Tess dei d'Urberville
eBook - ePub

Tess dei d'Urberville

  1. 516 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Tess dei d'Urberville

Informazioni su questo libro

«Ti ubbidirò come la tua schiava infelice, anche se tu mi dicessi di distendermi qui e di morire.»
Le faceva piacere pensare che lui la considerasse una sua proprietà assoluta di cui poter disporre a piacimento.
«Accetto queste condizioni, Angel; tu lo sai meglio di me quale deve essere la mia punizione.»
«Ricordati, signora mia, che una volta ero il tuo padrone! E lo sarò ancora.»Nelle campagne dell'Inghilterra vittoriana cresce Tess, creatura incantevole e pura. Ma né la sua bellezza, né l'innocenza la salveranno da un destino di brucianti passioni. Per Alec d'Urberville, bello, ricco, potente e nobile: il seduttore al quale la giovane sembra legata da un vincolo più forte di ogni disperazione, più forte di ogni sentimento. E per Angel Clare, l'amore di gioventù appena intravisto, a lungo sognato, posseduto, perduto, ritrovato. Degradazione e alti ideali ha messo il destino sulla strada di Tess. Ma non sempre è così facile distinguerli...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
Print ISBN
9788804626763
eBook ISBN
9788852030352
Fase quinta

LA DONNA PAGA

XXXV

La narrazione terminò, persino le asserzioni ripetute e le spiegazioni secondarie giunsero al termine. Durante tutto il racconto, la voce di Tess non si era alzata quasi mai al di sopra del tono iniziale, non c’era stata nessuna frase a sua discolpa, di nessun genere, e non aveva pianto.
Eppure, perfino l’aspetto delle cose esterne sembrò che subisse un cambiamento man mano che la rivelazione progrediva. Le fiamme nel focolare pareva che guizzassero maliziose – diabolicamente bizzarre, come se non badassero minimamente alla sua angoscia. Il parafuoco sogghignava pigro, come se anche lui non se ne curasse. La luce che proveniva dal riflesso della bottiglia dell’acqua era soltanto impegnata in un problema cromatico. Tutti gli oggetti materiali, intorno, manifestavano apertamente, con tremenda ripetizione, la loro mancanza di responsabilità. Al tempo stesso, niente era cambiato dal momento in cui Angel l’aveva baciata, o piuttosto non era cambiato niente nella sostanza delle cose. Era la loro essenza a essere cambiata.
Quando Tess finì di parlare, sembrò che le impressioni rimaste sull’udito dopo lo scambio di tenerezze precedente andassero a rintanarsi rapidamente negli angoli più riposti dei loro cervelli, ripetendosi come echi di un tempo di insensatezza profondamente cieca.
Clare eseguì il movimento inutile di andare ad attizzare il fuoco: aveva capito quello che Tess aveva detto, ma le parole non gli erano penetrate ancora fino in fondo all’anima. Dopo aver attizzato la cenere, si alzò in piedi; soltanto adesso la violenza di quella rivelazione gli si presentava con chiarezza. La sua faccia sembrava avvizzita. Sforzandosi di concentrarsi, abbozzò qualche passo incerto per la stanza. Non riusciva a pensare con la dovuta lucidità, per quanto ci si provasse in tutti i modi: ecco il significato di quei suoi movimenti così vaghi. Quando parlò lo fece con il tono più inadeguato e anonimo fra tutti quelli che Tess aveva sentito da lui.
«Tess!»
«Sì, caro.»
«Devo credere a tutto questo? Dal tuo modo di fare devo concludere che è vero. Oh, ma non puoi essere fuori di te! Eppure dovresti esserlo… eppure non lo sei… o moglie mia, mia Tess… non c’è nulla in te che può confermare un dubbio di questo genere?»
«Non sono fuori di me» disse lei.
«Eppure…» la guardò con aria vacua, prima di riprendere con i sensi ancora confusi: «Ma perché non me lo hai detto prima? Ah, sì, avresti voluto dirmelo, in un certo senso, ma io te l’ho impedito; me ne ricordo!».
Queste e altre delle sue parole non erano che un balbettio meccanico superficiale, mentre nel profondo del suo io restava paralizzato. Si allontanò da lei, si appoggiò, curvo, a una sedia; Tess lo seguì in mezzo alla stanza e rimase immobile a fissarlo con occhi che non versavano una lacrima. Poi si lasciò scivolare in ginocchio davanti ai suoi piedi, abbandonandosi su se stessa, rannicchiata in quella posizione.
«In nome del nostro amore, perdonami!» sussurrò con le labbra aride. «Io ti ho perdonato per la medesima colpa!»
E, poiché lui non rispondeva, disse ancora:
«Perdonami come tu stesso sei stato perdonato! Io ti perdono, Angel.»
«Tu… sì, lo so che mi perdoni.»
«Ma tu non mi perdoni?»
«Oh Tess, in questo caso il perdono non c’entra! Tu eri una persona; e adesso sei un’altra. Mio Dio… come può il perdono adattarsi a un gioco di prestigio… grottesco come questo!»
Fece una pausa, considerando questa definizione; poi d’un tratto proruppe in uno scroscio di risa orrendo – innaturale e sinistro come una risata infernale.
«No… no, ti prego! Mi uccide, questo!» gridò lei. «Oh, abbi pietà di me… abbi pietà!»
Lui non rispose; e, paurosamente pallida, Tess balzò in piedi di nuovo.
«Angel, Angel! Che cosa volevi dire con quella risata?» esclamò. «Ma lo sai che cosa significa per me?»
Lui scosse la testa.
«Ho sperato, anelato, pregato, di poterti rendere felice! Ho pensato che gioia sarebbe stata quella di poterlo fare, e che moglie indegna sarei se non ci riuscissi! Ecco quello che ho sentito, Angel!»
«Questo lo so.»
«Io credevo, Angel, che tu mi amassi… amassi me, il mio vero io! Se sono io quella che tu ami, oh, come puoi guardarmi e parlarmi in questo modo? Mi spaventa! Da quando ho cominciato ad amarti, ti amo per sempre… in ogni cambiamento, in ogni disgrazia, perché tu sei te stesso. Non vedo altro. E allora, come puoi tu, oh mio marito, non amarmi più?»
«Ti ripeto che la donna che amavo non sei tu.»
«Ma chi è allora?»
«Un’altra donna sotto le tue apparenze.»
Tess intuì che, in quelle parole, prendevano forma concreta i presentimenti e le apprensioni che aveva avuto in passato. Angel la considerava una specie di ingannatrice; una donna colpevole sotto l’aspetto di un’innocente. Il suo volto pallido prese un’espressione di terrore quando lo capì; le sue guance si afflosciarono e la sua bocca assunse quasi la forma di un piccolo buco rotondo. Le fece orrore il pensiero dell’aspetto sotto il quale Angel la vedeva; le diede un colpo così duro che barcollò e lui si fece avanti, pensando che stesse per cadere.
«Siediti, siediti» disse gentilmente. «Non ti senti bene, è naturale.»
Tess si mise a sedere, senza neanche capire dove, sempre con quella faccia con i lineamenti rigidi e tesi e due occhi che gli facevano accapponare la pelle.
«Allora non sono più tua, Angel?» domandò smarrita. «Dici che non sono io quella che ami, ma un’altra donna che mi assomigliava.»
L’immagine che le sue parole avevano evocato le fece provare una gran pietà per se stessa come se fosse una creatura trattata ingiustamente. Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre considerava la propria situazione; poi si voltò scoppiando in lacrime di autocompassione.
Clare si sentì enormente sollevato per questo cambiamento, perché l’effetto che la scena aveva avuto su Tess stava cominciando ad angosciarlo soltanto un po’ meno del dolore per la rivelazione di prima. Aspettò con pazienza, quasi con apatia, che la violenza della disperazione di Tess si placasse e quell’accesso di pianto si riducesse a pochi, sommessi singhiozzi che le sfuggivano a intervalli.
«Angel» disse lei all’improvviso con il solito tono perché la voce folle e asciutta del terrore l’aveva lasciata. «Angel, sono troppo cattiva perché tu e io possiamo vivere insieme?»
«Non sono ancora riuscito a pensare a quello che faremo.»
«Non ti chiederò di lasciarmi vivere con te, Angel, perché non ne ho il diritto. Non scriverò alla mamma e alle sorelle per dire che ci siamo sposati come avevo detto, e non finirò la borsetta per il cucito che avevo tagliato e volevo terminare intanto che stavamo in un appartamento d’affitto.»
«Ah, davvero?»
«No, non farò niente a meno che tu non me lo ordini; e se te ne andrai lontano da me non ti seguirò; e se tu non mi parlerai mai più non te ne domanderò il perché, a meno che tu non mi conceda di farlo.»
«E se io ti ordinassi di fare qualcosa?»
«Ti ubbidirò come la tua schiava infelice, anche se tu mi dicessi di distendermi qui e di morire.»
«Sei molto buona. Ma mi stupisce un po’ la mancanza di armonia fra la tua predisposizione attuale all’abnegazione e lo stato d’animo del passato, così pronto all’autoconservazione.»
Queste furono le prime parole di antagonismo. Tuttavia buttare in faccia a Tess un sarcasmo così elaborato era come lanciarlo a un cane o a un gatto. Il fascino della sua sottigliezza la sfiorava senza essere apprezzato; Tess lo accoglieva soltanto come suoni ostili i quali volevano dire che la collera era ancora predominante. Rimase in silenzio, senza sapere che Angel stava cercando di soffocare il suo affetto per lei. Quasi non si accorse che una lacrima gli scendeva lenta su una guancia, una lacrima così grossa da ingrandire i pori della pelle sulla quale rotolava, come la lente di un microscopio. Nel frattempo a lui balenò di nuovo la misura del cambiamento terribile e totale che la confessione di Tess aveva portato nella sua vita, nel suo universo, e cercò disperatamente di compiere qualche passo avanti nella nuova condizione in cui si trovava. Era necessaria un’azione; certo, ma quale?
«Tess,» disse con tutta la gentilezza di cui fu capace «non posso restare… in questa stanza… adesso. Esco a fare due passi.»
Uscì silenziosamente dalla stanza, e i due bicchieri di vino che aveva riempito per la cena – uno per lei, uno per lui – rimasero sul tavolo senza essere stati toccati. Ecco a che cosa si era ridotta la loro agape. E pensare che, due o tre ore prima, mentre prendevano il tè, pieni d’affetto, avevano voluto togliersi il gusto di bere da una sola tazza.
Il rumore della porta che si chiudeva dietro di lui, per quanto piano avesse fatto, riscosse Tess dal suo torpore. Angel se n’era andato; lei non poteva rimanere. Buttandosi addosso in fretta il cappotto, aprì la porta e lo seguì dopo aver spento le candele come se non dovessero più ritornare. La pioggia era cessata e la notte, adesso, era serena.
Gli fu presto alle calcagna, perché Clare camminava lentamente e senza meta. La sua forma accanto alla figura sottile e grigia di lei sembrava nera, sinistra e minacciosa, e Tess sentì come un sarcasmo il contatto di quei gioielli dei quali era stata tanto fiera per un momento. Clare si voltò sentendo il suo passo ma, per quanto la riconoscesse, questo fatto sembrò lasciarlo indifferente. E proseguì il suo cammino sulle cinque grandi arcate del ponte di fronte alla casa.
Le impronte delle mucche e dei cavalli sulla strada erano piene d’acqua perché la pioggia era stata sufficiente a colmarle ma non a cancellarle completamente. Mentre passava, le stelle si riflettevano in queste minuscole pozzanghere con un rapido barlume ma Tess non si sarebbe neppure accorta che le scintillavano sopra la testa se non le avesse notate lì – le cose più enormi dell’universo rispecchiate in una materia così meschina.
La località verso la quale si erano diretti quel giorno si trovava nella stessa valle di Talbothays, qualche chilometro più in basso lungo il fiume; e, poiché in quel tratto si era in aperta campagna, non le fu difficile non perderlo di vista. Allontanandosi dalla casa, la strada si inoltrava serpeggiando fra i prati, e fu camminando lungo questi che Tess poté seguire Clare senza fare alcun tentativo di raggiungerlo o di attirare la sua attenzione, ma con una fedeltà muta e vacua.
Tuttavia alla fine quei suoi passi sbadati la portarono al fianco di Angel, ma lui continuò ancora a tacere. Spesso la crudeltà dell’onestà beffata aumenta dopo una chiarificazione; e in quel momento si faceva sentire fortissima in Clare. A quel che pareva, l’aria aperta gli aveva tolto ogni istinto ad agire impulsivamente; e Tess sapeva che ormai Angel la vedeva senza che una luce irradiasse da lei – in tutta la sua nudità; e che il Tempo stava cantando per lei in quel momento il suo salmo satirico.
Ecco, quando il tuo viso sarà nudo colui che ti amava odierà;
e il tuo viso non sarà certo più bello, con l’arrivo della
tua cattiva sorte. Poiché la tua vita cadrà come una foglia
e sarà sparsa come la pioggia; e la tua testa sarà coperta
da un velo di dolore, e ti sarà corona la pena.31
Angel continuava a pensare intensamente, e la compagnia di Tess adesso non aveva più forza sufficiente a interrompere o a fuorviare la tensione del suo pensiero. Che cosa modesta doveva essere diventata per lui la sua presenza! Tess non poté trattenersi e volle rivolgere la parola a Clare.
«Che cosa ho fatto… che cosa ho fatto! Io non ti ho detto nulla che interferisca o smentisca il mio amore per te. Non penserai che tutto questo sia stato calcolato da parte mia, vero? È contro il tuo stesso cervello che sei in collera adesso, Angel, non con me. Oh, non con me, e io non sono la donna ingannatrice che tu credi!»
«Mmh, bene. Non ingannatrice, moglie mia; ma non la stessa. No, non la stessa. Ma non costringermi a rimproverarti. Ho giurato che non lo farò e sono disposto a tutto per evitarlo.»
Ma lei continuò a difendersi, nella sua disperazione; e forse disse cose che avrebbe fatto meglio a passare sotto silenzio.
«Angel!… Angel! Ero una bambina… una bambina quando è successo! Non sapevo niente degli uomini.»
«Più che aver peccato tu stessa, si è peccato nei tuoi confronti, lo ammetto.»
«Allora mi perdoni?»
«Ti perdono, ma il perdono non è tutto.»
«E mi ami?»
A questa domanda lui non rispose.
«Oh Angel… mia madre dice che capita qualche volta! Conosce parecchi casi in cui la donna era peggiore di me, e il marito non ci ha dato grande importanza… e alla fine è riuscito a passarci sopra. Eppure quelle donne non li amavano come io amo te!»
«È inutile, Tess; non discutere. Ambienti sociali differenti, differenti abitudini. Mi costringi quasi a dire che sei una contadina che non è capace di capire, e non è mai stata iniziata alle dimensioni delle questioni sociali. Non sai quello che dici.»
«Io sono una contadina soltanto per stato, non per natura!»
Aveva detto queste parole sotto un impeto di collera, che si spense rapidamente come era venuto.
«Tanto peggio per te. Credo che quel parroco il quale era andato a scoprire il vostro albero genealogico avrebbe fatto meglio a tenere a freno la lingua. Non posso fare a meno di mettere in relazione il vostro declino come famiglia con quest’altro fatto – la tua mancanza di fermezza. Le famiglie decrepite lasciano sottintendere volontà decrepite, e una condotta decrepita. Santo cielo, perché mi hai dato il mezzo di disprezzarmi di più mettendomi al corrente della tua origine nobile! E io, che ti consideravo una figlia della natura appena sbocciata; mentre invece non eri altro che il tardo germoglio di un’aristocrazia esausta e logora!»
«Quanto a questo, ci sono tantissime famiglie che non sono meglio della mia! quella di Retty una volta era formata da grandi proprietari terrieri, e la stessa cosa vale per quella del casaro Billet. E i Debbyhouse, che adesso fanno i carrettieri, in passato erano la famiglia De Bayeux. E di famiglie come queste ne trovi dappertutto; è una caratteristica della nostra contea, e non posso farci nulla.»
«Tanto peggio per la contea.»
Tess accolse questi rimproveri soltanto nel loro complesso, non nei particolari; Angel non l’amava come l’aveva amata fino a quel momento, e tutto il resto le era indifferente.
Continuarono a camminare senza meta, in silenzio. In seguito raccontarono che un abitante di Wellbridge, il quale era uscito di casa tardi quella notte per andare a cercare un dottore, aveva incontrato i due innamorati nei pascoli, che camminavano molto lentamente, senza chiacchierare, uno dietro l’altro come in un corteo funebre, e una occhiata alle loro facce gli aveva rivelato come apparissero ansiose e tristi. Ritornando più tardi sulla stessa strada, li aveva incrociati di nuovo nello stesso campo mentre procedevano lentamente come prima senza preoccuparsi dell’ora e della tristezza della notte. Fu soltanto a causa della preoccupazione per i propri affari e per il malato che aveva in casa che non gli restò impresso questo curioso incidente, e gli tornò in mente molto tempo dopo.
Durante l’intervallo fra l’andata e il ritorno del contadino, Tess disse al marito:
«Non capisco come posso evitare di essere il motivo di tanta infelicità per tutta la tua vita. Là c’è il fiume. Posso buttarmici e metter fine alla mia. Non ho paura.»
«Non voglio aggiungere il delitto alle mie altre follie» disse lui.
«Lascerò qualcos...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione. di Carlo Cassola
  4. TESS DEI D’URBERVILLE
  5. Fase prima. LA FANCIULLA
  6. Fase seconda. NON PIÙ FANCIULLA
  7. Fase terza. LA RIPRESA
  8. Fase quarta. LA CONSEGUENZA
  9. Fase quinta. LA DONNA PAGA
  10. Fase sesta. IL CONVERTITO
  11. Fase settima. COMPIMENTO
  12. Note del traduttore
  13. Copyright