1
Reg arrivò a casa con la sua giovane moglie in un tipico giorno di ottobre. Il cielo di Chicago era azzurro, il lago anche. Gli alberi erano dorati e rossi, ma nell’aria fluttuava una sottile nebbia. Il selciato luccicava scivoloso e il traffico era rallentato.
Gli abitanti di casa Minary, in Game Street, si preparavano ad accogliere Reg e la moglie che nessuno aveva ancora visto. Game Street, vicina al lago e al Drive, era una strada dove le vecchie case di mattoni e granito, con le loro porte massicce dai battagli di bronzo, sembravano non aver subito cambiamenti dal tempo delle carrozze a cavalli.
Sewal aveva telefonato all’aeroporto a metà pomeriggio, telefonò di nuovo più tardi, poi si mise alla ricerca di Amy. La casa, lunga e stretta, aveva sul retro una stanza le cui finestre affacciavano su un piccolo giardino chiuso da un alto muro di mattoni e da quella che una volta era stata la rimessa delle carrozze. Amy era distesa su una sedia a sdraio e fumava.
Le sue gambe sottili erano allungate, la testa appoggiata all’indietro era illuminata dalla lampada da tavolo che inondava i suoi capelli di un’aureola di luce. Sewal pensò: “Amy diventa ogni giorno più bella”, poi disse: — All’aeroporto hanno risposto che gli orari d’arrivo non hanno subito modifiche, la nebbia per ora è presente solo sulla riva del lago.
Dopo un momento, Amy sospirò con aria preoccupata.
— Chissà come sarà Zelie... — C’era una nota di esasperazione nella sua voce. — È mia cognata e non l’ho mai vista.
— Nessuno di noi la conosce.
— Sì, ma per te è differente, non sei proprio sua cognata.
Sewal, infatti, non aveva legami di parentela con Amy e Reg. Julius Minary era stato il suo patrigno, essendo Sewal nata dal primo matrimonio di quella che poi sarebbe diventata la prima moglie di Julius. Ciò nonostante Sewal voleva bene ad Amy e a Reg come se fossero suoi veri fratelli, e aveva avuto per il loro padre un affetto filiale. — Per me è come se lo fosse — replicò.
Amy, vedendo un’ombra passarle sul viso, rimpianse di aver fatto quell’osservazione. — Oh, non intendevo dire... Mi riferivo semplicemente al patrimonio... Quello di Reg è denaro dei Minary e mi preoccupo di quello che Zelie potrà farne.
Julius Minary, padre di Reg e di Amy, era morto due mesi prima. Il suo patrimonio, malgrado fosse stato falcidiato dalle tasse, era ancora considerevole ed era passato ad Amy e a Reg.
Sewal obiettò: — Non può farci nulla.
— Non è detto: Reg ha sempre fatto a modo mio — rispose Amy.
— Probabilmente adesso non sarà più così.
— È proprio quello a cui mi riferivo. Quella donna tiene Reg in scacco. A ventidue anni suonati è ancora come un bambino.
— E tu ne hai appena venti.
— Sono più vecchia io adesso di quanto Reg sarà mai. Quella lo ha semplicemente accalappiato e ne ha fatto quel che ha voluto. Ma vedremo quando dovrà fare i conti con me.
— Concedile il beneficio del dubbio, potrebbe anche piacerti.
— Non avremmo mai dovuto permettere che Reg facesse quel viaggio da solo.
— Tuo padre riteneva...
— Oh, papà era un uomo d’altri tempi.
— È stato doloroso che Reg non fosse qui al momento della sua morte.
Non si era rivelato possibile far tornare Reg che si trovava in Egitto in viaggio di nozze. Sarebbe comunque arrivato a Chicago dopo le esequie del padre. Aveva telegrafato che, essendo Zelie seriamente ammalata alla gola, non poteva lasciarla da sola. Nemmeno Barny Ingram, che era cresciuto in casa come uno di loro, aveva potuto partecipare ai funerali. Quindi solo le tre donne di casa, sua figlia Amy, Sewal e la signora Diccon avevano seppellito e pianto Julius Minary.
Cara Ingram aveva fatto da madre ai tre bambini, anzi quattro, se si contava anche suo figlio Barny.
La faccia di Amy si era fatta più seria. — Zelie ha impedito a Reg di venire, ma adesso arriva e vorrà ficcare il naso nei nostri affari.
— Non parlare così.
— Parlo come voglio, non sono più una bambina.
Sewal rise. — Per me lo sei sempre.
Amy accese una sigaretta. — Se ci fosse la mamma sarebbe diverso: papà non ha mai avuto fortuna con le mogli.
La frase era poco rispettosa, ma corrispondeva alla realtà. Julius Minary in prime nozze aveva sposato una vedova: la madre di Sewal, allora piccina. La prima signora Minary era morta presto, e tre anni dopo la sua morte Julius si era risposato e aveva avuto due figli, Reg e Amy. Ma la moglie non era sopravvissuta alle conseguenze dell’ultimo parto.
Julius, parecchio più anziano delle donne che aveva perso, non si era più risposato.
Sewal aveva fatto da mamma alla piccola Amy e le due ragazze si erano sempre considerate sorelle. Sewal ebbe per un istante la visione di Amy nella carrozzina rosa spinta dalla vecchia e fedele cuoca inglese Diccon e ciò le fece venire in mente una cosa. — Ho dimenticato di dire a Diccon dello champagne — spiegò dirigendosi verso la porta.
— Champagne! Per la sposa? Non ne vedo la ragione.
Sewal tornò indietro e affermò severamente: — È la moglie di Reg.
— E cosa sappiamo di lei? — fece Amy, gesticolando. — L’ha conosciuta a Londra. È francese. Lavorava nell’ufficio del vecchio Willinger e pare che fosse brava. Ma questo è tutto quello di cui sono al corrente nell’ufficio, e Reg l’ha sposata!
Il vecchio Willinger era il socio anziano di Willinger & Son di Londra, gli avvocati che si erano sempre occupati degli affari della Minary Line in Europa. Reg era andato da loro appena arrivato in Inghilterra e aveva conosciuto Zelie. Qualcosa nelle parole di Amy aveva colpito Sewal.
— Amy, gli hai scritto?
— Naturalmente — rispose Amy arrossendo un po’ ma guardandola con aria di sfida. — Poco dopo la morte di papà.
— Non hai detto nulla né a Cara né a me.
— Non serviva. Per di più non sono riuscita a scoprire niente. Il vecchio Willinger mi ha scritto una lettera molto prudente, non sapeva o non voleva rivelarmi nulla. Zelie si è presentata da loro in cerca di un impiego, e dato che lui aveva bisogno di qualcuno che sapesse parlare e scrivere in francese, è stata assunta. Willinger mi ha riferito che ha lavorato da loro per circa cinque anni e si è dimostrata molto efficiente, ma che non ha avuto modo di consigliare Reg né in un senso né nell’altro, perché è stato messo al corrente del fatto a matrimonio avvenuto.
Dopo un momento Sewal disse: — In ogni modo non hai saputo nulla di preciso contro di lei.
— Tutto è contro di lei — esplose irritata Amy. — Purtroppo ha accalappiato Reg, ma se vuole mettere il becco nei nostri affari, se ne pentirà.
— Non le sarà possibile.
— Vedrai. Ho preso la decisione di mettere in vendita la Minary Line e non permetterò che Zelie lo impedisca.
Sewal si avvicinò a una delle finestre e guardò giù verso i cespugli velati di nebbia e la massicciata umidiccia.
— Lo so che tu non vuoi che si venda — continuò Amy alle sue spalle — ma non capisco che differenza faccia per te.
Per Sewal, invece, la differenza c’era. La Minary Line, con la sua flottiglia di coraggiose e potenti navi da trasporto, era stata creata da Julius. Da bambina, l’aveva vista prendere forma attraverso lotte, azzardi e vittorie. Era una nobile eredità e scorgere le sue imbarcazioni navigare sul lago con le bandiere al vento aveva sempre gonfiato di orgoglio e di amore il cuore di Sewal, come se la Minary Line fosse stata sua. — Vorrei proprio che non la vendeste.
— Sono più che decisa.
— Ma il cinquanta per cento delle azioni appartiene a Reg.
— Oh, Reg! — rise Amy sprezzante. — Riuscirò a convincerlo. Non si è mai interessato alla compagnia e sarà contento di liberarsene.
— Ma Amy... non credo che sia così semplice, anche se Reg acconsentisse è una società...
— Una società privata — intervenne rapidamente Amy. — Le azioni appartengono a me e a Reg.
— Ci sono dei direttori, ci sono dei funzionari...
— Sì, oltre a noi, Steve Forsyth e John Barnet.
— In ogni modo, sarebbe una faccenda lunga e complicata. Avvocati, permessi, agenzie governative, tasse...
Amy disse: — Lo so. Però lo si può fare se Reg è d’accordo. Ho bisogno del denaro.
— Ma hai già tutto il denaro che vuoi. La Minary Line significa qualcosa di più del semplice denaro: battelli e docks e...
— Per me significa indipendenza: voglio avere una vita divertente. Ci divideremo il ricavato, Reg e io, e poi faremo quello che più ci piace.
Sewal protestò: — Si tratta di un ottimo affare che dà un immenso reddito: il minerale di ferro è necessario.
Amy era irritata. — Ti dico che sono decisa e, se Zelie ci metterà il becco, ci penserò io. Se Zelie cercherà di influenzare Reg... ma io lo conosco meglio di lei. Parlerò con lui e lo convincerò a vendere. Inoltre — aggiunse — non è affar tuo.
Sewal continuava a guardare fuori dalla finestra. La porta della rimessa si aprì e Diccon, che era invecchiato al servizio della famiglia Minary, uscì dirigendosi verso la cucina. Molto tempo prima, la rimessa delle carrozze era stata adibita ad alloggio per Diccon e sua moglie. Le camere delle cameriere si trovavano al piano superiore, ma in quel momento non erano occupate. La cameriera, che era giovane e irrequieta, se n’era andata in cerca di un altro posto, e quella nuova non era ancora arrivata.
Sewal sentì che Amy si alzava dalla sedia a sdraio e si avvicinava.
— Sewal, perdonami, non volevo offenderti, l’affare riguarda te quanto noi, e per di più... — Esitò, poi esclamò impulsivamente: — Per di più penso che il babbo sia stato molto poco generoso a non lasciarti nulla. Appena avrò incassato il denaro te ne darò una parte... Vedrai se non lo faccio.
— Amy... — La voce di Sewal tremava. — Sei molto cara, ma non è il caso.
— Il babbo avrebbe dovuto provvedere a te nel testamento.
— Non era mio padre, mi ha dato una casa e...
— Ci penserò io a fare le cose giuste, perlomeno se... — Amy assunse un’espressione seria. — Se Reg sarà d’accordo di vendere. — Mise affettuosamente una mano sul braccio di Sewal. — Mi aiuterai a convincere Reg, non è vero?
Era sempre difficile resistere ad Amy. Sewal rispose lentamente: — Tuo padre desiderava che Reg si occupasse della Minary Line. Aspetta che lui arrivi e senti quello che avrà da dire — concluse tranquillamente, dirigendosi verso la porta.
— Dove vai?
— A dire a Diccon di preparare lo champagne, poi andrò a fare una passeggiata.
— Con questa nebbia?
— Vieni con me?
— No, devo prepararmi all’incontro con Zelie.
Un quarto d’ora dopo Sewal, con un mantello pesante e un cappello di feltro, uscì tenendo al guinzaglio i cani e si diresse verso il lago. La nebbia era così fitta che quando raggiunse la fine della strada le sembrò di penetrare in un tunnel. I cani trascinavano Sewal in avanti, conoscevano la strada. Seguendoli, Sewal pensò come sempre ai quattro bambini che conoscevano quel sottopassaggio come le loro tasche: lei stessa, Reg, Amy e... Barny Ingram.
Come al solito si vietò di pensare a Barny. Fra loro due era tutto finito e lei avrebbe sposato Steve... forse... un giorno o l’altro, quando si sarebbero decisi... In ogni modo era meglio non pensare a Barny.
Ciò nonostante quattro allegri fantasmi di bambini passarono con lei sotto il tunnel e sbucarono sul largo viale che costeggiava il lago.
2
Un tempo, quei quattro bambini erano stati una cosa sola: vivevano nella stessa casa, avevano gli stessi orari e crescevano insieme.
Sewal era stata la prima ad abitare là, era stata, anzi, per un certo tempo figlia unica: dopo la morte di sua madre, a nessuno era venuto in mente di cacciarla di casa. La seconda signora Minary aveva accettato la bambina, benché non avesse nessuna parentela con loro, con affetto e generosità, e la nascita di Reg e di Amy non aveva cambiato la posizione di Sewal: tutti avevano continuato a considerarla come un’altra figlia.
Barny, anche se più vecchio degli altri, era stato l’ultimo ad arrivare in casa. Aveva dodici anni quando Cara Ingram era stata assunta un po’ come vicemadre e un po’ come governante dei due bambini Minary e di Sewal.
Cara aveva portato con sé suo figlio. Vedova, amica della mamma di Sewal, aveva attraversato un periodo difficile e, quando Julius Minary si era trovato da solo con una casa da mandare avanti e tre bambini da accudire, si era ricordato di lei.
Cara aveva fatto tutto quello che poteva per i bambini, amandoli come l’amavano loro. Giovane e graziosa, aveva reso la casa meno triste e vuota anc...