loro schiava. La useranno fino alla fine, come hanno fatto con molti altri in passato.
Josh annuì ancora. Sapeva che c’erano stati altri gemelli prima di loro, e sapeva pure che non erano sopravvissuti.
— Ti fidi di me, Josh Newman? — domandò Dee all’improvviso.
Il ragazzo guardò l’immortale inglese, aprì la bocca per rispondere, ma non disse nulla.
— Ah… — Dee sorrise. — Una buona risposta.
— Non ho risposto.
— A volte nessuna risposta è una risposta — replicò l’immortale. — Lasciami riformulare la domanda: ti fidi di me più di quanto ti fidi dei Flamel?
— Sì — rispose Josh. Su questo non aveva dubbi.
— E che cosa vuoi?
— Salvare mia sorella.
— Naturalmente — commentò Dee, incapace di nascondere una traccia di scherno nella voce. — Sei un figlio degli homines.
— È sotto incantesimo, giusto? C...

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